Ippaviz Angela

Artista triestina attiva nel settore Operetta e Rivista. Risulta aver avuto un figlio dal maestro Klun Giuseppe dal quale, il 28 agosto 1929 chiede la separazione legale, al Tribunale di Genova.

Nella stagione 1924-1925 risulta "ballerina coreografa" e dal 1925-1926 a perlomeno il 1938 è applauditissima (dal pubblico) e lodata (dai critici) SOUBRETTE nelle Compagnie di Achille Maresca, dapprima nel solo genere Operetta, poi anche in Rivista. Nel biennio 1927-1929, come brillante, ha avuto per collega Totò, ad eccezione dei brevi periodi in cui Totò tornò al Varietà ed i mesi in cui fu con Isa Bluette.

La stampa dell'epoca

1926 05 21 Il Piccolo di Trieste Angela Ippaviz R intro

Rileviamo dai giornali di Alessandria d’Egitto e del Cairo i grandi successi che, durante la lunga o fortunata stagiono egiziana della compagnia d’operette del cav. Achille Maresca, va ottenendo in quei teatri la «soubrette» concittadina signora Angela Ippaviz. In occasione della sua serata d’onore, data al Teatro Mohamed Aly, il «Messaggero Egiziano» scrive :

«Serata trionfale. La sala era gremitissima. Quale maggiore soddisfazione per la giovane artista che, da poco lanciata nella turbinosa e faticosa attività della vita operettistica, sotto l’amorevole e sapiente guida del cav. Achille Maresca, è riuscita a classificarsi fra le migliori «soubrettes» del nostro teatro? Angela Ippaviz ha numerose doti; ma in maggiore e la più stimabile è l’impegno coscienzioso o onesto con cui ella si prepara allo battaglie del palcoscenico: studia, si affanna, si affatica, s’impone tutti i sacrifici ; ma riesco a rivestire, a disegnare un personaggio interessante e piacevole, a tradurre in elegante e graziosa realtà le intenzioni degli autori. Perciò, ella ha avuto, spesso, la gioia di sentirsi lodata da Franz Leliar, da Stolz, da Kalman o dai nostri migliori compositori.

«Semplicità e grazia, sobrietà ed efficacia», quest’è la formula del suo successo. Recita da attrice intelligente, canta con arguzia o con spigliatezza e danza con stile e buon gusto, realizzando la triplice manifestazione della «soubrette» (dizione, canto, danza) in modo opportunamente artistico.

Dopo il secondo atto dello «Shimmy verde», con il balletto della compagnia ella ha danzato il celebro «Minuetto» di Paderewski, fra luci suggestive, con uno sfondo veneziano, in giallo e nero, di gusto assai aristocratico. Poi, dalla settecentesca Venezia, Angela Ippaviz, avvolta in una «mantilla» spagnuola, ci trascinò nella chiassosa atmosfera del «cabaret» : ed ecco risonare, allegre e vivaci, come un inno alle piccole voluttà, lo strofe di «Valencia». Entusiasmo vivissimo. Dal «bis» si passa al «ter», mentre echeggiano applausi e piovono fiori, fiori, fiori!.. Quando Angela Ippaviz si ripresenta per salutare il pubblico, sul palcoscenico sono numerose e grandi ceste di fiori, fra cui quella offerta dagli ufficiali del 6° battaglione eritreo».

Anche i giornali del Cairo dedicano alla brillante artista triestina i più lusinghieri elogi.

«Il Piccolo di Trieste», 21 maggio 1926


Questa sera Angela Ippaviz, l'indemoniata soubrette della Compagnia Maresca dà oon «Santarellina», la sua serata d’onore. E sarà una serata divertentissima. Angela Ippaviz ha l'argento vivo nelle vene. E' come lo scoppiettar scintillante di un razzo, o il fremito, di una pila elettrica. Soubrette vivacissima e dinamica, danza in modo magnifico, con una abilità e una sicurezza straordinarie.

