Luciano Molinari (Giuseppe)

Luciano Molinari CC bio

Luciano Molinari, pseudonimo di Giuseppe Molinari (Garlasco, 13 dicembre 1880 – Torino, 27 luglio 1940), è stato un attore, cantante e imitatore italiano.

Incominciò a lavorare come maestro elementare, prima di avvicinarsi al mondo del teatro, recitando dapprima come attore di prosa, nella compagnia di Ermete Novelli, successivamente al varietà, dove si distinse grazie alle sue capacità di imitatore di grandi personaggi, quali Ermete Zacconi e Lyda Borelli.

Inoltre raggiunse una buona popolarità come cantante di canzoni sue o tradotte dal francese (Concettina, Le Mani delle donne, Addio signorina, ecc.).

Luciano Molinari gh5

Il segreto del suo successo, come in Francia quello di Félix Mayol, risiedeva soprattutto nella sua eleganza: il suo abbigliamento si caratterizzò dapprima per il frac, il primo nel varietà in Italia, poi passò al tight accompagnato da cilindro, guanti crema e canna d'India, a cui si deve aggiungere una posa altezzosa e aristocratica.

La sua eleganza coniugata con la suadente dizione manifestarono l'intenzione di allontanarsi dalla volgarità dell'ambiente, contro la quale polemizzò in una nota conferenza futurista, intitolata "Morite tutti!", diventando così uno dei più singolari rappresentanti del Café-concert italiano. Inoltre, nel 1916 Molinari inserì nei suoi copioni e nei suoi spettacoli testi sintetici, di influenza futurista.

Con il passare del tempo riuscì ad perdere le simpatie del pubblico, del quale non gradiva nemmeno le critiche, al punto da non ritornare a recitare in una città dove aveva ricevuto qualche dissenso.

Fu un attore cinematografico, interpretando, tra gli altri Cinque a zero (1932), Sette giorni cento lire (1933), Il Cardinale Lambertini (1934).

Finì col riuscire intollerabile al pubblico, che egli non esitava a provocare ritirandosi sdegnoso innanzi a manifestazioni di dissenso. Portava con sé una carta geografica sulla quale, di volta in volta, cancellava i nomi delle città in cui aveva avuto accoglienze fredde od ostili. Mori in estrema miseria all’Ospedale civico di Torino.

Luciano Molinari, nato presso Pavia nel 1880, morto nel 1940. Ex maestro elementare, Molinari esordì come imitatore di Ermete Zacconi e di Lyda Borelli, fino ad approdare alla macchietta. Di lui si ricordano le macchiette, per lo più tradotte dal francese, Concettina, Le mani delle donne, Addio signorina. Elegantissimo, quasi intellettualizzato, Luciano Molinari non concedeva mai nulla di volgare e perciò spesso si inimicava il suo pubblico: arrivò al punto di portare sempre con sé una carta geografica d’Italia, dalla quale cancellava le città in cui era stato fischiato. Ecco come, nel suo libro Le novelle del varietà, lo ricorda Francesco Cangiullo: «Mi pare di vederlo: slanciato, dal nobile portamento, pupille celesti che guardavano in agguato, naso greco, sorriso sornione o risata larga dai denti bianchissimi; con la sua coda di rondine di vigogna, il suo rabat cresciuto come pasta bignè, il Pantalone a quadroni bianco e nero, i guanti grigioperla come le ghette, all’occhiello la gardenia che parea di smalto, in mano la malacca col pomo d’avorio, sul capo, un tantino inclinato la tuba lucida come le scarpe. Lui inventò e fu il primo ad importare la castigata immobilità scenica, il gesto essenziale. Il suo rigido, statuario atteggiamento pareva volesse correggere come un esempio, tutto il precedente, a volte sguaiato contegno comico. È naturale, la massa delle platee non si entusiasmava per lui che, anzi, riusciva spesso ostico ai più, ai quali suonava come una lezione di buon gusto e uno squillo di civiltà teatrale; ma le persone più fini, specie gli intellettuali, lo desideravano».

