Magnani Anna (Anna Maria)

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(Roma, 7 marzo 1908 – Roma, 26 settembre 1973) è stata un'attrice italiana.

Sua madre, Marina Magnani, era una sarta originaria di Fano, comune della provincia di Pesaro e Urbino, e dopo aver dato alla luce la piccola Anna, affidò definitivamente la bambina alle cure della nonna materna. La piccola Anna non verrà mai a conoscere il suo vero padre naturale. In realtà, effettuando delle ricerche, Anna scoprirà le sue radici calabresi e quello che sarebbe dovuto essere il suo cognome, Del Duce; dirà poi, con la sua consueta ironia, di essersi fermata nelle ricerche perché non voleva passare come "la figlia del Duce".

Marina Magnani quindi abbandona la figlioletta e si trasferisce ad Alessandria d'Egitto e sposa un uomo austriaco molto facoltoso. A lungo si credette che Anna Magnani fosse nata in Egitto, ma solo recentemente la verità è venuta a galla, prima per ammissione della stessa attrice, poi tramite le conferme del figlio. Anna viene allevata dalla nonna in una casa abitata dalle cinque zie Dora, Maria, Rina, Olga e Italia. L'unica presenza maschile è quella dello zio Romano.

La nonna si impegna a fondo per far crescere e studiare la nipotina. La iscrive in un collegio di suore francesi, dove però la bambina rimane solo pochi mesi.

Anna intraprende lo studio del pianoforte e porta avanti la sua formazione fino alla seconda liceo. Nel frattempo si reca ad Alessandria in visita alla madre, ma l'esperienza è molto dolorosa in quanto non riesce a farsi amare completamente da sua madre.

Rientrata a Roma, Anna decide di abbandonare lo studio della musica che non la soddisfa pienamente e si indirizza verso la recitazione.

Nel gennaio del 1927 inizia a frequentare con Paolo Stoppa la scuola di arte drammatica Eleonora Duse diretta da Silvio D'Amico - trasformatasi nel 1935 in Accademia Nazionale d'Arte Drammatica - avendo come insegnante Ida Carloni Talli.
Tra il 1929 e il 1932 fa parte della compagnia Vergani-Cimara, diretta da Dario Niccodemi.

Nel 1932 Anna e Paolo Stoppa si ritrovano a lavorare insieme nella compagnia di Antonio Gandusio, il quale ben presto si innamora della Magnani e apprezza a tal punto le sue qualità da spingerla a tentare anche la strada del cinema.
Nel 1934 passa alla rivista, accanto ai fratelli De Rege, lavorando poi, a partire dal 1941, in una fortunatissima serie di spettacoli con Totò.
In campo cinematografico il suo debutto è segnato dal film del 1934 La cieca di Sorrento di Nunzio Malasomma, nonostante nel 1928 fosse già apparsa, in un ruolo marginale, nella pellicola Scampolo di Augusto Genina. Il 3 ottobre 1935 sposa il regista Goffredo Alessandrini, con cui nel 1936 gira Cavalleria.

Dopo numerosi film in cui interpreta parti di cameriera o cantante, riesce ad imporsi per le sue eccezionali doti di interprete spiccatamente drammatica. Ed è Vittorio De Sica nel 1941 ad offrirle per la prima volta la possibilità di costruire un personaggio non secondario, quello di Loretta Prima, artista di varietà, nel film Teresa Venerdì. Recita nell'avanspettacolo di Totò e interpreta il ruolo della verduraia romana in Campo de' Fiori con Aldo Fabrizi.
Il 23 ottobre 1942 dà alla luce il suo unico figlio, Luca, frutto di una relazione col giovane attore Massimo Serato, il quale l'abbandona non appena lei rimane incinta; l'attrice riuscì ad imporre il proprio cognome al figlio, proprio come la madre Marina fece con lei, uno dei pochissimi casi di genealogia matrilineare che si protrae per addirittura tre generazioni.
Raggiunge la fama mondiale nel 1945 e vince il suo primo Nastro d'Argento grazie all'interpretazione nel film manifesto del Neorealismo, Roma città aperta di Roberto Rossellini, con Aldo Fabrizi e Marcello Pagliero. Nel film Anna Magnani è protagonista di una delle sequenze più celebri della storia del cinema: la corsa dietro un camion tedesco, nel quale è rinchiuso il marito, al termine della quale il suo personaggio (la 'Sora Pina', ispirato alla figura di Teresa Gullace) viene ucciso dai mitra nazisti.
Nel 1947 vince il suo secondo Nastro d'Argento e il premio per la miglior attrice alla Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia per il film L'onorevole Angelina diretto da Luigi Zampa.

Nel 1948 interpreta il suo ultimo film con Roberto Rossellini, prima della rottura della loro relazione: L'amore, diviso in due atti. Il primo (ispirato al dramma in atto unico di Jean Cocteau La voce umana) è un lungo monologo al telefono di una donna abbandonata dal compagno; il secondo è la storia di una popolana che si accoppia con un giovane Federico Fellini credendolo San Giuseppe: per lei è il terzo Nastro d'Argento. Nel 1949 gira Vulcano , nell'isola vicina a quella dove Rossellini sta girando Stromboli terra di Dio con la sua nuova compagna Ingrid Bergman. Le riprese dei due film sono ricordate dalla storia del cinema come "la guerra dei vulcani".
Nel 1951 interpreta la protagonista del film di Luchino Visconti, sceneggiato da Cesare Zavattini, Bellissima con Walter Chiari, Corrado, Alessandro Blasetti, e vince il suo quarto Nastro d'Argento.
Il quinto ed ultimo Nastro d'Argento le sarà conferito per il film Suor Letizia - Il più grande amore.
Nel 1952 interpreta Anita Garibaldi nel film Camicie Rosse , dove volle alla regia l'ex marito Goffredo Alessandrini.

Il 21 marzo 1956 è la prima interprete italiana nella storia degli Academy Awards a vincere il Premio Oscar come migliore attrice protagonista, conferitole per l'interpretazione di Serafina Delle Rose nel film La rosa tatuata, del 1955, con Burt Lancaster, per la regia di Daniel Mann. Per lo stesso ruolo, vincerà anche un BAFTA quale attrice internazionale dell'anno e il Golden Globe per la migliore attrice in un film drammatico.
La Magnani non presenziò alla cerimonia: l'Oscar venne ritirato da Marisa Pavan, anche lei candidata come migliore attrice non protagonista per lo stesso film, dalle mani di uno dei più grandi attori comici di quegli anni, Jerry Lewis.

