Il nuovo amore di Anna Maria

Nicola Maldacea


Abbiamo scoperto per primi l’uomo che ha preso il posto di Vittorio Gassman nel cuore della Ferrero: è il giovane attore francese Jean Sorel che, dopo averla incontrata solo quattro volte, si dichiara pronto a sposarla al più presto

Parigi, ottobre

È normale, a Parigi, imbattersi in una coppia d’innamorati che si abbraccia e si bacia in pubblico. E’ una scena talmente ordinaria sui boulevard» e lungo la Senna, che la gente, ormai, non ci fa più caso: fa parte del panorama della città, né più né meno della torre Eiffel.

Eppure, la mattina di venerdì 14 ottobre, una di queste scenette è riuscita a provocare un certo scompiglio alla Gare de Lyon, la principale stazione ferroviaria di Parigi. La ragazza che è scesa trepidante dall’"espresso del Sempione" in arrivo da Roma, e il giovanotto che l’attendeva ansiosamente sotto la pensilina, non sono passati Inosservati. In realtà, lei somigliava troppo alla protagonista della Notte brava e lui a quello dei Dolci inganni perchè una buona parte dei viaggiatori presenti non riuscisse a identificarli e, quindi, a interessarsi alla scena del loro incontro.

Parigi. Anna Maria Ferrero e il giovane attore francese Jean Sorel con il quale, come ha dichiarato in una eccezionale intervista esclusiva col nostro giornale, si è fidanzata e che intende sposare al più presto. Anna Maria, che un mese fa ruppe, dopo sette anni, il suo fidanzamento con Vittorio Gassman (vedi «Gente» n. 41, 1960), conobbe Jean Sorel durante un cocktail a Roma nell'aprile scorso. Successivamente i due giovani attori si incontrarono ancora due o tre volte, e questo bastò a convincerli di essere fatti l’uno per l’altra. Jean Sorel, che attualmente appare sugli schermi italiani nel film « I dolci inganni » diretto da Alberto Lattuada, ha 26 anni (sei mesi più di Anna Maria Ferrero), ed appartiene ad un’antica e illustre famiglia marsigliese. Jean ha combattuto per tre anni in Algeria e ha recitato a lungo in teatro.

Uno di questi occasionali spettatori, il meno discreto, mezz’ora dopo telefonava a Roma per consigliarci di andare subito a vedere l’ultimo film di Lattuada. L’amico non era impazzito improvvisamente: dei due giovani che si scambiavano tenere effusioni sotto la pensilina della stazione di Parigi, lui aveva riconosciuto soltanto la ragazza, Anna Maria Ferrero. «Non so come si chiami il giovanotto», annunciò costernato «ma posso dire che proprio ieri l'ho visto recitare in un film: è sicuramente uno del due attori francesi dei Dolci inganni».

Quando, due giorni dopo, sono giunto anch’io a Parigi sapevo con sicurezza che Christian Marquand e Jean Sorel avevano preso parte, la scorsa estate, all’ultimo film di Lattuada. Ma chi del due era l’Innamorato della Gare de Lyon? A scoprirlo mi ha aiutato un mazzo di rose e un biglietto dai quali mi sono fatto precedere all’Hótel California, l’albergo dei Campi Elisi dove sapevo che abitava Anna Maria Ferrero. Il biglietto diceva: "Complimenti, siete veramente una bella coppia": sei parole apparentemente innocue, ma che, appena un’ora dopo essere state scrìtte, rivelarono di possedere la stessa efficacia di una formula magica.

«Come l’hai saputo?», chiede, infatti, Anna Maria Ferrero nei vedermi. La hall dell’albergo dove ci troviamo è deserta e silenziosa, un ambiente ideale per raccogliere confidenze. Rispondo con una domanda: «Dov’è lui, ora?» «Lavora», dice Anna Maria. «Sta doppiando in francese il film che ha girato a Roma con Bolognini». Non possono esserci dubbi: il giovanotto della Gare de Lyon è Jean Sorel; lui e non Marquand ha, infatti, interpretato La giornata balorda di Bolognini. Ormai non ho più bisogno d’insistere con i tranelli; chiedo scusa ad Anna Maria e le confesso sinceramente tutto. «Ormai sei qui», dice «tanto vale che tu sappia come stanno esattamente le cose. Più tardi verrà Jean, e parlerai anche con lui».