Vittorio Paliotti

 

La stampa dell'epoca

...DI MOLINARI

Debbo scrivere un articolo per Luciano Molinari ?

Molinari è tanta cosa nel Varietà Italiano che nulla può sorprendere se esso sia anche un argomento per un articolo. Ma in qual modo incominciare? E' possibile, per quest’uomo, che, incredibile! ha dell'ingegno incominciare sul solito leitmotif: «Molinari è un comico che si farà strada nelle piccole scene, il suo ingegno, la sua verve, la sua canaillerie, la sua eleganza dernier style lo impongono all’ammirazione del pubblico e le imprese gli offrono dei buoni contratti. Egli che dice con garbo è costretto a concedere innumerevoli bis e tempo fa seratonandosi si ebbe un ombrello di seta e un necessaire d’argento ed alluminio dagli animiratori della barcaccia. » ?

No.

Questa roba l’abbiamo in serbo per i primi numeri e per certi divi e stelle che ne fanno un uso più o meno intimo. Per Molinari, un’articolo offre qualche difficoltà. Occorrono innumerevoli citazioni francesi e latine, occorre un po’ di futurismo, un po' di cubismo, un po’ di strainfischismo.

Vi sono dei temperamenti straordinari dinanzi ai quali la penna d’uno scrittore ordinario s'impunta. Molinari è uno di costoro. Parlare di lui ammirandone le doti ed i successi è una cosa assurda, c'est l’absurde des absudités, non sappiamo precisamente perchè e non ci preoccupiamo di saperlo.

Per cui ho creduto rivolgermi direttamente a lui e poiché lui è a Novara ed io a Napoli, ho dovuto ricorrere ai mezzi aerei giacché quelli postali non funzionano. L’ho trovato che faceva il manicure. Come vedete un’alta funzione civile che merita il più deferente silenzio.

Ma, avendo , come ho detto più sopra, la necessità di fare l’articolo, gli ho detto:

— Lafemmeau pantin, l'attore al giornalista. Vi offro una volgarissima “ macedonia » non avendo a portata di mano una sultana. Voi offritemi una sedia e dettate.

— Che cosa ?

«Cafè-Chantant», 27 gennaio 1921


Luciano Molinari al Teatro LUX

L’esimio artita, che sfoggia il suo talento in moltissimi dei migliori drammi cinematografici con grandioso successo ed ammirazione degli amatori di simili spettacoli debullerà questa sera al Teatro Lux, soddisfacendo così all'impaziente attesa di innumerevole scelto pubblico, che plaudente desidera venire a vederlo in azione.

Egli si presenta preceduto da un’aureola di gloria riportata nei principali ritrovi teatrali di grandi città e perciò l’insuperabile divo del varietà avrà anche da questa eletta cittadinanza l'accoglienza, la dimostrazione festosa e il plauso che merita con l'intervento di numerosissimi spettaliori, gentili ed eleganti spettatrici nelle cinque sole sere che si presenterà alla ribalta del Teatro Lux ove già funziona e continuerà a funzionare l’eccezionale spettacolo di cine-varietà già reso noto e che in queste due scorse sere ha riportato entusiastico successo.

«Gazzetta di Parma», 9 marzo 1921


Teatro Lux

Ieri sera il celebre divo del varietà Luciano Molinari ha riportato l’aspettato strepitoso successo. La sala era letteralmente gremita di scelto ed eletto pubblico con innumerevoli gentili ed eleganti spettatrici. L’idolo della serata è stato applauditissimo e chiamato replicatamente alla ribalta. Grandemente applaudito è stato pure l’esimio baritono Marcon e in lui sempre più vennero riconosciute e confermate le eccellenti doti di vero e bravo artista. Ottimamente ha contribuito a rendere lo spettacolo serale eccezionale la distinta e graziosa stella italiana Pina Almery e l'attrazione Domenis.

Questa sera replica con la nuova proiezione della straordinaria cinematografica di arte interpretata da Henny Porten « La mia vita per il tuo onore» straordinario capolavoro che attirerà certamente numerosissimo pubblico in quanto per la bellezza merita di essere visto.