Un altro prestigioso riconoscimento internazionale, miglior attrice al Festival di Berlino, le viene conferito nel 1958 per l'interpretazione del film Selvaggio è il vento di George Cukor. Per lo stesso ruolo, sempre nel 1958, vince anche il suo primo David di Donatello come migliore attrice e verrà nominata per la seconda volta al premio Oscar, che però va a Joanne Woodward per La donna dai tre volti.
Nel 1959 vince il suo secondo David di Donatello per il film Nella città l'inferno con la regia di Renato Castellani, interpretato con l'amica Giulietta Masina: la pellicola è ambientata in un carcere femminile, in cui l'ingenua Lina impara dalla "veterana" Egle i segreti per una vita di successo.
Nel 1962 è la protagonista di Mamma Roma di Pier Paolo Pasolini, regista con il quale aveva instaurato un rapporto conflittuale. Pasolini, dopo l'esordio del 1961 con Accattone, cercò in ogni modo di lavorare con la grande attrice, ormai sempre più selettiva nello scegliere i ruoli (la sua ultima interpretazione era Risate di gioia al fianco di Totò nel '60); la Magnani accettò, ma entrambi rimasero insoddisfatti dal risultato ottenuto: mentre lei disse: "Pasolini mi ha usata", lui sosteneva che lei era stata "troppo borghese". Comunque, nonostante le loro incomprensioni, che comunque non andarono ad intaccare la stima reciproca, il film ottiene un grande successo di pubblico e di critica, soprattutto in Francia.

Nel 1971 si cimenta con la televisione, fino a quel momento guardata da lei con sospetto. Con la regia di Alfredo Giannetti interpreta un ciclo di tre mini-film intitolato Tre Donne: la colonna sonora originale è di Ennio Morricone, diretta da Bruno Nicolai. Coro I Cantori moderni di Alessandroni. Edizioni CAM AMP 91. Produzione Giuseppe Giacchi. Copertina di Umberto Iacolucci, grafico impaginatore di TV sorrisi e canzoni. , La Sciantosa, 1943: un incontro e L'automobile. Diverso il discorso per ...Correva l'anno di grazia 1870, sempre per la regia di Giannetti, che viene distribuito nelle sale cinematografiche prima di passare in televisione.
Nel 1972 la sua ultima apparizione cinematografica, nel cameo fortemente voluto da Federico Fellini per il suo film Roma. Di notte una dolente Anna Magnani attraversa i vicoli di Roma. Risponde a Fellini e, ridendo, chiude il portone davanti alla macchina da presa e li conclude la sua lunga e magnifica carriera cinematografica.
Si spegne a Roma il 26 settembre 1973, all'età di 65 anni, presso la clinica Mater Dei ai Parioli, stroncata da un tumore al pancreas, assistita fino all'ultimo dal figlio Luca e da Rossellini.
Le sue spoglie riposano nel piccolo cimitero di San Felice Circeo (Latina), nei pressi della sua villa del Circeo che lei amava tantissimo.

Il 20 maggio 2010 nasce l' "Associazione Amici di Anna Magnani", fondata da Matteo Persica (classe '82, studioso e biografo di Anna Magnani), di cui fanno parte personalità del mondo della cultura e dello spettacolo (da Franca Valeri a Pupi Avati, da Helen Mirren a Gian Luigi Rondi). Nei primi due anni di attività, l' "Associazione Amici di Anna Magnani", è riuscita a far intitolare un largo a villa Borghese all'attrice romana, ad organizzare dei corsi incentrati sulla figura umana ed artistica della Magnani nelle scuole argentine, ha raccolto oltre 60.000 firme per far divenire il Teatro Valle di Roma il "Teatro Valle-Anna Magnani", organizzato una gran quantità di eventi per ricordare e far conoscere l'attrice. Questa estate parte la prima edizione del "Premio Anna Magnani" che si svolgerà presso l'Isola del Cinema (Isola Tiberina-Roma) i primi di settembre 2012.


Con un narcisismo riscattato dall’intelligenza e da una sorta di affettuosa autoironia, Anna Magnani ha dato, nell’episodio di Siamo donne diretto da Luchino Visconti, un ritratto di se stessa abbastanza convenzionale nella sua garbata autenticità, un ritratto di cui lei stessa ha dimostrato di comprendere i limiti e il senso: “Questo io racconto, perché questo il pubblico attende che io racconti”.

Violenza, la sua, ma quasi sempre violenza ricca di risultati positivi, sviluppata com’è attraverso un processo di sostituzione (più che di assimilazione, secondo la nota distinzione di Jouvet tra attore e commediante) cosi totale da non poter più scindere attrice da personaggio. Sono interpretazioni irripetibili le sue; e sembra quasi impossibile immaginare altra attrice al posto suo.

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Otto anni dopo la sua ultima apparizione in passerella (era Pio, Pio, la rivista che lanciò Garinei e Giovannini) dove, insieme a Totò, aveva costituito la più saporita coppia di comici che abbia avuto il nostro teatro di rivista in questi ultimi vent’anni, Nannarella è ritornata sulle scene, e Galdieri ha immaginato per lei un’entrata veramente congeniale: nel mezzo di un quadro, preziosamente atteggiato su motivi da Commedia d’Arte, l’urlo assordante di una sirena, ed ecco Nannarella che irrompe scarruffata, berciante, scalpitante: attrice o personaggio?

Era la pirandelliana figliastra dei Sei personaggi che, stanca della fissità impostale dal suo autore, era scesa nella vita, diventando donna da marciapiede. La cronaca nera che infrange i raffinati ritmi della Commedia dell’Arte, un personaggio che rinnega se stesso per incominciare a vivere: pretesti stupendi per un’attrice drammatica come la Magnani.

Perché è ora di dirlo: Anna Magnani non può più fare l’attrice comica, almeno come la s’intende su un teatro di rivista. Anna Magnani è una sorta di Petrolini in gonnella. C’è in lei una carica così sanguigna, cosi schiettamente popolare che non può essere contenuta nei limiti sostanzialmente intellettualistici di un gioco comico.

