Reder Gigi (Schroeder Luigi)

Gigi Reder 22 bio

Nome d'arte di Luigi Schroeder (Napoli, 25 marzo 1928 – Roma, 8 ottobre 1998), è stato un attore italiano. Divenne noto al grande pubblico per l'interpretazione del geometra Silvio Filini, collega del ragionier Ugo Fantozzi, interpretato da Paolo Villaggio.

Biografia

Nacque a Napoli il 25 marzo del 1928 da una famiglia di origini tedesche da parte paterna. Dopo gli studi presso l'Università Federico II, non terminati, si trasferisce a Roma, entrando nel mondo della radio con l'incarico di radiopresentatore e attore di radiodrammi. Esordisce anche sul palcoscenico con opere dialettali e d'avanspettacolo per poi cimentarsi con ottimi risultati in rappresentazioni di prosa grazie alla partecipazione in compagnie importanti capitanate dai più noti nomi dell'epoca, quali Peppino De Filippo, Turi Ferro, Mario Scaccia e Giorgio Albertazzi. L'esordio sul grande schermo arriva agli inizi degli anni cinquanta con piccole parti in molte commedie.

Spalla di lusso e valente caratterista, nella sua carriera quasi cinquantennale partecipa a circa sessanta film, spesso con interpretazioni di notevole spessore (vanno ricordate le partecipazioni a film di Fellini, Germi, Bevilacqua, Vittorio De Sica e Comencini).

Muore a Roma l'8 ottobre 1998, all'età di 70 anni, in seguito a un collasso cardiaco presso l'Ospedale San Filippo Neri[1]; in seguito ha ricevuto sepoltura nel Cimitero del Verano a Roma. Paolo Villaggio, compagno di tanti successi, comunicò per primo la notizia alla stampa pronunciando queste parole:

« Muore una parte della mia vita. Era un grande attore che aveva recitato anche con Fellini ma la gente ormai lo identificava col suo personaggio. Tutti quelli che mi hanno chiamato mi hanno detto: "è morto Filini". Con me era come Peppino De Filippo con Totò: spesso faceva ridere più di me. »

Villaggio dedicherà alla sua memoria Fantozzi 2000 - La clonazione, l'ultimo film della saga fantozziana, nel quale non compare il ragionier Filini.

Il ragionier Filini

Reder diviene famoso grazie al personaggio del ragionier Filini (Renzo Filini, nel primo film, Silvio Filini in Fantozzi contro tutti e Arturo Filini in Fracchia contro Dracula) nella saga del ragionier Fantozzi e Fracchia al fianco di Paolo Villaggio, creando col comico genovese un sodalizio artistico che porterà a quattordici film di successo e segnando un'indelebile traccia nella comicità italiana. Col suo personaggio Reder regala momenti d'umanità, di tenerezza e gag esilaranti: da ricordare l'episodio più intenso in cui organizza gite per pensionati cercando di dimenticare l'emarginazione della vecchiaia (Fantozzi va in pensione). Consegue notevoli consensi di pubblico anche per Fracchia la belva umana (nel ruolo della vecchia madre siciliana del serial killer) e Fracchia contro Dracula. Per il ruolo del ragionier Filini otterrà, nel 1987, la candidatura al David di Donatello per il miglior attore non protagonista per il film Superfantozzi e, nel 1994, quella al Nastro d'argento al migliore attore non protagonista per Fantozzi in paradiso.

Televisione

Reder è stato interprete televisivo di originali e divertenti telefilm, varietà: fra essi Le avventure di Laura Storm (1966, episodio A carte scoperte), a fianco di Lauretta Masiero. In una puntata di Scala reale, programma televisivo della Rai del 1966, si può notare Gigi Reder, nella parte di uno scolaro, dietro a Gaetano Pappagone (interpretato da Peppino De Filippo).[2] Interprete di sketch memorabili (ancora con Paolo Villaggio, stavolta con la saga incentrata sul personaggio di Giandomenico Fracchia), negli ultimi anni di carriera era tornato a teatro, lavorando tra gli altri con Barbara Bouchet.

