A Claudia Cardinale hanno ordinato di crescere

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La Claudia Cardinale vista a Venezia per la prima volta nei panni appariscenti della diva è stata una grande sorpresa per quanti ne ricordavano la timidezza e la semplicità quasi impacciate

Nel biglietto che mi passò il pilota c’era scritto: "Ha paura se facciamo il giro della morte?”. Sul piccolo aereo a due posti che mi avevano messo a disposizione, non c’era modo di parlarci altrimenti». Così Claudia Cardinale è arrivata a Venezia con un aereo che piroettava e si abbandonava a lunghe picchiate a motore spento. «Mi divertivo moltissimo stavolta. Riempivo il pilota di foglietti che esigevano sempre nuove acrobazie». Di colpo si fa silenziosa. Guarda fissa e sorride, ma con le labbra soltanto; è difficile leggerle uno scintillio negli occhi color nocciola, duri.

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Il suo viso è ritornato tre volte quest’anno sugli schermi del Festival, in tre film italiani: "Rocco e i suoi fratelli” di Visconti, "I delfini” di Maselli e "Vento del Sud” del giovane Enzo
Provenzale; quest’ultima pellicola, che ' affronta la piaga della mafia in Sicilia, è stata proiettata fuori concorso, nella sezione informativa.

«Spero di tornare ancora a Venezia, tutti gli anni, finché non mi riuscirà di vincere il premio!». «Ma non ha detto che non ci crede al suo destino di attrice?». «In due anni veramente ho fatto dieci film». Si morde le labbra. Si è accorta di avere rinnegato con una battuta, tutte le paure di cui aveva parlato poco prima: lei, diventata attrice per caso e ancora dominata da un complesso di inferiorità verso il mondo del cinema. E’ irritata, non smarrita. Forse non riesce più a rendersi conto di quale sia il suo personaggio ufficiale. I suoi "press-agents” infatti le hanno cambiato le carte in tavola da un giorno all’altro per il Festival di Venezia. Fino a ieri Claudia Cardinale era "la ragazza che non si doveva vedere”; in ogni caso quando la si vedeva doveva evitare ogni gesto scandalistico e rispondere ai giornalisti di essere arrivata al cinema suo malgrado, di non sentirsi ancora un'attrice e parlare a lungo dell’angoscia che l’afferra ogni giorno sul "set”.

A VENEZIA una piccola polemica è nata anche per Claudia Cardinale: L’attrice era giunta infatti da Parma su un aereo di tipo militare, ma di proprietà di un ente privato; così qualche giornale ha lanciato la frettolosa accusa che il Ministero della Difesa andasse spendendo denaro per il cinema. DIECI SONO I FILM interpretati dalla Cardinale sino a oggi e con un ritmo sempre crescente. Al Festival era addirittura presente con tre pellicole. Segno di questa sua fortuna professionale la bella casa che si sta facendo arredare alla periferia di Roma; è stata ricavata da un vecchio e rustico casale di campagna.

A Venezia le hanno ordinato di diventare, almeno cinematograficamente, maggiorenne. Per presentare i suoi film in concorso l’hanno fatta arrivare due volte, in gran fretta, su un aereo personale da Parma, dove stava finendo di lavorare ne ”La ragazza con la valigia” di Zurlini. Dopo le acrobazie, la Cardinale, fedele agli ordini del suo ”press-agent”, si è calata in paracadute nella lunghissima automobile di tipo presidenziale che l’attendeva. L’auto è quindi partita immediatamente alla volta dell’Excelsior, preceduta da ventisette scooteristi in tuta bianca e seguita dalle quattro vetture del produttore, dei ”press-agent”, del capo-ufficio stampa, degli addetti a) cerimoniale.

All’Excelsior la nuova diva è stata accolta dai 150 ragazzini dai 6 ai 10 anni, reclutati per l’occasione dalla produzione a 2000 lire a testa, armati dei fatidici blocchetti per gli autografi e del grido «Claudia, oh Claudia!». Non l’hanno più abbandonata per tutto il giorno nelle estenuanti marce forzate dal bar al salone, dal salone alla spiaggia, al Casinò.

Non ha perso il segno degli anni passati in Tunisia. Nonostante gli studi di dizione («D’ora in avanti voglio doppiarmi sempre; forse che non ho recitato anche in inglese?») la sua ”erre” è rimasta francese. E francesi d’altra parte (come la sua segretaria).sono le predilezioni della diva: De Musset, Parigi, Jean Marais. Brigitte Bardot, lo champagne. Però non fuma; odia la vita mondana e non sa neppure ballare.

Si dondola sulla sedia-sdraio e guarda intorno, con pigrizia. Rientra nel suo cliché di modestia. «Quest’inverno, quando lavoravo contemporaneamente ne ’T delfini” e in "Rocco”, volando due volte alla settimana da Milano ad Ascoli Piceno, cominciai a pensare che forse ero un’attrice davvero. Era una faticaccia; due volte alla settimana dovevo cambiarmi il colore dei capelli».

