La vittoria di mamma Jasmine

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Permettendo per la prima volta alla figlia di viaggiare senza la scorta di un familiare, la signora Schiaffino ha voluto sottolineare il fatto che Rosanna ha vinto la sua battaglia ed è entrata a far parte del ristretto firmamento delle "stelle" internazionali

I miti sono diffìcili da scalzare. Basta leggere il comunicato con cui, nei giorni scorsi, una importante agenzia di stampa ha annunciato la partenza per Londra, dall'aeroporto di Fiumicino, di Rosanna Schiaffino, per rendersi conto di quanto certi luoghi comuni, prima ancora di interessare la vita della protagonista, siano entrati a far parte del bagaglio aneddotico di chi segue i suoi passi. Dopo averci informato che «l' attrice indossava un tailleur color canarino e un cappello a larghe falde», l’agenzia aggiungeva in tono sbalordito che Rosanna «per la prima volta è partita sola, ovvero senza la compagnia della madre e della sorella».

Indubbiamente il fatto che ormai la figura slanciata della giovane attrice genovese non sia più seguita dall'ombra massiccia ed incombente di mamma Jasmine o da quella più affilata della sorella Maria Pia, è un avvenimento che può costituire notizia. Ma la vera notizia consiste, mi sembra, nella constatazione che con il suo viaggio solitario, Rosanna Schiaffino ha dimostrato di essere uscita di minorità (non solo perchè ha ormai compiuto i ventun anni) anche come attrice che non ha più bisogno di essere sostenuta ad ogni movimento, ma che è ormai in grado di percorrere da sola la sua strada. Da questo punto di vista, l'assenza all’ aeroporto di Fiumicino, di mamma Jasmine ha il significato di un vero e proprio bollettino di vittoria.

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Dopo sei anni di paziente e tenace scalata dell’Olimpo cinematografico, dopo aver dovuto sostare a lungo su qualche cengia ed essere anche rimasta qualche volta "incrodata” nei passaggi più difficili, la "cordata Schiaffino’’ ha raggiunto finalmente la vetta ed è decisa a rimandare il più a lungo possibile il momento della discesa. Ormai il periodo dei sorrisi ai fotografi perchè dedicassero qualche "flash” alle curve di Rosanna appartiene al passato, e del passato fanno parte anche i mesi burrascosi seguiti alla rottura del contratto che legava l’attrice ad un energico produttore che aveva avuto il torto, a giudizio dei gruppo Schiaffino, di puntare più carte sull’avvenire di Claudia Cardinale che su quello di Rosanna.

GLI ATTEGGIAMENTI AGGRESSIVI e provocanti che erano la caratteristica di Rosanna Schiaffino prima della sua esperienza americana, sono un ricordo del passato e la sua espressione, come si può notare dalle fotografie di queste pagine, si è addolcita. ”I vincitori" è il quarto film che Rosanna interpreta quest’anno.

In circa dodici mesi la Schiaffino ha interpretato un film americano Due settimane in un’altra città, accanto a Kirk Douglas e George Hamilton, con relativo viaggio ad Hollywood; è stata la protagonista di uno tedesco La storia di San Michele, tratto dal celebre romanzo di Axel Munthe, è apparsa in una pellicola francese, Il delitto non paga; sta portando a termine un film anglo-americano I vincitori, diretto da Cari Foreman, in cui recita accanto ad attori del nome e della fama di Jeanne Moreau, di Melina Mercouri, di George Hamilton e di Peter Fonda; ed è attesa da Roberto Rossellini che l’ha scelta come protagonista del suo episodio, "Illibatezza” in Rogopag un film dal titolo-sciarada, che trova la sua soluzione nel nome dei quattro registi che lo dirigeranno: Rossellini, appunto, e poi Jeanne Lue Godard, Pier Paolo Pasolini e Ugo Gregoretti.

In Illibatezza Rosanna interpreterà il ruolo di una hostess che fa perdere la testa ad un ricco industriale che vede in lei la donna ideale, «che non è sofisticata e neppure complicata, ma piena di buon senso e capace di affrontare ogni situazione, che è capace di cuocere gli hamburger, guidare l’automobile ed aiutare il suo ragazzo a lavarla. Un tipo che può andare d’accordo con tutti, "sensazionale” per le generazioni più giovani, ma capace di commuovere gli uomini anziani ormai non troppo inclini al romanticismo. Una donna, infine. la cui dolcezza deve essere accettabile anche alle donne».

ROSANNA SCHIAFFINO sta interpretando, sotto la direzione di Cari Foremann, il regista dei "Cannoni di Navarone”, uno dei ruoli principali nei "Vincitori”, un film che riunisce alcuni dei più grandi nomi del cinema mondiale, da Jeanne Moreau a Melina Mercouri, da Peter Fonda a George Hamilton. In un primo tempo la parte affidata alla Schiaffino era stata offerta a Sofia Loren. Parte del film, di produzione anglo-americana, viene girata a Londra: è la seconda volta, dopo l’esperienza di "Due settimane in un’altra città”, che l'attrice è l’interprete di un film prodotto dagli americani.

Tutte queste definizioni piacciono a Rosanna, che ritiene di avere tutte le qualità richieste. Tutte, meno una: il ragazzo da aiutare a lavare l’automobile.

Quando il discorso scivola sugli impegni sentimentali, Rosanna toma ad essere la ragazza che ha avuto il coraggio di accettare gli inviti per una cena a lume di candela rivoltole da Baby Pignatari alla condizione che l’invito fosse esteso anche a mamma Jasmine.