1936 Anna Magnani CC 002

Quella della Magnani è ormai una maschera tragica, e drammatico è — se non tragico — il suo temperamento d’attrice. Lo si vide anche qui, quando faceva la figliastra, e improvvisamente gli schemi convenzionali del teatro di rivista saltarono come cerchioni di una botte troppo colma: c’era aria di dramma, e fu, fra l’altro, un’emozione stranissima proprio perché ci colse di sorpresa, quasi a tradimento.

Lo si vide anche quando, smessi i paludamenti della Dea Roma, cominciò a cantare — lei che ha poca voce, e non aggraziatissima — stornellate romanesche, e il pubblico esplose in applausi, cominciò a chiedere i bis-non perché si fosse divertito ma perché alla gola era stato preso da quella malinconia struggente, da quella rivelazione di un’umanità insospettata in versi poco più che banali.

Perché questa è la forza della Magnani: la rivelazione di un’umanità allo stato puro attraverso i gesti e le parole di tutti i giorni, questo suo essere cosi vicina alle fonti del sentimento (anche dei grandi sentimenti), che, proprio come accade nella gente del popolo, fra commozione ed espressione non esistono ancora jati di alcun genere.

Fra le sorgenti del piacere comico — scriveva Freud — “è l’imitazione che dà allo spettatore un piacere estremo, e rende comico il suo oggetto”. Anna Magnani non può più che imitare se stessa, e difficilmente potrà essere ancora un'attrice comica, almeno in questa direzione. Il mestiere della soubrette non s’addice più all’interprete di Roma, città aperta e di Bellissima; il personaggio si è imposto all’attore. Cosi come Luigi Pirandello voleva dimostrare.

Morando Morandini


Ho capito che non ero nata attrice. Avevo solo deciso di diventarlo nella culla, tra una lacrima di troppo e una carezza in meno. Per tutta la vita ho urlato con tutta me stessa per. questa lacrima, ho implorato questa carezza. Se oggi dovessi morire, sappiate che ci ho rinunciato. Ma mi ci sono voluti tanti anni, tanti errori.

Se la morte mi spaventa ancora un po’, è perché sono come Don Chisciotte e vorrei che ciascuno potesse essere se stesso per potere poi morire in pace.

Un giorno ho visto una madre tremare perché il figlio tardava a tornare a casa. L’ho consolata, poi mi è scoppiata una delle mie crisi di collera. Aveva il diritto, quella donna, di preoccuparsi? Aveva il diritto di tremare per il figlio? La verità è che aveva paura, che ingannava se stessa. Non voleva ammettere che, quando aveva l’età di suo figlio, anche lei era arrivata a casa tardi perché aveva incontrato dei ragazzacci che l’avevano picchiata. E adesso non era inquieta per il figlio, ma per la ragazzetta che era stata lei e che aveva avuto paura sotto le botte di quei disgraziati.

1943 Anna Magnani CC 001

Ecco quello che mi fa paura della morte, non poter essere più li a dire a tutti quelli che muoiono: “Alt, voi mentite”.

Quanto a me, sono pronta. Ho lavorato molto per prepararmi. Ho lottato, ho urlato alla vita, e oggi posso sorridere alla morte. No, non mi inchinerò all’ultimo momento davanti a un Crocifisso. Lo guarderò come un altro me stesso che è morto solo, perché un giorno su questa terra nessuno possa più mentire.

Lo so, la gente intorno a me sarà triste, ma io non lo voglio. Voglio che si possa dire: “La Magnani ha fatto quello che ha potuto e neanche troppo male”. Voglio che la gente si asciughi le lacrime e pensi di me: “Fino alla fine si è battuta perché la sua vita avesse un senso”. Quando i miei occhi si chiuderanno, voglio che la gente sia felice, perché ho sempre vissuto per potere un giorno accettare una morte semplice e dolce come quella di mia nonna. E quel giorno, come ultimo desiderio, vorrei che nelle scuole tutti i bambini cantassero in coro: Regimila piccina adorata, la vecchia canzone napoletana che cantavo a voce bassa, come la cantava mia nonna.

Anna Magnani


La ricordiamo ancora nel 1954 quando, otto anni dopo la sua ultima apparizione in passerella — in Pio, Pio, la rivista che lanciò Garinei e Giovannini — dove con Totò aveva costituito la più grande coppia di comici del nostro teatro di rivista, ritornò sul palcoscenico in Chi è di scena? Galdieri aveva immaginato per lei un’entrata magistrale: nel mezzo di un quadro, preziosamente atteggiato su motivi di Commedia dell’Arte, l’urlo assordante di una sirena, ed ecco Nannarella che irrompe di corsa scarruffata, berciante, scalpitante. Attrice o personaggio? Era la pirandelliana figliastra dei Sei personaggi che, stanca dell’immobilità impostale dall’autore, era scesa nella vita, diventando donna da marciapiede. La cronaca che infrange i raffinati ritmi della Commedia dell’Arte, un personaggio che si rinnega per cominciare a vivere: che pretesti stupendi per un’attrice come lei.

La Magnani è un'attrice volgare, e si conservi al termine la sua ambivalenza: bécera e appartenente al volgo, al popolo. Quando pretendeva di fare Totò alla rovescia, la sua comicità diveniva urtante, disturbava, provocava. Petrolini in gonnella, possedeva una carica di umanità cosi schiettamente popolare da non poter essere contenuta nei limiti intellettualistici di un gioco comico.

Attenzione, però, a non ridurre la sua arte a un fenomeno di natura, solo a un fatto d’istinto. La Magnani, dice Renato Castellani, possedeva una tecnica cosi raffinata che, a volte, sembrava persino recitare al di fuori di ogni tecnica. Frutto dell’esperienza e dell'evoluzione personale, la tecnica le ha permesso di dare una forma a quel che, all’inizio, poteva restare soltanto un temperamento, un istinto.

“Sotto quest’aspetto,” commenta un altro regista, Alberto Lattuada, “il suo processo di arricchimento espressivo è segno di vero amore per la professione d’attrice. Nella sua vita Anna ha molto amato e molto sofferto, ma il suo stile di donna l’ha tenuta lontana da un’illustrazione troppo facile di se stessa”. Non a caso, donna fragilissima e vulnerabile, aveva, come attrice, paura: prima di un successo come dopo un trionfo, sempre. È una paura che nasceva da un eccesso di autocritica, ai limiti dell’autolesionismo.

