Vittorio Gassman e Annamaria Ferrero: li ha uniti il palcoscenico

I due attori, in queste giornate febbrili che precedono il debutto del teatro-circo, ci hanno parlato del loro lavoro, della organizzazione del T. P. I. e dei progetti futuri
Vittorio Gassman e Anna Maria Ferrero: «un amore senza speranza che dura da sei anni». Cosi Anna Maria definiva, tempo fa, il sentimento che la lega all’attore Ma noi, a questa frase, densa di significato, vorremmo aggiungere: sei anni di una perfetta intesa sul piano dei sentimenti e del lavoro che hanno dato copiosi frutti, facendo della Ferrero una attrice matura, completa, dalla vasta gamma interpretativa, capace di passare dal personaggio tragico dell’Ofelia a quello brillante di Irma, «la dolce», e facendo trovare a Gassman un equilibrio sentimentale che forse l’attore aveva cercato affannosamente in passato, attraverso i suoi sfortunati matrimoni.
Anna Maria Ferrero era giovanissima, bella, fresca quando Gassman la conobbe, nel 1953. L’attrice aveva esordito nel cinema qualche anno prima con una piccola parte nel film il cielo è rosso, ma doveva essere il regista francese Léonide Moguy che doveva lanciarla con una parte impegnativa in un episodio del film Domani è un altro giorno. Dopo quel film, che l’aveva subito imposta all’attenzione del pubblico come una promessa della cinematografia italiana, ella apparve in numerosi altri film.
Gassman era già, in quell’epoca, un attore notissimo. Nel 1943, quando era uscito dalla Accademia, aveva cominciato una carriera densa di successi. Fu accanto ad Ada Borei-li, ad Elsa Merlini e a Laura Adani, in parti brillanti. Fu subito scoperto da Luchino Visconti, che gli diede ruoli di protagonista che lo fecero affermare sul piano nazionale: Adamo, La macchina da scrivere. Poi fu una sequela di personaggi famosi. Interpretò i classici: da Oreste di Alfieri a Rosalinda di Shakespeare. Recitò Ibsen ed Eschilo, cambiò pelle continuamente, con una versatilità strabiliante. Fece presto a divenire un «divo». Quando egli conobbe Anna Maria Ferrero stava recitando un Amleto che aveva un grande successo di pubblico e di critica. Accanto a lui, nella parte di Ofelia, era Anna Proclemer. Ormai la foto di Gassman era sulle prime pagine dei rotocalchi. Le donne, soprattutto, affollavano i teatri quando lui recitava, la critica lo aveva già consacrato il migliore attore giovane italiano di teatro, il più serio, il più preparato, il più dotato.
Egli cercava una giovane attrice per sostituire la Proclemer e la scelta cadde su Anna Maria Ferrero. Anna Maria lasciò il cinema che le prometteva una brillante carriera e seguì Gassman; da lui si fece guidare per mano nella difficile strada che porta al palcoscenico. Impostò la voce, prima cosa indispensabile per recitare in teatro, e studiò con serietà e costanza per mesi e mesi; finché, eccola a fianco dell’attore nelle vesti di Ofelia, e successivamente fu Desdemona, recitò con lui nel Kean, nel Tromboni, e, infine, fu Irma la dolce. Per questa gustosa commedia musicale, Anna Maria dovette cantare e ballare, sotto la direzione di Gassman regista. Egli, dal canto suo aveva sempre alternato la sua attività teatrale a quella cinematografica, quella di regista a quella di attore. Il cinema, però, non era riuscito a dargli grandi soddisfazioni, anche se per la riduzione cinematografica del Kean gli era stata assegnata la «Grolla d’oro». Il cinema gli aveva regalato la maschera del cattivo, del cinico fin dai tempi di Riso amaro, e poi in film come Anna. Il pubblico non lo amava così, lentamente si allontanava da lui, tanto che i produttori lo ritenevano ormai un attore di scarso richiamo.

