Ora Giovanna Ralli pensa a sé stessa

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1964 05 09 Tempo Giovanna Ralli intro

Con quarantacinque film all’attivo in tredici anni di carriera, Giovanna Ralli pensa di essere pronta solo adesso ad inseguire il successo. Finora ha lavorato per garantire un sicuro avvenire ai suoi familiari

Roma, aprile

«Sono stati giorni molto agitati — dice Giovanna Ralli: — la moglie di Massimo aspettava un bambino, c’erano gravi complicazioni, non si sapeva se sarebbe nato». Massimo, chi? «Mio fratello», sorride l’attrice. Ma non è quello che due anni fa o tre («Tre anni» precisa) andò a fare il soldato? Si, è proprio lui. E dunque, diciotto più tre uguale ventuno: questa elementare operazione significa dunque che suo fratello è già padre a 21 anni? Piuttosto svelto, non c’è che dire. «Be’, si — dice Giovanna con naturalezza. — Erano molto innamorati e si sono sposati. Ha avuto una bambina splendida. Patrizia ne è felicissima, le sta sempre vicino, la vuole in braccio per far finta di darle il latte». Oh. Dio. e chi è questa Patrizia? «Patrizia? E mia nipote. ha nove anni, è la figlia della mia sorella maggiore». Dunque significa che c'è anche una sorella minore?

Certo che c’è. e anche lei (soggiunge la Ralli) si è sposata nell’ottobre scorso. «Anzi, le dirò, aspetta un bambino anche lei: nascerà la prossima estate». Ah. bene, dunque la famiglia si moltiplica; tutti si sposano, fanno figli, e lei? «Io — risponde Giovanna, senza raccogliere l’allusione implicita nella mia domanda — ne sono felicissima». E lo dice con tanto calore che non ne dubito affatto. Ma l’interrogativo resta. E lei? Possibile che lei non pensi a se stessa? Possibile che si accontenti di questo ruolo di capo-famiglia, che ricopre ormai da anni, che le basti partecipare alle gioie familiari degli altri senza chiedersi: e la mia famiglia? Diciamo la verità: magari se lo chiede. Ma occorre precisare che vivere per gli altri (fin da quando a 13 anni andò a fare la sarta) è sempre stato il suo destino.

1964 05 09 Tempo Giovanna Ralli f1TRASTEVERINA PUROSANGUE, Giovanna Ralli è stata scoperta giovanissima dal cinema: aveva appena quindici anni ed erano i tempi in cui Cinecittà era affollata dagli "attori presi dalla strada" e dalle "maggiorate fisiche". La Ralli, in tredici anni di carriera ha però dimostrato di unire alla bellezza fisica anche un autentico temperamento. Tra i suoi film, dopo "La famiglia Passaguai fa fortuna”, vanno ricordati: "Villa Borghese”. "Le ragazze di Sanfrediano", "Il generale della Rovere”, "Era notte a Roma" e "Viva l'Italia”.

Destino, però, è parola grossa: implica fatica, sacrificio. E magari la fatica c’è stata: 45 film (il primo lo girò che aveva 15 anni) sono tanti. Ma il bravo artigiano: l’orefice, l'ebanista. l’orologiaio, chiama forse faticare il suo lavoro di tutti i giorni? E Giovanna è proprio come loro: una brava artigiana del cinema.

Un ricordo piacevole

Sistemati i suoi, è rimasta sola nella grande casa-madre ai Parioli; assolta la sua missione. è rimasta sola davanti alla vita. Tutto ciò (insieme al buon andamento del lavoro) le dà un piacevole senso di distensione. Me l’aveva detto anche la sua press-agent: «Vedrai. Giovanna negli ultimi tempi è cambiata. Adesso è serena, molto più aperta, chiacchiera volentieri». Dubito per principio dei suggerimenti dei press-agent. La realtà che essi vogliono far figurare è spesso l'opposto di quella vera. Prendono in esame il cliente, fanno la diagnosi delle sue manchevolezze pubblicitarie, e trasformano queste in virtù. Talvolta (è il caso più benevolo) partono da un seme di verità. Devo riconoscere, nel caso della Ralli. che questo seme esiste; anzi è addirittura una pianticella. Me ne accorgo quando le chiedo di Tognazzi.