E’ nata a Trieste, ed ha studiato alla scuola di ballo di Vienna. E ’ da due anni e mezzo con Maresca, prima, come prima ballerina, e attualmente nelle spoglie della indiavolata soubrette che noi tutti ammiriamo. Fu un caso le fece cambiar ruolo. Una sera al «Balbo» di Torino, sostituì improvvisamente in «Medi», un’artista indisposta. Si cimentò coraggiosamente e vinse.

Da allora i successi più brillanti l'hanno sempre, accompagnata. Lehar, Stoltz, e Kollo, glieli hanno vaticinati. E infatti la simpatica e giovane artista ha saputo, col suo brio effervescente in brevissimo tempo giungere a quotarsi fra le migliori soubrettes italiane.

Il nostro pubblico — che Angela Ippaviz vivamente apprezza — e le ha già dimostrata tutta la sua simpatia, non mancherà indubbiamente di festeggiarla anche questa sera con quell’entusiasmo di plausi e di consensi che essa merita indiscutibilmente.

«Gazzetta di Parma», 10 dicembre 1926


Con la penultima recita di Madama Follia — la fortunata rivista di Ripp e Bel Ami, che da oltre due settimane tiene il cartellone, con crescente fortuna — si beneficierà questa sera al «Genovese» Angela Ippaviz, la scintillante soubrette della Compagnia Maresca che a doti di attrice vivace e di cantatrice garbata, unisce qualità di spirito non comuni, improntate a un gusto signorile e a una tresca originalità artistica.

Danzatrice agilissima — vero esemplare di elasticità sottile — la Ippavlz sa presentarsi nelle diverse figurazioni con aristocratica seduzione e con stilizzata eleganza, meritandosi il caldo consenso del pubblico, che, nel corso dell'attuale stagione, l'ha simpaticamente festeggiata ed applaudita.

Dopo il secondo atto la seratante in unione all'attore brillante Alfredo Orsini eseguirà una danza su motivi di Chopin e con Erminio Maccario canterà il duetto Il marinaio genovese.. „

Mario Cappello, il cesellatore della canzone genovese, si produrrà nel suo nuovissimo repertorio; e lo spettacolo sarà completato dal debutto di Rigol's, il valente fantasista dell'«Empire» di Parigi, assistito da Madame Olga White. Bianche et Noir si esibiranno ancora nelle loro caratteristiche danze brasiliane.

Spettacolo di grande attrazione, che non mancherà di richiamare una folla di spettatori e di rinnovare fervido successo di applausi per la Ippaviz e i suoi valenti collaboratori.

E' annunciata per giovedì prossimo la Rivista delle Riviste: Baraonda, tre atti e molti quadri di Ripp e Bei Ami.

«Il Lavoro», 21 giugno 1927


Lo spettacolo in onore di Angela Ippaviz, presentatasi nelle vesti di Madama Follia, ha segnato ieri sera un nuovo trionfo per la sfolgorante soubrette. La cronaca della serata è oltremodo lieta: Angela Ippaviz è stata accolta, sin dal suo apparire sulla scena, da applausi entusiastici, che si sono rinnovati durante i tre atti e a ogni chiudersi di velario.

Il terzo atto è stato si può dire sostituito dalia rapida sfilata di «numeri» di grande valore: non vi ha perso nulla il pubblico, che ha goduto di uno spettacolo veramente fuori dell’ordjnario. Gli applausi invero meritati sono fioccati a iosa ed hanno premiato oltre la seratante i bravissimi Orsini e Macario che oltre il terzetto oramai famoso dello «Zanzibar» hanno eseguito con la Ippaviz il primo esilarantissimo duetto «del marinaio» di Gatte di lusso, ed il secondo una veramente riuscita artistica danza su molivi di Chopin. Si è avuto inoltre l'annunciato debutto del comico francese Rigolo, debutto assai lusinghiero, chè il successo da lui ottenuto è stato ottimo e si rinnoverà indubbiamente nelle successive sere, e, sarà sempre grata al pubblico genovese un audizione delle più recenti canzonette dialettali dette colla nota finezza ed arte da Mario Cappello, esso pure acci amatissimo.