DOPO "ROCCO E I SUOI FRATELLI” nel quale ha una piccola parte, Claudia Cardinale farà un altro film con Visconti, ma come protagonista. Sarà messo in cantiere nella prossima estate e avrà per titolo "Carmen”.

«Quale dei due film preferisce?». «Io non volevo tingermi, mi piaccio di più al naturale, ma i registi sono stati inflessibili». E’ rimasta ai capelli, ma si riprende subito.

«”I delfini” in un certo senso sono stati una liberazione per me; era la prima volta che non facevo la siciliana. Ma "Rocco” ce l’ho nel cuore». Eppure la parte di Ginetta, la commessa dei grandi magazzini che sposerà il primo dei fratelli di Rocco. Vincenzo, non era molto importante. «Lavorare con Visconti... Pensare che il giorno che lo conobbi, poco più di un anno fa, avevo paura perfino a rivolgergli la parola. D’altra parte era proprio un destino per me: ii primo film che vidi quando capitai al Lido tre estati fa, ed ero soltanto una miss, fu proprio "Le notti bianche"».

La Cardinale ha avuto parecchie proposte da Hollywood, ma sempre per contratti troppo lunghi e indefiniti; l’ultima però era molto seria: si parlava di un musical forse a fianco di Frank Sinatra. Già stava meditando di rompere il contratto che la lega alla Vi-des, quando le arrivò una nuova offerta del regista di "Rocco”. «Figurarsi, fare un altro film con Visconti! E poi come protagonista, Carmen addirittura. Ma non sa che Visconti da un sasso è capace di tirar fuori un’altra Eleonora Duse...». Ha già provato i costumi della sigaraia andalusa. «Come tipo non mi sembra neanche di essere inadatta... Ma ho una paura!».

IN QUESTI GIORNI Claudia Cardinale sta ultimando a Parma "La ragazza con la valigia” sotto la direzione di Zurlini. E’ la vicenda di una modesta attrice di varietà ne si innamora di un giovanissimo e che, nell’amore, ritrova l’ingenuità e la freschezza degli anni della sua fanciullezza. In questo film l’attrice doppierà se stessa.

Visconti invece ha fiducia; la manderà in Andalusia a imparare. «Quando gli spagnoli non si volteranno più a guardarla perchè balla il flamenco — ha detto — sarà pronta per la mia Carmen». Per il resto Claudia Cardinale non si preoccupa. Intanto si sta facendo un po’ di orecchio musicale nel film di Zurlini, che ha girato a Parma e a Milano Marittima: la sua Aida, suona le maracas in una orchestrina paesana. «E’ una ragazza buffa e un po’ patetica, perchè tutti le fanno del male». Le piace soprattutto perchè non è siciliana (le sta rinascendo l’incubo da quando ha in vista la partecipazione televisiva al romanzo sceneggiato tratto da "Mastro Don Gesualdo” di Verga). «E poi è un personaggio importante. Sto sempre in scena». film era in cantiere da quattro anni; per la parte della protagonista si era parlato di Sofia Loren. E’ la storia di una ragazza chg dal paese scende in città con la sua valigetta e in mezzo a tutte le difficoltà incontra la simpatia di un ragazzino, con cui stabilisce un legame di affetto umano che la aiuterà.

«Voglio diventare un’attrice capace di recitare in parti di tutti i generi, anche brillanti, e smetterla di avere sempre paura».

JACQUES PERRIN, il figlio del direttore dell’Accademia di Francia, lavora con la Cardinale nel film di Zurlini. Ha poco più di quindici anni ed è quindi naturale che la notizia di alcuni giorni fa, che l’attrice e il ragazzo stessero per fidanzarsi, ne abbia provocato l’irritazione.

Forse la sua carriera non è poi nata così casualmente. La abilità con cui Claudia Cardinale sa nascondersi dietro un abito di insicurezza fa sospettare che non sia poi tanto bambina e che dove vuole arrivare lo sappia già da tempo, e di preciso. Basta vedere il puntiglio con cui segue gli ordini del suo "press-agent”, quando questi a un tratto la fa alzare e bruscamente la trascina di nuovo dal coiffeur che le ha gonfiato i capelli dalla parte sbagliata, e la vanità con cui sfoggia i vestiti del valore di 4 milioni di lire raccolti nel suo prezioso baule. Dalla valigia al baule: ora che l’hanno promossa diva, la chiameremo ”la ragazza col baule".

A. D., «Tempo», anno XXII, n.39, 24 settembre 1960 - Fotografie di Parimage


A. D., «Tempo», anno XXII, n.39, 24 settembre 1960 - Fotografie di Parimage