Li per lì: «Ma non è vero niente». ribatte l'attrice chiudendosi come faceva una volta dietro un muro di silenzio. E si capisce: è la reazione dell’abitudine. La stessa tenacia che altre hanno messo nello sbandierare i loro flirt, Giovanna l’ha messa fino ad oggi nel nascondere i propri. Il risultato è stato abbastanza contraddittorio. Per i giornali, la Ralli è perpetuamente innamorata: non si sa bene di chi. ma innamorata di sicuro. Anzi è l’attrice "innamorata’* per antonomasia. Del resto chi più nega, più viene sospettato: è una legge che riguarda le persone che hanno una vita pubblica. Forse Giovanna se n’è accorta, e perciò quando insisto: a Be’, sì — ammette — una simpatia c’è stata». Ma solo una breve simpatia. E non quando l’hanno scritto: prima. Cominciò con Liolà. Anzi, con la prima scena di Liolà: una scena d’amore. «Il guaio — sorride l’attrice — fu tutto li. Tanto più che Ugo si era messo un posticcio». Che cosa si era messo? c Un posticcio, cioè dei denti finti. Non che i suoi siano brutti, però quando ride non si vedono bene, e siccome doveva fare un sorriso smagliante. da siciliano, così...». Così, tra il posticcio, gii abbracci imposti dal copione e le battute di Ugo. insomma succede (vedi Liz Taylor), la finzione prese la mano ai due attori; la Sicilia fece il resto; ma a Roma, o poco dopo, la simpatia si spense. Le sopravvive un ricordo piacevole, l’amicizia rinsaldata dalla scoperta di gusti comuni (entrambi amano la pittura e Giovanna ha fatto comperare a Ugo "un sacco" di Guttuso), la tenerezza con la quale l’attrice parla di lui. «Tognazzi? E’ un gran bravo ragazzo».

1964 05 09 Tempo Giovanna Ralli f2UN’IMPORTANZA PARTICOLARE riveste per la Ralli, "La vita agra", il film che Carlo Lizzani ha tratto dal fortunato romanzo di Bianciardi e di cui l’attrice è protagonista accanto ad Ugo Tognazzi. Il film dovrebbe infatti fornire l’occasione per raggiungere quel successo che spesso le è stato a portata di mano ma che, per vari motivi, non ha mai saputo trattenere in maniera definitiva. La Ralli si prepara ad aggiungere un nuovo film, "La fuga”, ai quarantacinque interpretati finora.

Divertente, simpatico. ”caciarone”. E questo lo sanno tutti. Però talmente serio nel suo lavoro. Così pieno d'entusiasmo, che trascina tutti. E mentre da un lato è tutto lavoro. dall’altro è tutto casa, molto attaccato al Aglio, devoto ai suoi affetti. «Credo — conclude benevola la Ralli — che sarà un ottimo marito». Ormai, del resto, lo conosce bene. Dopo Liolà. ha girato con lui un altro film. La vita agra, che esce in questi giorni e dal quale (è inutile dirlo) si aspetta molto. L'ha interpretato con grande passione, e non soltanto passione professionale. La storia di Olga le ha ricordato infatti qualcosa di suo, e Giovanna ha finito con l’identificarsi con il personaggio. Non solo perchè si tratta d’una ragazza romana, ma soprattutto perchè è un tipo appassionato, sincero.