Ricchi omaggi ha avuto la seratante: fiore in mezzo ai fiori delle numerose «corbeille», essa ha ricevuto diversi doni preziosi oltre a quello già detto degli applausi entusiastici dell’immenso pubblico, pubblico soddisfatto dell’attraente spettacolo, che questa sera si replica intieramente.

Domani prima di «Baraonda» rivista delle riviste, ossia i migliori quadri scelti tra i numerosi lavori di Ripp e Bel Ami in una rivista sola.

«Il Lavoro», 22 giugno 1927


Fruscio iieve di piume e di pizzi inargentati, sbrillìo di gioielli che danno fremiti e strane fosforescenze ad un corpicino d'alabastro, una voce agrodolce e vellutata come la notte: così appare sulla scena Angela lppaviz. Fra le soubrettes del palcoscenico operettistico italiano ella è certamente la più graziosa, la più vivace, la più fresca. Ella sa, sopratutto, piacere al pubblico.

Nell'operetta come nella rivista, Angela Ippaviz profonde nel personaggio che rappresenta i tesori della sua sensibilità artìstica e il profumo della sua grazia femminile, presentando, di volta in volta, creature nuove, tutte palpitanti di vita, imporporale di sensualità, che offrono al pubblico parentesi di sogno.

Ma, ciò che particolarmente distingue Angela Ippaviz, è il senso musicale che ella dà ad ogni sua interpretazione. Nella spumeggiante onda melodica dell'operetta o della rivista, ogni sua creatura vibra come una cosa eterea e si fonde nella gamma dei suoni.

In un idilliaco bozzello campestre della rivista "Baraonda", che è stalo ammiratissimo sere or sono, le sue preziose virtù musicali hanno particolare risulto. In quel quadro, fatto di sospiri e di dolci sussurri, miniato di carezze, Angela Ippaviz ha rivelato di possedere doti artistiche non comuni.

A questa rara sensibilità musicale, poi, Angela Ippaviz accoppia la sua meravigliosa arte di ballerina. Le sue caviglie nervose conoscono tutte le raffinatezze della danza, e sembrano alimentate da due accumulatori elettrici.

Dal passo lieve, studialo, coreografico, ella passa rapidamente alla frenetica danza moderna, senza perdere mai lo stile della ballerina perfetta, padrona di ogni più complicato movimento.

La cordiale e fervida simpatia con cui il pubblico accompagna ogni manifestazione artistica di questa nostra concittadina è dunque legittima. E stasera, indubbiamente, per la serata d'onore di Angela Ippaviz, tale simpatia esploderà certo piu forte e più vasta.

«Il Popolo di Trieste», 29 luglio 1927


Angela Ippaviz, la graziosa e spumeggiante «soubrette» della Compagnia Maresca ha dato ieri sera al «Genovese» il suo spettacolo d’onore, con «Madama Follia» di Ripp e Bel Ami. Essa è stata accolta anche una volta come una trionfatrice del teatro revuistico, e il pubblico che gremiva il teatro le ha tributato un successo caldo e significativo, del quale si sono avuti segni tangibili nelle ripetute acclamazioni a scena aperta e ad ogni fine di atto. L'inesauribile brio della Ippaviz, la sua frizzante vivacità, le sue doti di ballerina abile ed elegante, emersero più che mai nei tre atti della gioiosa rivista, in cui essa potè sfoggiare smaglianti e originalissime toileties.

Dopo il finaie del secondo atto, bissato e ribissato in una frenesia dì sarabanda, le furono offerte magnifiche corbeilles ed artistici doni.

Collaborarono al successo dello spettacolo Alfredo Orsini che delle diverse raffigurazioni seppe trovare la linea e il tono, suscitando il più schietto buonumore; Totò, nelle sua esibizioni di mosse grottesche, che formano il suo cachet di comico originale; la vezzosissima Ferri, la brava De Lises, il Lugara, i De Rubeis, e gli altri tutti vigili alla serpentina bacchetta del maestro Fragna, direttore d’orchestra.

