Lo spettacolo e la cronaca, anno dopo anno
✂️ Ritagli di gloria: Totò visto dalla stampa
📰 "Sfogliando Totò: la Storia in Pagine Giallognole"
Benvenuti nel regno frusciante della carta stampata, dove il tempo profuma di tipografia e il passato si presenta rilegato in colonne strette, con titoli a effetto e fotografie sfocate. La "Rassegna stampa" del sito è molto più di un semplice archivio: è un teatro in cui i giornalisti del Novecento si danno il cambio al proscenio, raccontando, con enfasi e maiuscole, la saga di Antonio de Curtis, in arte Totò, principe della risata e della notizia.
🎭 Dagli esordi teatrali all’Oscar del popolo napoletano
Chi era Totò prima di diventare Totò? Un giovane attore dalle movenze sghembe, che imparava a calcare i palcoscenici con la stessa naturalezza con cui altri imparano a camminare. E i giornali, soprattutto quelli più provinciali e in cerca di emozione, non se lo lasciavano scappare. Recensioni entusiaste, giudizi spietati, titoli come "Totò: un Pierrot che ride col cuore" o "Il comico che fa piangere il pubblico... dal ridere!". Tutto documentato, ritagliato, archiviato, e servito in ordine cronologico come una lasagna di memorie.
🎬 Totò superstar: l’epoca d’oro del cinema in bianco e nero e a volte a colori...
Con l’arrivo del sonoro e delle pellicole a 35 mm, Totò diventa l’idolo dei proiettori, l’eroe delle locandine, la nemesi delle trame sensate. E la stampa si scatena: dalle recensioni raffinate delle riviste di settore ai pettegolezzi delle colonne rosa, passando per articoli di sociologi che tentano, senza successo, di spiegare "il fenomeno Totò".
Qui trovi tutto: le critiche ai suoi film, i “dietro le quinte” da rotocalco, i battibecchi con i registi, i giudizi oscillanti della critica ufficiale, e perfino le lettere indignate di lettori che chiedono se fosse davvero il caso di mandare in onda Totò e Marcellino la sera di Natale. (Spoiler: sì, era il caso).
🕶 La malattia agli occhi: quando il Principe non vide più le risate
Il dramma umano e il coraggio dell’attore. I giornali dell’epoca raccontano la progressiva cecità di Totò con toni epici, da tragedia greca su carta ruvida. "Il comico che non vede più le lacrime del suo pubblico", titola un settimanale nel 1967. Ma Totò non si ferma, anzi rilancia, continuando a lavorare, recitare, sentire il pubblico con l’anima, come scrivevano i cronisti più ispirati.
⚰ L’ultima risata: la morte, il mito, la memoria
Quando Totò muore, nel 1967, i giornali si vestono a lutto. Titoli a tutta pagina, inserti speciali, foto sgranate ma cariche di commozione, articoli che raccontano il dolore di Napoli, di Roma, del pubblico tutto. E poi le commemorazioni, le riletture critiche, i tentativi di incasellarlo nei pantheon del teatro e del cinema. Alcuni ci riescono, altri scivolano in una malinconia un po’ retorica, ma tutti contribuiscono a cementare il mito.
🧵 Intrecci e personaggi: la stampa racconta anche gli altri protagonisti
In questa sezione non c’è solo Totò: c’è il suo mondo, la galassia di attori, registi, familiari, comprimari e spettatori, che orbitano attorno a lui e finiscono sui giornali. Da Liliana e Franca Faldini a Mario Castellani e Peppino De Filippo, dai registi come Mattoli e Pasolini fino ai critici spietati e agli ammiratori esagitati, tutto è annotato, scannerizzato e conservato. Come in un gigantesco album di famiglia... in edizione giornalistica.
🗂 Un archivio enciclopedico, ma con l’anima
La rassegna stampa non è una fredda cronologia. È una sinfonia di inchiostro e tempo, dove ogni decade si apre come un sipario. Dai primi del Novecento, quando la stampa aveva ancora l’accento austroungarico, fino ai giorni nostri, in cui anche Totò, miracolosamente, riesce ancora a far notizia. Ogni ritaglio, trascrizione e citazione è un tassello del mosaico, un frammento che restituisce colore a una figura già scolpita nel bianco e nero.
E, dettaglio non trascurabile, la sezione è in perenne aggiornamento: come un giornalista instancabile, l’archivio si arricchisce costantemente, attingendo a nuove fonti, nuove scoperte, nuove chicche dimenticate.