E’ stato il regista Mario Monicelli a riportare Gassman alla ribalta cinematografica, con un personaggio nuovo, dandogli addirittura una maschera nuova (un trucco sapiente gli altera la linea del naso e gli abbassa la fronte) nel film I soliti ignoti. In quel film, Gassman è impegnato in uno ruolo assolutamente nuovo per lui, un personaggio comico, una specie di bullo settentrionale, un divertentissimo «spaccone» dal cuore buono, che ha avuto un enorme successo e che gli ha guadagnato il «Nastro d’argento» per il miglior attore dello scorso anno. Dopo I soliti ignoti ecco La grande guerra e Audace colpo dei soliti ignoti, dove Gassman ripete il nuovo fortunato personaggio.
Gassman è oggi uno degli attori più contesi dai produttori. Ha girato negli ultimi mesi i film La cambiale e II mattatore, ma egli ormai non ha che un pensiero fisso: il suo teatro viaggiante, che è stato battezzato Teatro Popolare Italiano. L’attore cullava da anni il sogno meraviglioso di possedere un teatro tutto per sé, e lo ha realizzato, questo sogno, facendo costruire un enorme teatro circo (sono occorse un centinaio di tonnellate di ferro) che si sposterà in tutti i centri d’Italia, nei paesi dove i teatri non esistono, e sotto il suo enorme capannone potrà ospitare duemila persone. Anche il pubblico più modesto potrà accostarsi al teatro, potrà conoscere le sue opere più disparate, moderne e classiche, con la spesa di 500 lire (questo sarà infatti il prezzo del biglietto per ben 1.500 posti del teatro popolare).

Anche se Vittorio Gassman e Anna Maria Ferrero sono in questo periodo occupatissimi, l’attore per il debutto del Teatro Popolare che avrà luogo 11 20 febbraio — e Anna Maria per il suo ritorno al cinema, che la ha vista in questi ultimi mesi impegnata in numerosi film — siamo riusciti ad avere dai due attori questa intervista esclusiva.
“Era una diva, ora è un’attrice”
D. — Signor Gassman, vuol raccontare alle nostre lettrici come è nata l’idea del teatro-circo?
R. — Qualche tempo fa una giornalista di Milano mi chiese di fare un servizio fotografico in un circo equestre. Accettai e quel giorno nel circo vuoto mi nacque l’idea di un teatro popolare che consentisse a un pubblico più vasto e di diversa categoria di assistere a spettacoli teatrali classici e moderni.
D. — Ci vuole illustrare l’organizzazione del suo teatro-circo?
R. — Sotto il tendone del Teatro Popolare non ci saranno disuguaglianze di compiti. Vi saranno quindi anche prestazioni inconsuete. Per esemplo tutti dovranno lavorare per evitare l’inevitabile logorìo di un teatro esposto più di ogni altro alle intemperie. Da mezzogiorno all’una di ogni giorno tutti, io compreso, avremo l’obbligo di rattoppare gli e-ventuali strappi al tendone. Il resto della giornata lavorativa sarà impiegato nelle prove degli spettacoli che mettiamo in scena, nella lettura di testi critici, in incontri, anche pubblici, con personalità dell’arte, e In una serie di attività sperimentali, di studio e di ricerca. Io terrò un corso di tecnica espressiva e il mio collaboratore Luciano Lucignanl guiderà un processo di riesame dei più importanti metodi di recitazione: il sistema di Stanislavsky, il metodo brechtiano, quello dell’Actor’s Studio ecc. Chi fa parte del T.P.I. avrà insomma pochissimo tempo a sua disposizione per la colazione e il pranzo, niente affatto per la lettura di romanzi o settimanali a rotocalco, per tutto il tempo che dureranno le prove d’uno spettacolo. Forse la prima a lamentarsi sarà Anna Maria Ferrero che è una famosa divoratrice di settimanali illustrati.