«Il Lavoro», 15 novembre 1928


Angela Ippaviz, la sfolgorante soubrette, di cui si annuncia per questa sera lo spettacolo d’onore, non ba bisogno di molte parole di presentazione. A lei, attrice vivace, cantatrice e danzatrice garbata, vanno seralmente gli entusiastici battimani del pubblico, che apprezza in lei doti di spirito e di brio non comuni, sempre improntate a un gusto signorile e a una fresca originale vivezza artistica. La seratante si produrrà In Girotondo, l'applaudita rivista di Ripp e Bel Ami che da tre sere fa gremire il teatro in modo straordinario.

Il lavoro le darà occasione di riaffermare, ancora una volta, le sue esuberanti attitudini gaie, e di offrire al pubblico la squisita eleganza dei suoi abbigliamenti, armoniosi d’oro, e fatti... di nulla. In un intervallo la Ippaviz interpreterà Leggenda rossa del maestro Fragna, e insieme coll’Orsini eseguirà il duetto di Katja la ballerina di Gilbert. La cronaca sarà, indubbiamente, delle più liete.

«Il Lavoro», 26 novembre 1927


L'esaurito d'ieri sera, col rinvio di molto pubblico, rammaricato di non trovar posto, è la misura con cui si può giudicare la simpatia onde è circondata nella nostra città la signorina Angela Ippaviz, che con Girotondo di Ripp e Bel Ami ha dato al «Genovese» il proprio spettacolo d'onore.

La graziosa soubrette è prodigata durante i tre atti della rivista, e il suo brio scoppiettante, e la grazia delle sue danze, cosi pittorescamente eleganti in ogni loro plastica espressione, le hanno procurato le più cordiali manifestazioni del pubblico, che l'ha acclamata con sincero entusiasmo.

In un intervallo la Ippaviz ha cantato con fine sentimento e morbida espressione una canzone dell'ottimo maestro Fragna "Leggenda rossa", composizione di squisita fattura, che ha valso all’esecutrice e all'autore il più fervido e caloroso consenso.

E battimani scroscianti hanno accolto il duetto di Katja la ballerina «L’amore è un treno» brillantemente eseguito dalla seratante e dal comico Orsini, che hanno dovuto bissarlo fra rinnovate acclamazioni.

Magnifiche corbeilles e ricchi doni sono stati offerti alla Ippaviz, che ha condivfso il lieto esito dello spettacolo colla deliziosa Ferri, la Corsini, l’Orsini, Totò, il Marchetti e gli altri artisti. Il maestro Fragna ha diretto lo spettacolo coll'usato valore. Oggi nei due spettacoli, e domani, repliche di Girotondo: martedì serata d’onore di Alfredo Orsini.

«Il Lavoro», 27 novembre 1927


Questa è Angela Ippaviz; se il "clichet" vien bene la potrete ammirare anche sul giornale; altrimenti guardate di non mancare al Reinach, questa sera, chè la vedrete ancor meglio, guizzare sul palcoscenico, piena di brio, birichina e tanto, tanto simpatica. Queste son cose che le sanno già a Parma; difatti Angela la conoscono bene, e come!

Chi non la ricorda, l'anno scorso, in "Katia la ballerina"? L'Ippaviz ha un'arte semplice, ma efficace, è la stella della rivista italiana, ed è una "soubrette" graziosissima nell'operetta. E balla come poche sanno; e canta con una voce satura di calde armonie.

Basta: la presentazione è fatta. Ieri sera, con "Madama Follia" la compagnia del cav. Maresca ha debuttato; il teatro gremito, un pubblico vario e signorile. Grande ammirazione per lo sfarzo delle scene, e per gli artisti. La Ippaviz, magnifica in un bellissimo ballo, dei "Pupi", con Orsini che si rivede sempre volentieri, Riento, misurato e piacevole, la Corsini, la De Rubeis, hanno avuto approvazioni dal pubblico, malgrado che certa parte di esso sia rimasta fredda di fronte allo spettacolo; ma le riviste son riviste, e vanno considerate per quello che sono. Bene l'orchestra sotto la guida di Fragna.

