MA SE CI TOCCANO NEL NOSTRO DEBOLE...
(1947)
Scheda dell'opera
Titolo originale Ma se ci toccano nel nostro debole... (1947)
- Testo: Francesco Cipriani Marianelli (Nelli), Mario Mangini, Pietro Garinei e Sandro Giovannini, rivista in due tempi
- Regia: Mario Mangini
- Interpreti: Totò, Mario Castellani, Elena Giusti, Vera Worth, Irene D'Astrea, Gilda Marino, Adriana Serra, Roberto Villa, Enzo Gainotti, Clelia Matania
- Compagnia: Compagnia Totò di Romagnoli
Sketch, quadri e notizie
Spunto narrativo: è soprattutto una satira dell’attualità politica come mostrano i titoli dei quadri: primo tempo, «Sogno di un mattino del dopoguerra», «Hanno arrestato l’Era Atomica», «La parola alla difesa», «La pace di Troia non si farà», «La divorziata allegra», «Io accuso», «Casa mia casa mia...», «Le fanciulle del West», «Il dodici questo sconosciuto», «Fiori del male», «Cinquanta ma non li dimostra», «La bella parata». Secondo Tempo: «In montagna è un’altra cosa», «Ventisette del mese», «Per chi canta», «Addio del passato», «Di tutto un po’», «Spirito allegro», «Romanticismo non sei più tu», «Il bandito sono io», «Tu sei vestita di bianco», «Finalissimo».
Totò è L’Eroe de «La pace di Troia non si farà», l’Inquilino di «Casa mia, casa mia...», l’Efebo dei «Fiori del male», lo Spirito dello «Spirito allegro», l’Aspirante Bandito di «Il bandito sono io» ispirato all’omonima commedia di Peppino De Filippo del 1947.
Anna Magnani, prevista come primadonna della rivista, reduce dal nastro d'argento per Roma città aperta, per la sua partecipazione pretende un cachet di 37.000 lire al giorno. L'impresario Romagnoli accetta e accetta anche il capocomico, la cui paga sarebbe inferiore, ma la Magnani vuole che la compagnia porti il suo nome, con il nome degli altri interpreti, il tutto seguito dalla dicitura «con la partecipazione straordinaria di Totò». E' troppo, avviene la rottura del sodalizio teatrale Totò-Magnani. Abbandona la collaborazione anche Michele Galdieri.
Galdieri va via con Anna, Garinei e Giovannini rimangono con Totò e riscrivono Ma se ci toccano nel nostro debole... con Nelli e Mangini. Per quale primadonna? Vivi Gioi dà forfait all’ultimo e Clelia Matania si ammala durante le prove; Antonio de Curtis, che non vuol rimandare il debutto, divide il ruolo per le altre soubrette della compagnia, Vera Worth, Elena Giusti, Wilma Casagrande e Irene d’Astrea, e la Matania adisce le vie legali e il 30 maggio 1951 deposita una querela per inadempienza contrattuale contro l'impresario Romagnoli.
Malgrado tutto, lo spettacolo va più che bene. Totò è tornato alla rivista, la sua dimensione ideale, a infiorettare di guizzi e lazzi un copione tenuto insieme dall’attualità sociopolitica, a ridere del dopoguerra, della coabitazione forzata, della neonata democrazia, dell’era atomica. Le recensioni che si avvicendano nel corso della primavera criticano il testo ma celebrano compatte l’interprete. Lo spettacolo è preparato nella Bottega della Rivista di Garinei, Giovannini, Nelli e Mangini.
Così la stampa dell'epoca
Ma se ci toccano nel nostro debole (1947) - Rassegna stampa
«Ma se ci toccano nel nostro debole»... Non toccateli nei copione
Anna contro Totò
Clelia contro Totò
Ditta "Totò & C."
