E' l'ultimo ballo di Leslie Caron
La giovane ballerina franco-americana, che ha raggiunto una posizione di primo piano a Hollywood con “Un americano a Parigi” e “Papi Gambalunga”, ritiene la danza un mestiere troppo faticoso e ha deciso di trasformarsi in una semplice attrice.
Hollywood, novembre
«Non riesco nemmeno a rendermi conto di quanto ho perduto nella mia vita», mi dice la ragazza. Gli angoli della sua bocca cominciano a tremare e una lagrima le si forma nei grandi occhi violetti. «Sto per smettere di ballare». Guardai dall’ altra parte. E' sempre bene guardare dall’altra parte quando una giovane attrice si lascia prendere dall’emozione. Specialmente quando si tratta di Leslie Caron, che è una creatura così sensibile e cosi facilmente impressionabile. Me ne stavo seduto senza dire una parola. Lei mi guardava con aria sospettosa come se aspettasse da parte mia un tentativo di invadere il recinto della sua vita privata.
«Quando si balla non si ha il tempo di occuparsi di niente altro», ricominciò. «Bisogna lavorare come degli schiavi. Si vive danzando continuamente. Non si può aver altro, per la testa: è come essere entrati in un convento. Perciò non voglio andare avanti in questo modo. Il recitare è più facile, dà molte soddisfazioni senza richiedere molta fatica. Lascia il tempo di fare altre cose, di uscire, di incontrare gente. Non appena il film che sto girando sarà finito partirò per Parigi. Sarà primavera: incontrerò un sacco di amici, vivrò».
Da cinque anni, cioè da quando la piccola danzatrice emotiva è venuta a Hollywood, nessun cronista l’ha mai sentita parlare tanto di sè; in effetti non si è quasi mai lasciata avvicinare. Ma a questo punto Leslie mi voltò le spalle: l'intervista era finita.
Ero andata a trovarla sulla carovana che gli serve da spogliatoio durante le riprese del film ”Gaby”. La mia visita non aveva altro motivo preciso che quello di rendermi conto di persona di una voce che molti dei suoi conoscenti avevano messo in giro: la ragazzina che tutti avevamo conosciuto nei suoi primi film, si era trasformata in una donna, in una vera attrice. Indossava un maglione nero, e un paio di pantaloni di lana aderenti e neri; sulle sue guance non c’era alcuna traccia di trucco e il suo naso era decisamente brillante. Non conosco nessuna altra stella di Hollywood che, essendo una bella ragazza di 24 anni, oserebbe apparire in pubblico in quel modo. Forse ce n’è una sola, adesso che ci penso: Marilyn Monroe! Tutte e due, Leslie e Marilyn, sembrano esprimere con la modestia del loro apparato la rivolta contro i canoni che la colonia cinematografica considera più sacri.
Leslie è la figlia di una attrice che fu costretta a interrompere la sua carriera per ragioni di salute. Come fanno molte madri Margaret Petit Caron è riuscita a trasmettere alla propria creatura il desiderio di completare il suo sogno interrotto. Leslie entrò nel Ballet de Paris di Roland Petit a quindici anni e ci rimase fino al 1951, cioè quando aveva vent’anni, e Gene Kelly la volle con sè in ”Un americano a Parigi”.
Nonostante le fatiche cui la sua giovane esistenza era sottoposta, sembrava molto felice. La sua gioia maggiore rimase il lavoro finché un giorno incontrò Geordie Hormel, un giovanissimo ed eccentrico milionario. Per evitare un matrimonio pubblicitario, si sposarono clandestinamente a Las Vegas nel settembre del 1951. Figlio di magnate della carne in scatola di Chicago, Geordie non solo sapeva parlare francese (Leslie è figlia di un farmacista di Parigi) ma non si sarebbe dedicato al mestiere del padre e avrebbe fatto invece il musicista.
Per qualche ragione inspiegabile il matrimonio non durò a lungo. Per liberarsi anche del ricordo di Geordie, Leslie piantò Hollywood e si rimise a girare il mondo con i suoi colleghi del Ballet de Paris. Nel 1954 tornava alla capitale del cinema per recitare la parte di Cenerentola.
Nonostante che non si possa certamente dire dire la sua vita sia mancata di soddisfazioni, Leslie Caron è una delle figure più solitarie di Hollywood. Vive in un modesto bungalow di Beverly Hill in compagnia del fratello Aimery che frequenta l’università di Los Angeles. La sua passione dominante sembra essere in questo momento la raccolta di oggetti e mobili antichi: occupazione assai innaturale per ima donna della sua età.
In una lettera alla nonna così Leslie racconta la sua felicità: «Mi trovo su un aereo diretto in Florida. Mio marito è con me, si chiama George o meglio Geordie L’ho incontrato due mesi e mezzo fa a teatro. Mi ha invitato a passare dieci giorni in ima proprietà delia mia famiglia nel Minnesota. Al ritorno avevamo già deciso di sposarti Però la Casa cinematografica mi ha chiesto di andare a San Francisco per la prima di ”Un americano a Parigi” e poi in Florida. Per evitare un matrimonio pubblicitario abbiamo deciso di fuggire a Las Vegas dove ci si può sposare immediatamente. Abbiamo comprato gli anelli quello stesso pomeriggio».
Henry Gris, «Tempo», anno XVII, n.49, 8 dicembre 1955
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Henry Gris, «Tempo», anno XVII, n.49, 8 dicembre 1955 |