«Gazzetta di Parma», 15 dicembre 1927


«La Gazzetta di Parma», 22 dicembre 1927


Con Girotondo, di Ripp e Bel Ami darà questa sera il proprio spettacolo d’onore al «Genovese» Angela Ippaviz, l’elettrica e scintillante soubrette che il pubblico nostro circonda della simpatia più schietta e durevole. Essa eseguirà, in unione ai signori Romigioli e Bissi e alle girls numeri di canto e danze speciali; e dopo il secondo atto — in omaggio alla seratante — il Bissi si produrrà nel suo repertorio eccentrico.

Serata, quindi, di grande attrattiva, che non mancherà di richiamare un pubblico numeroso e plaudente.

«Il Lavoro», 27 giugno 1928


Questa sera, al Teatro Adriano, con la ripresa, unanimamente richiesta, della brillantissima rivista «Madama Follia» si darà la serata in onore di Angela Ippaviz, l'applauditisima soubrette della Compagnia Maresca.

Angela lppaviz è venula per la prima volta a Roma in questa fortunata stagione dell'Adriano, ma son bastati pochissimi giorni perché il pubblico potesse pienamente apprezzare le singolari doti di questa artista che come cantante, come dicitrice e come danzatrice può stare alla testa delle migliori «vedette» del genere.

«L'Impero», 21 settembre 1928


Questa sera debutta al Teatro Reinach la Compagnia di Achille Maresca con un lavoro die viene a noi preceduto da grandi successi: SI.... SI... SUSETTE di Ripp e Bel Ami.  La rivista che si rappresenta questa sera per la prima volta a Parma può considerarsi fra le più riuscite. Non è possibile, in un rapido preavviso del debutto della Compagnia, seguire la sbrigliata fantasia dei due autori. I quadri del primo atto sono tutti coreograficamente interessanti e tali che affermano subito il successo. Il secondo atto è ricco di trovate, contiene la parodìa del Rigoletto e del Barbiere di Siviglia, che i viaggiatori di un dirigibile ascoltano durante il viaggio verso l'isola di Honolulu, dove appena scesi passano di sorpresa in sorpresa. Il secondo atto si chiude con grandioso finale e con una fantasmagorìa di costumi, di luci e di colori. L’interesse dei vari quadri contrariamente a quanto di solito avviene, si mantiene sempre vivo, anche nel terzo atto, pieno di trovate divertentissime.

Gl’interpreti principali sono: Angela Ippaviz, l’indiavolata soubrette, e provetta ballerina, il comico Totò, e quel simpatico attore brillante Alfredo Orsini, che tante simpatie gode fra noi. Il grandissimo corpo di ballo, sfilerà nella pposita pedana rialzata, lungo la prima fila delle poltrone. Spettacolo di primo ordine che a Bologna si è ultimamente replicato per dieci sere consecutive.

Durante la breve stagione, darà altra due novità : Il Paradiso delle donne e la Stella del Charleston.

Si assicura che sono tutti spettacoli, privi di scurrilità, ai quali possono assistere anche le famiglie.

«Gazzetta di Parma», 20 dicembre 1928


Un folto pubblico, si è riversato ieri sera al Teatro Adriano per la ripresa della brillantissima rivista di Ripp e Bel Ami «Madama Follia», il maggiore compiacimento del pubblico si è rivolto verso «Madama follia», il successo della quale è stato enorme. Musica graziosissima, danze movimentate e originali, comicità inesauribile, satira piccante e piacevolissima: tutto un insieme di attrazioni prodigate con buon gusto e signorilità.

Questa sera «Madama Follia» si replica.

«L'Impero», 6 marzo 1929


Ho parlato con Angela Ippaviz, soubrette della Compagnia Maresca, simpaticissima e vivissima stella di prima grandezza del teatro revuistico italiano, nel suo caotico e pur elegantissimo camerino tra un atto e l’altro della «Stella del Charleston» fortunata rivista che dopo «Monna Eva» costituisce un altro dei successi clamorosi della stagione. Vederla lavorare, agile, col suo bellissimo corpo lanciato in vortici di danze scapigliate e sentirla deliziosamente accennare le canzoni accorate o spensierate che costituiscono il fulcro delle riviste in cui ella recita, è sempre una gioia.

