Totò atomico
La nuova rivista di Galdieri, andata in scena dopo parecchi rinvii, è un grande successo coreografico. Il copione sacrifica un po’ la comicità di Totò, ma lo spettacolo è tale ch’esso è già stato acquistato per Londra
ISA BARZIZZA nella prima grande scena della nuova rivista di Totò, impersona l'Energia atomica. È "un etto di materia cosmica" (rapito al cielo da tre scienziati picardiani) che, veramente, al suo apparire in scena si attira un bombardamento di sguardi dal pubblico. Isa, che è la più giovane e fresca soubrette ha un fascino del tutto personale, nuovo, che nasce da due elementi in contrasto: la seduzione della "vamp" e la "pruderie" di una ingenua. Il pubblico resta di stucco a vederla sulla passerella, magari seminuda, ma con una espressione incredibilmente pudica. È stata definita lo "scandalo per bene" e nessun'altra espressione le è più acconcia. Reali doti artistiche le ha dimostrate nella scena degli esistenzialisti ove fa la nevropatica. È insomma proprio "energia atomica" e l'Ordine (attore Mario Riva) la tocca qui con titubanza: può anche esplodere. L'intera rivista è costata più di quaranta milioni. Remigio Paone si è accordato con il famoso impresario britannico Jack Hilton, venuto appositamente dall'Inghilterra, per portare lo spettacolo a Londra nel prossimo novembre.
IL ROBOT è la nuova macchietta di Totò nella rivista Bada che ti mangio andata in scena la settimana scorsa a Milano. Nelle vesti metalliche dell'uomo meccanico Totò ha trovato modo di concentrare ancora una volta la nota comicità. L'automatismo dei gesti, già ammirato nel Pinocchio è qui portato alle estreme possibilità, pur sempre dominato dalla irrequieta ed equivoca mobilità della maschera esilarante. Ma Totò è stato un po’ sacrificato dal copione. Poche scene per lui e non tutte di quell'umorismo vivido e sostenuto di cui è capace (ricordate le scene del vagone letto e di Capri nella precedente rivista?). I critici più severi hanno scritto che la vena comica dell'autore, Galdieri, si è rivelata stanca. Alla "prima" il sipario è calato alle due del mattino: materia in esuberanza. La seconda sera è terminata alle una: sveltita, ne ha guadagnato e gli applausi sono stati più nutriti. Essa rappresenta il maggior sforzo del teatro della rivista per diventare "successo di coreografia e dominio del buon gusto". C’è una scena durante la quale il pubblico applaude ininterrottamente: quella delle fontane colorate, realizzazione veramente grandiosa. Per l’occasione il palcoscenico del Nuovo era tutto una grande fontana i cui getti d'acqua, illuminati alternativamente nelle tinte più delicate, ballavano la Rapsodia in blu di Gershwin, con l’altalenare ritmico degli zampilli. Questa fontana è costata quattro milioni di lire.
ELENA GIUSTI l’altro pilastro della Compagnia, rappresenta la nota elegante, la voce cui sono affidate le parti sentimentali delicate. La sua signorilità ottocentesca bilancia la procacità delle compagne e l'aggressività di Totò. In questa foto essa canta la canzone delle volpi, una scena che di soli costumi (le 20 girls indossano anch'esse renards azzurri) è costata un capitale.
IL CONTRABASSO esistenzialista, strumento con piedi e campanelli; offre a Totò, musico nel cabaret Tabou, la possibilità di esibirsi in una "suonata" paradossale.
BARCACCIA ANSIOSA: a sinistra, la principessa De Curtis, moglie di Totò, e sua figlia. A destra è la signora Paone, moglie dell'impresane il quale, in piedi in secondo piano controlla invece le reazioni del pubblico che in questo momento applaude alla scena delle fontane. Dietro a Paone si intravede lo scenografo Ratto il quale, insieme alla coreografa Gisa Geert, ha avuto ampi meriti nel successo della rivista.
«Tempo», anno XI, n.11, 12-19 marzo 1949
![]() |
«Tempo», anno XI, n.11, 12-19 marzo 1949 |