Morando Morandini


Per un attore la migliore scuola è il palcoscenico. Secondo me bisogna che colui il quale vuol diventare attore abbia il coraggio di fare il generico; di cominciare da “la signora è servita”; di esordire insomma dal gradino più basso. Questo tirocinio è utilissimo perché si compie davanti a un pubblico vero, a un pubblico che giudica senza riguardi. L'attore sente se gli spettatori lo seguono o non lo seguono, istintivamente si corregge, è costretto a studiarsi, impara. E impara anche osservando come si muovono e come parlano gli altri. Cosi si gettano le prime e le vere basi di un attore. Confesso di parlare per esperienza personale, però sono certa che se molti di coloro che si dedicano al cinema compissero questo tirocinio, se ne vedrebbero ben presto i risultati visibili e sensibili. La verità è che nessuno oggi ha il coraggio di guadagnare poco e di battere una strada faticosa e ingrata. Però è la sola che esista. Tutte le altre, scuole per attori comprese, non portano a nulla o danno scarsissimi risultati.

Il fatto è che le donne come me si attaccano soltanto agli uomini con una personalità superiore alla loro: e io non ho mai trovato un uomo con una personalità capace di minimizzare la mia. Ho trovato sempre uomini, come definirli? carucci. Dio: si piange anche per quelli carucci, intendiamoci, ma sono lacrime di mezza lira. Incredibile a dirsi, il solo uomo per cui non ho pianto lacrime di mezza lira resta mio marito: Goffredo Alessandrini. L'unico, fra quanti ne ho conosciuti, che mi stimi senza riserve e al quale sia affezionata. Certo non furono rose e fiori anche con lui. Lo sposai che ero una ragazzina e finché fui sua moglie ebbi più corna di un canestro di lumache.

(da Oriana Fallaci, Mamma tragica, in Gli Antipatici)


Ho capito che ero nata. Avevo solo deciso di diventarlo nella culla, tra una lacrima di troppo e una carezza di meno. Per tutta la vita ho urlato con tutta me stessa per questa lacrima, ho implorato questa carezza. Se oggi dovessi morire, sappiate che ci ho rinunciato. Ma mi ci sono voluti tanti anni, tanti errori.

(da "Si è detto tutto sulla Magnani")


[Diceva al truccatore:] "Non togliermi neppure una ruga. Le ho pagate tutte care.

(citato in Panorama n.° 2298 del 3 giugno 2010, p. 204)


Anna Magnani aveva una tale personalità da dominare la scena, nella vita come in teatro. Totò, pur riconoscendo il suo fascino, non ne fu mai attratto. Il loro rapporto fu, per iperbole, da uomo a uomo, nel senso che si dipanò sul filo dell’assoluta parità, pur tra inevitabili screzi. Lo si capì benissimo in palcoscenico quando recitarono insieme in teatro in un clima di accesa competitività. Un sentimento dimostrato platealmente dalla Magnani e mascherato da un eccesso di cortesia da Totò, il quale, per difendersi in qualche modo pretese sempre che lui e l’attrice si dessero del lei, spiegando: “Con un tale ciclone di donna è meglio mantenere le distanze”. Nannarella, a sua volta, tese sempre a ribadire la sua assoluta supremazia. Come raccontava l’impresario Elio Gigante, durante le repliche della rivista Volumineide, in pieno periodo bellico, Anna, oltre a protestare perché in cartellone il suo nome veniva dopo quello del partner, pretendeva di avere a disposizione una macchina per recarsi in teatro, mentre Totò si arrangiava a piedi e in bicicletta, senza lamentarsi. Non faceva commenti, ma sognava una rivalsa e infatti una sera, mentre la Magnani, decisa a eclissarlo, cantava illuminata da un abbagliante fascio di luce, incominciò a muoversi impercettibilmente dal buio in cui era stato relegato, suscitando la curiosità del pubblico che smise di osservare la primadonna per scrutare in fondo al palcoscenico.

1943 Anna Magnani CC 002

Apriti cielo! Anna si infuriò e a fine spettacolo si sfogò sostenendo che Totò si comportava da guitto e che la sua era concorrenza sleale. Quindi, con la sua proverbiale aggressività affrontò direttamente il rivale insultandolo. “Sei un gran figlio di una mignotta”, gli gridò. “Non sono scema e quindi da domani in poi farò rimettere le luci come stavano prima, così tu la smetti di fare il furbo!” L’attrice non tollerava di essere surclassata e si vendicò anni dopo, nel 1960, quando rivide Totò sul set di Risate di gioia diretto da Mario Monicelli. Infatti lo costrinse a ripetere ogni scena una ventina di volte, nonostante per il regista, come si dice in gergo, fosse quasi sempre buona la prima, allungando la lavorazione in modo irritante per uno come Totò abituato a girare un film in quattro settimane. Eppure anche con Nannarella trovò il modo di essere galante e una sera, sotto gli occhi dei fotografi, le baciò delicatamente un piede. La Magnani scoppiò a ridere lusingata da un omaggio così singolare e lui le spiegò: “Il baciamano sarebbe inadeguato a una donna come lei, più unica che rara e così mi sono inventato il baciapiede”. Salvo poi sussurrare ai presenti: “E meno male! Se di Magnani ce ne fossero due mi potrei pure sparare”.

In privato confessava che in Nannarella, per tanti versi affascinante, non aveva mai trovato la classe di cui invece era ampiamente dotata Milly, un’artista che gli piaceva molto per il suo stile misurato e per l’eleganza impeccabile, sul modello delle donne vestite da Coco Chanel. “Se fosse nata in Francia ne avrebbero fatta un’altra Mistinguette”, osservava, incantato dalla sua straordinaria presenza scenica. L’avrebbe certamente corteggiata se una sera a Napoli, andando a salutarla in camerino dopo un suo spettacolo, non avesse incontrato Umberto di Savoia. Raccontava di essersi reso subito conto che il loro chiacchieratissimo legame era importante e si rammaricò che la ragion di stato ne impedisse il lieto fine.

Liliana de Curtis


Galleria fotografica e stampa dell'epoca

J4 Anna Magnani Foto link


Curiosità

La Magnani rifiutò il ruolo di protagonista del film La ciociara del 1961: il film (la cui regia era stata inizialmente affidata a George Cukor) avrebbe infatti dovuto vedere Anna Magnani nella parte di Cesira mentre Sophia Loren era stata scritturata per la parte della figlia Rosetta; a seguito del rifiuto fu proprio la Loren ad interpretare il ruolo di Cesira (che le fruttò l'Oscar nel 1962) al posto della Magnani. Senza la presenza della Magnani, Cukor rifiutò di girare il film e venne sostituito da Vittorio De Sica.