Ma averla a un passo di distanza, vederla crollare la testa cosi bruna, sotto il fuoco di fila, delle parole di compiacimento e di congratulazione, ascoltarla parlare cosi semplicemente, diventa una cosa veramente interessante.

La modestia di questa diva che non ha mai l'imbarazzo della posa e che unisce ad una abilità veramente eccezionale una sbarazzineria e una vivacità straordinaria, impressiona. In mezzo alla quantità dei costumi, dei trucchi, delle acque profumate e delle ciprie, Angela Ippaviz, mi riceve con una squisitezza inappuntabile.

Sembra che voglia farsi perdonare la sua qualità di prima donna della compagnia e alle mie domande curiose e tentatrici risponde senza affettazione:

— Che cosa volete che vi dica. Io vivo tra il palcoscenico e la mia casa, non conosco dell’esterno che le voci confuse che mi portano ogni tanto gli amici. Non mi occupo della stampa per quanto la stimi e abbia un sacrosanto terrore, ma leggo volentieri quando mi capita l’occasione quello che scrivere.

Tutta avvolta in un grande accappatoio che la cela quasi completamente ai miei sguardi indiscreti, io cerco d’indovinare il segreto di quel suo fascino che sulle folle esercita inevitabilmente e lo sorprendo in quel suo sorriso chiaro, nello splendore dei suoi occhi, nella bellezza statuaria delle linee che indovino fra i panneggiamenti e che stasera la scrupolosità di un funzionario di pubblica sicurezza ci fa ammirare solo attraverso una ricca pellicola.

Ma debbo alla fine convincermi che il suo fascino pur promanando da tutte queste cose, deve la sua principale origine dalla semplicità, che fa di questa diva una delle più simpatiche che io m’abbia conosciuto. Detto questo mi sembra inutile insistere sul fatto che ella è triestina, è colta e intelligente, e ha una viva passione pel teatro.

D'altronde sono costretto ad abbandonare il terreno. Il campanello direttoriale squilla e la grande folla reclama che si dia inizio al secondo atto della rivista.

S.


Iersera per la prima della rivista di Manca e Refrain, inscenata con lusso e buon gusto dalla compagnia Maresca, l'Adriano era gremitissimo. E l’aspettativa del pubblico non è andata delusa, che i tre atti e trenta quadri de «La stella del Charleston», pur non vantando grandi pregi di originalità sono però dialogati con brio e talora con spirito e non mancano qua e là canzoni melodiose e scenette comiche di buon gusto, danze indiavolate e motivetti orecchiabili.

La «Stella del Charleston» s'è lasciata convincere dai nemici delle danze moderne a far propaganda per il valzer, la mazurca, li minuetto, ecc., ecc.

Non manca un viaggio attraverso l'Africa (si fa anche la conoscenza del padre « della madre de «la Bepa» detta in arte Josephine Baker) e si vede Totò, novello Tom Mix, compiere prodigi d'equitazione, mentre Alfredo Orsini si traveste ora da maestro di banda africana, ora da Arlecchino, ora da apache, sempre in difesa delle danze modernissime contro il temuto ritorno del balli cosiddetti castigati.

Finalmente Angela Ippaviz finisce col riconciliarsi col charleston e con un balletto indiavolato tutto ha fine, il pubblico ammira le ballerine che fanno la tradizionale passeggiata di fine d’atto, il maestro d’orchestra, che è anche l’autore delle musichette attacca un refrain fra i migliori, e il pubblico se ne va soddisfatto.

L’interpretazione è stata ottima. Angela Ippaviz è stata una «stella» brillantissima: la sua grazia e la sua eleganza hanno conquistato gli spettatori, che l'hanno meritatamente applaudita con calore. Totò ha ancora una volta trionfato in travestimenti spassosissimi e Orsini ha avuto anche lui applausi a scena aperta.

Numerose chiamate ad ogni fine di atto e stasera prima delle repliche.

