I sonni di Anna Magnani e le meduse di Gassman
L’eccezionale raduno di attori e attrici a Taormina ha consentito questa rapida cronaca indiscreta, dalla quale i celebri personaggi dello schermo escono più veri del solito.
Taormina, agosto
Il fatto centrale, in ogni Festival Cinematografico, è, naturalmente, la premiazione degli attori, dei registi e dei produttori che si sono distinti durante l’anno fra la folla eterogenea che popola il mondo di celluloide. Ma dei Festival di Taormina, recentissimo, dei David di Donatello in oro massiccio che l’Open Gate di Roma ha distribuito con giustizia e munificenza, tutti i giornali hanno parlato fino all’esaurimento di modo che noi resteremo ai margini del Festival dove gli attori vivono una loro vita intima e più vera.
A Taormina, le attrici si raccolgono come colombe intorno al grande pozzo nel cortile dell'albergo che era un antico convento. Tutte, tranne Gina Lollobrigida che trascorre lunghissime ore chiusa nella sua camera e poi passa rapidamen-
te, in technicolor, al braccio di suo marito. E’ talmente perfetta nella truccatura, nel vestito e nell’acconciatura, che in mezzo alle sue colleghe, scamiciate per andare al mare, la Lollobrigida sembra di un’altra natura, di un’altra pasta, forse di porcellana e abilitata a camminare da una segreta carica, come le bambole di Norimberga.
Anna Magnani dorme, al solito, quanto può, lamentandosi anche del più piccolo rumore che minaccia il suo sonno fatto di fili di seta, ma, quando si sveglia suona il corno per raccogliere intorno a lei i suoi amici e, in pantaloni e blusa alla Picasso di Lanvin-Castillo, corre verso il mare trascurando durante il tragitto in automobile la capigliatura che aggiusterà in modo sommario la sera della premiazione. Le è accanto, inseparabile da lei, Tennessee Williams, l’autore di stupende commedie che tengono il cartellone per anni nei più grandi teatri del mondo, autore anche di "Rose Tatoo” che dette ad Anna l’Oscar nel 1957.
Tennessee, astratto e distratto, dimentica sempre qualcosa nei posti in cui si arresta un istante e sembra vivere in un suo mondo particolare nel quale soltanto Anna ha libero l’accesso, di quando in quando. L’amicizia di Anna e di Tennessee è diventata proverbiale: lui scrive cose per lei, lei rappresenta per lui la creatura tormentata di cui Tennessee ha bisogno di scrivere. Ancora una volta vediamo il connubio dell’autore con l’attrice e, nel caso specifico, l’amicizia della Magnani e di Williams è tanto profonda da resistere alla lontananza e alla tempesta. Brevi discussioni, tra Anna e Tennessee nascono soltanto quando l’attrice, in gran segreto, sottrae Brenda, l’orribile e meravigliosa bull-dog di Frank Merlo (il segretario-menager di Williams) e la lava nella sua vasca da bagno. Il probabile raffreddore di Brenda, che è delicatissima, diventa un argomento di discussione, ma la cagnetta ha il tatto di non ster-nutire e i rapporti tra la piccola tribù tornano normali. Si riparla di teatro e di cinema davanti al meraviglioso mare di Taormina e poi davanti a colossali zuppe di pesce che Anna e Tennessee mangiano con l’avidità di pescatori ellenici della preistoria.
Al mare, in costumi da bagno molto succinti, sostano anche Delia Scala, vestita come uno scugnizzo e fresca come una prugna. Elsa Martinelli con il suo bel marito dall’aria tenebrosa e Anna Maria Ferrero che la sera ha sulle gote una divertente mascherina di sole. Inutili sogni di donne seguono l’impegnatissimo (in tutti ì sensi) Vittorio Gassman il quale, con un corpo di bronzo, si tuffa ignorando le meduse in agguato che hanno messo in fuga le belle attrici distese al sole.
Mamie Van Doren resta in albergo o, tutt’al più, si spinge in paese a fare degli acquisti. E’ bianca come la cera, celeste come il vestito della Madonna e d’oro come un barattoletto di miele. Non intende scompigliare il tono dei suoi colori e il mare siciliano, forse, le fa paura. Quando le sue colleghe ritornano dalla lontana spiaggia scapigliate e con gli evidenti segni del sole sul volto felice, la Van Doren le guarda con stupore di bimba alla quale sia preclusa una gioia. La vediamo, invece, completamente rassicurata la sera, allorché scende con un vestito stupendo della Marucelli nel quale naviga tra ali e farfalle.
L’arrivo di De Sica, arrossato al sole di qualche lontana spiaggia, suscita nella cittadina un entusiasmo quasi pari a quello che ha scatenato Anna Magnani. L’attore viene circondato, invitato a parlare la qual cosa De Sica fa, in questo caso, con la immediatezza e la bonomia di un parroco di campagna. Insomma, sembra che tutti si vogliano bene e delle discordie intestine sa qualcosa soltanto la signora Elena Valenzano, una delle potenze dell'Open Gate Club, la quale, signora e discreta, smorza i dissidi al loro apparire.
Tutti installati nello stesso albergo che moltissimi anni fa sentì i monaci pregare, avvocati di grido, scrittori, presidenti di questo o di quello, giornalisti, critici, le mogli di tutti costoro, fanno una pittoresca e garbata gazzarra.
La vita, in un Festival Cinematografico, può diventare anche convulsa. Folla dentro gli alberghi, folla fuori degli alberghi dove la gente sosta per ottenere l’autografo dalle attrici che passano rapide per schivare l’urto. Strana storia quella degli autografi: chi li chiede genera una leggera noia in chi deve firmare mentre lo attendono Impegni urgenti ma, se nessuno li chiede, in silenzio genera una grande malinconia.
Le attrici più famose hanno imparato a scrivere sul cavo della mano sinistra. Firmano con una rapidità impressionante: uno scarabocchio che fa felice un’intera famiglia.
Anna Magnani guarda sempre il foglio sul quale deve apporre la sua firma e, del resto, gli attori più condannati a questo esercizio si regolano nella stessa maniera. Sembra che a qualcuno sia capitato di aver firmato un impegno e da allora la prudenza non è mai troppa. Gina Lollobrigida, di sera, firma con le mani strette in guanti di raso che non toglie neanche per un istante; gli attori, con la disinvoltura di uomini di affari, buttano giù poche lettere nelle quali nessuno riconosce il loro nome.
Vittorio Gassman, in partenza per Hollywood dove si reca per rivedere sua figlia, parla dei suoi programmi futuri dai quali sembra sia esclusa la tragedia. Ma più che di programmi le. attrici, qui, in questo angolo di mondo dalla bellezza conturbante, vogliono godersi la vita. Spese nei negozi che Delia Scala visita in shorts e cappello da Pierino in testa. Acquisti di carrettini siciliani, di pupi, di campanelle, di sonagliere.
Egle Monti, «Tempo», anno XX, n.33, 12 agosto 1958
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Egle Monti, «Tempo», anno XX, n.33, 12 agosto 1958 |