Anna Magnani mette gli occhi su Ippolito

Anna-Magnani

1949 11 20 L Europeo Anna Magnaniintro

Roma, novembre

Si parla in questi giorni di una compagnia di prosa con a capo Anna Magnani che il teatro sottrarrebbe al cinema fino alla prossima primavera. E’ un progetto del quale si era cominciato a discorrere già da due mesi e che adesso sembra avviato a conclusione sicura. La compagnia che praticamene sarà affidata ad Orazio Costa e di cui farebbe parte anche Vittorio Gassmann, sorge con uno scopo preciso: una lunga «tournée» in Francia e in Inghilterra, e al ritorno una serie di recite a Roma e a Milano. Anna Magnani, in Francia, oggi è forse l’attrice più conosciuta. I film del dopoguerra le hanno dato una popolarità superiore a quella di molte attrici francesi; e i giudizi di Cocteau, di Gide, e d’altri scrittori , che si interessano al cinema l’hanno collocata tra le interpreti di rinomanza mondiale. Poche. Tutte insieme, secondo tali giudizi, non arriverebbero a cinque.

La scelta del momento per un giro artistico in Francia, dove la Magnani è attesissima (discorso analogo si potrebbe fare per l’Inghilterra), sembra dunque opportuna. E si capisce che la definizione del repertorio, il quale sarà limitato a due o tre drammi, sia stata causa di perplessità, dubbi e discussioni che, pur essendosi già risolti in accordi di massima, potrebbero tuttavia ancora influire sulla elaborazione del programma finale.

In un primo tempo si era pensato di scegliere tre drammi, uno italiano, uno francese ed uno inglese: con ciò la Magnani avrebbe riaffermata la origine e reso omaggio ai paesi che la ospiteranno. Forse accadrà così. Ma la formazione di un repertorio per una attrice che è già essa stessa personaggio, e questo è appunto il caso della Magnani, oggi presenta difficoltà notevoli. La Magnani nel teatro e nel cinema attuali è una figura isolata, una eccezione. La sua personalità dominante, la sua forza e il suo furore di interprete la avvicinano piuttosto ai grandi attori dell’Ottocento che spesso conferirono al lorò repertorio accenti e caratteri personalissimi, e nella scelta di drammi o commedie ebbero di mira non tanto la qualità quanto gli effetti e il senso che avrebbero saputo trarne. Il pubblico, più che sull'autore, si orientava di

Preferenza sull' interprete; e interprete, in autori grandi o mediocri, cercava un tipo sul quale investire il proprio personaggio. Ciò fu sufficiente a mantener vivo per anni l'interesse al teatro, nonostante la disparità dei valori letterari ed estetici. E a guerra finita tale inclinazione consentì alla Magnani di interpretare con uguale impegno Gantillon, O’Neill e Niccodemi. O incontrava un personaggio suo, o cercava una conchiglia in cui entrare e sentirsi a suo agio.

L'indole dell'attrice, e d’altra parte il desiderio di mettere insieme un repertorio anche letterariamente considerevole, giustificano le incertezze e le esitazioni riguardo alla scelta. Nessun dubbio, pare, è esistito circa il lavoro italiano. Da tempo la Magnani desiderava interpretare il personaggio di Mila e sulla Figlia di Iorio tutti si trovarono subito d'accordo. Ma la scelta di un lavoro francese creò i primi imbarazzi e le discussioni non sono ancora finite. Se sulla Medea di Anouilh, da qualche anno già inserita nelle Pièces Noires, non esistesse una ipoteca sentimentale la decisione sarebbe già presa : questo episodio di amore barbarico attrae la Magnani al punto di non escludere che la preferenza cada addirittura sulla Medea di Euripide. Anouilh, consentendo la rappresentazione in Inghilterra, ha tuttavia negato il permesso per la Francia, dove la sua Medea, nonostante le molte richieste, non è ancora arrivata alla ribalta. Anouilh promise la « prima » di questo suo atto unico alla moglie, che è attrice da molti anni malata, perciò lontana dal palcoscenico; e non intende venir meno alla promessa.

Messo da parte Anouilh, si pensa alla Fedra di Racine, della quale Ungaretti ha condotto a termine la traduzione. Ma con maggiore probabilità, e seguendo tutt'altri concetti, la Magnani farà una diversione verso il Dumas della Signora dalle camelie. Se così accadrà assisteremo, non a una rivoluzione del testo (che non ha uno specifico valore d'arte, nè pregi di stile), ma a una interpretazione dell'avventura amorosa indipendente dalla ricostruzione storica del personaggio. E' presumibile che la Margherita della Magnani, più che a Dumas, possa in certo senso accostarsi a Balzac e a Baudelaire.

In quanto al lavoro inglese, escluso il Macbeth di Shakespeare di cui si era parlato ma sul quale nessuno si soffermò veramente, la propensione è per il Pigmalione di Shaw. L'inclusione di quest'ultimo lavoro dipenderà tuttavia dall'assestamento della compagnia.

Al momento essa non è ancora formata. Costa sarà il regista della «tournée» e Gassmann assumerà le parti di primo attore, questo è certo. Gli altri verranno interpellati in conseguenza del programma definitivo. Ogni lavoro sarà preparato, studiato e allestito in Italia. E per le prove generali, prima della partenza, si pensa a rappresentazioni vere davanti a un pubblico normale, probabilmente in un teatro di provincia.

Poi la compagnia inizierà il viaggio, e prima che la Magnani ritorni davanti a una macchina da presa saranno passati intanto quattro mesi.

Raoul Radice, «L'Europeo», anno V, n.47, 20 novembre 1949


Europeo
Raoul Radice, «L'Europeo», anno V, n.47, 20 novembre 1949