«L'Impero», 10 marzo 1929


Questa sera il Teatro Adriano farà riposo per la prova generale della nuovissima rivista «La Giostra dell’Amore» che andrà in scena domani sera, sabato, alle or 21. Questa nuovissima rivista è dovuta alia penna del ben noto e delicato poeta romano Bixio Cherubini, che ha avuto a collaboratori per la parte musicale C. A. Bixio e il maestro Frangia.

«La Giostra dell'Amore» è stata inscenata col massimo storco dalla compagnia Maresca, la quale si presenta in questa nuova rivista in una abbagliante fantasmagoria di scene e di costumi che sono stati disegnati e creati appositamente. Nella «Giostra dell'Amore» figureranno i più recenti portati dalla tecnica teatrale, e questa sarà forse la prima rivista italiana che potrà reggere al paragone di quanto di meglio si sia fatto all'estero in questo genere, che oramai ha conquistato i più grandi teatri i migliori pubblici.

«L'Impero», 16 marzo 1929


Sulla elegante comicità di questo attore d'operetta e di rivista dovrebbero parlare i pubblici di tutta Italia che con simpatia vivissima lo seguono sempre da anni. La carriera magnifica da lui percorsa e il suo mantenimento in primo piano attraverso le compagnie che l'hanno avuto sempre elemento preziosissimo è del resto la dimostrazione più pacifica del suo valore artistico.

Nelle macchiette di carattere, come nelle iterpretazioni dei personaggi più svariati egli mette sempre quella sua nota personale che lo caratterizza e lo fa amare profondamente. Truccato in maniera buffa o racchiuso in un vestito da sera impeccabile egli sa trovare sempre la nota giusta, l'esatta valorizzazione delle battute lo porta in una atmosfera d'interpretazione superiore e il più grande elogio che si possa fare a lui è che sempre e in ogni personaggio egli mette tanta della sua anima da trasformarlo in cosa viva.

1929 03 24 L Impero Il paradiso delle donne f2

Abbandonato da qualche anno il campo dell’operetta egli si è avviato trionfalmente in quello della rivista, ove miete allori indiscutibili accanto alla Ippaviz o a Totò, due magnifiche sebbene diverse figure artistiche che completano il perfetto trio che , forma la base granitica sulla quale poggia la Compagnia di Achille Maresca.

Stasera Angela Ippaviz, della quale abbiamo parlato diffusamente in un nostro precedente articolo, e Orsini danno la loro serata d’onore. Il pubblico fedelissimo non fallirà certo questa occasione per ricompensare i due attori della fatica che seralmente li fa sempre più amati e apprezzati.

S., «L'Impero», 24 marzo 1929


Non occorre presentare Angela Ippaviz, nè celebrare il suo brio scintillante, nè la grazia delle sue danze, cosi elegantemente stilizzate in ogni plastica espressione. L'arte della lppaviz, trionfatrice nel mondo revuistico, ha già avuto da tempo, anche fra noi, la sua consacrazione, e il pubblico, che la segue con crescente simpatia, non manca di tributarle seralmente la propria ammirazione e il proprio plauso.

Essa offrirà questa sera il suo spettacolo d'onore, con la rivista di Ripp e Bel Ami «Si, si, Susette...» che le darà modo di manifestarsi, ancora una volta, in tutta la sua spumeggiante vivacità e nelle sue ammiratissime evoluzioni tersicoree, obbedienti con docilità alla suggestione del ritmo, in un'armonia di flessuosità e di movenze. E dopo il secondo atto eseguirà, in unione al comico Orsini, una «Danza» di Chopin.

Lieto richiamo per il pubblico genovese, che interverrà in folla a festeggiare e ad applaudire la simpatica artista.


«Il Lavoro», 13 agosto 1929

Non occorre presentare Angela Ippaviz, nè celebrare il suo brio scintillante, nè la grazia delle sue danze, cosi elegantemente stilizzate in ogni plastica espressione. Angela Ippaviz, che lungo la fortunata stagione genovese della sua Compagnia, ha avuto modo di farsi ammirare ed apprezzare per le brillanti qualità di soubrette vivace ed espressiva, ha ricevuto ieri sera le più festose accoglienze in «Si... si... Susette», rappresentata in suo onore, in una sala fantasticamente gremita.

