La Mangano fra due guerre
Con ancora indosso gli abili di una capricciosa vivandiera del 1915, l'attrice ha accettalo il ruolo della partigiana Jovanka nel film di Martin Ritt, dopo il burrascoso e improvviso rifiuto di Gina Lollobrigida
Roma, luglio
All’improvviso, una settimana fa, Silvana Mangano ha visto sfumare le proprie vacanze, il lungo tranquillo soggiorno nella sua villa di Cap Ferrat e si è sentita notificare la notizia che dovrà raparsi la testa a zero, o quasi. Il ruolo che nel film di Martin Ritt, Jovanka e le altre, era stato assegnato a Gina Lollobrigida. è passato a lei. Silvana ha accolto la notizia (l’assenso della Paramount. interessata al film è giunto la notte di domenica scorsa in casa De Laurentiis), con una certa emozione. Martin Ritt è uno dei giovani registi americani più qualificati e coraggiosi: ha diretto, fra gli altri, Orizzonti di gloria e Orchidea nera. Jovanka e le altre, che ha cominciato a girare da alcuni giorni, sarà, nella linea del primo, un film drammatico e coraggioso. La parte che è stata assegnata alla Mangano è, probabilmente, la più importante della sua carriera.
La situazione. che ha portato al rifiuto della Lollobrigida, è precipitata in pochi giorni, dopo il ritorno di Gina dall’America. Vi hanno contribuito vari elementi. Certi dissensi, fra regista e attrice, sul copione: la presenza nel cast di attrici assai qualificate quanto a virtù recitative, quali Jeanne Moreau, Barbara Belle Geddes, Vera Miles; lo scarso entusiasmo di Ritt per la Lollo; il rifiuto dell'attrice di accettare la tonsura completa dei capelli. Sembra che su quest’ultimo punto, il regista si fosse assolutamente impuntato, con ogni probabilità, per arrivare a una rottura. E la Lollo è stata al gioco. Siccome, però, c’era di mezzo un contratto già firmato. il pretesto ufficiale del suo rifiuto al film è stato un altro: cioè le condizioni di salute.
Quando alla Dino De Laurentiis cinematografica è arrivata la lettera di dimissioni di Gina Lollobrigida, con accluso un certificato medico, il produttore non ha comunicato subito il nome dell’attrice che l’avrebbe sostituita. Ha parlato di sondaggi con Ava Gardner e Susan Hayward; in realtà. aveva già pronta la carta della moglie, che ha giocato al momento opportuno. Così Silvana, ridotta a un dito la lunghezza dei propri capelli, sarà impegnata, da agosto ad ottobre, in un film che si annuncia assai faticoso. Il guardaroba di ciascuna delle cinque protagoniste si compone infatti di un paio di scarponi chiodati, calzettoni di lana, gonne e pantaloni pesanti, giacconi e cappotti di taglia militare, più una decina di calotte di plastica rivestite di capelli di varia lunghezza. Gli interni saranno girati a Roma, col solleone, gli esterni, sulle montagne austriache.
Le calotte di plastica, da applicare sulla zucca pelata delle attrici, serviranno per rappresentare le varie fasi di ricrescita dei capelli, fino quasi alla lunghezza normale. Il dramma delle protagoniste. che ha inizio con la rapatura a zero, tende a risolversi, infatti, quando cominciano, reintegrate nei loro attributi femminili, a risentirsi donne. Tratto da un romanzo di Ugo Piro, Jovanka e le altre racconta la storia di cinque ragazze jugoslave "punite” dai partigiani perchè si sono innamorate di un soldato nemico. Messe alla gogna, esse scappano in montagna; e. alla fine, si riuniranno coi partigiani. Ma il loro dramma è in questa fuga coatta. nel lungo vagabondare sui monti, nemiche agii uni e respinte dagli altri, nell'avvilimento di non sentirsi più se stesse e nella necessità di diventare dure e crudeli come uomini.
E' una storia forte e corale, in cui non c’è una vera protagonista. nel senso tradizionale della parola: ma fra i personaggi delle cinque donne emerge, per la sua fierezza e inflessibilità, la forza dei risentimenti e della tenerezza nascosta. quello di Jovanka. Questo personaggio sarà interpretato da Silvana Mangano, e chi conosce l'attrice sa che è destinato a piacerle, «Le uniche parti che mi interessano — l’ha detto più volte — sono quelle in cui l’interprete può dare qualcosa di se stesso». Come è stata inflessibile nel rifiutare il ruolo della compagna di Simone Bolivar (il prossimo film colossale di suo marito), poiché non si sente nulla in comune con una donna che va a cavallo, combatte, cosi è stata arrendevole quando De Laurentiis le ha parlato di Jovanka. C’è qualcosa nei chiusi furori di questo personaggio, che le assomiglia; qualcosa che ha o che vorrebbe avere.
Il marito ha comunque precisato di non aver fatto nulla per forzare la volontà della moglie e che Silvana Mangana è stata persuasa ad accettare il ruolo, se di persuasione c’è stato bisogno, solo da Martin Ritt. Alla rasatura dei capelli, una vera e propria cerimonia svoltasi la settimana scorsa in un teatro della De Laurentiis. non hanno assistito giornalisti; solo fotografi e cineoperatorL Questo perchè qualche domanda indiscreta non innervosisse l’attrice che ha accettato la parte sebbene il suo fisico avesse bisogno di un certo periodo di riposo.
Di recente, i tecnici della pubblicità cinematografica hanno assegnato, alla Mangano, un premio intitolato "Una vita per il cinema". Questa scelta ha sorpreso coloro che avevano sentito parlare, continuamente, dello scarso entusiasmo dell’attrice per il cinema, dei suoi tentativi di sottrarsi all’obbligo di recitare. Ma è il divismo che la Mangano ha in odio, gelosa com’è della propria personalità e. soprattutto, della sua intimità. A conti fatti, sono dieci anni che lavora nel cinema: e ogni anno, ha interpretato uno o due film. Solo di pochi è soddisfatta, ma la differenza fra lei e le altre attrice è proprio questa, e torna a suo vantaggio.
A. D., «Tempo», anno XXI, n. 31, 4 agosto 1959
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A. D., «Tempo», anno XXI, n. 31, 4 agosto 1959 |