Fulvia Franco e Tiberio Mitri si lasciano innamorati e commossi

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Questa è l'opinione dell'avvocato che ha assunto l'incarico di inoltrare domanda per la separazione e l'annullamento del matrimonio tra il pugile campione d'Europa e l'ex Miss Italia.

Roma, settembre

L’interesse suscitato dall'imprevisto dissidio coniugale di Tiberio e Fulvia Mitri ha radici ben diverse da quello per l’avventura di Coppi. I tifosi di Mitri, per quanto numerosi, non formano una folla fanatizzata come quelli di Coppi, poiché in Italia un campione del pugilato, sia pure prossimo al titolo mondiale, non avrà mai la popolarità di un eroe del pedale. Poi, nel caso Mitri-Franco, non appaiono un'altra donna o un altro uomo, e manca quindi l'elemento piccante. La curiosità del pubblico qui è mossa in gran parte dal gusto inconscio di veder sgretolata una «coppia perfetta». È anzitutto il piacere della smentita, che si ravviva di fronte ad ogni affermazione troppo sicura di sé, quel piacere che, per fare un esempio, fece ridere di cuore molta gente quando si vide il batiscafo di Piccard ammaccato come un barattolo di conserva dopo il suo primo tentativo. Inoltre Tiberio e Fulvia sembravano scaturiti dalla copertina di un periodico sentimentale: bellezza, gioventù, ricchezza, forza; perfezione superficiale che è al culmine delle aspirazioni di migliaia di giovanotti e ragazze italiani, e che, come tutti i beni irraggiungibili, si vede con un certo godimento cancellare.

Anche la scelta reciproca di Tiberio e Fulvia al loro primo incontro a Tarvisio, nel '49, avvenne secondo questi ideali giovanili piccolo-borghesi; ed è naturale, avendo lui solo ventitré anni e lei diciotto. Forse, prima di esser conquistati ciascuno dalla personalità dell’altro, furono ammaliati dall’immagine della «bella coppia»: da una simile situazione, cui non mancava alcun elemento degno di un edificante romanzo sentimentale, l'amore doveva sorgere in certo modo per definizione. Può darsi quindi che questi moventi estetici e un po' vanitosi abbiano viziata fin da principio la loro convivenza, senza che gli stessi sposi se ne rendessero conto, e che il rilassamento attuale dei loro vincoli affettivi abbia le sue origini proprio nella troppa perfezione convenzionale della loro unione. Ma queste sono solo ipotesi intorno a motivi troppo intimi per poter mai avere una conferma: gli stessi protagonisti, probabilmente, non saprebbero dare un giudizio in proposito.

1954 09 05 Epoca Tiberio Mitri f1Tiberio Mitri firma la domanda di separazione nello studio dell’avvocato Raineri. Il legale ritiene che il matrimonio possa essere annullato se si troveranno dei testimoni pronti ad affermare che uno dei coniugi ha formulato la riserva contro l'indissolubilità intendendo con ciò escludere la perpetuità. Sotto: Fulvia Mitri con il figlio, che sarebbe affidato alle sue cure.

«È meglio così» ci ha detto Fulvia Mitri: «eravamo tanto abituati a esser felici, che non avremmo potuto stare insieme con poco accordo.» Che un dissidio forse momentaneo non potesse esser superato fin dal suo primo affacciarsi, farebbe sospettare la debolezza del legame, specie se la decisione di separarsi è presa in nome della convenzionale felicità di prima. Però la signora Mitri ha aggiunto : «Può darsi che fra sei mesi io e lui ci si accorga di aver sbagliato e si torni insieme».

Vita difficile

In ogni modo quella felicità da mito infantile si dimostrò purtroppo labile. Bellezza e forza erano un fatto concreto, ma di quella perfezione facevano parte anche celebrità e ricchezza, che non corrisposero alle aspettative. La disavventura americana di Tiberio fu la prima avvisaglia della realtà. Quando il nostro campione cominciò a vacillare sotto i colpi di La Motta, e Fulvia corse fin sotto il ring gridando il nome del marito, ella invocava anche il sogno di entrambi, che come tutte le immaginazioni dei ragazzi, non sopportava incrinature né battute d’arresto. Si sentiva truffata dalla sorte, e dal suo punto di vista, aveva ragione. La notorietà del pugile fu momentaneamente offuscata, Fulvia non ebbe molta fortuna nei primi tentativi cinematografici e per un lungo periodo fu ricordata solo come la moglie di un campione in decadenza. Non venne la ricchezza, elemento che anch’esso ha la sua importanza; non perché i due giovani siano avidi, ma in quanto la ricchezza era uno degli ingredienti del loro sogno romantico. Dopo la nascita del bambino, i coniugi furono costretti a posare per i fumetti, e non guadagnarono più di mezzo milione. I film cui Fulvia partecipò Bellezze in motoscooter, Totò a colori, Primo premio
Mariarosa, Agenzia matrimoniale, Il romanzo della mia vita, non erano certo opere tali da mettere in luce le eventuali qualità di nuovi attori che vi fossero partecipati, e non resero mai alla signora Mitri più di un milione alla volta.