La bella rivista di Ripp e Bel Ami ha rinnovato l'esito lusinghiero ottenuto in precedenti stagioni, e la seratante ha conosciuto la gioia del successo più schietto, per il brio scintillante onde ha saputo avvivare ed animare i diversi, quadri. La Ippaviz è stata calorosamente acclamata — in unione al comico Orsini — in una «Danza» di Chopin, eseguita con raffinata eleganza e con mirabile scioltezza di movimenti.

Essa ha dovuto presentarti ripetutamente alla ribalta, sotto una pioggia di fiori e fra magnifiche corbeilles, mentre le veniva fatto omaggio di artistici doni. Al suo fianco, hanno cooperato al successo della serata la Moresca, la Lises, l'Eller, l'Orsini, il Marchetti, il Panchetti, il Lugara, la De Pra, la Fioretti, il Cappelli, il Cremonini, l’affiatato corpo di ballo.

Ottima, come sempre, la direzione orchestrale del maestro Coglitore. Questa sera si ritorna alla «Giostra dell'amore» di Cherubini, Bixzio e Fragna.

«Il Lavoro», 14 agosto 1929


Coll'ultima recita di «Madama follia», la trionfante rivista di Ripp e Bel Ami, si beneficierà questa sera al «Margherita» Angela Ippaviz, la sfolgorante soubrette della Compagnia Maresca, alla quale non mancherà l’omaggio cordiale e caloroso di una folla di spettatori. Con questa recita la Compagnia chiuderà il breve ciclo delle sue rappresentazioni. congedandosi dal nostro pubblico.

«Il Lavoro», 12 settembre 1930


Angela Ippaviz la briosa soubrette triestina della grande Compagnia Italo-Viennese del cav. Achille Maresca, sarà l'interprete di un grande film-rivista col quale verranno «lanciate» alcune canzoni destinate, almeno nelle intenzioni degli editori, a oscurare tutta la produzione passata, presente e... futura.

«Il Piccolo delle ore diciotto», 2 febbraio 1932 


«Il Piccolo di Trieste», 31 marzo 1932

«Il Piccolo di Trieste», 31 marzo 1932

1932 04 01 Il Piccolo di Trieste Angela Ippaviz T«Il Piccolo di Trieste», 1 aprile 1932

1932 04 08 Il Piccolo delle ore diciotto Angela Ippaviz«Il Piccolo di Trieste», 8 aprile 1932


La deliziosa «vedetta» della grande Compagnia di riviste italo-viennesi, che questa sera debutta al Politeama Rossetti con la nuova rivista in 2 atti e trenta quadri di Ripp e Bel Ami «Ja.. Ja... Susette»

«Il Piccolo delle ore diciotto», 4 novembre 1939


Riferimenti e bibliografie:

  • Simone Riberto, alias Tenente Colombo
Sintesi delle notizie estrapolate dagli archivi storici dei seguenti quotidiani e periodici:
  • «Il Piccolo di Trieste», 21 maggio 1926
  • «Gazzetta di Parma», 10 dicembre 1926
  • «Il Lavoro», 21, 22 giugno 1927
  • «Il Popolo di Trieste», 29 luglio 1927
  • «Il Lavoro», 15 - 27 novembre 1928
  • «La Gazzetta di Parma», 15 - 22 dicembre 1927
  • «Il Lavoro», 27 giugno 1928
  • «L'Impero», 21 settembre 1928
  • «Gazzetta di Parma», 20 dicembre 1928
  • «L'Impero», 6 - 24 marzo 1929
  • «Il Lavoro», 13, 14 agosto 1929
  • «Il Lavoro», 12 settembre 1930
  • «Il Piccolo delle ore diciotto», 2 febbraio 1932
  • «Il Piccolo di Trieste», 31 marzo 1932
  • «Il Piccolo di Trieste», 1 - 8 aprile 1932
  • «Il Piccolo delle ore diciotto», 4 novembre 1939