«E’ per questo che non sono d’accordo con Lizzani, perchè ha cambiato il Anale. Per me era più giusto quello del libro di Bianciardi. Insomma, io non credo che quando il protagonista comincia a far soldi, in conseguenza di ciò debba smettere d’amare». Per chi non conosce il romanzo, sono parole di colore oscuro. In sostanza si tratta di questo: nel momento in cui viene assimilato dalla città e dalla società del confort, è giusto che l’anarchico protagonista spinga il suo inserimento fino al punto di lasciare la donna che gli è stata vicina fino ad allora, per tornare con la moglie che non ama? Bianciardi ha lasciato le cose in sospeso; Lizzani ha risposto di sì; Giovanna dice: «Assolutamente no...».

Bisogna vedere con che calore difende la sua tesi, il loro (dice) non era un flirt, era un amore autentico... maturato nelle difficoltà.. Cera stato un vero e proprio dialogo tra i due... I soldi, va bene; ma che c’entrano i soldi?... Si direbbe proprio che, mettendosi nei panni del protagonista maschile, ella difenda qualcosa di suo. in cui crede. Ne approfitto per porle (è il momento giusto) una domanda trabocchetto: «Ma lei — le chiedo — sarebbe capace di affrontare, per amore, una situazione irregolare che durasse tutta la vita?». La risposta di Giovanna è inaspettatamente rapida e decisa: «Oggi ne sarei capace. Sette anni fa. non lo fui, e me ne sono pentita.. Oggi, l’uomo che amavo, è libero e io sarei felice...». Ecco: un’altra porta si schiude sulla vita sentimentale della Ralli. Si tratta, è vero, d’una storia conosciuta.

E' rimasta autentica

Ma, fino ad oggi, lei non ne aveva mai parlato, e tanto meno in questi termini. Che sta succedendo? L’attrice è dunque cambiata a tal punto? Direi di si; ma il fatto che oggi possa parlare di questi argomenti fino ad ieri tabù, non significa che voglia farsi con essi una pubblicità retrospettiva; è soltanto la prova che li ha ormai superati. Diciamo la verità: il cuore ha avuto una grande parte nella vita di Giovanna Ralli. Secondo una sua esplicita confessione, il primo "uomo” che le rivelò la sua femminilità era un ragazzo che ogni giorno l'aspettava a) ritorno da scuola e le calava un panierino dalla finestra; e non lo ritirava Ano a quando lei non ci aveva messo qualcosa. un bigliettino, un fiore, la sua merenda. Lui aveva dodici anni, lei undici.

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Romana da sette generazioni (come è piace ricordare), Giovanna ha portato nella sua carriera i vantaggi e il peso di ima natura istintiva, straordinariamente vitale; ed è opinione comune che se avesse dedicato alla sua carriera lo stesso tempo e interesse che ha messo nelle sue violente, spesso drammatiche, passioni, oggi chissà dove sarebbe arrivata.

Non so. In fondo la Ralli è sempre "nuova” perchè non ha mai stancato con la pubblicità. Piace perchè la gente capisce che è rimasta autentica. Mentre tante altre hanno rapidissimi successi e rapidissimi declini, lei è riuscita da sola a tirare avanti per tredici anni. Con tutto ciò. non nego che un po' di diplomazia non le avrebbe giovato, e forse adesso l’ha capito anche lei. Ne vedi qua e là i segni. Il press-agent che si occupa delle sue public-relations. Il flirt che sembra aver preso nella sua vita il posto delle passioni. Il film (La fuga), che sta per iniziare, dove sarà truccata dal sofisticatissimo G ber ardi. Che significa tutto ciò? Significa che a ventotto anni, più bella che mai, l’attrice più scontrosa del cinema italiano ha deciso, dall’alto dei suoi 45 film, di strizzare timidamente l’occhio al successo.

M.S., «Tempo», anno XXVI, n.19, 9 maggio 1964 - Fotografie di Angelo Frontoni


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M.S., «Tempo», anno XXVI, n.19, 9 maggio 1964 - Fotografie di Angelo Frontoni