«Gazzetta di Parma», 10 marzo 1921


1921 11 12 Cafe Chantant Compagnia Molinari Intro

Da IL PICCOLO del 5 novembre. Da questa sera Molinari inizia la prima delle sue annunciate rappresentazioni straordinarie con la prima esibizione in Italia di Documenti alla mano, Signori! rapsodia di 50 figurazioni sceniche da lui stesso ideata e scritta e dal maestro A. Friltelli orchestrata, concertata e diretta. Per un talento d’eccezione come quello di Molinari non c’è da meravigliarsi se questa sera la folla delle grandi premicres invaderà la sfolgorante sala di via Nazionale per tributare il plauso incondizionato che si deve al più illustre artista del nostro Teatro di Varietà.

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Da IL PAESE del 6 novembre. Un grande, un ben definito successo che si delincò subito dopo le Mani avanti come prologo, e che culminò scrosciante dopo Vite rnissa est. come epilogo, ecco in poche parole 1’ esito della prima rappresentazione di documenti alla mano, signori! rapsodia composta ed interpretata da Molinari, concertata, orchestrata e diretta dal più valoroso dei maestri nel genere: Frittela. E’ tutta la storia documentata del Caffè concerto in vecchie arie, vecchi ritornelli dei quali taluni irreprensìbilmente idioti ma graziosamente cari al nostro cuore come il ricordo di un lontano amore...

Ed è appunto su questo motivo ironicosentimentale che la sapiente scenica di Molinari caricaturista, osservatore, commentatore, si è sbizzarrita nelle più dinamiche e poliedriche attitudini, pur contenendosi in quei limiti di signorilità di cui e-gli solo è l’arbitro sulle scene del varietà, tra la sfolgorante sala dell’ Apollo, incredibilmente stipata, si notavano nomi illustri della aristocrazia e dell’arte. Documenti alla mano, Signori ! forma indubbiamente il più interessante officile per un Teatro di Varietà.

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Dal MESSAGGERO del 6 novembre Un successo pieno ed incontrastato iersera per Molinari, genialissimo ideatore ed interprete superbo di Documenti alla mano, Signori!, rapsodia di 50 figurazioni sceniche durante la quale sfilano i più originali e più disparati tipi del vecchio Caffè Concerto. Il pubblico elegantissimo che iersera affollava la magnifica sala dell'Apollo applaudì con calore e convinzione il grande artista durante tutta la sua esibizione, dimostrandogli così, una volta di più, di quanta simpatia egli sia circondato.

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Da IL TEMPO del 6 novembre. Un incontrastato trionfo dal principio alla fine, Documenti alla mano, Signori ! Ma che cos’è? E’ la più indovinata rapsodia del Caffè Concerto. Intanto Molinari, mettendo le mani avanti, vi dice :

« Parlo del Caffè Concerto di tradizione, quello coll’ aumento sulla consumazione, quello del « cabaret » nel mezzo della sala per le oblazioni nelle serate di gala, quello del pianoforte sgangherato, quello del guittismo stilizzato, quello dove il Principe e il Monello hanno fatto il coro al ritornello; dove con in tasca duecento soldi si era scambiati per Colonna o Arnaboldi; dove tutti infine, studenti o sfaccendati, un’ora, un’ora almeno ci siamo stati... ».

Reminiscenze care, nostalgie tenue, tipi, tipettini, tipacci d’ogni colore e sapore, ritornelli celebri, figurazioni tragicomiche, caricature bislacche, vetuste e raffinate idiozie. .Un’autentica insalata russa servita dalla genialità di un latino: Molinari.

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Da LA TRIBUNA del 7 novembre Avevamo previsto un successo strordinario per le rappresentazioni di : Documenti alla mano. Signori ! e così infatti è avvenuto. Molinari, nella prima rappresentazione di sabato, e così in quella successiva di ieri domenica, si ebbe le acclamazioni più vive dal folto ed elegante pubblico che gremiva letteralmente il gran Salone dell’Apollo.

Molinari, autore ed interprete, ha dimostrato ancora una volta la sua non comune valentia, dando a Documenti alla mano, Signori! quella forma veramente signorile ed armonica che non può a meno di suscitare generale simpatia ed approvazione.

