CON UN PALMO DI NASO

(1944)

Scheda dell'opera

Titolo originale Con un palmo di naso (1944)

  • Testo: Michele Galdieri, rivista in due tempi
  • Regia: Michele Galdieri, condirezione Mario Castellani
  • Scene: Venieri Colasanti e Elio Costanzi, realizzate da Parravicini, Boschetti, Pierangeli, Lupi, Redi, Argante
  • Interpreti: Totò, Anna Magnani, Mario Castellani, Gianni Agus, Lucy D'Albert, Harry Feist, Riccardo Rioli, Clara Autieri, Oreste Bilancia, Diana Dei, Olga Vittoria Gentili, Oreste Fares, Elena Giusti, Marisa Merlini, Marina Doge, Mario Riva, Liana Rovis, Nico Pepe, Maria Michi, Liana Rovis, Doretta Sestan, Mario Merlini, Livia e Maria Giorgi, Loris Knezevich, Zola Lunghetti, Nella Merizzi, Liana Raimondi, Olga Scala
  • Musica: Direttore M.o Ugo Filippini, su musiche originali di A. Barberis, Dan Caslar, Ugo Filippini
  • Organizzazione: A.B.C., Amministratore rappresentante: Elio Gigante
  • Compagnia: Compagnia Grandi Riviste Totò-Magnani
  • Prima rappresentazione: Roma, Teatro Valle, 26 giugno 1944

Sketch, quadri e notizie

Spunto narrativo: l’Autore riparte da Volumineide, utilizzando il pretesto del furto in libreria per esaminare i classici della letteratura. Troviamo ancora Pinocchio, Le due orfanelle, I miserabili, Salomè, a riflettere e ad aggredire il passato recente per fame la prima vera, “libera” e feroce satira esplicita contro i due dittatori appena caduti: Mussolini/Pinocchio e Hitler/Superuomo. Nel secondo atto l’attenzione si concentra sui cambiamenti avvenuti nel triangolo amoroso adattato ai ritmi e alle regole della modernità. Nei salotti intellettuali compaiono ora gli esistenzialisti che verranno cacciati da George Sand, molto più autentica di loro. Chiude la rivista Sor Capanna, vestito di rosa, che esorta gli italiani a farsi rispettare.

Alcuni quadri: Pinocchio, consigliato da Lucignolo, finisce col sostituirsi a Iokanna nella parodia della Salomè di Wilde. Numerosi “a soggetto” riguardano le profezie che Lucignolo dice correttamente e che vengono mal intese da Pinocchio. Alcune battute di attacco riprendono il testo originale come nella parodia che ne aveva fatto nel 1908 Scarpetta in L’ommo che vola, scritta col padre di Michele, Rocco Galdieri. Pinocchio, burattino e falso profeta, mette in parodia la figura del duce e intraprende un duetto con Salomè/ Italia al suono di «Se mi volessi bene veramente», in cui i duellanti si rimproverano le reciproche mancanze. La danza dei sette veli di Salomè diventa il duetto della «cammesella»: al posto degli smeraldi per la testa del Profeta, Erode propone fagiani, prosciutto, olio e farina (I atto).

Nel finale entra Sor Capanna in rosa che spiega che ha adottato gli occhiali rosa visto che le cose vanno meglio e non è il caso di usare il nero. Duetto sui voltagabbana e i cambiamenti veri o presunti in politica. Sebbene sia tornata la pace gli invasori ci sono sempre anche se parlano francese e inglese invece del tedesco (II atto).


QUADRI DELLA RIVISTA
C'era una volta una banda di ladri... Sei romanzi fra due secoli
...che invece di gioielli trovò libri da leggere Elementi di geografia
Come rifare le riviste degli altri Incontrarsi e dirsi addio
Pinocchio Un'avventura a Budapest
Nella città acchiappacitrulli Qualcosa galleggia sull'acqua
Le due orfanelle In anticamera...
I miserabili ...del superuomo
Salomè Il salotto della contessa Maffei
Nozioni di algebra Sestetto donne
I canti dell'isola Tipi e macchiette
I quartieri alti Un po' di dignità


Censura: le uniche due censure presenti si riferiscono a un’allusione erotica, «donna: nelle braccia tutta la forza delle sue montagne... Aveva un matto grosso ... pinocchio: da tutto il mondo sono venute a Napoli, per fare conoscenza col nostro matto grosso».

