Silvana Mangano si prepara a rifare le valige
Ormai specializzata nell’interpretazione di film spettacolari, l’attrice si recherà prossimamente nel Sud America, dove suo marito realizzerà un nuovo “colosso” sulla vita di Simone Bolivar
Roma, febbraio
«Che cosa vuole che le dica? Non c'è nulla di nuovo, nella mia vita. Non ho progetti immediati di lavoro. L’ultimo film che ho girato. è ormai lontano nel tempo. Basta che scriva: Silvana Mangano, 29 anni, tre figli, e ha detto tutto». Sono preparato a questo tipo di preamboli: i primi cinque minuti di conversazione con la Mangano sono sempre i più diffìcili. Un giornalista deve aver pronte quattro o cinque domande da porgere come offa al suo bisogno di minimizzare tutto, di fare apparire tutto poco interessante, normale; poi essa comincerà ad aprirsi, a parlare più distesamente, ma col tono che si può stabilire in una conversazione fra un uomo e una donna (non fra un giornalista e un’attrice), i quali si conoscono fino a un certo punto e cercano di trovare un argomento in comune.
Tre atteggiamenti di Silvana Mangano. La sua arte si va sempre più affinando: l'attrice legge molto e spesso mette in imbarazzo gli amici con le sue curiosità culturali.
Il suo bisogno di fare apparire che tutto è normale, è infatti un modo di mettere le mani avanti: qui l’attrice non c’entra, vuol dire, qui c’è, e fino a un certo punto. Silvana Mangano. L’ideale per lei sarebbe che io gettassi via il taccuino e la penna, e rinunciassi, almeno per questa volta, al mio mestiere di giornalista. Capisce che ciò è impossibile, ed educatamente si sforza di aiutarmi; ma al tempo stesso (e il luogo, l’ora, il giorno della nostra conversazione la favoriscono), fa di tutto perchè ciò si verifichi. Ci troviamo nella sua macchina, lei. seduta davanti e io dietro; sono le 7 di sera di domenica; la macchina è ferma a piazza dell’Esedra, davanti alla chiesa di S. Maria degli Angeli. L’attrice è venuta in città a sentire la messa della sera, e all’uscita si è fermata qualche minuto a chiacchierare con me. Il suo desiderio di conservare l’incognito è quasi isterico. E odo la sua voce. «Si, è vero — dice — Fellini mi ha offerto d’interpretare Emma, uno dei sei personaggi femminili del suo prossimo film, ma io ho rifiutato. Emma è una ragazza intellettuale, complicata, che assilla un uomo con la sua gelosia: totalmente diversa da me, non mi assomiglia neppure nel modo in cui mi siedo».
L’ATTRICE VORREBBE che si dicesse di lei soltanto questo: «Silvana Mangano, ventinove anni, tre figli». Ma la sua fama impone che la curiosità dei suoi ammiratori sia appagata. E così i giornalisti, frugando discretamente nella sua vita privata, hanno scoperto che, da qualche tempo, Silvana si diletta a scolpire con la plastilina. Verso la fine dell’anno, l’attrice partirà per l’America del Sud, dove suo marito realizzerà il film "Simone Bolivar”: un nuovo "colosso” storico.
«Certo, come attrice — aggiunge sorridendo — dovrei poter interpretare qualsiasi personaggio...»; ma, ecco, la idea dell’attrice è quella che essa tende sempre a mettere fuori gioco, e tutto quanto può esprimere (anche sullo schermo), pensa di poterlo cavare solo da sè, dal proprio carattere, da sè come donna. Può darsi che si tratti di un eccesso di modestia; può darsi che si sbagli; e Fellini ha cercato di convincerla che si sbaglia. Ma questa è la sua convinzione: ben ferma, radicata; e le è fedele da molti anni, in un tempo in cui tutti si fanno in quattro per apparire di più di quello che sono, forse perchè ha capito che se cedesse alle ambizioni, alle lusinghe del mito dell’attrice, finirebbe proprio col perdere se stessa, come donna.
Cioè, non soltanto la sua intimità, ma anche la possibilità di essere sincera, con gli altri e con se stessa; che è la qualità umana cui tiene di più. Così, con lei, è più facile parlare di altri argomenti, dei suoi amici, dei figli, delle sue letture, che non di lavoro. Allora la Mangano si scioglie, la conversazione si fa distesa, la ascolti ridere, dire cose esatte e sensate, esprimere giudizi precisi, che rivelano il suo carattere. («L’ultimo libro che mi è piaciuto di più? ”Le amicizie pericolose”. Ho sentito che ci stanno facendo un film, ambientato ai nostri giorni. Trovo che sia un’idea giusta. Oggi siamo distratti da tutto ciò che si vede, ma esistono ancora. ne sono certa, dei tipi così perfidi, così machiavellici, come quelli descritti da Choderlos de Laclos»). Eppure, bisogna stare attenti a non varcare certi limiti, a non toccare certi tasti, anche innocenti, perche è subito pronta a rimettersi in guardia. «Chi gliel'ha detto?», salta su, quando le chiedo se è vero che da qualche tempo si diletta a far la scultrice; e mi fissa in silenzio, veramente dispiaciuta che un piccolo segreto della sua vita privata sia riuscito a filtrare dalle mura di casa sua.
SILVANA HA MOLTI AMICI anche tra la gente più umile, e tutti le vogliono bene non solo come attrice. Vi sono, in Puglia e in Sicilia, cinque o sei Silvana Mangano, cioè bambine battezzate con il suo nome, alle quali l’attrice manda spesso dei regali. «Se dessimo retta a lei - dicono coloro che le sono più vicini - spenderemmo un milione in beneficenza al mese». Oltre che in ”Simone Bolivar”, la Mangano lavorerà forse in un film di Antonioni, con il quale sta trattando.
E’ come se le avessi rotto un giocattolo fra le mani, come se le avessi tolto il piacere di fare una cosa solo per se stessa. E subito, per limitare il danno, si affretta a precisare: «E* vero. Un giorno ho scolpito una testa, e mi è riuscita bene; ma già la seconda non mi piaceva più e ho smesso». Questa è Silvana Mangano: una donna indefettibilmente gelosa della sua privacy; ma è anche, soprattutto, una madre affettuosa. consapevole. «Ognuno dei miei figli — dice — è un problema. Ciascuno ha un carattere così preciso e particolare, che bisogna trattarlo in un certo modo, adatto solo per lui e. non per un altro».
A.D., «Tempo», anno XXI, n.9, 3 marzo 1959
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A.D., «Tempo», anno XXI, n.9, 3 marzo 1959 |