La Magnani è una delle poche personalità italiane ad avere una stella nella celebre Hollywood Walk of Fame, la famosa strada di Hollywood dove sono incastonate oltre 2000 stelle a cinque punte che recano i nomi di celebrità onorate per il loro contributo - diretto o indiretto - allo star system e all'industria dello spettacolo.
Nei film Finalmente soli e Quartetto pazzo Anna Magnani è stata doppiata da Tina Lattanzi.
Quando a bordo del Vostok, il 12 aprile 1961, Jurij Gagarin compì la prima rotazione della terra, dichiarò: "saluto la fraternità degli uomini, il mondo delle arti, e Anna Magnani".[senza fonte]
Jean Renoir scrive : "la Magnani è la quinta essenza dell' Italia, ed anche la personificazione più completa del teatro, del vero teatro con scenari di cartapesta una bugia fumosa e degli stracci dorati, dovevo logicamente rifugiarmi nella commedia dell' arte e prendere con me in questo bagno la Magnani, le sono grato per aver simboleggiato nel mio film tutte le altre attrici del mondo".
A pochi giorni dal suo arrivo in America la stampa dichiara : "In confronto a lei le nostre attrici sono manichini di cera paragonate ad un essere umano". Il Time scrive : "Divina, semplicemente divina".
Dopo le riprese del film Mamma Roma, Pier Paolo Pasolini commentò cosi la loro collaborazione : "Anna è romantica, vede la figura nel paesaggio, è come Pierre-Auguste Renoir, io invece sono sulla strada del Masaccio".
Le è stato dedicato un cratere di 26 km di diametro sul pianeta Venere.

Riconoscimenti

Premio Oscar
Oscar 1956 per la migliore protagonista - La rosa tatuata
Golden Globe
Miglior in un film drammatico 1956 - La rosa tatuata
Premio BAFTA
Miglior internazionale 1957 - La rosa tatuata
National Board of Review Award
Miglior protagonista 1955 - La rosa tatuata
Miglior protagonista 1946 - Roma città aperta
David di Donatello
1958: miglior attrice protagonista - Selvaggio è il vento
1959: miglior attrice protagonista - Nella città l'inferno
Nastri d'argento
1946: miglior non protagonista - Roma città aperta
1948: miglior protagonista - L'onorevole Angelina
1949: miglior protagonista - L'amore
1952: miglior protagonista - Bellissima
1957: miglior protagonista - Suor Letizia - Il più grande amore
Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile
1947: Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile - L'onorevole Angelina

Filmografia

Scampolo, regia di Augusto Genina (1928)
Tempo massimo, regia di Mario Mattoli (1934)
La cieca di Sorrento, regia di Nunzio Malasomma (1934)
Quei due, regia di Gennaro Righelli (1935)
Trenta secondi d'amore, regia di Mario Bonnard (1936)
Cavalleria, regia di Goffredo Alessandrini (1936)
La principessa Tarakanova, regia di Mario Soldati (1938)
Una lampada alla finestra, regia di Gino Talamo (1940)
La fuggitiva, regia di Piero Ballerini (1941)
Teresa Venerdì, regia di Vittorio De Sica (1941)
Finalmente soli, regia di Giacomo Gentilomo (1942) doppiata da Tina Lattanzi
La fortuna viene dal cielo, regia di Akos Rathonyi (1942)
L'avventura di Annabella, regia di Leo Menardi (1943)
La vita è bella, regia di Carlo Ludovico Bragaglia (1943)
Campo de' fiori, regia di Mario Bonnard (1943)
Gli assi della risata, (1943)
L'ultima carrozzella, regia di Mario Mattoli (1943)
Il fiore sotto gli occhi, regia di Guido Brignone (1944)
Quartetto pazzo, regia di Guido Salvini (1945) doppiata da Tina Lattanzi
Roma città aperta, regia di Roberto Rossellini (1945)
Abbasso la miseria!, regia di Gennaro Righelli (1945)
Un uomo ritorna, regia di Max Neufeld (1946)
Lo sconosciuto di San Marino, regia di Michael Waszynsky (1946)
Avanti a lui tremava tutta Roma, regia di Carmine Gallone (1946)
Il bandito, regia di Alberto Lattuada (1946)
Abbasso la ricchezza!, regia di Gennaro Righelli (1946)
Assunta Spina, regia di Mario Mattoli (1948)
L'onorevole Angelina, regia di Luigi Zampa (1947)
Molti sogni per le strade, regia di Mario Camerini (1948)
L'amore, regia di Roberto Rossellini (1948)
Vulcano, regia di William Dieterle (1950)
Bellissima, regia di Luchino Visconti (1951)
Camicie rosse, regia di Goffredo Alessandrini (1952)
La carrozza d'oro (Le carrosse d'or), regia di Jean Renoir (1953)
Siamo donne, regia di Luchino Visconti (V episodio) (1953)
Carosello del varietà, regia di Aldo Quinti, Aldo Bonaldi (1955)
La rosa tatuata (The rose tatoo), regia di Daniel Mann (1955)
Suor Letizia, regia di Mario Camerini (1957)
Selvaggio è il vento (Wild is the wind), regia di George Cukor (1957)
Nella città l'inferno, regia di Renato Castellani (1959)
Pelle di serpente (The fugitive kind), regia di Sidney Lumet (1959)
Risate di gioia, regia di Mario Monicelli (1960)
Mamma Roma, regia di Pier Paolo Pasolini (1962)
La pila della Peppa (Le magot de Josefa), regia di Claude Autant-Lara (1963)
Made in Italy, regia di Nanni Loy (episodio: La traversata) (1965)
Il segreto di Santa Vittoria (The secret of Santa Vittoria), regia di Stanley Kramer (1969)
1943: un incontro, regia di Alfredo Giannetti (1971) (TV)
La Sciantosa, regia di Alfredo Giannetti (1971) (TV)
L'automobile, regia di Alfredo Giannetti (1971) (TV)
...Correva l'anno di grazia 1870, regia di Alfredo Giannetti (1972)
Roma, regia di Federico Fellini (1972)

Teatro
Il più felice dei tre di Eugène Labiche e Edmond Gobinet, direzione artistica di Dario Niccodemi e Ruggero Lupi, con Ruggero Lupi, Nino Besozzi, Giulia Puccini, Anna Magnani, Renata Seripa. Compagnia drammatica Italiana, Teatro Valle di Roma, (23 maggio 1929)

