Anna Magnani: «mio figlio è tutta la mia vita»

Anna-Magnan

Per la prima volta Anna Magnani si confida, svelando i suoi sentimenti di madre e di attrice

Roma, ottobre

La sera della "prima" di Ben Hur, una donnetta fra la folla che faceva ala al passaggio delle celebrità invitate alla proiezione non appena scorse Anna Magnani le gridò: «A Nannarè, questi applausi sono per te. Sei grande, Nannarè». La Magnani, che era accompagnata dal suo unico figliolo, Luca, chinò il capo sorridendo, felice. Anche adesso, mentre, raggomitolata nella sua dormeuse settecentesca, acconsente a raccontare qualcosa di sè, un lieve sorriso le increspa la bocca amara. «Agli applausi della gente raffinata ci tengo», mi dice «ai consensi dei critici anche. Ma quando sento uno strillo come quello là, quando mi accorgo che chi applaude è gente del popolo mi commuovo, special-mente se si tratta di romani. Perchè, vede, la gente del popolo non finge, non ti fa gli ossequi davanti e le corna di dietro, ed i romani veri sono schietti, anche troppo. E poi, io so’ romana de Roma. Mi piacerebbe sapere chi ha inventato la frottola che sono nata ad Alessandria di Egitto. Ma che Egitto d’Egitto! Io so’ nata a Roma, vicino a Porta Pia. Questa è la verità».

Roma. Anna Magnani abita nello storico palazzo Altieri, con la cagnetta «Lillina» (l'attrice, che ama molto le bestie, possiede anche nove gatti): sopra il caminetto nel salone spiccano i premi vinti da «Annarella», tra cui l'Oscar conquistato nel 1936 con l’Interpretazione della «Rosa tatuata». Anna Magnani, che è nata a Roma nel 1908, cominciò la sua attività nella rivista passando poi al cinematografo, e si impose per la prima volta all'attenzione della critica mondiale interpretando magistralmente nel 1944-45 «Roma città aperta». Apparentemente scontrosa e superba, ama invece la gente semplice, la natura e la solitudine: per questo motivo ha pochi ma affezionatissimi amici. E' considerata una delle attrici più dotate di temperamento drammatico in campo internazionale.

Essere ricevuti da Anna Magnani non è avvenimento di tutti i giorni. Farla parlare un po’ di sè, poi, è un'impresa che si presenta spesso disperata. Se "Annarella” sta lavorando in qualche film, non c’è niente da fare: non riceve. Se non sta lavorando, in genere è lo stesso, perchè "Annarella”, un’ora dopo aver finito un film o concluso una settimana d’attività, prende la vettura e si rifugia nella sua villa a San Felice Circeo, dove non permette a nessun estraneo di entrare e tanto meno ad un giornalista, sia pure amico. Perciò, per avvicinare Anna Magnani, ho aspettato che finisse il doppiaggio dell’ultimo film, Risate di Gioia, e mi sono presentato a casa sua un’ora prima che lei ordinasse di fare i bagagli per partire.

«E va bene, mi hai "incastrato"», è scoppiata a ridere Anna Magnani, passando, per un attimo, dal "lei" professionale al confidenziale "tu", che usa quando è di buon umore. «Tanto per cominciare, ecco qui i miei gatti, nove in tutto tra "bastardi" e "signorini" di razza. Questo, per esempio, si chiama Secchetto, non ha neppure l’ombra di un pedigree, però è il più simpatico e prepotente di tutti. Quest’altra, invece, è Lady, una persiana autentica che mi sono portata dalla America. E’ liscia, vero? Sembra un piumino. Ma osservi lo sguardo, il sussiego, i movimenti. C’è poco da dire: una vera principessa».

“L'UOMO DI CASA SONO IO”

Al mio ingresso in casa Magnani, la cameriera mi aveva fatto passare, per errore, nella camera personale dell’attrice, dove Anna, distesa nel suo lettone, sorbiva, alle tre del pomeriggio, il primo caffè della giornata. Ebbene, sul lettone c’erano tre gatti, e sotto, presumo, qualche altro. La "bassotta” Lillina gironzolava per la casa silenziosa, così adatta e invitante alla solitudine, alia sommità di una distesa di tetti giallognoli e un po’ malinconici. «Perchè, signora», domando «si isola così? E’ raro vèderla in giro, è difficile avvicinarla, e, per quel che so, i suoi amici e le sue amiche sono pochi, pochissimi, sempre gli stessi da anni. Sembra che lei stia più volentieri in compagnia delle bestie che delle persone. Perchè?».