Politica

In occasione delle elezioni del 1987 fece uno spot per la campagna elettorale del PSDI, interpretò la parte di un elettore che, all'interno della cabina elettorale, guarda la scheda e ragiona sul voto da esprimere. Attaccando uno a uno gli altri partiti giunge alla conclusione che l'unico voto possibile è quello social democratico affermando: "Gli unici con un po' di buonsenso mi sembrano i socialdemocratici!"[3], casualmente fece lo stesso anche Paolo Villaggio che fece uno spot e si candidò per Democrazia Proletaria[4].


Galleria fotografica e stampa dell'epoca

Le agenzie di stampa dicono che e morto il ragonier Filini. Naturalmente non e vero E' morto Gigi Roder, l'attore napoletano che imprestava la sua maschera miope al fumetto umano creato da Paolo Villaggio. Finchè ci sarà un italiano su questo pianeta, il ragionier Filini non morirà. Lo abbiamo conosciuto sui banchi di scuola. Era il compagno che preparava lo pallino di carta e poi ce le passava, perchè lo tirassimo noi. Quello che alle feste non ci provava con le ragazze, ma si divertiva un mucchio a vederci prendere nasate.

Non infierì mai. Neppure quando ci vide piangere per amore e gli altri, un po' imbarazzati, so ne lodarono. Lui rimase al nostro fianco, a suggerirci nuovi modi por soffrire uncora. Lo ritrovammo all'università, dove ci assicurò di aver parlato col professore, tutto a posto, ventotto assicurato. Ci tirarono il libretto in faccia e volevamo strangolarlo, ma lui chiuse: e perché? Poi lo abbiamo perso di vista. Fino alla naja, quella notte che uscimmo di nascosto (una sua idea) e quando ci beccarono non fece la spia, no, ma neppure l'eroe. Cercò anche di convincerci che in cella di rigore non si dormiva mica male. Pensavamo di essercene liberati, ma è ricomparso in ufficio, soprattutto in ufficio.

In famiglia, di solito sotto forma di cognato. E in politica, sotto forma di Mastella. Ci ha perdonato tutti gli insulti di una vita. In compenso ci ha suggerito di andare in vacanza nel Kosovo o di investire in titoli giapponesi. Ovviamente era in buona fede. E altrettanto ovviamente lui non ci ha rimesso una lira. Un guardone un po' opportunista e vigliacco. Ma a suo modo un generoso, persino intelligente e certamente non cattivo. Non c'è Fantozzi senza Filini, e forse ci sono più Filini che Fantozzi in questa Italia di ragionieri.

Massimo Gramellini, «La Stampa», 9 ottobre 1998


ROMA. E' morto ieri mattina Gigi Reder, il mitico «ragionier Felini» di tante avventure fantozziane. L'attore, il cui vero nome era Luigi Schroeder, aveva 70 anni e si è spento all'ospedale San Filippo di Roma dove era stato ricoverato per un arresto cardiaco. Nato a Napoli nel 1928, Reder aveva interpretato tanti ruoli ma il grande pubblico lo ricorda soprattutto per essere stato «il ragionier Filini» al fianco di Paolo Villaggio in trentaquattro film.

Gigi Reder, era malato da tempo. Aveva debuttato in teatro nel 1950 lavorando nelle compagnie di Peppino De Filippo, Giorgio Albertazzi e Maurizio Scaparro. Aveva interpretato più di 70 film, tra cui oltre alla serie completa di Fantozzi, si ricordano «I Clown» di Fellini, «Pane amore e fantasia» e «L'oro di Napoli» di Vittorio De Sica. Aveva lavorato anche con Anton Giulio Bragaglia e Alessandro Blasetti. Era apparso in tv in «Ci vediamo lunedì» e «Supersera» e aveva condotto «Le piace la radio?».

