Sylva Koscina: «ogni giudizio mi ferisce»
Così dice Sylva Koscina, dominata da un desiderio di perfezione, ma consapevole di aver lavorato troppo. Si giustifica con molti argomenti: inesperienza, bisogno di guadagno, crisi sentimentali
Roma, agosto
Prima di tutto — dice Sylva Koscina — essere sempre se stesse. Poi: non montarsi mai la testa, perchè il pubblico se ne accorge subito. Terzo: essere il più carine possibile, almeno fino a quando non si diventa brave». Avevo chiesto all'attrice: «A una ragazza che volesse fare del cinema, quali consigli darebbe?». La Koscina ci ha pensato un po’, levando gli occhi in alto e arrestando il movimento irrequieto delle sue mani, e poi ha enunciato tre principi che, come succede sempre in questi casi, sono il condensato del suo modo di comportarsi. In questi anni, infatti. Sylva è stata sempre coerente con se stessa: con le proprie aspirazioni e con le proprie convinzioni. Voleva diventare attrice, in un certo modo; e c’è riuscita, sudando e faticando. E oggi che è arrivata, là sua preoccupazione maggiore è quella di far sentire al suo prossimo, amici e pubblico, che non si è montata la testa, che è rimasta la stessa.
Gli aggettivi più ricorrenti nei suoi discorsi sono: "riconoscente”, "sensibile”, "nessuno" "scontenta". Si equivalgono tutti: da ciascuno di essi, l’attrice è capace di trarre una sfilza di parole, che concludono sempre col medesimo concetto. Per esempio. «Io debbo essere molto riconoscente al pubblico. Se mi dimostra simpatia, io devo dargli qualcosa, in cambio». Oppure: «Io non sono nessuno; devo fare ancora molto per migliorarmi, per dare di più». Oppure: «Sono molto sensibile: ogni giudizio mi ferisce. Perciò cerco sempre di emendarmi dei miei difetti, per meritarmi la stima degli altri». E così via. In questa professione di umiltà c’è una parte di ostentazione; ma anche della gratitudine sincera, e della sincera modestia. Solo tre anni fa, la Koscina non era veramente nessuno; ed essa non se lo è affatto dimenticato.
Sylva Koscina sta trascorrendo poche giornate di vacanza sul mare, presso Roma, prima di cominciare il film di Luigi Comencini "Le sorprese dell'amore"
Quanto al terzo punto, «essere carine più che si può», questo è un argomento in cui Sylva può essere considerata, a buon diritto, una maestra. Alta 1,75, istintivamente elegante, l’attrice si è sempre distinta per la proprietà del suo modo di vestire e di comportarsi. «Ogni donna — dice — deve coltivare la propria bellezza: nascondere gli eventuali difetti, ridurre le piccole imperfezioni, inventare nuove acconciature, ecc.». Un vestito sgualcito, un ricciolo fuori posto: ecco delle pecche che nessuno le potrà mai rimproverare. «Come è elegante sullo schermo, altrettanto un’attrice deve esserlo nella vita»; questo è il suo slogan. «Non capisco proprio — dice inorridita — certe attrici americane. Nei loro film sono perfette, ma se le incontri per strada, quasi quasi non le riconosci».
Ciascuno, nella vita, cerca di mettere in risalto la propria qualità più spiccata: chi l’intelligenza, chi il savoir faire, chi la bellezza. Sylva Koscina. che di qualità ne ha diverse ma nessuna spiccatissima, ha deciso di potenziarle tutte, in modo da apparire al massimo perfetta. Questo desiderio è la spinta di tutti i suoi atti, il sottinteso di tutti i suoi discorsi. E' poco puntuale al lavoro? E si sforza di diventarlo. E’ celebre? E fa di tutto per non ostentarlo. E’ orgogliosa? E parla e si comporta in modo da sembrare umile, modesta. E’ bella ed elegante? Deve diventarlo sempre di più. Il grasso minaccia la sua linea? E si mette a fare una dieta feroce.
UNA MONDANA bonacciona, che parla mezzo francese ed ha il vizio di sollevarsi le gonne, è stata Sylva Koscina nel film "La cambiale”. Ora spera di lavorare per un regista francese: la sua carriera avrebbe un. nuovo indirizzo.
SYLVA KOSCINA ha girato finora, nel 1959, due film: ”La cambiale” con Vittorio Gassman e "Tempi duri per i vampiri” con Rascel. Interpreterà dopo Ferragosto ”Le sorprese dell’amore” di Comencini, poi "Estate nuda” di Zampa.
L’anno scorso, proprio di questi tempi, si trovò in una impasse che rischiò di mandare all’aria tutti i suoi programmi. Sylva lavorava notte e giorno; era stanca, esaurita, aveva continue crisi di pianto. Ma ingrassava. Chilo su chilo, il suo corpo si gonfiava. L’attrice assisteva con orrore al fenomeno. In quei giorni stava interpretando un film, Racconto d'estate, in cui dovendo recitare sempre in bikini, la necessità di una linea perfetta era essenziale. Sylva, disperata, ridusse al minimo i suoi pasti; ma non servì a nulla. Allora decise di consultare un medico. «Lei lavora troppo — le disse dopo averla visitata. — Ha un esaurimento nervoso così forte che le ha provocato una disfunzione. L’aumento del peso è una conseguenza di questa disfunzione».