«E' avvenuto tutto in fretta», comincia l’attrice «ma non per questo, ora, mi sento meno sicura della decisione che ho preso. Sei mesi fa credevo ancora di poter sposare Gassman, tra sei mesi, sicuramente, diverrò, invece, la moglie di Jean Sorel. Curioso ma è cosi». «Evidentemente, non credi che il grande amore possa venire una sola volta nella vita di una donna».

«Era uno dei miei punti fermi», dichiara Anna Maria. «Ma Jean mi ha dimostrato che avevo torto. Del resto, che cosa è stato il mio grande amore con Gassman? Dei sette anni trascorsi insieme, almeno sei sono di troppo, e in tutto questo tempo il merito maggiore di Vittorio è stato quello di non avermi sposata. Sono cose che, purtroppo, ho incominciato a capire soltanto da poco. Appena sei mesi fa, ripeto, ero ancora dell'opinione che, dopo aver tentato tutte le strade per arrivare a comprendersi, due persone potessero servirsi anche del matrimonio come ultimo tentativo. Un’idea assurda, ma a tanto ero arrivata. Mi sento e sono una donna normale, con un'intelligenza media, con qualità ordinarie e aspirazioni borghesi: tutte definizioni, queste, che non servono per Vittorio Gassman. Il mio problema vitale con lui, dopo i primi entusiasmi, fu di cercare di annullare queste differenze, e per riuscirci la vita ci offriva due sole possibilità: a me quella di salire al suo livello, a lui quella di adattarsi al mio. Naturalmente l’impresa non è riuscita.

Ma io, fino a sei mesi fa, speravo ancora di farcela. Sette anni sono tanti nella vita di una donna. Un genio può permettersi di essere prodigo, può contare sull’eternità, ma una donna normale ha soltanto la giovinezza dalla sua parte». Anna Maria appare visibilmente commossa: se non fosse per il suo raffreddore (che l’indomani la costringerà a rimanere a letto tutto il giorno) potrebbero essere autentiche lacrime quelle che ella tenta di nascondere dietro il fazzoletto.

HA BISOGNO DI PICCOLE COSE

«In sette anni», riprende in tono sommesso dopo una lunga pausa «non abbiamo trascorso una sola vacanza insieme, non abbiamo fatto un solo week end tra noi. E' incredibile, ma non ricordo neppure una domenica trascorsa da fidanzati». Ora la sua voce ha ritrovato il registro abituale. «I classici, Shakespeare, il teatro, il cinema: ecco con chi ha vissuto Vittorio per sette anni, domeniche comprese. Per una donna è bello star vicino ad un uomo d'eccezione, ma la vanità e l’orgoglio non sono tutto. Una donna ha bisogno anche di consigli, di tenerezza, anche di piccole cose. Ecco come è stato: Gassman è incapace di piccole cose».

Dopo il matrimonio Jean e Anna Maria si stabiliranno a Parigi dove hanno già affittato un appartamento di quattro stanze che guarda sul Bois de Boulogne e che hanno arredato con mobili svedesi. Jean Sorel sta attualmente doppiando in francese «La giornata balorda» che ha interpretato sotto la direzione di Bolognini. Accanto a Jean Sorel, Anna Maria afferma di aver trovato quella felicità e quella sicurezza che per 7 anni aveva invano cercato accanto a Gassman, il quale non pensava che al lavoro.

«E Jean Sorel?», chiedo. Anna Maria sorride: «Non so se lui sia incapace di grandi cose», risponde con disinvoltura. «A me ha offerto quanto basta e quanto non ho mai avuto. Lo amo soprattutto perchè è un ragazzo . nonnaie, perchè ha comprensione e tenerezza per me». «Come è andata tra voi?», domando.

