Claudia Cardinale, non faccia capire che è francese

E’ la raccomandazione che i produttori fanno continuamente a Claudia Cardinale. Per accontentarli l’attrice sta ora studiando dizione per cancellare dalla voce ogni inflessione straniera
Roma, marzo
«A Parigi — dice Claudia Cardinaie con l’aria un po’ svagata (ha finito adesso due ore di lezione d’inglese, fra poco dovrà uscire per recarsi dal "professore della voce”) — che ho fatto? Sono andata girellando per i negozi come al solito: mi piace comprare una spilla qui un fazzoletto là, una sera sono stata a teatro, e poi... ah, sì ho visto Marcel Carnè». Il regista dei blousons noirs ha voluto incontrarla per un film: si tratterebbe di una "Dame aux camelias” moderna, attualizzata... «Perchè ha pensato a me? Ah, non lo so...». Comunque, il film non è ancora deciso; però le piacerebbe, sì, fare un film in Francia... Scuote la testa, ribellandosi ad un pensiero molesto, e quindi aggiunge: «In fin dei conti, anche se non dovrei dirlo, io mi sento un po’ francese...».
CLAUDIA CARDINALE sulla terrazza dell'Arc du Triomphe a Parigi: alle sue spalle un gruppetto di marinai belgi in giro turistico come lei. Queste foto sono state fatte in occasione di un suo breve soggiorno nella capitale francese che l’attrice dichiara d’aver dedicato alle compere.
Il pensiero era questo: ci sono cose che una attrice può dire e altre che non deve dire. Non è un pensiero suo, sono gli altri che hanno cercato d’inculcarglielo, distinguendo: queste sì, queste no. E fra le cose "vietate” alla Cardinale c’è anche questa: confessare che si sente un po’ francese. Perchè? «Beh — comincia Claudia abbozzando un sorriso e stringendosi rassegnatamente nelle spalle — uno lavora installa e quindi...». Non finisce la frase, ma il senso è questo: «E quindi dovrebbe dipingere di bianco di rosso e di verde anche i suoi più innocui pensieri».
Se si facesse il decalogo delle cose vietate ad una attrice, ne risulterebbe certamente il ritratto di un essere acefalo. Per sua fortuna, Claudia è una ragazza che non soltanto pensa con la sua testa ma non può assolutamente rinunciare a dire o fare certe cose. Altrimenti, le sembrerebbe di diminuirsi ai propri occhi, di tagliarsi via un pezzettino di se stessa. Lo si vede anche nelle cose secondarie. Ora, per esempio, la sua Casa di produzione ha deciso che essa deve cambiare voce, e Claudia in linea di massima ha accettato. «Sì, lo so benissimo — dice — che la mia voce è impostata male. Certe volte — ride — mi capita di sentirmi dire: ma lei, signorina, è un po’ raffreddata?...».
CLAUDIA CARDINALE è oggi a una svolta decisiva della sua carriera. Dopo aver ben assolto a molti e spesso difficili ruoli di comprimaria, ha raggiunto la maturità necessaria per affrontare un film come interprete. Si parla di lei per ”Il Gattopardo” e per una riedizione della "Signora delle camelie”.
Però, la cambierà fino a un certo punto, e cioè la migliorerà un po’ nel tono; e basta. «Non voglio mica — conclude corrugando le sopracciglia - — che mi venga una voce da soprano...». Probabilmente, neppure con anni di esercizi e di applicazioni otterrebbe un simile risultato; ma il solo sospetto che potrebbe, ecco, vedete, la mette sulla difensiva. «Questa è la mia voce — aggiunge specificando con intenzione vocali e consonanti e accentuandone il tono basso e rauco — e se a qualcuno non piace non la stia a sentire...». Mi fissa e ride. A lei piace?, ha l’aria di dire. «E del resto — soggiunge, fingendo di darsi importanza, accennando ad un moto divertito di civetteria — c’è anche gente, sa, a cui piace. Mica tutti mi chiedono se sono raffreddata... C’è anche chi mi dice — e qui spalanca gli occhi, assume un tono sussurrato, di favola —: ”Ah, signorina, che voce interessante che ha”».
Si era protesa leggermente in avanti, ora appoggia la schiena al divano nuovo di gommapiuma, fissa gli occhi al soffitto e la sua bocca assume una piega triste. C’è un problema serio, sotto questa storia della voce. E’ il problema che si presenta a tutte le giovani attrici quando escono dallo stato di crisalidi, e cominciano a recitare. Il doppiaggio. Essere doppiata da un’altra voce nel film ”La ragazza con la valigia” (il primo in cui ha retto un personaggio difficile, dalla prima all’ultima inquadratura), è stato per la Cardinale un dolore. «Sì, lo so — si ripete — che, inciso, il mio accento francese diventa doppio: sì, è vero che tutti gli italiani hanno una bella voce; ma io recito d’istinto». Cioè, vuol dire, sentimenti espressione tono di voce sono tutti una cosa, è difficile separarli, appiccicarci sopra l’etichetta di un altro: e così Claudia, fra queste due forme di alienazione, cambiare un po’ la propria voce e sentire parlare un’altra sullo schermo, ha scelto la prima.