Per circa 20 anni aveva lavorato al doppiaggio e aveva vinto un David di Donatello nel 1987 come migliore attore non protagonista. Gigi Reder nelle vesti di «Filini» con Fantozzi in Africa in uno dei tanti Fantozzi

«La Stampa», 9 ottobre 1998


Il ricordo dell'amico: «Era superstizioso e ateo, al funerale andrei vestito come sul set»

ROMA. La notizia della scomparsa dell'amico e collega Gigi Reder ha raggiunto Paolo Villaggio durante le prove della commedia di Jean Poiret «La cage aux folles» («Il vizietto» in versione cinematografica) in cui recita insieme con Jonnny Dorelli. «Senza Filini - dice l'attore - mi sento molto solo, mutilato. A primavera avremmo dovuto cominciare a girare insieme il nuovo film intitolato forse "Fantozzi non ce la fa più", e ora non ne ho per niente voglia. Una cosa è sicura: ora che Reder è morto scomparirà anche il suo personaggio, non ci sarà un sostituto. Del resto la gente lo identificava completamente nel ruolo del ragioniere: oggi tutti quelli che mi hanno chiamato mi hanno detto "E' morto Filini". E io, nel necrologio che gli ho dedicato, ho sottolineato proprio che era un interprete popolarissimo». Com'era stato scelto Gigi Reder per il ruolo di Filini? «Si trattava di trasferire al cinema il personaggio letterario che già esisteva nei racconti sul ragionier Fantozzi. Facevo i provini con Luciano Salce per il primo film della serie e Reder lo conoscevo già perchè lo avevo visto nei "Clowns" di Fellini. Decidemmo di prendere lui e poi di mettergli quegli occhiali sul naso: Filini è nato così ed è diventato talmente popolare che io consigliavo a Reder di mettersi le lenti anche quando partecipava alle conferenze stampa».

Com'era il vostro rapporto sul set? «Reder era qualcosa di più di una semplice "spalla", era mi attore napoletano con un suo stile preciso, clownesco, molto comico. In certi momenti era veramente difficile stabilire se era più comico lui o io, anzi certe volte succedeva come con Peppino De Filippo e Totò, faceva ridere di più Peppino». Che cosa ricorda dei vostri giorni di lavoro insieme? «Un sacco di cose, per esempio che Reder, da bravo meridionale, era molto superstizioso, aveva una paura tremenda della jella. Allora io, durante le riprese, andavo nella sua roulotte e gli organizzavo le prove del suo funerale... Lui per tutta risposta riempiva la stanza di cornetti di corallo rosso». Scene memorabili? «Beh, la partita di tennis della nebbia con quel dialogo: "Chi batte? Batti lei.

Come, mi da del tu? No, uso il congiuntivo". E poi tante altre, la partita di pallone... Mi piacerebbe poter fare l'orazione funebre». Che cosa vorrebbe dire? «Reder era ateo, ma aveva una grandissima paura dell'aldilà. Allora la prima cosa che gli direi sarebbe di non preoccuparsi perché uno come Filini è abituato a cavarsela alla grande dovunque, in qualunque situazione. Poi ricorderei che, tutto considerato, ha fatto una gran villanata a mollarmi proprio adesso, alla vigilia dell'inizio di un nuovo film. Infine gli augurerei buona fortuna». Insomma, un funerale co¬ me una scena da film. «Sì, credo che ai bambini, che vanno pazzi per Fantozzi, una cosa del genere piacerebbe molto.

Vorrei anche che al funerale andassimo tutti vestiti come i nostri personaggi: io da Fantozzi, accompagnato dalla Pina, la Mazzamauro negli abiti della signorina Silvani. E poi sarebbe bello poter mettere sulla bara gli occhialoni spessi del ragionier Filini. Sarebbe un momento di gran commozione». Perché parla al condizionale? «Perché non credo proprio che si potrà fare una cosa del genere, ci attireremmo un sacco di critiche: lui Filini, che era anche una persona molto intelligente, capirebbe, ma gli altri no, magari troverebbero la cosa irrispettosa».

Fulvia Caprara, «La Stampa», 9 ottobre 1998


Debuttò in teatro con i De Filippo Anna Mazzamauro «Era scaramantico, io gli dicevo: noi siamo immortali»

Più fantozziano di Fantozzi il ragionier Filini, al secolo Gigi Reder, 70 anni: per quel suo personaggio distratto, imbranato, indossava occhiali spessi da supermiope che gli impedivano di ritirare la pensione, ma non di giocare improbabili partite a tennis nella nebbia col suo superego, il collega Fantozzi. Si è spento ieri mattina a Roma, all’ospedale San Filippo Neri, dopo un collasso cardiaco.