Laboremus di Sabatino Lopez, direzione artistica di Dario Niccodemi e Ruggero Lupi, con Ruggero Lupi, Vera Vergani, Anna Magnani, Luigi Cimara. Compagnia drammatica Italiana, Teatro Olimpia di Milano, (9 agosto 1929)
Triangoli di Dino Falconi e Oreste Biancoli, direzione artistica di Dario Niccodemi e Ruggero Lupi, con Ruggero Lupi, Elsa Merlini, Luigi Cimara, Eva Magni, Amalia Pellegrini, Anna Magnani, Checco Rissone. Scene Giorgio Abkasi, Musiche Ermete Liberati. Compagnia drammatica Italiana, Teatro Manzoni di Milano, (18 gennaio 1930)
La donna in vetrina di Luigi Antonelli, direzione artistica di Dario Niccodemi e Ruggero Lupi, con Ruggero Lupi, Elsa Merlini, Luigi Cimara, Eva Magni, Amalia Pellegrini, Anna Magnani. Compagnia drammatica Italiana, Teatro Argentina di Roma, (26 maggio 1930)
Un uomo, una donna, un milione di Giuseppe Bevilacqua, direzione artistica di Nera Grossi Carini, con Gino Tassani, Anna Fontana, Anna Magnani, Gero Zambuto. Compagnia del teatro Arcimboldi, Teatro degli Arcimboldi di Milano, (5 dicembre 1930)
Confidenza di Alessandro Greppi, direzione artistica di Nera Grossi Carini, con Gino Tassani, Anna Fontana, Anna Magnani, Rina Franchetti. Compagnia del teatro Arcimboldi, Teatro Arcimboldi di Milano, (8 dicembre 1930)
Affari d'America di Frank e Hirschfeld, direzione artistica di Nera Grossi Carini, con Gino Tassani, Anna Fontana, Anna Magnani, Gero Zambuto. Compagnia del teatro Arcimboldi, Teatro Arcimboldi di Milano, (17 dicembre 1930)
Luciano 1930 di Lenida Répaci, direzione artistica di Nera Grossi Carini, con Gino Tassani, Anna Fontana, Anna Magnani, Gero Zambuto, Dora Menichelli. Compagnia del teatro Arcimboldi, Teatro Arcimboldi di Milano, (30 dicembre 1930)
Facciamo due chiacchiere di Dino Falconi e Oreste Biancoli, direzione artistica di Gero Zambuto, con Rina Franchetti, Anna Fontana, Anna Magnani, Gino Tassani, musiche di Lao-Schor, Compagnia del teatro Arcimboldi, Teatro Arcimboldi di Milano, (6 febbraio 1931)
I documenti del console Touquet di Giulio Cesare Gallia, direzione artistica di Gero Zambuto, con Gino Tassani, Anna Magnani, Giuseppe Valpreda, Gero Zambuto. Compagnia del teatro Arcimboldi, Teatro Arcimboldi di Milano, (7 aprile 1931)
Paggio Fernando di Mura, direzione artistica di Gero Zambuto, con Gino Tassani, Cesarina Gheraldi, Anna Magnani, Giuseppe Valpreda. Compagnia del teatro Arcimboldi, Teatro Arcimboldi di Milano, (11 aprile 1931)
La fiera lampionaria di Pietro Mazzuccato, direzione artistica di Gero Zambuto, con Anna Fontana, Dora Menichelli, Anna Magnani. Compagnia del teatro Arcimboldi, Teatro Arcimboldi di Milano, (18 aprile 1931)
800-900-1000 di Carlo Veneziani, direzione artistica di Carlo Veneziani, con Anna Fontana, Anna Magnani. Compagnia Fontana, Teatro Odeon di Milano, (21 luglio 1931)
Un uomo che ispira fiducia di Paul Armont, direzione artistica di Antonio Gandusio e Luigi Almirante, con Antonio Gandusio, Luigi Almirante, Anna Magnani, Lola Braccini, Rina Morelli, Ada Dondini, Gastone Ciapini, Giulio Stival. Compagnia Gandusio-Almirante, Teatro Carignano di Torino, (20 ottobre 1931)
Bourrachon di Laurent Doillet, direzione artistica di Antonio Gandusio e Luigi Almirante, con Antonio Gandusio, Luigi Almirante, Anna Magnani, Ada Dondini. Compagnia Gandusio-Almirante, Teatro Carignano di Torino, (30 ottobre 1931)
Tifo! di Celso Maria Poncini e Roberto Biscaretti, direzione artistica di Antonio Gandusio e Luigi Almirante, con Antonio Gandusio, Luigi Almirante, Anna Magnani, Rina Ciapini Morelli, Ada Dondini, Paolo Stoppa. Compagnia Gandusio-Almirante, Politeama Chiarella di Torino, (18 maggio 1932)
L'amore canta di Jacques Bousquet, Alessandro De Stefani ed Henri Falk, direzione artistica di Antonio Gandusio e Luigi Almirante, con Antonio Gandusio, Luigi Almirante, Anna Magnani, Lola Braccini, Paolo Stoppa. Compagnia Gandusio-Almirante, Teatro Barberini di Roma, (11 luglio 1932)
Amore mascherato di Sacha Guitry, direzione artistica Aristide Baghetti ed Ermete Liberati, con Aristide Baghetti, Carlo Romanoi. Anna Magnani. Compagnia di spettacoli comici e musicali Baghetti-Liberati, Teatro Argentina di Roma, (15 ottobre 1932)
Il profumo di mia moglie di Leon Lenz, direzione artistica Aristide Baghetti ed Ermete Liberati, con Aristide Baghetti, Anna Magnani, Felice Romano, Amedeo Fuggetta. Compagnia di spettacoli comici e musicali Baghetti-Liberati, Teatro Argentina di Roma, (17 ottobre 1932)
L'uomo del piacere di Paul Géraldy e Robert Spitzer, direzione artistica Aristide Baghetti ed Ermete Liberati, con Aristide Baghetti, Anna Magnani, Amedeo Fuggetta. Compagnia di spettacoli comici e musicali Baghetti-Liberati, Teatro Argentina di Roma, (19 ottobre 1932)
Il primo letto di Andrea Bisson, direzione artistica Aristide Baghetti ed Ermete Liberati, con Aristide Baghetti, Anna Magnani, Amedeo Fuggetta. Compagnia di spettacoli comici e musicali Baghetti-Liberati, Teatro Argentina di Roma, (20 ottobre 1932)
Bourrachon di Laurent Doillet, direzione artistica Aristide Baghetti ed Ermete Liberati, con Aristide Baghetti, Alfredo Menichelli, Anna Magnani. Compagnia di spettacoli comici e musicali Baghetti-Liberati, Teatro Argentina di Roma, (22 ottobre 1932)
Baciatemi di Tristan Bernard, Yves Mirande e Gustave Quinson, direzione artistica Aristide Baghetti ed Ermete Liberati, con Aristide Baghetti, Anna Magnani, Amedeo Fuggetta. Compagnia di spettacoli comici e musicali Baghetti-Liberati, Teatro Argentina di Roma, (23 ottobre 1932)
L'acquolina in bocca di Pares, Veber e Von Paris, direzione artistica Aristide Baghetti ed Ermete Liberati, con Aristide Baghetti, Anna Magnani, Alfredo Menichelli. Compagnia di spettacoli comici e musicali Baghetti-Liberati, Teatro Argentina di Roma, (25 ottobre 1932)
Jim la Houlette re dei ladri di Jean Guitton, direzione artistica Aristide Baghetti ed Ermete Liberati, con Aristide Baghetti, Anna Magnani, Alfredo Menichelli. Compagnia di spettacoli comici e musicali Baghetti-Liberati, Teatro Argentina di Roma, (30 ottobre 1932)