D. — Quali sono i programmi del teatro-circo?
R. — Lo spettacolo scelto per la sera del debutto, che avrà luogo al parco dei Daini di Villa Borghese, il 20 febbraio, è l'Adelchi di Alessandro Manzoni; successivamente metteremo in scena Un marziano a Roma da un racconto di Ennio Flaiano, in una riduzione curata appositamente per il Teatro Popolare da Fiatano stesso. La prossima estate, a Siracusa, metteremo in scena L’Orestiade di Eschilo in una traduzione e adattamento di Pier Paolo Pasolini.
D. — Quali saranno i principali attori dei teatro circo?
R. — Carlo D’Angelo, Valentina Fortunato, Giulio Girola, Andrea Bosic, Nino Dal Fabbro, Franco Giacobini e, naturalmente, Anna Maria Ferrero.
D. — Lei ritiene che Anna Maria sia prevalentemente adatta a recitare in teatro o in cinema?
R. — L’uno e l’altro.
D. — Quale personaggio teatrale vorrebbe veder interpretato da Anna Maria?
R. — Lady Macbeth.
D. — Che cosa pensa della recente attività cinematografica di Anna Maria?
R. — In principio era una diva, poi è diventata una attrice vera. Ora i produttori l’hanno capita e sfruttano le sue migliori qualità.
D. — Come è nato il personaggio de I soliti ignoti e de La. grande guerra che ha avuto tanto successo?

R. — Il personaggio l’ha inventato Mario Monicelli e l’ho completato io.
D. — Lei si ritiene anche un attore comico?
R. — Sì, anche. Si può fare una distinzione di generi, forse, per un vero attore?
“Il teatro : meta irraggiungibile"
D. — Signorina Ferrero, lei crede che se non avesse incontrato Gassman avrebbe tentato ugualmente la via del teatro?
R. — Molto probabilmente no. Nel 1953, quando incontrai Gassman, non pensavo di poter, recitare in teatro perchè mi sembrava una mèta quasi impossibile da raggiungere.
D. — E’ stato molto difficile passare dal cinema ai palcoscenico?
R. — Si. Perchè mentre in cinema una battuta sbagliata, una scena non ben riuscita possono essere corrette o rifatte, in teatro non c’è assoluta-mente rimedio e in più c’è il contatto e la reazione immediata del pubblico.
D. — Quali emozioni le ha dato il contatto diretto col pubblico?
R. — Prima una grande paura, poi una grande soddisfazione. La paura però ritorna ad ogni prima e credo che questa sia l’impressione che tutti gli attori, anche i più valenti, provano.
D. — Quale personaggio vorrebbe far rivivere sul palcoscenico?
R. — Mi piacerebbe poter interpretare Lady Macbetch di Shakespeare.

D. — Recentemente lei è tornata al cinema per interpretare numerosi film, da La notte brava a Le sorprese dell’amore, da L’impiegato a Il mattatore e Gastone. Ci vuole parlare del personaggio — o dei personaggi — che le hanno dato maggiori soddisfazioni?
R. — I personaggi che mi hanno dato maggiori soddisfazioni sono stati: Nicoletta ne La notte brava, Annalisa nel Mattatore e la ragazza del sogno ne L’impiegato.
D. — Per interpretare i film L’impiegato e Gastone ha dovuto cambiare colore ai suoi capelli. Cosa ha detto Gassman di questa sua trasformazione?
R. — Niente, dato che si trattava di parrucche e quindi la sera, finito di lavorare, i miei capelli tornavano del loro colore.
D. — Se fosse costretta a scegliere fra cinema e teatro, cosa sceglierebbe?
R. — Forse il teatro. Possibilmente tutti e due perchè ho cominciato con il cinema ed è il cinema che in questo momento mi s.ta dando delle soddisfazioni.
D. — Quali programmi di lavoro ha per il futuro?
R. — Cinema e teatro.

D. — A quale spettacolo del teatro circo prenderà parte?
R. — Prenderò parte alla novità di Ennio Flaiano Un marziano a Roma.
D. — Cosa ne pensa del teatro circo?
R. — Penso che sia un’impresa molto ardita e di grande rischio, ma che rimarrà nella storia del teatro mondiale.
Maria Maffei, «Noi donne», 1960
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| Maria Maffei, «Noi donne», 1960 |
