Virna Lisi: «vogliono che diventi come Marilyn»

1964 07 11 Tempo Evi Marandi f0

Gli americani, che sono gli ultimi in ordine di tempo ad aver scoperto Virna Lisi, pretendono di modellarla sull'indimenticabile tipo della “regina del sex-appeal”. L'attrice italiana lascia fare docilmente ma non ne è entusiasta

Roma, gennaio

Tempi cruciali per Virna Lisi. Ha un piede sul successo e uno nel vuoto; ha appena terminato di girare quattro film a Roma, e ora riparte per l’America. intanto il secondo film americano (con Paul Newman) è saltato. Colpa di Newman, dice lei, che non si è messo d'accordo con la "United Artista”. Gii... Parte con un vagone di vestiti, pellicce, cappelli. Tutti confezionati e trasportati a sue spese, «La mia professione — dice — è quella di moglie; il cinema è il mio hobby...». Frase strana e rivelatrice. Come uno che dicesse: «Se mi va male, io ve l’avevo detto; il cinema per me è solo uno svago».

I vestiti le serviranno per le sue personal appearances in 30 città americane. Vuol dire che in ogni città cambierà vestito e cappello? «Oh, ma certamente», esclama. E dunque, vedi tu quanto in realtà ci tiene. A riuscire, a sfondare. Virna vuol far colpo sugli americani, vuole conquistarli. Per quanto sia poco convinta del ruolo che Hollywood ha voluto assegnarle; sebbene pensi che le hanno dato un cavallo sbagliato. Marilyn Monroe lei? Avessero pensato a Grace Kelly... Con lei ci sarà Jack Lemmon, sul quale per fortuna ha già fatto colpo, visto che egli la considera «seconda soltanto a Shirley McLaine». Davvero? Certo, glielo disse ad Hollywood, sei mesi fa. Proprio lui a lei, quando giravano il film: Come ammazzare mio marito, che ora "andranno a presentare” in trenta grandi soirée». Il film com’è? «Carino — dice Virna, con degnazione; — in America avrà certamente successo».

1965 02 03 Tempoi Virna Lisi

Adorabile Lemmon! Lei i primi tempi non capiva un’acca di inglese e lui l’aiutava, le spiegava tutto, con le espressioni del viso. «E’ uno — dice — che parla con gli occhi...». Oltre Lemmon, ci sarà Ubaldo, suo fratello minore. Alto due metri. con due spalle cosi. Il quale è praticamente il suo vicemarito per tutti gli Stati Uniti d’ America: è già là, che la aspetta. Una specie di chape-ron. di guardia del corpo, insomma. Certo, e che guardia!

Fin dai tempi in cui faceva la "Figlia di nessuno" nei film di Misiano, o il padre, o la madre, o lo zio o la sorella, c’era sempre qualcuno vicino a lei. Ma allora si capiva: aveva 16 anni, e suo padre la considerava una specie di tesoro, da tenere sotto chiave. Ma oggi? Oggi ne ha 27, è sposata, ha un figlio di quattro anni, un marito non siciliano... Che importa? Come allora ci teneva suo padre, oggi ci tiene lei alla sua reputazione, al suo perbenismo. E che appaia, si veda, che si sappia. «Sa come dice mio marito? Dice: ”Se mi sei stata sempre fedele è perchè rispetti troppo Virna Lisi”». Una frase che l’incanta.

Il doppio gioco

Tanto esitante nel dirla quanto trionfante ora che l’ha detta. Perchè rende omaggio alla sua bellezza e alla sua. grande, onestà. Che marito adorabile! E questa sarebbe la donna che secondo gli americani dovrebbe diventare una nuova Monroe? Veramente anche Virna, quando glielo proposero, sollevò i suoi dubbi. «Vi sembro davvero il tipo Monroe?».

Del resto, contenti loro... Loro, più che contenti, sono ossessionati. Dall’idea di sostituire la Monroe. Non badano a spese. «Vogliono — dice Virna — una bionda che faccia sognare gli uomini...». E lei ingrassò, si lasciò truccare gli occhi da bambola, si schiari i capelli. Anche ora li porta chiarissimi, e gonfi, vaporosi, un testone: pronti per le sue apparizioni (o meta-apparizioni) nelle platee di Atlanta, Dallas, Mexico City, Los Angeles. «Me lo impone il contratto...», ammicca con malizia.

1965 02 03 Tempoi Virna Lisi f1

Ma intanto faceva (e fa) il doppiogioco: «E’ tutto sbagliato — confidava ai giornalisti. — Io che c’entro con la Monroe? Non vedo proprio il legame. Sì. sono bionda, forse la mia bellezza... Ma non si costruisce mica una diva dal di fuori...». In modo tale che se il film avrà successo, sarà merito suo; e se invece andrà male, lei l’aveva detto.

In ogni caso quindi si salverà. E forse si decideranno a prenderla dal verso giusto, a valorizzarla per quello che vale; il quale verso esiste, eccome, e di valore ce n’è tanto... Occorre dire che si tratta di un doppio gioco in (quasi) perfetta buona fede, e per capirlo bisogna conoscere un po’ Virna Lisi. In Italia si considera una incompresa: in particolare da quelli del cinema, verso i quali ha sempre nutrito una dichiarata antipatia, del resto cordialmente ricambiata.