Totò al Lirico - Gli occhi più disillusi del mondo
Totò racconta: a Barcellona non dormono mai
Tutti bravi, se ci fanno ridere
«Film», 11 settembre 1943
Il pubblico che gremiva ieri sera Il teatro Lirico ha tributato festose accoglienze al comico Totò che riappariva nella nuova divertente rivista di Nelli e Mangini «Ma se ci toccano nel nostro debole». In essa si alternano satirette politiche a quadri coreografici di grazioso effetto multicolore. Parecchi sono assai belli a vedersi, grazie alla vivacità della Compagnia e alla intelligente finezza delle scene e del costumi ideati da Vera. «Le fanciulle del West » e « Addio del passato » sono tra i quadri migliori. Ad essi vanno aggiunti i due finali, di sfarzoso risalto. Anche tutto il resto dello spettacolo ha avuto buon incontro. Totò è stato comicissimo e applaudissimo e ha suscitato ilarità con i suoi vorticosi finali delle parti. Vera Worth ha cantato e danzato brillantemente ed è stata molto applaudita. La Matania ha pure cantato e ballato con garbo ed eleganza. Il Gainottl, il Castellani e gli altri si sono prodigati senza risparmio. Stasera replica.
«Corriere della Sera», 7 marzo 1947
[...]Totò è grande, incommensurabile. Una marionetta, forse, ma i fili glieli sorregge l’Arte.[...]
Mario Casalbore, "Non toccateli nel copione", «Film», anno X, n.11, 15 marzo 1947
Magico, metafisico, misterioso Totò, [...] un astrattismo fatto materia da uno dei più solitari miracoli della nostra rivista. Ogni sua azione, ogni parola, appartengono ad un genere di vivere che se fosse tradotto in pratica quotidiana produrrebbe il risultato, forse ideale, di tramutare il mondo in un grandioso manicomio.
Giordano Pitt, Totò, «Film», n. 25, 1947
«Corriere della Sera», 18 e 25 marzo 1947
Le cinque parti mancate della «soubrette» di Totò
Tutta colpa della raucedine? Clelia Matania, nota attrice del varietà, avrebbe debuttato nella compagnia Totò, al Lirico, se una seria forma di tracheite con forte mal di gola e conseguenze e raucedine, non avesse cambiato le vie del suo destino artistico? Clelia è sicura di no: si protesta vittima di soprusi e di ostracismi, impugna il proprio contratto e a mezzo del suo legale, avv. Renato Tardivo, chiama in giudizio l'impresario teatrale comm. Luigi Romagnoli per il risarcimento dei danni: la cifra non è iperbolica, ma tuttavia rispettabile: un milione e 100 mila lire.
Clelia Matania, già appartenente alla compagnia Rascel e favorevolmente conosciuta soprattutto nell'Italia centro-meridionale, desiderava di buttare in un grande teatro milanese era in rapporti con il Romagnoli il quale la scrittura per la compagnia Totò, in qualità di prima attrice assoluta, con un contratto di 4 mesi è la paga di 9 mila lire al giorno. Le fu dato da leggere un copione di rivista per la scelta delle parti a lei più gradite e della manifestò la sua preferenza per 5 quadri. Poi intervenne quella noiosa tracheite, constatata dai medici prof. La Cava e prof. Della Vedova e la soubrette si trovò nell'impossibilità di debuttare per la serata inaugurale, fissata per il 5 marzo, e ne diede avviso l'impresario. ma l'esordio della compagnia Subì poi un rinvio e la Matania, guarita prima del previsto, si presentò in teatro per la recita. ma, ormai, le parti erano già state assegnate a 3 attrici la Wars da Giusti e la casa grande.
Nell'esposto presentato all'autorità giudiziaria la Matania fa la storia della propria Odissea, praticamente conclusasi a suo danno punto donde da richiesta di risarcimento in seguito a violazione di contratto per colpa dell' impresario.
«Corriere della Sera», 27 marzo 1947
Totò al Teatro Valle
Sebbene i modi della sua comicità siano tanto personali e caratteristici da permettergli poche variazioni, Totò è sempre il più dotato dei nostri attori di rivista, il più estroso e il più divertente. La sua mimica è irresistibile e anche quando non è aiutato da un copione ricco di pretesti e di trovate, riesce sempre a supplire con le sue risorse soddisfacendo pienamente il pubblico.