«Un animale di razza, per di più napoletano, con tempi comici perfetti. Ci si vedeva una volta l’anno. Mi ringraziava perché, e io qui gli rubavo la battuta, fare i nostri duetti era meglio che far l’amore: con lui se ne va una parte importante di me»: così Paolo Villaggio commenta la morte dello «straordinario amico e collega» e rivela di «aver pensato subito a Gigi per Filini. Non riuscivo a immaginarlo senza quegli occhialoni. Il grande successo di Fantozzi in gran parte si deve a lui, più comico di me. E non potrà mai esserci un altro Filini. A primavera si girerà il nuovo film della serie, ma sarà un’altra cosa».

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Anche per Anna Mazzamauro, la signorina Silvani, sarà un’altra cosa, «come se da un caleidoscopio si togliesse quel colore, quella luce. "Fantozzi" è stato una famigliola cinematografica, prima che un film di culto. E in questo momento, se provo il disagio che si prova di fronte alla morte, non riesco a dividere il dolore dal divertimento che il ricordo di Gigi mi dà. Penso all’ultima scena girata assieme, davanti alla bara di un impiegato. Reder faceva le coma, io gli dicevo che noi attori siamo immortali. Quella sua faccia furba... dalle risate mi si scioglieva il trucco. E giocavamo sempre, sul set e nelle roulottes, a litigare. Prendeva in giro la mia passione per il teatro, "fetentona, sempre a studiare", ma ne era innamorato».

E infatti è in teatro che Gigi Reder, nome d’arte di Luigi Schroeder, nato a Napoli il 25 marzo del 1928, aveva debuttato nel ’50 con Eduardo e Peppino De Filippo, Giorgio Albertazzi, Maurizio Scaparro. Aveva interpretato 70 film, tra cui, oltre alla serie completa di Fantozzi (ma con Villaggio aveva fatto 34 pellicole), «I clown» di Fellini, «Pane amore e fantasia» e «L’oro di Napoli» di De Sica, lavorando anche con Braga-glia e Blasetti. Apparso in tv in «Ci vediamo lunedì» e «Supersera», aveva condotto «Le piace la radio?». Anche doppiatore per 20 anni, vinse il David di Donatello nell’87 per «Superfantozzi».

Claudia Provvedini, «Corriere della Sera», 9 ottobre 1998


La famiglia di Fantozzi ha perso il ragionier Filini. È già successo nelle saghe sul set: via un personaggio, se ne fa un altro. Ma in «Fantozzi», che ha rappresentato per anni un’Italia piccola, umiliata, ottusa e consumista, sembra che gli attori siano nati solo per fare quel ruolo, in cui qualcuno si è sempre riconosciuto. Ci sono ancora, oggi, Fantozzi e Filini? Resta comunque, per loro, un'esistenza artistico-sociale. Come una farsesca discussione sociologica, degna dei cartoon, ma capace di raccontare i rapporti di classe. Gigi Reder aveva trovato in Filini il carattere buffo che ogni «spalla» sogna. Saprà Villaggio ricostruire la famiglia Fantozzi anche dopo questo lutto?

(M. Po.) Maurizio Porro, «Corriere della Sera», 9 ottobre 1998


«Il Piccolo», 9 ottobre 1998


Se ne va a 70 anni Gigi Reder, al secolo Luigi Schroeder; il ragionier Filini di tanti Fantozzi. E Paolo Villaggio confessa accorato: «Con lui muore un pezzo della mia vita. Ora che non c'è più, ho meno voglia di fare un altro Fan tozzi. E comunque il suo personaggio non sarà sostituito». Peri funerali l'attore genovese ha un'idea: «Mi piacerebbe posare sopra la bara i suoi occhiali spessi e andare a rendergli omaggio con la signora Pina. Sarebbe una scena di grande commozione».