Casanova, non sei più tu! di Egeo Carcavallo, direzione artistica Gero Zambuto, con Anna Magnani, Pina Renzi, Tino Bianchi, Guido De Rege, Giorgio De Rege, balletto del Winterganten di Berlino. Compagnia Spettacoli Eliseo, Teatro Eliseo di Roma, (7 marzo 1935)
Gangster del mio cuore di Giovanni Manca, direzione artistica Gero Zambuto, con Anna Magnani, Pina Renzi, Tino Bianchi, Guido De Rege, Giorgio De Rege, balletto del Winterganten di Berlino. Compagnia Spettacoli Eliseo, Teatro Eliseo di Roma, (27 marzo 1935)
I milioni di Michele Galdieri e Arturo Milone, direzione artistica di Michele Galdieri, con Anna Magnani, Pina Renzi, Guido De Rege, Giorgio De Rege. Compagnia Spettacoli Eliseo, Teatro Eliseo di Roma, (12 maggio 1935)
La foresta pietrificata di Robert Emmet Sherwood, regia di Anton Giulio Bragaglia, con Anna Magnani, Augusto Marcacci, Lamberto Picasso, scene di Enrico Prampolini. Compagnia del teatro delle Arti, Teatro delle Arti di Roma, (2 marzo 1938)
Nessuno ha visto di Anthony Armstrong e Henry Simpson, direzione artistica Annibale Betrone, con Anna Magnani, Annibale Betrone, Salvo Randone. Compagnia Spettacoli Elle Betrone-Magnani, Teatro Eliseo di Roma, (22 luglio 1938)
Il sorprendente dottor Klitter di Barré Lyndon, direzione artistica Annibale Betrone, con Anna Magnani, Annibale Betrone, Salvo Randone, Sandro De Macchi. Compagnia Spettacoli Elle Betrone-Magnani, Teatro Eliseo di Roma, (26 luglio 1938)
Metropoli di Alessandro De Stefani, direzione artistica Annibale Betrone, con Anna Magnani, Annibale Betrone, Salvo Randone. Compagnia Spettacoli Elle Betrone-Magnani, Teatro Eliseo di Roma, (4 agosto 1938)
Palcoscenico di Geoffry G. Ames, direzione artistica Annibale Betrone, con Anna Magnani, Annibale Betrone, Salvo Randone, Sandro De Macchi. Compagnia Spettacoli Elle Betrone-Magnani, Teatro Eliseo di Roma, (18 agosto 1938)
La mascherata di San Silvestro di Andrea dello Siesto, direzione artistica Annibale Betrone, con Anna Magnani, Annibale Betrone, Salvo Randone, Sandro De Macchi. Compagnia Spettacoli Elle Betrone-Magnani, Teatro Eliseo di Roma, (22 agosto 1938)
Anna Christie di Eugene O'Neill, regia di Anton Giulio Bragaglia, con Anna Magnani, Carlo Tamberlani, Mario Besesti, scene di Enrico Prampolini. Compagnia del teatro delle Arti, Teatro delle Arti di Roma, (28 maggio 1939)
Quando meno te l'aspetti di Michele Galdieri, direzione artistica Michele Galdieri, con Totò, Anna Magnani, Mario Castellani. Compagnia delle grandi riviste Totò di Remigio Paone, Teatro Quattro Fontane di Roma (25 dicembre 1940)
Volumineide di Michele Galdieri, regia Michele Galdieri, con Totò, Anna Magnani, Mario Castellani. Compagnia Totò-Magnani, Teatro Lirico di Milano (3 febbraio 1942)
Che ti sei messo in testa? di Michele Galdieri, regia Michele Galdieri, con Totò, Anna Magnani, Mario Castellani, Gianni Agus, Mario Riva, Linda Floret. Compagnia Totò-Magnani, Teatro Valle di Roma (5 febbraio 1944)
Con un palmo di naso di Michele Galdieri, regia Michele Galdieri, con Totò, Anna Magnani, Elena Giusti, Mario Castellani, Gianni Agus, Mario Riva. Compagnia Totò-Magnani, Teatro Valle di Roma (26 giugno 1944)
Cantachiaro di Italo de Tuddo, Pietro Garinei, Sandro Giovannini, Franco Monicelli, regia Oreste Biancoli, con Anna Magnani, Carlo Ninchi, Marisa Merlini, Lea Padovani, Raimondo Vianello. Compagnia Magnani-Ninchi, Teatro Quattro Fontane di Roma (1 settembre 1944)
Carmen di Prosper Mérimée, adattamento e regia di Gherardo Gherardi, con Anna Magnani, Carlo Ninchi, Marisa Merlini. Compagnia Magnani-Ninchi, Teatro Quirino di Roma (15 novembre 1944)
Jegor Bulycov e gli altri di Maksim Gorkij, regia di Vito Pandolfi, con Anna Magnani, Carlo Ninchi, Wanda Capodaglio, Roldano Lupi. Compagnia Magnani-Ninchi, Teatro Quirino di Roma (28 novembre 1944)
Così per gioco di Armand Salacrou, direzione artistica di Carlo Ninchi, con Anna Magnani, Carlo Ninchi, Roldano Lupi, Aroldo Tieri. Compagnia Magnani-Ninchi, Teatro Quirino di Roma (6 dicembre 1944)
Scampolo di Dario Niccodemi, con Carlo Ninchi, Anna Magnani. Compagnia Magnani-Ninchi, Teatro Quirino di Roma (15 dicembre 1944)
Soffia so' di Pietro Garinei e Sandro Giovannini, regia di Mario Mattoli, con Anna Magnani, Marisa Merlini, Aroldo Tieri, Enzo Turco, Ave Ninchi, Pina Renzi. Compagnia Za-Bum, Teatro Quattro Fontane di Roma (13 gennaio 1945)
Cantachiaro n.2 di Italo de Tuddo, Pietro Garinei, Sandro Giovannini, Franco Monicelli, regia Oreste Biancoli, con Anna Magnani, Gino Cervi, Ave Ninchi, Raimondo Vianello. Compagnia Magnani-Ninchi, Teatro Quattro Fontane di Roma (17 maggio 1945)
Maya di Simon Gantillon, regia Orazio Costa, con Anna Magnani, Ave Ninchi, Aroldo Tieri, Sandro Ruffini. Compagnia Anna Magnani, Teatro Eliseo (24 novembre 1945)
Scampolo di Dario Niccodemi, con Sandro Ruffini, Anna Magnani. Compagnia Anna Magnani, Teatro Quirino di Roma (15 dicembre 1944)
Anna Christie di Eugene O'Neill, regia di Orazio Costa, con Anna Magnani, Roldano Lupi. Compagnia Anna Magnani, Teatro Eliseo di Roma (14 dicembre 1945)
Sono le dieci e tutto va bene di Pietro Garinei, Sandro Giovannini e Marcello Marchesi, regia Mario Mattoli, con Anna Magnani, Franco Volpi, Galeazzo Benti, Raimondo Vianello. Compagnia Za-Bum, Teatro Quattro Fontane (11 marzo 1946)
Chi è di scena? di Michele Galdieri, regia di Michele Galdieri, con Anna Magnani, Carlo Giuffrè, Sante Simeone, Giulia Pittaluga. Compagnia Anna Magnani, Teatro del Casinò di San Remo (21 dicembre 1953)
La lupa di Giovanni Verga, regia di Franco Zeffirelli, con Anna Magnani, Annamaria Guarnieri, Giancarlo Giannini, Ave Ninchi, Osvaldo Ruggeri. Teatro della Pergola di Firenze (24 maggio 1965)
Medea di Jean Anouilh, regia di Giancarlo Menotti, con Anna Magnani, Osvaldo Ruggieri, Fosco Giachetti, Donatella Gambini, Cesarina Gheraldi. Compagnia Cisan, Teatro Quirino di Roma (24 dicembre 1966)


