Paone torna a casa
Con la nuova rivista "Made in Italy" si chiude il periodo americano dell’impresario milanese.
Mercoledi 5 agosto, alle 5 del pomeriggio, cinque persone si sono fatte fare cinquanta fotografìe nella sala completamente smontata del Teatro Nuovo di Milano. Le cinque persone erano quattro uomini e una donna, e in tutte le fotografie la donna stava nel mezzo, vestita di un azzurro che la faceva ancora più bionda. Cinquanta fotografie non erano troppe per il doppio avvenimento che si stava festeggiando al Nuovo. Wanda Osiris e Macario tornano a lavorare insieme, dopo molti anni di distacco, in una rivista di Garinei e Giovannini, musicata da Kramer, intitolata Made in Italy. Con questa rivista, che chiude il periodo « americano » dell’impresario Remigio Paone, Garinei e Giovannini entrano nel decimo anno della loro collaborazione. La Osiris, Macario, Paone, Giovannini e Garinei posando davanti ai fotografi erano un po’ commossi.
MILANO. Wanda Osiris e Macario sono tornati insieme per la nuova rivista di Giovannini e Garinei, « Made in Italy », Nella foto, da sinistra: Garinei, Macario, la Osiris, Giovannini e Remigio Paone.
Quello che Paone chiama il suo periodo americano, cominciò nel 1951, quando l’impresario, che aveva avuto stretti rapporti di lavoro con colleghi di New York per via del famoso Carosello napoletano, pensò di mettere in scena riviste sul tipo di quelle che si danno nei grandi teatri di Broadway. Bisognava trascurare la trama, arricchire i costumi, lo scenario, le luci; curare i balletti e le coreografie; trovare ballerine di fila che avessero ognuna la bravura e la grazia di una solista e che tuttavia formassero Insieme una macchina dai movimenti perfetti. Fu allora che venne dall’America il coreografo Donn Arden e dalla Francia arrivarono le Blue Bells, le ragazze che dopo lo spettacolo si comportano come ufficialesse dell’Esercito della Salute e scoraggiano con uno sguardo i più arditi corteggiatori.
La prima rivista all’americana fu, nell’autunno del ’51, Gran Baldoria; l’anno dopo andò in scena Gran Baraonda. Furono riviste, specialmente la prima, di grande successo. Paone continuò nel suo programma organizzando spettacoli di eccezione, con rischi che nessuno in Italia aveva mai osato affrontare. Scritturò ad altissima paga Carmen Miranda, fece tornare a Milano Joséphine Baker (che aveva fatto parlare di sé i giornali degli Stati Uniti per il suo atteggiamento di fronte al problema razziale), ingaggiò altri numeri di fama mondiale. È difficile precisare se tutto ciò abbia fatto guadagnare Paone o se gli abbia fatto perdere danaro. Negli ambienti teatrali si dice, però, che il più coraggioso impresario d’Italia abbia imparato a sue spese che il pubblico italiano comincia ad essere stanco di esotismi e delle grandi stelle straniere che hanno raggiunto, in molti casi, una fama esagerata attraverso il bombardamento pubblicitario. Quel che è successo a Frank Sinatra, che in alcuni teatri ha dovuto interrompere le sue canzoni perché il pubblico reclamava a gran voce Ava Gardner, è certamente indicativo.
Con Made in Italy, come lo stesso titolo dice, Paone, i suoi autori e i suoi attori, tornano a casa. La nuova rivista di Garinei e Giovannini avrà il suo bravo filone conduttore, vi saranno tarantelle, scene veneziane, tagliatelle alla bolognese, anziché gomma da masticare, vino di Frascati al posto dello whisky. E nel centro una donna alla quale gli italiani vogliono bene e che dà garanzia di far correre a teatro i milanesi; Wanda Osiris, la Wandissima che qualcuno, alludendo alla sua passione per le scale, chiama adesso la Scalissima. E vicino a lei, Macario, comico del quale si può molto discutere, ma che è certamente inserito nella tradizione delle maschere italiane. Prenderanno parte allo spettacolo Dorian Gray, dai capelli schiariti, Carlo Rizzo, Kiki Urbani, Alberto Lionello, Olga Carera, Andrea Velo, To-nia Bern, Gianni Glori ( figlio di Enrico, il « cattivone » cinematografico di vent’anni fa), Florence Mendelson, Lucia Folli. Le Blue Bells si ripresenteranno al pubblico che ormai le conosce e le ammira. Questa volta saranno divise in due squadre; le Blondes e le Rouges. I pittori Garretto e Pompei hanno dipinto le scene.
È questa la diciottesima rivista che Garinei e Giovannini hanno fatta insieme dal settembre del 1944 ad oggi. La prima, data a Roma prima che finisse la guerra, fu Cantachiaro con la Magnani; poi venne il famoso Sofflasò, che a Milano, per motivi politici, provocò un grosso trambusto. La terza fu Cantachiaro n. 2; quindi, nell’ordine, Pirulì pirulì, Sono le nove e tutto va bene, Si stava meglio domani, Domani è sempre domenica (che fu la prima rivista italiana rappresentata all’estero), Grand Hótel, Ma se ci toccano nel nostro debole, Sogno di una notte di questa estate, La Bisarca, Il diavolo custode, Black and white (in cui collaborarono con Oreste Biancoli), Gran Baldoria, Gran Baraonda, Attanasio cavallo vanesio, e quest’ultima Made in Italy.
Garinei e Giovannini vanno perfettamente d’accordo e l’anno venturo, il 1° settembre, festeggeranno con solennità le loro « nozze di latta ». Si ripromettono di dare in quell’occasione, nella villa di Remigio Paone, a Formia, una « rivista minima », alla quale inviteranno i loro amici. Per quell'epoca avranno già raggiunto il loro ventesimo copione. Infatti attualmente, mentre al Nuovo si prova Made in Italy, essi lavorano a due altre riviste, una per Rascel, intitolata Alvaro piuttosto corsaro, e l’altra per Billi e Riva. Questa si chiamerà La caccia al tesoro e vi collaboreranno diversi altri autori.
G. C. F., «L'Europeo», anno IX, n.34, 16 agosto 1953
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G. C. F., «L'Europeo», anno IX, n.34, 16 agosto 1953 |