Ieri sera la rivista non era delle più indovinate; eppure grazie all'intervento d Totò è piaciuta alla folla che stipava il Valle, la quale non si è stancata di ridere, di battere le mani e di chiedere dei bis. I quadri che non si ravvivano della sua presenza, si sono giovati di pittoreschi costumi, di coreografie sbrigliate o sentimentali, di qualche piacevole canzone, della delicata grazia di Elena Giusti, dell'eleganza di Vera Worth, della vivacità dalla D’Astrea, della Serra, della Casagrande. Il sempre bravo Castellani, il Villa, il Gainotti e gli altri hanno completato l’insieme.
Grandi applausi ad ogni quadro e al finale ed oggi prima replica.
E.C. (Ermanno Contini), «Il Messaggero», 16 aprile 1947
Totò al Valle. E' ritornato dalla Spagna Totò, il prodigioso burattino, cariatide, centro motore, saltellante nella rivista "Ma se ci toccano nel nostro debole" di Nelli e Mangini, un copione povero di globuli rossi ma che il grande mimo ha portato ugualmente al successo, non esitando a ricorrere all'ennesima edizione della «girandola» e della «corsetta» per galvanizzare le sorti di un finalissimo non proprio tiepido, ma nemmeno giunto all'ebollizione. Nessuna subretta di primo piano: Elena Giusti, Vera Worth, Irene D'Astrea, festose tutte di differenti bravure, eleganze e leggiadrie, ma ad ognuna delle quali mancano ancora i novantanove centesimi per far la lira di Wanda Osiris, che - certo inconsciamente - più o meno imitano. Degli altri, ottimi Castellani, Vilma Casagrande e Dalbuono. Deliziosa Gilda Martino e Ginger Stuart [...]. Nel complesso uno spettacolo che merita il lodevole, non le palme accademiche.
Nino Capriati, «Il Tempo», 16 aprile 1947
Totò al Valle
Totò, pur se la fantasia e l'inventiva non sorreggono il copione, riesce ugualmente a far centro sul pubblico. E questo è avvenuto anche ieri sera al Valle; il popolare comico infatti è stato, con la sua mimica personalissima, il deus ex machina della rivista non peregrina di Nelli e Mangini «Ma se ci toccano nel nostro debole», naturalmente strappando per proprio conto il maggior numero di applausi.
Lo hanno coadiuvato Elena Giusti, Vera Worth, la D'Astre, la Serra, la Casagrande, il Castellani, il Gainotti e il Villa. Oggi replica.
«La Voce Repubblicana», 17 aprile 1947
Totò al Carignano
Dopodomani, alle 21, esordisce al Carignano la Compagnia Totò con la nuova rivista Ma se ci toccano nel nostro debole... di Nelli e Mangini, che altrove ha ottenuto vivo successo d’ilarità. Della Compagnia Totò, oltre al simpatico esilarante capocomico, fanno parte Vera Worth, la Giusti, Mario Castellani, il Dalbono, il Parravicini, Roberto Villa, altri noti artisti e un ricco stuolo di ballerini.
«Gazzetta Sera», 1 giugno 1947
Dopodomani, alle 21, esordisce al Carignano la Compagnia Totò con la nuova rivista «Ma se ci toccano nel nostro debole...» di Nelli e Mangini, che altrove ha ottenuto vivo successo d'ilarità. Della Compagnia Totò, oltre al simpatico esilarante capocomico, fanno parte Vera Worth, la Guisti, Mario Castellani, il Dalbono, il Parravicini, Roberto Villa, altri noti artisti e un ricco stuolo di ballerine.
«Gazzetta Sera», 3 giugno 1947
Il pubblico che affollava il Carignano ha cordialmente festeggiato Totò nella nuova rivista: «Ma se ci toccano nel nostro debole». Il testo non è granchè, lo spettacolo ristagna in molte parti, ma il noto mimo ha sempre la trovata, la mossetta che fa ridere.