D'accordo, Gigi Reder nella sua vita artistica non è stato solo Filini, epperò per oltre un ventennio la sua faccia inimitabile (quel nasone a patata, quello sguardo opaco e giudicante) aveva fatto tutt'uno con il personaggio del ragioniere invidiatissimo da Fantozzi per via della signorina Silvani. I suoi duetti con Villaggio erano un miracolo di comicità gogoliana, una miscela ben temperata di patetismo e crudeltà. Era un po' il Peppino di Totò e Peppino: la spalla preziosa capace di suggerire le gag, l'alter-ego per contrasto, il «modello» inarrivabile, ancorché mese hi ne Ilo e maldestro. In una parola, lo specchio nel quale Fantozzi non si sarebbe mai potuto riflettere. O anche una specie di categoria dell'anima: quante volte avremo battezzato con quel cognome un impiegato zelante che c'è capitato di conoscere in un ufficio o un borghesuccio in pantofole spiato in vacanza?

Bisognava essere bravi per fare di Filini un personaggio così «mitico», e Reder lo era. Non fosse altro perché arrivato a quel ruolo cruciale, nel 1975, dopo una carriera spesa tra cinema, teatro e televisione. Nato a Napoli il 25 marzo del 1928, aveva debuttato in teatro lavorando nelle compagnie di De Filippo, Giorgio Albertazzi e Maurizio Scaparro; ma poi era stato nel cinema che aveva trovato un suo più specifico ruolo da caratterista, partecipando a film come «L'oro di Napoli» e «Pane, amore e fantasia» di De Sica, «47 morto che parla » (accanto a Totò) di Bragaglia, «Peccato che sia una canaglia» di Blasetti, «I clowns» di Fellini. Nel 1993 Francesca Archibugi l'aveva voluto a sorpresa nel «Grande cocomero», e in quell'occasione Reder aveva dimostrato di sapersi distaccare dal registro più propriamente comico per interpretare una parte «seria ». A ttore eclettico, nonché animatore di programmi radiofonici e televisivi, Reder aveva ricevuto numerosi attestati nel corso della sua carriera, tra i quali un David di Donatello nel 1987 e una candidatura al Nastro d'argento nel 1994. «Nella vita di tutti igiorni non ci vedevamo spesso, ma se c'era un film in partenza lui era sempre puntuale», ha detto ieri Villaggio. Certo è che d'ora in poi, senza il ragionier Filini, Fantozzi non sarà più lo stesso.