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Da IL GIORNALE D’ITALIA del 7 novembre. Convegno mondanissimo iersera per la seconda rappresentazione di Molinari in « Documenti alla mano, Signori ! » La scintillante sala dell’ « Apollo » era già uno spettacolo magnifico di per sè, gremita come era di un pubblico meraviglioso per numero ed eleganza. Un successo senza precedenti per Molinari, autore ed interprete. Questo artista di singolare valore, acclamato da tutte le platee d’Italia, ci dimostra sempre più come ovunque si possa imporre una forma d’ arte semprechè sia contenuta in linee armoniosamente signorili, di assoluto buon gusto. In questo Molinari rimane oggi solo ed insuperato.

Documenti alla mano, signori ! » è facile prevedere che sarà la pièce alla moda in tutti i grandi Music-Halls italiani.

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Da IL POPOLO ROMANO del 7 novembre. E’ Molinari che parla :

Ciò non significa : Tirare fuori ciò che può identificare il vostro sesso un passaporto, una tessera, un permesso, qualsiasi, un porto d’armi, una carta burocratica banale, un lasciapassare in regola, una base d’uscita d’ospedale o magari la fedina penale.

E sarebbe anche inopportuno chiedere a bruciapelo a qualcuno se è in attesa del modello quarantuno , No... no! Documenti alla mano, Signori! vuol dire...

E qui sospendiamo. Molinari iersera nella sua documentazione si è accorto sempre più di quale generale intensa simpatia sà circondare il pubblico romano, gli artisti d’eccezione, di avanguardia, quegli artisti che portano alla ribalta in ogni apparizione la loro rinnovata personalità, esponente di un temperamento artistico di prim’ordine. E le ovazioni sono state interminabili.

«Cafè-Chantant», 12 novembre 1921


1936 Il Dramma Cafe Chantant 1

Il Dramma, 1 settembre 1936 - Caffè Concerto fine 800, di Luciano Molinari - Parte 1

1936 Il Dramma Cafe Chantant 2

Il Dramma, 15 settembre 1936 - Caffè Concerto fine 800, di Luciano Molinari - Parte 2

Filmografia

Le memorie di un pazzo, regia di Giuseppe De Liguoro (1917)
La passeggera, regia di Gero Zambuto (1917);
La storia della dama dal ventaglio bianco, regia di Lucio D'Ambra (1919);
Cinque a zero, regia di Mario Bonnard (1932);
Sette giorni cento lire, regia di Nunzio Malasomma (1933);
Il Cardinale Lambertini, regia di Parsifal Bassi (1934).


Riferimenti e bibliografie:
  • Adriano Bassi, Cafè-chantant, Genova, De Ferrari Editore, 1998.
  • (FR) François Caradec e Alain Weill, Le café-concert, Parigi, Hachette/Massin, 1980.
  • (FR) Concetta Condemi, Les cafés-concerts, histoire d'un divertissement (1849-1914), Parigi, Éditions Quai Voltaire Histoire, 1992.
  • Rodolfo De Angelis, Café-chantant: personaggi ed interpreti. A cura di Stefano De Matteis, Firenze, La casa Usher, 1984.
  • Mario Dell'Arco, Café-chantant di Roma, Milano, Martello, 1970.
  • Paolo Guzzi, Cafe-chantant a Roma: il caffè-concerto tra canzoni e varietà da Lina Cavalieri alla Bella Otero, da Fregoli a Petrolini, Roma, Rendina, 1995.
  • Dario Salvatori, Il Café-chantant a Roma. Canzoni, soubrettes e comici di una grande stagione dello spettacolo, Roma, Newton & Compton, 1996
  • "La macchietta", Vittorio Paliotti, Edizioni Bideri, Napoli, 1977
  • «Cafè-Chantant», 27 gennaio 1921
  • «Gazzetta di Parma», 9 e 10 marzo 1921
  • «Cafè-Chantant», 12 novembre 1921
  • «Il Dramma», 1 settembre 1936 - Caffè Concerto fine 800, di Luciano Molinari