La rivista che vede insieme per l’ultima volta Totò e Anna Magnani ha la prima il 26 giugno al Teatro Valle di Roma. Caduto il regime, la censura, ora presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, suggerirà poi due tagli, a rappresentazione avvenuta, per autorizzarla nuovamente nel settembre dello stesso anno. Galdieri può in libertà fare la parodia non solo dei gerarchi, ma anche degli alleati, per finire poi con la canzone ispirata al titolo di un romanzo ungherese Qualcosa galleggia sull’acqua e che si riferisce a coloro che, in un modo o nell’altro, dal fango sono stati sollevati alla celebrità.

Totò, Galdieri e la Magnani sono già pronti con una nuova rivista provata di nascosto durante la precedente. Lo spunto riparte da Volumineide, con i personaggi della letteratura che rinascono al mondo, solo che stavolta il Pinocchio di Totò rappresenta l’ormai passato regime, e viene sbeffeggiato dalla Magnani (nei panni di Salomè ovvero dell’intera Italia) sulle note di Ciccio Formaggio, la popolarissima canzone di Nino Taranto:

Se mi volevi bene veramente / dovevi agire un po’ più seriamente [...] / dovevi smascherare quei pagliacci... / Pensare più ai faggiuoli che ai Petacci...

Totò/Pinocchio/Mussolini attaccando il passato regime evidenziando la sottomissione del popolo, ribatte:

Se mi volevi bene, in quei momenti / non mi dovevi fare i monumenti [...] Dovevi fare almeno sol Li mossa / d’organizzà uno straccio di sommossa / Quand’io pontificavo dal balcone / dovevi farmi almeno un pernacchione... / Quand’io facevo tutto a mio piacere / dovevi darmi un calcio nel sedere...


Galdieri, naso fino, ha già intercettato i prossimi problemi di Roma e della nazione tutta: i voltagabbana. E il difficile rapporto con gli alleati, che rischia di ricacciare nuovamente gli italiani nella condizione degli ‘imploranti’; nel finale, un sor Capanna che vede tutto rosa incita il pubblico: “Non vogliam padroni in casa nostra”.

Totò lascia tra l’altro il segno in una virulenta caricatura di Adolf Hitler, l’occhio spiritato e una gobba sulla schiena. Lo sketch finiva con il Fuhrer che si ritirava via via dai sontuosi saloni delle solenni udienze a stanze e stanzini sempre più piccoli fino a un minuscolo wc in cui, tirando una catena, annegava l’immagine del suo alleato italiano.

Qualche spettatore è disturbato dalla troppa acredine con cui la satira della rivista attacca il recente regime, tanto che uno dei quadri della «prima», giudicato volgare, non verrà più replicato. Vincenzo Talarico, sul settimanale «Star» lamenta la sparizione di una scena, a suo giudizio la più bella dell’intero spettacolo: «Il quadro incriminato [...] raffigura Hitler che, secondo i piani prestabiliti, dal grande salone delle sue teatrali udienze, via via si “sgancia” verso saloni e sale sempre più modesti, finché estremo baluardo della sua ritirata, non gli resti che il numero 100, dove, naturalmente trova — in effigie — asserragliato il suo migliore amico (Mussolini, n.d.a.). Con gesto rapido e crudele, il nuovo venuto tira la catena e, immediatamente, l’ex alleato affonda tra i flutti gorgoglianti...».


«La Magnani»

Il 26 giugno del ’44, Anna debuttava con la nuova rivista "Con un palmo di naso": Totò faceva la parodia di Hitler, deformato da una gobba grottesca, il ciuffo, i baffetti, gli occhi pazzi sottolineati dal bistro nero che roteavano a mimare la follia omicida del dittatore. Anna, sullo sfondo d’un palcoscenico inondato di lustrini d’argento cantava: «Tutta l’Italia s’inonda or di novello splendor / quanto entusiasmo circonda l’onda dei liberator...» e poco dopo riprendeva: «Ciribiribì... che pranzettin, acciughe, burro e carciofin... / Ciribiribì... un bel piattin di spaghettin e tortellin...». Con Totò stava interpretando una delle sue riviste più scatenate e libere, senza pudori né ritegni: quando guardava perplessa il nerboruto naso del suo partner mormorando «se tanto mi da tanto» era capace di tenere sospeso il teatro in una pausa interminabile, prima di far scrosciare l’applauso. Il cinema le piaceva, ma il teatro le dava un’euforia particolare, come se finalmente potesse tirare il fiato fino in fondo, e riempirsi tutti i polmoni d’una boccata d’aria nuova.

