Silvana Mangano vuole partorire con dolore

Silvana-Mangano


Ha detto: io lascio a Rita Hayworth il gas esilarante

Roma, gennaio

La notte di Capodanno Silvana Mangano, la Rita Hayworth italiana, che ha sposato la scorsa primavera il produttore Dino De Laurentis, aveva le prime doglie. Ma questo non le impedì di festeggiare il sorgere del nuovo anno in compagnia di amici, quasi tutti attori, registi, produttori e giornalisti, nella villa che suo marito ha fatto costruire sull'Appia Antica, a qualche chilometro da Roma. La villa di stile vagamente coloniale, con una piscina scavata in un riquadro cinto da cipressi, sorge fra i ruderi della campagna romana; e allo scoccare della mezzanotte del 31 dicembre apparve tutta illuminata dai fuochi d'artificio e dalle girandole che De Laurentis aveva fatto preparare in onore della giovane moglie, all’ultimo ospite tardivo; Eduardo De Filippo, che giunse appena in tempo per brindare al nuovo anno tra uno scoppiettare di stelle artificiali. Silvana batteva le mani, dispensando coraggiosamente, fra una doglia e l'altra, teneri baci al marito, che si affannava a ripeterle : «E’ tutto per te, amore! Sei contenta?».

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Silvana era proprio contenta di aspettare la nascita del suo primogenito, tra tutto quello scintillio di stelle verdi, rosse e blu; solo le dispiaceva che la girandola con la scritta : «Auguri per il 1950» risultasse del tutto illeggibile: «Sembra scritta in cinese», disse. Una coppa dì champagne le si versò sul grembo e tutti gridarono : «Bene, evviva, porta fortuna al bambino».

«Sarebbe bello se arrivasse proprio questa notte», sospirò Silvana, che non tentava neppure di sottrarsi al «lampo» dei fotografi.

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Dal giorno del suo matrimonio, Silvana ha deciso di rinunziare per sempre ai cinematografo. Il cinema non la interessa, le hanno detto che i suoi film, Riso amaro e Il lupo della Sila, son due cose buone, almeno per ciò che la riguarda, ma Silvana resta completamente indifferente. Dopo essersi vista e rivista durante la fase di montaggio, ha finito col distaccarsi del tutto dal proprio lavoro: le pareva che si trattasse di un'estranea. «Ho fatto del cinema perchè dovevo pur lavorare, ma adesso basta : far la moglie e la madre è molto più bello». Quand'era ragazza sognava la vita mondana, poi, una volta entrata addirittura a far parte della mondanità, si senti nauseata: non capiva più perchè quella gente si agitasse tanto, le girava la testa, aveva sempre, voglia di piangere. Adesso è felice, ha rinunciato a tutte le gioie del suo breve passato di attrice, per quelle nuove della sua vita di signora De. Laurentis. Di rado lascia la villa sull'Appia Antica. Le piace lavorare a maglia, preparare «tante cose» per il bambino. Ha comperato un corredo che basterebbe per dieci neonati d'ambo i sessi, anzi si è spinta avanti di un paio di anni almeno, acquistando perfino un costumino da seienne per suo figlio, che si chiamerà Riccardo o Veronica, a seconda del sesso.

Mentre parla di suo figlio (che potrebbe veramente nascere da un momento all'altro) le doglie si infittiscono e le fanno contrarre i lineamenti, ma Silvana sembra, non preoccuparsene: «La mia è stata una gravidanza davvero dolorosa», spiega con grande pudore, abbassando gli occhi «ma più soffrivo, più mi sentivo felice: capivo che diventar madre è una cosa che richiede un gran sacrificio fin dal primo giorno».

Per questo Silvana, che ha soltanto diciannove anni, ha rinunciato anche all'idea di qualsiasi intervento che possa alle viarie il dolore del parto. Non capisce le madri che vogliono l'anestesia o la narcosi per non soffrire e sorride quando le accenno al gas esilarante usato da Rita Hayworth per il suo parto recente. «La Hayworth può fare come crede, a me il gas esilarante farebbe l'effetto di una profanazione: io credo a ciò che dice la Bibbia».

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In lei non c'è niente dell'attrice : parlando guarda sua sorella minore che balla. Patrizia è contenta di prendere il posto di Silvana, e Silvana felice di averglielo ceduto : «Dopotutto», spiega, «io non avevo il temperamento dell'attrice», e sorride, poco persuasa quando si cerca di, dimostrarle il contrario. Del resto, così come appare adesso, senza trucco, con i capelli tagliati cortissimi, tutta vestita di nero, le mani incrociate sul grembo in un gesto antichissimo, non si può che darle ragione.

Allatterà lei stessa il bambino, «proprio come usavano le madri di una volta». Avrà soltanto, come aiuto, una bambinaia tedesca, molto rigida per controbilanciare gli immancabili vizietti che lei e suo marito daranno al loro primo nato. Per festeggiare il lieto evento Dino De Laurentis offrirà alla moglie una collana di brillanti, già preparata fin dai primi mesi.

Flora Antonioni, «L'Europeo», anno VI, n.2, 8 gennaio 1950


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Flora Antonioni, «L'Europeo», anno VI, n.2, 8 gennaio 1950