«La Stampa», 5 giugno 1947
Totò al Carignano - Lo stesso pubblico che per una ventina di sere ha affollato il Carignano per applaudire Macario lo ha gremito, ieri sera per sentire Totò nella rivista Ma se ci toccano nel nostro debole, di Nelli e Mangini. E’ un pubblico che vuol divertirsi e non fa distinzione tra la comicità sorniona di Macario e quella aperta di Totò. Vuole ridere e gli basta; non sottilizza. Niente di nuovo, come schema, nella rivista di Totò in cui si alternano scenette comiche, satirette politiche e quadri coreografici: nostalgie del passato ed esotismi del presente.
Nel complesso comico fan da spalla a Totò, Gainotti, Villa, Castellani, Deibuono e altri. La Wort, la Giusti, la D’Astre primeggiano, con danze e canti, nelle scene spettacolose e nei vorticosi finali, bissati e bissati.
gi. mi., «Gazzetta Sera», 5 giugno 1947
ll diabolico Totò è ritornato ieri sera sul palcoscenico del Carignano in forma perfetta: più giovanile e più esuberante del solito. Anche quando la scenetta si dilunga e si affloscia. Totò interviene con la sua pirotecnica comicità a ravvivarla, a farla non solamente accettare, ma gradire, tra l’ilarità più schietta che solo lui sa suscitare. Per modo che una rivista, interpretata da Totò anche se mediocre, Totò riesce, quasi diremmo, a imporla. Questo non è il caso di «Ma se cl toccano nel nostro debole...», presentata appunto ieri sera; il nuovo lavoro di Nelli e Mangini, si capisce, conta molto su Totò, ma si avvale inoltre delle suggestive coreografie, allestite con gusto elegante e talvolta anche raffinato.
lnsomma, uno spettacolo piacevole in cui Totò, da un lato e le ballerine, dall’altro, si impegnano a fondo con risultati che potete immaginare. Si sa che significa quando Totò s’impegna quando Totò si scatena in un crescendo che raggiunge il parossismo. E si sa anche ciò che vuol dire qualche dozzina di paia di gambe di graziose ragazze in indiavolato movimento a suon di musica. D’altronde, che si pretende di più da una rivista?
Ieri sera c’era di che ridere e c’era di che ammirare nei suggestivi balletti classici e moderni. Con Totò, l'ottimo Castellani, la brava Giusti; la D’Astrea, la Serra, la Casagrande, il Gainotti, il Dalbuono, tutti spigliati, affiatati, piacevoli. Musiche vivaci; scenografia accurata. Pubblico numeroso e plaudente particolarmente acclamante il finale bersaglieresco del primo tempo un’originale « trovata » di Totò che già conoscete e che sempre riesce a entusiasmare gli spettatori. Oggi due spettacoli, alle 16 e alle 21.
«Gazzetta Sera», 6 giugno 1947
«Film», 7 giugno 1947
Totò stasera e domani - Con le due rappresentazioni di stasera e domani sera, alle 21, in cui si replica la divertente rivista Ma se ci toccano nel nostro debole, di Nelli e Mangini, Totò e la su a Compagnia si congederanno dal nostro pubblico.
«Gazzetta Sera», 7 giugno 1947
LIRICO. — Alla Compagnia «Teatro delle Quattro fontane», che da lunedi prossimo si trasferirà al Puccini, è succeduta ieri sera quella di Totò, che ha ripreso con successo la rivista « Ma se ci toccano nel nostro debole » di Nelli e Mangini. Con il sempre spassoso Totò, vivi applausi sono toccati a Vera Worth e a tutti gli altri esecutori, non escluso il balletto Karise.
«Corriere della Sera», 13 giugno 1947
«Gazzetta Sera», 29 settembre 1948
Come avvenne che a Totò fu cambiata la prima attrice
Conclusa una contesa giudiziaria fra l'impresario Romagnoli e Clelia Matania
E' stata depositata ieri alla III Sezione Civile della Corte d’Appello la sentenza nella causa intentata dalla attrice Clelia Matania, patrocinata dall’avv. Renato Tardivo, contro l'impresario teatrale Luigi Romagnoli. La Matania, scritturata con regolare contratto dal Romagnoli nella compagnia di spettacoli di varietà Totò, il 25 marzo 1947, col ruolo di prima attrice assoluta e per la durata di quattro mesi, con una retribuzione giornaliera di 9000 lire, era stata colpita, subito dopo l'inizio delle prove, da una forma di bronchite che la mise — secondo il referto, medico — nell'impossibilità di partecipare alla prima recita della stagione.