Come la sua rivale Claudia Cardinale, Rosanna si è costruita la leggenda di una ragazza tutto cinema e niente amore. Gli unici baci che scambia con un uomo sono quelli regalati, per la gioia di milioni di spettatori, ai suoi ”partners” sul set. Così vuole la leggenda, l’altro mito di Rosanna Schiaffino che l’attrice si guarda bene, almeno questo, dall’infrangere. Qualcuno ha tentato, è vero, di attribuirle una particolare simpatia per Walter Chiari, il fidanzato di tutte le attrici sole, ma i primi a lasciare cadere la "voce” sono stati gli stessi che avevano tentato di lanciarla. L’hanno "fidanzata” anche a George Hamilton, il giovane e lungo miliardario americano attore per hobby, suo compagno in Due settimane in un'altra città ed ora nei Vincitori, ma Rosanna è stata esplicita: «Ci conosciamo bene e siamo anche buoni amici. Ma non vedo perchè dovrei sposare tutti i miei amici».

E’ la stessa risposta che Rosanna ha dato tempo fa ai potenti "columnist” americani che, dopo averla accolta a Hollywood con grande dispendio di fotografie e di tìtoli a tutta pagina sulle più autorevoli riviste specializzate, hanno cercato disperatamente di appiopparle un fidanzato, un "flirt”, una simpatia qualsiasi. Come è possibile, hanno detto alla bruna genovese, le varie Luella Parsons e Cobina Wright, annunciare ai lettori che «la bellezza italiana conquista di nuovo Hollywood», che tra i viali di Beverly Hills si aggira un esemplare femminile che ha «la voce profonda, velata di nostalgia di Marlene Dietrich, la freschezza di Leslie Caron, il fascino eccitante, un tempo prerogativa di Merle Oberon e la franca esplosiva vivacità di Rita Hayworth», come si fa ad annunciare tutto questo per poi dover melanconicamente concludere che nessun uomo si è lasciato attirare da questo «cocktail che piace molto»?

Un ragionamento persuasivo, soprattutto se chi si affanna ad illustrarlo è una di quelle persone che, con una sola frase possono fare e disfare la gloria cinematografica. Ma neppure i canti di queste sirene sono riusciti a smuovere Rosanna Schiaffino dalla linea di condotta che si è tracciata. «Amo Hollywood, non gli uomini di Hollywood», si è limitata a rispondere, senza preoccuparsi di avallare, con un po’ di buona volontà, gli sforzi delle pettegole che hanno provato a trasformare ogni suo occasionale cavaliere in una pera matura pronta a cadere ai suoi piedi.

MALGRADO ABBIA COMPIUTO da poco i ventun anni. Rosanna Schiaffino ha già al suo attivo una ventina di film e sei anni di attività. Esordi infatti nel 1956. quando era soltanto quindicenne e si era fatta notare per la sua bellezza prepotente che le aveva fatto conquistare alcuni titoli di "Miss". Il suo primo film fu "Orlando e i paladini di Francia", seguito immediatamente da ”Totò lascia o raddoppia?". Alcuni anni fa sembrava che la carriera cinematografica della Schiaffino, che aveva rotto il contratto che la legava ad un noto produttore, fosse giunta ad un punto morto, ma l’accanita volontà dell’attrice le ha permesso di risalire la corrente. Dopo ”I vincitori”, Rosanna interpreterà, diretta da Roberto Rossellini, "Illibatezza”

«Cary Grant è follemente innamorato dei luminosi e vellutati occhi della bella italiana», ha scritto Luella Parsons, e da quel giorno il maturo dongiovanni non ha più avuto occasione di incontrare il presunto oggetto dei suoi sogni. «Dick Chamberlain, il divo della televisione, fa una corte assidua a Rosanna — ha affermato Cobina Wright. — Alla prima di West Side Story non staccava gli occhi dalla sua compagna. Insieme formavano la più bella coppia della serata». E Cobina Wright attende ancora la seconda uscita della "coppia perfetta”. Tanto poteva bastare per giocarsi, una volta per sempre, la simpatia dei grandi, anzi delle grandi, di Hollywood, e compromettere una carriera ancora tutta da percorrere. Molte avrebbero ceduto, si sarebbero affidate alle mani ed ai suggerimenti delle esperte (le stesse esperte, sia detto tra parentesi, che non sono mai riuscite a trasformare con la loro penna un’attrice italiana in una diva di Hollywood), avrebbero rinunciato alla propria personalità, e sarebbero fallite. Rosanna Schiaffino ha preferito rimanere fedele alle armi, ed alla leggenda con cui era partita alla conquista di Cinecittà.

La leggenda non ammette imprudenze e Rosanna, che dall’età di quindici anni è impegnata a costruire il suo mito, ha imparato a risolvere i suoi affari di. cuore ben lontano dai riflettori della pubblicità. Per questo ormai non è necessario che l’ombra di mamma Jasmine o quella di Maria Pia seguano ad ogni passo la snella figura di Rosanna, addolcita nelle sue curve aggressive dagli esteti di Hollywood. Ora che la battaglia è vinta, è opportuno che, mentre la diva di famiglia corre da un aeroporto all’altro, dagli studi di Cinecittà a quelli di Hollywood, dai ”set” di Parigi a quelli di Londra, gli altri membri della "cordata Schiaffino” rimangano fermi sulla vetta dell’Olimpo cinematografico a sorvegliare che nessuno tenti di occupare il posto tanto faticosamente conquistato. Ed a firmare contratti.

Sandro Riva, «Tempo», anno XXIV, n.40, 6 ottobre 1962


Tempo
Sandro Riva, «Tempo», anno XXIV, n.40, 6 ottobre 1962