Anna si passa una mano sulla famosa capigliatura ”a gronda”, accarezza Lillina che le è saltata in grembo scacciando Lady, aggrotta le sopracciglia, perplessa. «Francamente», risponde infine «amo la solitudine perchè essa significa, soprattutto, libertà. Cercherò di spiegarmi. Io odio ogni forma di esibizionismo, essere trattata come una diva. Ogni volta che mi capita di prender parte, facciamo il caso, ad un ricevimento, i complimenti, più che farmi piacere, mi infastidiscono. Per reazione mi irrigidisco e, pur non volendo, finisco con l’assumere proprio l’atteggiamento da diva che non vorrei avere, che non è naturale per me. Quando me ne accorgo, il mio disagio e il mio fastidio aumentano. Ma non si tratta soltanto di questo. Per interessarmi, le persone devono essere o estremamente intelligenti o estremamente autentiche: se poi una persona riunisce in sè tutte e due queste qualità, è una vera fortuna averla incontrata. So che è inumano dirlo, ma gli stupidi mi irritano, mentre per i falsi provo disprezzo. Capisce bene che, a queste condizioni, il numero dei miei amici è piuttosto ristretto. Vi può trovare quella specie di mostro d’intelligenza che è Tennessee Williams, oppure persone il Cui nome non dice nulla ma che hanno, però, l’anima trasparente come acqua di fonte: tutte e due queste specie di amici mi sono cari e indispensabili».

Roma. Luca è l’unico figlio di Anna Magnani con il quale l’attrice trascoire tutte le ore libere dagli impegni professionali. Luca, che ha 17 anni ed abita in un appartamento attiguo a quello della madre, fu colpito da bimbo alle gambe dalla poliomielite, e dovette subire undici interventi chirurgici. Assistito amorevolmente e instancabilmente dalla madre. Luca ha saputo trovare un equilibrio interiore che gli ha permesso di superare serenamente le dure prove cui è stato sottoposto.

Ora la cameriera porta il caffè. Per l’attrice la mescitura del caffè è quasi un rito che si ripete molte volte al giorno: sorveglia ella stessa la piccola caffettiera napoletana fino a quando l’ultimo gocciolìo si spenge annunciando che l’acqua bollente è tutta "passata”, poi con le mani magre versa delicatamente il denso liquido in minuscole, preziose tazzine. «Se lei, signora Magnani», le dico «è così esigente nella scelta degli amici, c’è da domandarsi quali straordinarie qualità dovrebbe avere un uomo per piacerle». «Gli uomini? Ma chi sono?», risponde bruscamente l’attrice.

«Che cosa credono d’essere? Arrivano, e ti squadrano dall’alto in basso, come per dire: "Eccomi, sono qui”. La presunzione verso le donne è uno degli atteggiamenti maschili che mi irrita di più. Purtroppo è un atteggiamento molto diffuso nel nostro Paese, un atteggiamento che sta rendendo ridicoli gli Italiani in tutto il mondo. In ogni modo, per rispondere a tono, secondo j me non c’è bellezza maschile che valga quanto la lealtà e l’intelligenza».

Arriva la segretaria con la corrispondenza, e Anna s’infila gli occhiali per dare una sbirciata alle provenienze. Un telegramma da Napoli, da dove qualcuno insiste perchè essa accetti di assistere alla "prima” di Risate di Gioia, mucchi di lettere di ammiratori dagli Stati Uniti, rispedite dalla casa che distribuisce i suoi film laggiù, plichi gialli di raccomandate. L’attrice prende i plichi gialli con la punta delle dita, li lascia cadere sul tavolo in j un angolo già occupato da molti incartamenti. «Non si vive più», sbuffa. «Tasse, avvocati, contratti, ingiunzioni. Complicazioni di ogni specie. La vita, intendo dire la vita d’ogni giorno, è diventata difficile, pazza. E poi devi fa-re pure l’arte. L’arte, dico, quella con l’ ”a” maiuscola. Io in questa casa sono tutto. Lavoro, porto i soldi, litigo con la gente, discuto con gli avvocati. Sono l’uomo di casa, sono tutto».