Venuto il miglioramento, la Matania si presentò al Romagnoli; ma questi le rispose di aver dovuto provvedere in modo diverso, ritenuto insufficiente il tempo per ulteriori prove alle quali la Matania avrebbe dovuto sottoporsi per entrare efficacemente in ruolo; le propose tuttavia una modificazione del contratto, riducendo da cinque a due le parti da sostenere. L'attrice ritenne lesiva del suoi interessi questa alterazione di contratto, che, fra l'altro, le pregiudicava la reputazione artistica, essendo corsa voce proprio per questo fatto, che essa fosse stata protestata. Chiedeva perciò la somma di 1.100.000 lire per retribuzioni non corrisposte e danni morali. Il Romagnoli replicava che la Matania non aveva avuto danni morali in quanto essa era stata, nel contempo, assunta dalla compagnia Cogliati di Roma con la paga di 7000 lire giornaliere, e che, comunque, il contratto prevedeva ogni insindacabile facoltà di modifiche e sostituitone di ruolo.
La causa discussa una prima volta davanti alla VI Sezione del Tribunale, si é conclusa in sede d'Appello (presidente il consigliere De Rubeis, consigliere estensore il dott. Antonio Lannl) con una sentenza che riforma quella del Tribunale e riconosce l'inadempienza del Romagnoli, condannandolo al pagamento di 250.000 lire alla Matania, più gli interessi, a titolo di risarcimento danni, e a tutte le spese del doppio grado del giudizio, ammontanti complessivamente a 348.000 lire.
«Corriere della Sera», 31 maggio 1951
Galleria fotografica e documenti
1947. Programma della rivista 'Ma se ci toccano nel nostro debole' - Arti Grafiche S.Reina (Roma, Archivio Giuffrida)
Ricostruzione delle rappresentazioni della rivista nelle varie città italiane
TITOLO DELL'OPERA | TAPPE |
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Ma se ci toccano nel nostro debole...Rivista in due tempi di Francesco Cipriani Marianelli (Nelli), Mario Mangini, Pietro Garinei e Sandro Giovannini Compagnia Totò di Romagnoli |
Milano, Teatro Lirico, 5-27 marzo 1947 Torino, Teatro Carignano, 4-10 giugno 1947 Milano, Teatro Lirico, 12-30 giugno 1947 |
Riferimenti e bibliografie:
- "Quisquiglie e Pinzellacchere" (Goffredo Fofi) - Savelli Editori, 1976
- "Tutto Totò" (Ruggero Guarini) - Gremese, 1991
- "Totò partenopeo e parte napoletano", (Associazione Antonio de Curtis), Marsilio Editore 1999
- "Totalmente Totò, vita e opere di un comico assoluto" (Alberto Anile), Cineteca di Bologna, 2017
- "I film di Totò, 1946-1967: La maschera tradita" (Alberto Anile) - Le Mani-Microart'S, 1998
Sintesi delle notizie estrapolate dagli archivi storici dei seguenti quotidiani e periodici:
- «Film», 11 settembre 1943
- «Corriere della Sera», 7 marzo 1947
- Mario Casalbore, "Non toccateli nel copione", «Film», anno X, n.11, 15 marzo 1947
- Giordano Pitt, Totò, «Film», n. 25, 1947
- «Corriere della Sera», 18, 25 e 27 marzo 1947
- E.C. (Ermanno Contini), «Il Messaggero», 16 aprile 1947
- Nino Capriati, «Il Tempo», 16 aprile 1947
- «La Voce Repubblicana», 17 aprile 1947
- «Gazzetta Sera», 1 - 7 giugno 1947
- «La Stampa», 5 giugno 1947
- «Corriere della Sera», 13 giugno 1947
- «Gazzetta Sera», 29 settembre 1948
- «Corriere della Sera», 31 maggio 1951