Riferimenti e bibliografie:

  • Anna Magnani, suTreccani.it,Istituto dell'Enciclopedia Italiana
  • Anna Magnani/Anna Magnani (altra versione), inEnciclopedia Italiana,Istituto dell'Enciclopedia Italiana
  • (EN)Anna Magnani, suEnciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc
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  • Anna Magnani, suDiscografia nazionale della canzone italiana,Istituto centrale per i beni sonori ed audiovisivi
  • (EN)Anna Magnani, suDiscogs, Zink Media
  • (EN)Anna Magnani, suMusicBrainz, MetaBrainz Foundation
  • Anna Magnani, suCineDataBase,Rivista del cinematografo
  • (EN)Anna Magnani, suInternet Movie Database, IMDb.com
  • (EN)Anna Magnani, suAllMovie,All Media Network
  • (DE,EN)Anna Magnani, sufilmportal.de
  • Archivio Anna Magnani, sito web interamente dedicato ad Anna Magnani contenente materiali d'epoca, e legato ai social network diFacebook,TwittereInstagramcostantemente aggiornati.
  • Anna Magnani. Biografia di una donnadi Matteo Persica
  • Giancarlo Governi,Nannarella. Il romanzo di Anna Magnani. Bompiani, Milano, 1981
  • "Follie del Varietà" (Stefano De Matteis, Martina Lombardi, Marilea Somarè), Feltrinelli, Milano, 1980
  • Miriam Mafai(a cura di),Le donne italiane, il chi è del '900, Milano, Rizzoli, 1993ISBN 9788817842297
  • Roberto Bartolozzi, «Tempo», n.218, 5 agosto 1943
  • «L'Europeo», anno V, n.23, 5 giugno 1949
  • Federico Patellani, «Tempo», n.22, 22 giugno 1946
  • G. Visentini, «L'Europeo», anno V, n.8, 20 febbraio 1949
  • Riccardo Aragno, «L'Europeo», anno V, n.15, 10 aprile 1949
  • Lamberti Sorrentino, «Tempo», anno XI, n.26, 25 giugno 1949
  • «Tempo», anno XI, n. 36, 10 settembre 1949
  • «L'Europeo», anno VI, n.30, 23 luglio 1950
  • Gian Gaspare Napolitano, «L'Europeo», anno VII, n.20, 13 maggio 1951
  • Camilla Cederna, «L'Europeo», anno VII, n.27, 1 luglio 1951
  • Gian Gaspare Napolitano, «L'Espresso», anno VIII, n.8, 19 febbraio 1952
  • Gina Raccà, «Epoca», anno IV, n.136, 10 maggio 1953
  • Alfredo Panicucci, «Epoca», anno IV, n.169, 27 dicembre 1953
  • «L'Europeo», anno XII, n.45, 4 novembre 1956
  • Egle Monti, «Tempo», anno XVII, n.37, 15 settembre 1955
  • Maurizio Costanzo, «Tempo», anno XXXIII, n.41, 9 ottobre 1971
  • "Gli spaghetti di Nannarella", «Radiocorriere TV», anno LXVII, n.39, 6 ottobre 1990
  • «Anna Magnani», Matilde Hochkofler, Luca Magnani, Bompiani, Milano, 2013
  • "Totò, femmene e malafemmene", Liliana de Curtis e Matilde Amorosi, RCS Libri, Milano, 2003