IL COMPLESSO DEL NASO

Si arresta all’improvviso, la espressione si addolcisce, lo sguardo corre ad un ritratto posato sul tavolo: è lei col figlio Luca, abbracciati stretti, gota contro gota. «Di uomini, in casa, c’è anche Luca, naturalmente», riprende. «Ma è ancora troppo giovane. Studia. Ora ha un suo appartamentino allo stesso piano del mio, è come se vivesse ancora con me». Luca ha diciassette anni, e come tutti sanno, da bambino fu colpito alle gambe dalla poliomielite. Ha subito in più riprese undici operazioni che hanno migliorato le sue condizioni. A poco a poco Luca, che ha un bellissimo volto in cui si apro-no due occhi chiari e profondi, ha vinto lo sconforto provocato in lui dalla malattia, ha raggiunto un equilibrio interiore: si vede spesso alle "prime” in compagnia della madre o in piazza di Spagna con qualche ragazza.

«Mi auguro», dice Anna «che Luca, che io amo più della mia stessa vita, sia un buon figlio nei miei riguardi, così come io credo 5 di essere per lui una buona ma- | dre. Mi auguro che la vita non lo corrompa, che continui ad amare le cose semplici, che si avvicini volentieri specialmente nei momenti più difficili, come faccio io, alla natura. E’ un grande conforto la natura, bisognerebbe che la gente vivesse più a contatto di essa. Si rasserenerebbe. Personalmente, se avessi apprezzato prima questa medicina, avrei preso la vita con maggior semplicità, avrei evitato di complicarmela, sarei vissuta meglio. Sarei anche riuscita ad apparire meglio quella che in realtà sono, la vera Anna Magnani. Perchè, vede, esiste un equivoco, una suggestione collettiva nel miei riguardi. Dicono che l’orgoglio mi divora, che sono scostante e superba. Perfino nel mio ambiente, l’ambiente del cinematografo, c’è gente che ha letteralmente paura di avvicinarmi. Fra gli elettricisti addetti alla lavorazione di Risate di Gioia, ce n’era, ad esempio, uno che, vedendomi sofferente per una distorsione al polso, voleva darmi un suggerimento. Ma aveva paura di avvicinarsi. "Be’, che c’è? Mica mordo", gli dissi. Finalmente si avvicinò, e mi suggerì applicazioni di foglie di cipolla. Forse sarà lieto di sapere che ho seguito il suo consiglio e che ora il mio polso è quasi guarito».

1960 11 04 Gente Anna Magnani f3Roma. Anna Magnani con il principe Antonio de Curtis, in arte Totò, durante la lavorazione di «Risate di Gioia», l’ultimo film che ella ha interpretato e che viene attualmente programmato sugli schermi nazionali. I film più recenti di Anna sono: «Selvaggio è il vento» con Anthony Quinn, e «Pelle di serpente» con Marion Brando.

Quando parla del suo ultimo film, la Magnani si anima. «Durante la lavorazione», racconta «mi sembrava di essere tornata indietro di molti anni, quando lavoravo nelle compagnie di rivista, in un’atmosfera spumeggiante. Abbiamo sempre lavorato di notte, e, tanto per tenerci di buon umore, spesso il produttore ci mandava sul set dello champagne. Bevi tu che bevo io, fra me e Totò si rideva fino alle lacrime. Ma la cosa più buffa è stata quando ci siamo accorti di avere tutti e due il complesso del naso. Io non cambierei la mia faccia con quella di nessun’altra, ma mi sarebbe piaciuto avere le gambe di Marlene Dietrich ed un naso decente. Anche Totò non è mai stato soddisfatto del suo. Così evitavamo tutti e due di farci riprendere di profilo. Dopo aver a lungo discusso, giungemmo ad un accordo: nelle scene in coppia, una volta si sarebbe "esposto” di profilo lui, una volta io. Ora che il film è finito posso dire, però, che sono stata poco ai patti. Con un po’ di prepotenza, ho fatto in modo che il naso più in evidenza fosse il suo». E rompe, allegra, nella sua squillante risata, non meno famosa della capigliatura ”a gronda”.

Arturo Lusini, «Gente», 4 novembre 1960


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Arturo Lusini, «Gente», 4 novembre 1960