Patrizia Carrano


Così la stampa dell'epoca

Con un palmo di naso (1944) - Rassegna stampa

16 Set 2017

Totò e la “cimice” fascista (1943): la foto sul set di Due cuori fra le belve, censura e propaganda nel cinema di guerra

Totò e la cimice fascista La foto sul set di Due cuori fra le belve, censura e propaganda nel cinema di guerra Io sono per il disarmo. Totò con la cimice del Partito Nazionale Fascista: come ridere sotto dittatura senza farsi fucilare (troppo)…
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9795

VALLE: Imminente Comp. Totò-Magnani: «Con un palmo di naso...» nuovissima rivista di Michele Galdieri.

«Il Messaggero», 1 giugno 1944


Al VALLE è pronta per andare scena la nuovissima rivista di Michele Galdieri «Con un palmo di naso...» con la nuova Compagnia Totò-Anna Magnani, che anovera tra gli ottimi elementi Gianni Agus, Clara Aieri, Bilancia, Mario Castellani, Diana Dei, Maria Michi, Oreste Fares, O.V. Gentili, Nico Pepe, Mario Riva, Liana Rovis, Sestan Doretta. Scene di Colasanti e Costanzi; orchestra Filippin; organizzazione A.B.C.

«Il Messaggero», 8 giugno 1944


"Con un palmo di naso" di M. Galdieri al Valle

Ier sera al Valle abbiamo assistito alla felice resurrezione dello spettacolo politico satirico, da tanti anni assente dalle ribalte italiane. L'avvenimento è importante e la Compagnia Totò Magnani ha egregiamente assolto al compito non agevole di riaccostare, d’un sol colpo, il pubblico romano a un genere tanto scottante e pericoloso. Il successo è stato completo. Totò ha rivelato, specialmente nelle spietate caricature di Hitler o Mussolini, una violenza mordace che non conoscevamo in lui. La Magnani ha conformato il forte temperamento di attrice che tutti ammirano in lei. E' difficile trovare in Italia un'altra attrice che abbia un vigore mimico così travolgente, una simile tempestiva e franca agilità di passaggi dal drammatico al comico, dal tragico al grottesco. Non nascondiamo una certa nostalgia delle sue interpretazioni di Anna Christie o di Foresta pietrificata.

Bene gli altri, e particolarmente Gianni Agus. La rivista di Galdieri è ben costruita nel complesso. Si desidererebbe qualche taglio per abbreviarla o snellirla. Molte belle trovate. Non meno interessanti le reazioni dei pubblico a questo primo libero volo della rivista satirica.

D., «Il Messaggero», 27 giugno 1944


Ieri sera al Valle abbiamo assistito alla felice resurrezione dello spettacolo politico satirico, da tanti anni assente dalla ribalte italiane. L’avvenimento è importante e la compagnia Totò Magnani ha egregiamente assolto al compito non agevole di riaccostare, d’un sol colpo, il pubblico romano a un genere tanto scottante e pericoloso. Il successo è stato completo. Totò ha rivelato, specialmente nelle caricature di Hitler e Mussolini, una violenza mordace che non conoscevamo in lui. La Magnani ha confermato il forte temperamento di attrice che tutti ammirano in lei. È difficile trovare in Italia un’altra attrice che abbia un vigore mimico così travolgente, una simile tempestiva e franca agilità di passaggi dal drammatico al comico, dal tragico al grottesco. Non nascondiamo una certa nostalgia delle sue interpretazioni di Anna Christie e di Foresta pietrificata.

Bene gli altri, e particolarmente Gianni Agus. La rivista di Galdieri è ben costruita nel complesso. Si desidererebbe qualche taglio per abbreviarla e snellirla. Molte belle trovate.
Non meno interessanti le reazioni del pubblico a questo primo libero volo della rivista satirica.