Il medico aveva ragione. Il 1958, come il ’57 del resto, e il ’56, sono stati anni di battaglia per l'attrice. Ottenuto da Germi il suo primo benservito, la Koscina si è buttata a capofitto nel lavoro, sfruttando tutte le occasioni che le si presentavano. E’ passata da un film all’altro, senza soluzione di continuità; da un personaggio brillante ad uno drammatico, o a uno semplicemente sexy, con assoluta indifferenza. A nulla son valsi i consigli di registi, come Germi e Lattuada, che la incitavano ad essere più cauta e prudente. Quasi per rifarsi della lunga attesa, Sylva accettava tutto. In tre anni, ha interpretato più di venti film; una media di sette film l'anno. E non si è mai presa un giorno di vacanze. «Questo — dice — è il primo anno in cui ho rivisto il mare».
Naturalmente, la quantità è andata a scapito della qualità; e questo è infatti l’unico punto in cui la "perfetta” Sylva si sente imperfetta. Essa lo riconosce. «E’ vero — dice — sono diventata una impiegata del cinema». Ma è pronta anche a giustificarsi, con mille argomenti: l’inesperienza, la novità, il bisogno di guadagnare, le sue crisi sentimentali, il desiderio di arrivare, la necessità di farsi le ossa. «Tutto serve nella vita — dice. — In questi anni, se non altro ho imparato il mestiere». E poi aggiunge, con l’abilità dialettica che le è propria (una dialettica ricca di sorrisi, ammiccamenti, esclamazioni, spregiudicatezza e autocommiserazione), che ormai il passato è passato e che, da oggi in poi, è cominciata per lei una fase del tutto nuova.
UNA NUOVA CASA ai Parigi, arredata da lei stessa con mobili preziosi, è la conquista più recente dell’attrice jugoslava, il primo frutto di un benessere ottenuto con tanto lavoro. La Koscina è nota per la sua parsimoniosità e per la sua saggezza.
Intanto ha cominciato col ridurre il numero dei film: invece di sette, quest’anno saranno quattro. E quelli che ha scelto, fra i tanti propostile, sono naturalmente i migliori. Ha lavorato con Gassman nella Cambiale, e ora sta finendo un film con Rascel. Fra poco comincerà Le sorprese dell’amore di Comencini, e sarà questa una delle esperienze più importanti per la sua carriera. Con Luigi Comencini la Koscina ha recentemente ottenuto un grande successo, nel film "Mogli pericolose’’ (che ha registrato uno dei più alti incassi dell’annata cinematografica): ora il regista milanese intende, con la nuova opera, portare alla più alta espressione tale genere di commedia brillante. Come in "Mogli pericolose”, compagna di lavoro della Koscina sarà Dorian Gray; esse comporranno due coppie rispettivamente con Walter Chiari e Mario Carotenuto: e nell’intreccio sentimentale avverranno piccanti, tempestosi scambi. Saranno della partita anche Chelo Alonzo e Franco Fabrizi. Sono dunque evidenti i motivi per cui su "Le sorprese dell’amore” la Koscina confida le proprie speranze. Tra l’altro, il misurarsi con Dorian Gray, amica e rivale nella finzione cinematografica è straordinariamente stimolante per lei.
Dopo "Le sorprese dell’amore”, Sylva interpreterà il quarto ed ultimo film della serie 1959: "Estate nuda” di Luigi Zampa. Sarà un film sulle ragazze squillo; e l’attrice si ritroverà più o meno nello stesso ambiente in cui, cinematograficamente parlando, ha cominciato l’anno, giacché nel film "La cambiale" essa è stata una mondana.
La Koscina per ora è molto soddisfatta della sua esperienza di lavoro con Gassman e con Rascel. «Con Gassman», dice, «ci si sente completamente a proprio agio. Egli è un vero signore: ti aiuta, ti dà dei consigli. Con lui interpreterei volentieri anche un ruolo serio». Quanto a Rascel, basta un piccolo episodio per giudicare il suo modo di comportarsi. Un giorno, il regista tendeva a metterlo in risalto, davanti all’obiettivo, a danno della Koscina. «No», è intervenuto il "piccoletto”, «devi mettere me di spalle, e lei davanti». «In tutta la mia carriera», dice Sylva, «questa era una cosa che non mi era mai successa».
Per la prima volta, nella Cambiale, la Koscina ha recitato con la sua voce, e d’ora in poi si doppierà sempre da sola. E’ una novità che ha la sua importanza. La maggior parte delle attrici di cinema infatti sono solo dei bei manichini, cui le doppiatrici regalano, con le loro voci perfette, un’anima. Sono attrici per modo di dire; e solo il giorno che si doppiano da sole, cominciano a diventarlo. Cinque anni fa Eduardo De Filippo, dopo aver visto un suo provino, disse a Sylva Koscina : «Lei dovrà studiare, applicarsi molto, sgobbare, ma un giorno diventerà un’attrice». «Ho studiato, mi sono applicata, ho sgobbato», dice Sylva, «e ancora non posso considerarmi un’attrice: ma diamo tempo al tempo».
A. D., «Tempo», anno XXI, n.33, 18 agosto 1959
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A. D., «Tempo», anno XXI, n.33, 18 agosto 1959 |