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Tiberio e Fulvia riuscirono in tutto ad acquistare un appartamento modesto in via Tolero e a rilevare un bar in via Arenula. Che il carattere dei due giovani nel frattempo sia maturato, lo dimostra la decisione con la quale Fulvia Mitri ha saputo dimenticare il suo successo come Miss Italia e rinunciare alle vanità naturali in una ragazza nella sua situazione, gioielli, automobili, pellicce, per soddisfare la sua aspirazione più forte, quella di avere una casa sua; e la tenacia e serietà di Tiberio, che, quasi abbandonato dai suoi ammiratori e ridotto a un’attività sportiva di secondo piano, non si è perso di coraggio ed è risalito fino al titolo europeo. Chi invece non matura mai è il pubblico, che ha un suo briciolo di responsabilità nel disaccordo fra i due coniugi. Quando il campione improvvisamente decadde, i suoi tifosi ne diedero la colpa alla moglie, anzi alla bellezza della moglie: come se non fosse più determinante in queste cose l’autodisciplina di un atleta che non il maggiore o minore sex-appeal della consorte. e come se altri campioni di fama, quali La Motta e Robinson ad esempio, non avessero mogli attraenti. Ad ogni insuccesso di Mitri era ij solito ritornello:» Sfido io, con quella moglie!». D'altra parte, ci ha detto un cineasta che, nell'ambiente cinematografico, il marito dell'attrice esordiente non era molto ben visto, come se in qualche modo ne impedisse la carriera. Il cineasta ne dava questa strana spiegazione:

«Senza alcuna intenzione sottintesa, per carità!, a un produttore vien fatto di pensare: e se un giorno, non si sa mai, nasce un equivoco, e quello viene e mi rompe la testa?» Abbiamo incontrato Fulvia Franco negli uffici della «Orso Film», la casa produttrice del film Le avventure e gli amori di Giacomo Casanova nel quale l'ex Miss Italia «Trattandosi di matrimonio concordatario * ci ha spiegato l’avvocato Raineri < la sua validità va giudicata secondo il diritto canonico. Oltre ai motivi che permettono l'annullamento del matrimonio civile, il diritto canonico ne annovera altri che incidono sul consenso. Se per esempio nell’accostarsi all'altare si esclude con volontà positiva una qualità esecutiva del matrimonio, questo non è valido. Nel caso Mitri sembra, e lo diranno i giudici competenti se effettivamente sussistono i fatti, che uno dèi due coniugi abbia formulata la riserva contro la indissolubilità del vincolo, cioè abbia inteso contrarre un matrimonio secondo la forma indicata ma escludendo la perpetuità; riservandosi di scioglierlo ove non fosse stato felice. Se ciò potrà esser provato con testimoni, dichiarazioni di parte ecc., il matrimonio sarà nullo ai sensi del canone 1086 pgf. 2.

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La Sacra Rota

«Dichiarata la nullità dal Tribunale Ecclesiastico di I istanza e confermata dal Tribunale Ecclesiastico di II istanza - la Romana Rota non c'entra - gli atti andrebbero alla Segnatura Apostolica e da qui alla Corte d’Appello di Trieste, che in Camera di Consiglio procederebbe alla deliberazione della sentenza ecclesiastica senza possibilità da parte del Procuratore Generale di ricorrere in Cassazione, perché a Trieste non è stata estesa la modifica dell’art. 72 del C.P.C., che autorizza il P. M. a ricorrere in questioni matrimoniali.»

«Perché la Sacra Romana Rota non c’entra?»

«È un errore il ritenere che le cause ecclesiastiche debbano terminare alla Rota di Roma. Il Tribunale della Romana Rota è il tribunale di seconda istanza per le sentenze pronunciate dal Vicariato di Roma in prima istanza, ed è la seconda istanza facoltativa per gli altri tribunali, nonché la terza istanza per i tribunali di tutto il mondo. Nel caso Mitri, se si dovrà adire il Tribunale Ecclesiastico competente, si presenterà il libello al Tribunale Patriarcale di Venezia. Se questo pronuncerà sentenza favorevole all'annullamento. il Difensore del Vincolo dovrà ricorrere alla seconda istanza che è il Tribunale Arcivescovile di Milano, e se anche qui la sentenza sarà favorevole la procedura sarà definita, a meno che non si voglia ricorrere alla terza istanza che in questo caso sarebbe la Rota. Esistono però terze istanze a sé, come in Spagna, in Germania c una volta a Budapest. Quindi non è mai indispensabile ricorrere alla Rota.»

«Bene. E la sua impressione, diciamo così psicologica, sul fatto?»

«Ma è chiaro» sorride l'avvocato: «che quei due sono ancora innamorati.»

Brunello Vandano, «Epoca», anno V, n.205, 5 settembre 1954


Epoca
Brunello Vandano, «Epoca», anno V, n.205, 5 settembre 1954