Tempo fa, su un giornale teatrale, Vittorio Calvino, parlando di Anna Magnani, intitolava il suo articolo: «Il fenomeno Magnani». E nel caso della nostra cara attrice si può ben parlare di «fenomeno».
Anna Magnani ha in sé gli stessi elementi della «pila elettrica» con una sola differenza: che della pila è naturalmente molto più bella. Così viva, così vibrante e piena di brio, ella sembra veramente una sorgente di elettricità, di energia, di vitalità, di forza, di allegria, di serenità. Ha il teatro nel sangue: sembra nata per recitare le commedie di Aristofane e nello stesso tempo ha in sé tutti i numeri per essere la protagonista delle nostre più belle tragedie. Ti pare che ella sia fatta solo per la calda e viva e immediata satira popolaresca, traboccante di ironia, di motteggi, di sottintesi e con pari facilità e pari successo può recitare il nostro repertorio classico.

E giustamente Calvino concludeva il suo articolo: «A me piace pensare che Anna Magnani non sia né comica del tutto, né del tutto tragica. C’è qualcosa di meglio in lei, che forse lei stessa ignora. Un fondo semplice, schietto, di accorata e toccante umanità. Forse lei stessa non lo sa, ma nelle sue risate, nei suoi lamenti, c’è la nostalgia, il desiderio ancora inappagato, di esprimere la gioia e il dolore, le speranze e i sogni di una umile creatura umana, una donna così, come tante donne, per cui la vita è piccolo sogno, piccola speranza, piccola gioia, piccolo dolore…

«Roma», 27 giugno 1944


Due parole a Galdieri

Molte cose rinasceranno che già erano morte. Lo ha detto Orazio per qualche cosa di più importante di una rivista, ma ridotte le proporzioni, lo diciamo anche a Michele Galdieri per questa sua ultima fatica. Poiché il pubblico crede a Galdieri, il discorso sereno e amichevole, si impone. Se dunque molte cose dovranno rinascere domani, anche la «rivista» dovrà mutare. Salomè potrà essere lasciata dove dorme i suoi sonni, proprio perchè la vita attuale urge e consente ad Anna Magnani di riscuotere — lei «rivistaiola» troppo spesso poco aggraziata — l'applauso più nutrito dello spettacolo, con il quadro di una madre in gramaglie che la rivela grande attrice.

Galdieri accostate le due scene, raffrontate i risultati ottenuti presso questo vostro pubblico fedele, e tiratene le conseguenze. Sopprimete il primo e avrete più splendente il secondo quadro. Si diceva: Della rivista come genera teatrale si dovrà riparlarne, ma fin da ora diciamo che toccherà a voi, Galdieri, darci lo spettacolo il quale ci consenta di scrivere: Si può andare tutti ad applaudire la fatica di questo estroso scrittore ricco d'ingegno di cuore e di sentimento.

Per oggi dobbiamo limitarci a dire; Andateci con cautela... E ce ne spiace, perchè dopo un primo tempo atono e alquanto sfocato c'è un secondo più vivace più robusto e anche più intelligente (a spese di... Hitler e della gente dalla zucca vuota e priva di dignità). Dobbiamo soggiungere che Totò fa capitolo a sè? E' superfluo. Ma se egli ha le ali per alti voli, un’motivo di più perchè Galdieri gli offra il cielo in cui spaziare degnamente.

tr., «Il Popolo», 1 luglio 1944



Ricostruzione delle rappresentazioni della rivista nelle varie città italiane


TITOLO DELL'OPERATAPPE

Con un palmo di naso

Rivista in due tempi di Michele Galdieri

Compagnia Grandi Riviste Totò-Magnani

Roma, Teatro Valle, giugno 1944


Riferimenti e bibliografie:

  • "Quisquiglie e Pinzellacchere" (Goffredo Fofi) - Savelli Editori, 1976 - «Salomè» e «Sor Capanna in rosa», pp. 200-212.
  • "Tutto Totò" (Ruggero Guarini) - Gremese, 1991
  • "Totalmente Totò, vita e opere di un comico assoluto" (Alberto Anile), Cineteca di Bologna, 2017
  • "Totò partenopeo e parte napoletano", (Associazione Antonio de Curtis), Marsilio Editore 1999
  • "I film di Totò, 1930-1945: l'estro funambolo e l'ameno spettro" (Alberto Anile), Le Mani-Microart'S, 1997
  • "Totò" (Orio Caldiron) - Gremese , 1983
  • "La Magnani", Patrizia Carrano, BUR, 1986
Sintesi delle notizie estrapolate dagli archivi storici dei seguenti quotidiani e periodici:
  • «Il Messaggero», 1 - 27 giugno 1944
  • «Roma», 27 giugno 1944
  • tr., «Il Popolo», 1 luglio 1944