Michele Anselmi, «L'Unità», 9 ottobre 1998

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Filmografia

Cinema

47 morto che parla, regia di Carlo Ludovico Bragaglia (1950)
Bellezze in bicicletta, regia di Carlo Campogalliani (1950)
Libera uscita, regia di Duilio Coletti (1951)
Una bruna indiavolata, regia di Carlo Ludovico Bragaglia (1951)
Stasera sciopero, regia di Mario Bonnard (1951)
Carica eroica, regia di Francesco De Robertis (1952)
Canzone appassionata, regia di Giorgio Simonelli (1953)
Pane, amore e fantasia, regia di Luigi Comencini (1953)
Stazione Termini, regia di Vittorio De Sica (1953)
L'oro di Napoli, regia di Vittorio De Sica (1954)
Pane, amore e gelosia, regia di Luigi Comencini (1954)
Gli innamorati, regia di Mauro Bolognini (1955)
La bella di Roma, regia di Luigi Comencini (1955)
Anna di Brooklyn, regia di Carlo Lastricati e Vittorio e Sica (1958)
La cento chilometri, regia di Giulio Petroni (1959)
Ferdinando I, re di Napoli, regia di Gianni Franciolini (1959)
Il vedovo, regia di Dino Risi (1959)
Fra' Manisco cerca guai, regia di Armando W. Tamburella (1961)
Mina... fuori la guardia, regia di Armando W. Tamburella (1961)
Il giudizio universale, regia di Vittorio De Sica (1961)
Parigi o cara, regia di Vittorio Caprioli (1962)
Made in Italy, regia di Nanni Loy (1965)
Infanzia, vocazione e prime esperienze di Giacomo Casanova, veneziano, regia di Luigi Comencini (1969)
Zingara, regia di Mariano Laurenti (1969)
Cerca di capirmi, regia di Mariano Laurenti (1970)
Satiricosissimo, regia di Mariano Laurenti (1970)
La Califfa, regia di Alberto Bevilacqua (1971)
Ma che musica maestro!, regia di Mariano Laurenti (1971)
L'emigrante, regia di Pasquale Festa Campanile (1973)
Fantozzi, regia di Luciano Salce (1975)
Il secondo tragico Fantozzi, regia di Luciano Salce (1976)
Il... Belpaese, regia di Luciano Salce (1977)
Lo chiamavano Bulldozer, regia di Michele Lupo (1978)
Dove vai in vacanza?, regia di Luciano Salce (1978)
Rag. Arturo De Fanti, bancario precario, regia di Luciano Salce (1979)
Café Express, regia di Nanni Loy (1980)
Fantozzi contro tutti, regia di Neri Parenti e Paolo Villaggio (1980)
Fracchia la belva umana, regia di Neri Parenti (1981)
L'onorevole con l'amante sotto il letto, regia di Mariano Laurenti (1981)
Quando la coppia scoppia, regia di Steno (1981)
Vieni avanti cretino, regia di Luciano Salce (1982)
Gian Burrasca, regia di Pier Francesco Pingitore (1982)
Il tifoso, l'arbitro e il calciatore, regia di Pier Francesco Pingitore (1982)
Fantozzi subisce ancora, regia di Neri Parenti (1983)
Champagne in paradiso, regia di Aldo Grimaldi (1983)
Sfrattato cerca casa equo canone, regia di Pier Francesco Pingitore (1983)
Mi faccia causa, regia di Steno (1984)
Fracchia contro Dracula, regia di Neri Parenti (1985)
Superfantozzi, regia di Neri Parenti (1985)
Grandi magazzini, regia di Castellano e Pipolo (1986)
Una donna senza nome, regia di Luigi Russo (1987)
Fantozzi va in pensione, regia di Neri Parenti (1988)
Fantozzi alla riscossa, regia di Neri Parenti (1990)
Il grande cocomero, regia di Francesca Archibugi (1993)
Fantozzi in paradiso, regia di Neri Parenti (1993)
A Dio piacendo, regia di Filippo Altadonna (1995)
Fantozzi - Il ritorno, regia di Neri Parenti (1996)

Televisione

Il conte di Montecristo - sceneggiato TV (1966)
I clowns, regia di Federico Fellini - film TV (1970) - doppiato da Renato Cortesi
Il cappello del prete - sceneggiato TV, (1970)
Napoli 1860 la fine dei Borbone (1970)
La piovra 3 - miniserie TV (1987)

Prosa teatrale

Croque-monsieur di Marcel Mithois, regia di Daniele Danza, stagione teatrale 1965-1966.

Doppiaggio

Film cinema

Jack Nicholson in Una nave tutta matta
Enzo Cannavale in Le quattro giornate di Napoli, Operazione San Gennaro
John Martino ne Il padrino
Joe Sorbello in Rocky
Samvise Gamgee ne Il Signore degli Anelli
Burt Young in C'era una volta in America
Vinny Vella in Casinò

Serie animate

Sagure in Kyashan il ragazzo androide


Note

  1. ^ Addio "Filini", l'altra risata di Fantozzi- Archivio storico del Corriere della Sera
  2. ^ Pappagone a scuola - YouTube
  3. ^ Psdi, Gigi Reder » Ricerca
  4. ^ Paolo Villaggio per Democrazia Proletaria
Sintesi delle notizie estrapolate dagli archivi storici dei seguenti quotidiani e periodici:
  • Massimo Gramellini, «La Stampa», 9 ottobre 1998
  • «La Stampa», 9 ottobre 1998
  • Fulvia Caprara, «La Stampa», 9 ottobre 1998
  • Claudia Provvedini, «Corriere della Sera», 9 ottobre 1998
  • (M. Po.) Maurizio Porro, «Corriere della Sera», 9 ottobre 1998
  • «Il Piccolo», 9 ottobre 1998
  • Michele Anselmi, «L'Unità», 9 ottobre 1998