«In modo molto semplice e naturale», risponde Anna Maria animandosi. «Ci siamo visti quattro volte in tutto, ma è stato sufficiente per prendere decisioni definitive. Incontrai Sorel per la prima volta a Roma l’aprile scorso, ad un cocktail in casa di Pierre Brlce. Fu il regista Bolognini a presentarci, e lo fece perchè ci voleva insieme nella Giornata balorda, il film al quale, invece, non presi parte. Jean non mi fece sensazione. Il primo giudizio che espressi a suo riguardo fu che mi sembrava un po’ spaesato nell’ambiente del cinema: un giudizio esatto. Jean discende da una antica famiglia marsigliese che ha dato alla Francia illustri personaggi. Sorel non è il suo vero cognome: credo che sua madre, concedendogli tre anni fa il permesso di dedicarsi al cinematografo, gli abbia messo come condizione di non esibire sui cartelloni cinematografici l’antico nome di famiglia, che è lo stesso di molte personalità del mondo diplomatico e politico con cui Jean è strettamente imparentato. Lo incontrai ancora in casa del fotografo Frontoni, alla fine d’agosto, sempre per un cocktail. Anche questa volta avemmo qualche scambio di espressioni cortesi e nient’altro. Invece un mese dopo, il 21 settembre, ebbi modo di rimanere più a lungo con lui, proprio qui a Parigi. Il mio agente mi aveva procurato un appuntamento d'affari per discutere la mia partecipazione ad un film, e trovai piuttosto curioso che ancora una volta fosse Jean Sorel il candidato alla parte di protagonista maschile. Ma il destino è buffo: mi voleva moglie e non partner di Jean. Quel giorno stemmo più a lungo insieme, andammo a cenare con amici da Alexander, e finimmo la giornata in un night club di Montparnasse».

«Tutto qui?», chiedo perplesso. Anna Maria ha ritrovato tutta la sua vivacità, nonostante il raffreddore. «Non è tutto qui», ribatte prontamente. «Anzi, a questo punto nella storia c’entri proprio tu. Jean lesse in seguito a Parigi Gente con il tuo articolo sulla rottura tra ine e Vittorio, e subito dopo mi telefonò a Roma. Voleva consolarmi: telefonò un’altra volta la sera, e poi la mattina dopo, e poi ancora la sera. Io, allora, dapprima dubbiosa, cominciai a telefonare a lui. Ingomma, finimmo per intenderci. Curioso no? E anche ironico: da una parte sette anni spesi a non capirsi, dall’altra qualche telefonata e tutto è chiaro».

ABITERÀ A PARIGI

«Quando vi sposerete?», domando. Il volto di Anna Maria si illumina: «Ecco, chiedilo a lui, arriva». Mi alzo, tendo la mano a Jean Sorel ma non riesco a finire la presentazione perchè Anna Maria m'interrompe: «Vuol sapere quando mi sposi», dice al "suo" Jean. L’attore mi guarda e capisce che non stiamo scherzando. Allora si siede vicino a lei e risponde: «Il tempo di sistemare l’essenziale: le carte, il lavoro, l’appartamento. Non oltre i primi tre mesi del prossimo anno comunque».

«Dov'è che abiteremo, Jean?», chiede ancora Anna Maria. «Lo sai, al Bois de Boulogne», risponde Sorel. «Abbiamo fissato un bell’appartamento che guarda sul bosco: quattro stanze in tutto, con arredamento svedese, per 86 mila franchi; non è caro per Parigi».

«Ceniamo insieme?», chiede poi. Accetto, e tra una portata e l’altra riesco a "captare" qualche altro piccolo particolare. Sono due fidanzati molto pratici. Come primo dono lei gli ha regalato un pullover blu di shetland, e lui due camicette. A lui non piacciono le pellicce: gliele ha fatte mettere sotto antitarmico, nel guardaroba dell’albergo. In compenso adora 1 diamanti, e questa scoperta ha riportato il sorriso sul volto di Anna Maria. Vengo a sapere che Jean ha fatto tre anni di guerra in Algeria, che ha recitato anche in teatro e che ha interpretato finora appena quattro film, di cui due in Italia.

«Domani comincio il quinto, Tempo di mare», mi annuncia «all’Ile St. Michel, in Bretagna». «Ci andrò anch’io», dice Anna Maria. «Sì, se non farà troppo freddo verrà anche lei», conferma Jean Sorel. MI sento un intruso, li lascio, con un pretesto, pensando a ciò che mi ha detto Anna Maria approfittando di una chiamata al telefono di Jean:

«Ha ventisei anni ed ha quindi appena sei mesi più di me. Eppure al suo fianco mi sento più difesa e protetta che con Vittorio, che aveva tredici anni più di me».

Renato Barneschi, «Gente», 4 novembre 1960


Renato Barneschi, «Gente», 4 novembre 1960