L'ATTRICE E' IN QUESTI GIORNI libera da impegni di lavoro. Non di meno la sua giornata è molto intensa: ginnastica, danza, dizione, lingue straniere sono i suoi quotidiani appuntamenti. Uno fra i suoi ultimi film ” La viaccia”, sarà presentato al festival di Venezia.
NATA A TUNISI, dove è vissuta sino all’età di diciotto anni, Claudia Cardinale è stata per un breve periodo in Francia e quindi a Roma dove ha iniziato la sua vita artistica. Vive con la madre, la sorella e un fratello che sta tentando la carriera cinematografica.
Quella che sta attraversando è una tipica crisi di crescenza: la crisi dell’ ”anno terzo”. Lo si capisce da tanti segni. Dalla sua inquietudine, che smorza l’eco squillante del suo riso; dall’incértezza circa la scelta, ora diventata più problematica, dei film che girerà; da certi toni, se non risentiti, ironici: «Come mi amministro? Vuol dire come amministro ciò che guadagno? Ho capito, anche lei pensa che io sia miliardaria...». Lo si capisce dalla serie di impegni ai quali ogni giorno deve applicarsi. A quest’ora, sono le cinque del pomeriggio, Claudia ha già fiatto due ore di ginnastica e danza, due ore di conversazione in inglese, fra poco uscirà e passerà due ore nello studio del professore della voce. Quando mi ha raggiunto nello studio al terzo piano aveva il volto un po’ stanco ed è entrata di corsa, come una palla da tennis — questa è l’impressione che mi ha fatto — respinta dalla racchetta della insegnante di lingue nella mia metà-campo. Vedete? Uno va a trovare un’attrice a casa sua (ed è una casa di campagna, ai cui vetri picchiano le fronde degli alberi), pensa di trovare ima persona serena, e invece trova una macchina in azione.
Del resto, anche la topografia della casa sembra studiata in funzione di ciò. In ogni piano, e sono tre (la casa è fatta a scale), c’è una stanza riservata ad una delle attività della proprietaria: al seminterrato, la palestra: rudimentale ma spaziosa. «Adesso — dice l’attrice — ci abbiamo fatto applicare delle sbarre, per gli esercizi svedesi...». Al pianterreno l' "ufficio”, dove Claudia parla al telefono e, aiutata da Monique la segretaria, risponde alle lettere degli ammiratori, firma le fotografie... Al primo piano la stanza da letto, e qui la Cardinale studia i copioni; al secondo, lo studio privato, dove legge, quando ne ha tempo, fa le interviste, le fotografie, discute le proposte di lavoro...
”LA RAGAZZA CON LA VALIGIA”, posto in distribuzione poco tempo fa, è il film più recente di Claudia Cardinale; è anche il primo che l’abbia avuta come protagonista. Narra la vicenda di una ballerinetta e di un giovanissimo. L’attrice è sempre stata doppiata; ha una voce giudicata anche un po’ troppo caratteristica. I passatempi dell’attrice hanno tutti per teatro le mura di casa; le piace raccogliere mobili antichi e dischi di musica leggera, di cui ha riempito un’ampia discoteca.
Ora compiamo l’itinerario nel senso inverso: scendiamo. La casa è immersa nel silenzio. L’attrice mi precede, accendendo le luci delle scale. Da qualche parte, nella casa, qualcuno ha messo un disco con una vecchia aria armoniosa. A questo suono Claudia, dimenticando tutti i suoi problemi, toma di buonumore. «Ecco, vede — mi dice al pianterreno, tirando fuori da uno scaffale dell’ "ufficio” una fotografia di Marion Brando — questo è l’attore che preferisco...». Sorride, come chi ha commesso una impertinenza da ragazzina, ma le sue ultime parole, sulla porta, sono ancora da ragazzina: «Purché non ingrassi troppo, altrimenti non mi piace più...». Vista da qui, Roma è soltanto una striscia di luci, sfavillanti quelle della via Olimpica, quasi rosse quelle delle case.
A.D., «Tempo», anno XXIII, n.14, 8 aprile 1961- Fotografie di Chiara Samugheo
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| A.D., «Tempo», anno XXIII, n.14, 8 aprile 1961- Fotografie di Chiara Samugheo |
