Silvana Pampanini regina delle Canarie

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La notizia che Silvana Pampanini era stata minacciata di morte, apparsa alcuni giorni fa sui giornali, se non passò addirittura inosservata, fu accolta quasi con indifferenza dai lettori. Quella lettera anonima anche se ha fatto passare ore drammatiche all’attrice, era troppo banale e grottesca perché il pubblico potesse prenderla sul serio. Faceva pensare semmai ad uno di quegli espedienti pubblicitari a cui ricorrono gli attori in cerca di pubblicità (cosa che, data la notorietà dell'attrice in questione, è senz’altro da escludersi). La lettera ricevuta da Silvana Pampanini diceva in sostanza questo: « Se lei centro il giorno tale e l’ora tale non deporrà dentro la sua auto, che dovrà trovarsi ad solito posteggio, la somma di venti milioni, farò saltare la sua casa insieme allenterò edificio ». La lettera terminava con questo avvertimento: « Se lei è d’accordo, appenda, la vigilia della consegna, uno straccio rosso a una delle finestre ».

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Il film, che dal nome della principale protagonista s’intitola La Principessa delle Canarie, è diretto da Paolo Moffa con una continua e sottintesa indulgenza per gli avvenimenti, quasi si direbbe con la volontà di giustificare la lotta fra gli invasori spagnoli e le popolazioni indigene. Prima di ricevere quella lettera, l’attrice, che è sempre di ottimo umore, era addirittura felice. Proprio in quel giorni aveva firmato un vantaggioso contratto. Si trattava di un film che doveva essere girato nelle Canarie e in cui Silvana apparirà nelle vesti di una principessa esotica, una parte di cui era entusiasta. La sua allegria non era però condivisa dai suoi genitori, i quali non approvavano che la figlia avesse deciso di raggiungere la Spagna, dove si doveva girare il film, in aereo. Ma per quanto i coniugi Pampanini tornassero alla carica nella speranza dì farle cambiare idea, Silvana si dimostrava irremovibile. Dopo quella minacciosa lettera anonima però le cose cambiarono. In casa Pampanini nessuno accennò ai pericoli a cui si va incontro viaggiando in aereo. E siccome l’agitazione e il nervosismo di Silvana aumentavano più ci si avvicinava al momento fatale, l’ora in cui il terribile anonimo avrebbe atteso di vedere apparire alla finestra uno straccio rosso, i coniugi Pampanini consigliarono la figlia di anticipare la partenza. Fu così che a causa di una lettera anonima Silvana Pampanini prese l'aereo per la Spagna quasi con un mese di anticipo sulla data stabilita per l’inizio del film. Dell’anonimo ricattatore non si è avuto finora alcuna notizia.

Il personaggio di Guayarmina ci è dato con una serie di tratti convenzionali: crede nella giustizia, non odia gli invasori, mischia amore e nazionalismo, converte un capitano spagnolo prima alla prudenza, poi al matrimonio. Il film che viene girato in ferraniacolor ci mostra delle isole Canarie autentiche, con bellissimi paesaggi, animali feroci, selvagge foreste e paludi in cui spagnoli e isolani si danno battaglia. Il film s’inizia alla maniera forte. Un esercito spagnolo sbarcato nelle isole Canarie in soccorso delle piccole guarnigioni che non sono più in grado di mantenerne il controllo, trova che tutti i presidi sono stati massacrati.

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Scene di dolore e propositi di vendetta da parte degli spagnoli i quali, dopo quello spettacolo, paion più che mai decisi a condurre una guerra di sterminio, ma che invece si risolverà soltanto col massacro di alcuni indigeni. Tanta generosità, da parte di soldati che avevano fama di avere spopolato intere nazioni, può sembrare strana e richiede una spiegazione. Se un esercito come quello che la Spagna aveva inviato nelle Canarie col-l intento di assoggettarle al suo dominio, interrompe, prima ancora di averla portata a termine, un’operazione iniziatasi in modo così feroce, una ragione ci doveva essere. E infatti c'era il vecchio re di quelle isole, un monarca che a differenza di tanti altri sovrani indigeni che avevano avuto la disavventura di avere a che fare cogli spagnoli, riteneva che soltanto collaborando colla Spagna il suo popolo potesse sopravvivere. Per raggiungere questo scopo il vecchio e saggio re non esiterà infatti, nonostante il parere contrario del Gran Sacerdote, a presentarsi disarmato al campo degli spagnoli, dove riesce a convincerne il comandante ad accettare una tregua.

Ma il Gran Sacerdote che, come abbiamo detto, non approva la politica adottata dal re nei confronti degli spagnoli, non ha ancora rinunziato all'idea di scacciarli dall’isola. Ma per far ciò dovrà prima sbarazzarsi dell’unico ostacolo che gli impedisce di realizzare questo suo progetto: il re. Non esita perciò ad avvelenarlo. Morto il re, e non fidandosi della principessa Guayarmina (Silvana Pampanini), succeduta al padre nel governo delle isole, l'astuto Gran Sacerdote pensa di legarla alla congiura facendole sposare Bentejui (Gustavo Rojo), un guerriero ostile agli spagnoli. Proprio mentre seduta sul trono attende che siano terminati i preparativi per le nozze, la troverà Don Diego, un ufficiale spagnolo inviato alla corte in missione esplorativa. Se Don Diego è stupito nell’apprendere che il re è morto e che sua figlia Guayarmina governa ora le isole Canarie, lo sarà ancora di più quando, introdotto davanti alla principessa, riconoscerà in lei la ragazza che gli ha salvato la vita uccidendo un puma dj cui era stato assalito, e che lui inutilmente aveva cercato di ritrovare.

Naturalmente Guayarmina, che nel frattempo si è innamorata del giovane spagnolo, non respingerà le proposte dell'intraprendente Don Diego. E i due giovani durante un colloquio, a cui assisterà soltanto una fida ancella, avranno modo di abbandonarsi a questo sentimento. Ma mentre Don Diego e il suo seguito, a cui il Gran Sacerdote ha riconfermato i suoi propositi di pace, fanno ritorno al campo. vengono attaccati da un gran numero di nemici. Nel combattimento che segui rà tre spagnoli troveranno la morte, mentre Don Diego ne uscirà gravemente ferito. Persa ogni speranza di portare a termine le trattative di pace, gli spagnoli passano subito all'attacco. Dopo avere battuto in una grande battaglia il nemico l’esercito spagnolo investe il palazzo reale. Nella speranza di mutare il corso della battaglia, il Gran Sacerdote decide di sacrificare Guayarmina e il suo promesso sposo Bentejui agli Dei. Fatti salire a cavallo, i due giovani vengono spinti verso un precipizio. Ma mentre Bentejui precipita nella voragine. Don Diego con un abile colpo di freccia riesce ad arrestare il cavallo di Guayarmina proprio mentre sta per precipitare nel burrone, salvando cosi la vita alla principessa.

Mario Agatoni, «L'Europeo», anno X, n.29, 18 luglio 1954


Europeo
Mario Agatoni, «L'Europeo», anno X, n.29, 18 luglio 1954