E anche ora che, dopo il suo "rilancio” americano. Cinecittà le ha dato molto credito (tre film, tra cui Le bambole. La donna del lago): «Credito? — scandisce Virna; — lei forse vuol dire che io ho dato credito al cinema italiano...». Insomma, proprio un’antipatia irriducibile. Dell’America, Virna apprezza molte cose. Per certi aspetti è il suo Paese ideale. Le piacciono tutti gli ismi dell’America: professionismo, volontarismo, perfezionismo, perbenismo.

Ma all'America (cioè ad Hollywood), che pure l’ha riscoperta e che la sta lanciando, essa non può perdonare di averla assomigliata (non tanto per la Monroe: per carità, era così bella, così brava) ad altri che non a se stessa. Significa non averla capita: «Dato che io — dice — assomiglio soltanto a Virna Lisi...». Ha un alto concetto di sè. non c’è dubbio. Altissimo. Piramidale. Incrollabile. Soltanto ora esso sembra vacillare un po’. «Forse hanno ragione loro... — ammicca. — Bisogna lasciarli fare...». Ma è tutta diplomazia, dato che ora sta per uscire il suo film.

E forse le hanno fatto una ramanzina. Tanto nota la sua auto-stima, che è divenuta proverbiale. Cosicché, se uno, giusto per provocarla, butta là: «Ma allora, la persona che lei ama più di tutti al mondo è Virna Lisi?», «Oh. no — esclama. — La persona che amo di più è mio figlio, il mio Corradino. Prima di tutti c’è lui... E' da lui che attingo la forza nei momenti difficili. Ho dovuto lasciarlo per sette mesi. ma d’ora in poi non lo la-scerò più. Ogni volta che torno a casa, gioco con lui, mi rotolo sul tappeto...». E sembra una smentita: in realtà è una conferma. Perchè Virna non ha solo stima di sè come attrice. Ma come madre, moglie, figlia, padrona di casa, come tutto.

1965 02 03 Tempoi Virna Lisi f2

Così della sua bellezza (fino al punto di criticarla: «Ah. se avessi qualche difettuccio, qualche zampa di gallina, un viso più interessante...»), come della sua volontà di ferro. Della sua onestà, a prova di bomba, come della sua ambizione. Che è grandissima, però non più del suo orgoglio.

Certo è difficile scoprire un difetto, una incrinatura (se non una certa freddezza) in questa marchigiana testarda e volitiva. Liscia e imporosa. Bella ed esemplare. Che ha fatto un matrimonio (borghese) perfetto. Che ha un marito «da non buttar via...», un figlio naturalmente bellissimo... Per avere il quale è rimasta a letto, immobile, otto mesi. Coscienziosa e brava anche come attrice...

Appunto per tutto ciò (più Hollywood) messo insieme, qualcuno ha detto che Virna non è una donna qualsiasi; ma peggio. E una specie di macchina. Un calcolatore elettronico. E c’è qualcosa di vero in questa definizione, che però ha il difetto di voler "eroicizzare”, sia pure in senso negativo, il personaggio. Di prenderlo troppo sul serio nelle sue pretese («Dentro di me c’è un orologio...») d'infallibilità. Mentre fino ad oggi, malgrado tutto, la Lisi si è dimostrata piuttosto fallibile.

Sempre fortunata

Fateci caso: le è andata sempre benino, ma un vero, grande. duraturo successo non l’ha mai avuto. E’ stata "scoperta” un’infinità di volte: questo sì. E ogni volta: «Ecco — si dice. — è arrivato il suo momento, questa volta chissà dove arriva...»; e invece, ad un certo punto, clic: non si sente più parlare di lei. Accadde anni fa, quando Maselli, con La donna del giorno, la promosse di colpo ad «attrice di categoria A»; ma poi? Poi. niente... Si è ripetuto con il suo debutto teatrale: sfortunato, è vero, perchè La romagnola venne fermata dalla censura, ma debutto clamoroso, e che poteva avere un seguito. Che invece non ebbe. Si è rinnovato con la TV. Dopo Orgoglio e pregiudizio, ricordate?, sembrava arrivatissima, ma anche qui durò un anno, e poi via...

1965 02 03 Tempoi Virna Lisi f3

Un destino strano, quasi inspiegabile. E' bella, più brava di tanta^ eppure non arriva al pubblico, non riesce a sfondare. Forse perchè è troppo fredda, troppo ambiziosa; e l’ambizione le gioca ogni volta un tiro strano. Virna vuole volare altissimo, ma poi ha paura di non farcela; allora, invece di buttarsi, comincia a premunirsi, a distruggere ella stessa le premesse del suo successo. Cambia genere. Passa dal cinema al teatro, dal teatro alla televisione. Dalla TV al matrimonio.

Ora, per ultimi, l'hanno scoperta gli americani, siamo daccapo. Sembra di nuovo che sia arrivato il suo momento. E magari è arrivato: può darsi che in America un tipo come lei piaccia più che in Italia. Ma intanto Virna ha già cominciato la sua opera, preventiva (e distruttiva), di autodifesa: dice che non l’hanno capita neppure ad Hollywood... Assomigliare lei alla Monroe. che sbaglio... Ora parte con un vagone di vestiti, intenzionata a far colpo, ma è pronta a rifugiarsi (non fa il cinema per hobby?) nel tranquillo porto del matrimonio... Tempi cruciali per Virna Lisi: come al solito, ha un piede nel successo e uno ne! vuoto. Calcolatore elettronico che ha paura di far cilecca.

Stelio Martini, «Tempo», anno XXVII, n.4-5, 3 febbraio 1965 - Fotografie di Chiara Samugheo


Stelio Martini, «Tempo», anno XXVII, n.4-5, 3 febbraio 1965 - Fotografie di Chiara Samugheo