Bilancia Oreste

Oreste Bilancia

(Napoli, 24 settembre 1881 – Roma, 31 ottobre 1945) è stato un attore italiano, attivo dall'epoca del cinema muto.

Biografia

Ha partecipato a più di 100 film (molti dei quali girati alla Fert di Torino) nell'arco di 30 anni di attività nel mondo del cinema. Fu anche attore teatrale negli ultimi anni di attività, lavorando al fianco di attori come Anna Magnani[1]

In Italia durante gli anni 1929 e 1931 il doppiaggio fu proibito e si doveva eliminare il sonoro nei film, in quell'epoca per superare tale inconveniente si ricorsero a molti stratagemmi, fra i tanti gli attori Oreste Bilancia e Alberto Capozzi parteciparono ad uno dei più curiosi: venivano aggiunte delle scene e gli attori italiani raccontavano ciò che gli altri attori americani si erano detti poco prima.[2]


Galleria fotografica e stampa dell'epoca

Oreste Bilancia al rallentatore

62 ma non li dimostra

Dopo aver girato una mezza centuria di film, passa al teatro della rivista e vive la sua seconda giovinezza fra le famose donnine di Macario

1942 12 03 Il Piccolo delle ore diciotto Oreste Bilancia f1Quella grande indimenticabile attrice e diva dello schermo che è stata Italia Almirante Manzini, parlando nell'ormai lontano 1924 al nostro Mario Nordio fra l'altro diceva:

— Bilancia, come tutte le persone che fanno ridere, nella vita è tragico... Prende tutto terribilmente sul serio... Si può dire che viva per il cinematografo, di cui è appassionatissimo. Ma dove c'è lui, v'è sempre il buon umore.

— Porta sempre la caramella?

— Sempre? Persino al bagno, lo rivedo ancora tutto ustionalo dal sole, rosso come un gambero, terrorizzato dalla paura che qualcuno potesse urtarlo e sfiorare la sua pelle bruciata, scendere in acqua con la sua inseparabile caramella... Un caro compagno, Quando in seguito al mio ritorno sulle scene dovemmo separarci, definitivamente dopo così lunga e amichevole collaborazione, venuto ad accompagnarmi alla stazione, egli pianse.

— Sarà stato involontariamente comico anche allora...

— No, quella volta, non ci ha fatto ridere.

Sulla scena e sullo schermo

Dopo 18 anni, la definizione può restare tale e quale. Unica piccola variante: alla caramella si è sostituito un bel paio di occhiali, che il buon Oreste porta con grande dignità. (Sfido io: è cavaliere ufficiale della Corona d'Italia!). I quali occhiali però non deturpano lo sguardo dolce e mite che fece battere a precipizio i cuoricini delle sentimentalone di trenta e ventanni or sono.

Oreste Bilancia, napoletano di nascita, debuttò quale attore del teatro di prosa nel 1906 con la famosa Compagnia Oreste Calabresi-Elisa Severi e successivamente passò nell'altrettanto celeberrima formazione Galli-Guasti-Ciarli-Bracci sostenendo con vivo successo il ruolo di secondo brillante. La sua caratteristica figura, la suadenza del linguaggio, la bonomìa che gli sprizzava dallo sguardo fecero di lui uno dei beniamini delle folle italiane e anche qui — come in ogni dove — raccolse successi ed ebbe avventure galanti.

La bella fama acquistatasi sulle scene di prosa, gli aprì nel 1914 le porte del cinematografo, che in quell'epoca viveva in Italia il suo più aureo periodo. Film di debutto: «La scintilla», tratto dall omonima commedia di Alfredo Testoni, che il Bilancia interpretò al fianco di Tina Di Lorenzo e Armando Falconi e con la regìa del Rodolfi (Ambrosio Film). Da questo punto di partenza il nome del Bilancia è legato alla nostra migliore produzione filmistica, accanto a quelli dei più celebrati divi dello schermo.

Troppo lungo riuscirebbe l'elenco completo dei film (oltre una cinquantina) girati con la cooperazione artistica del Bilancia. Darò cenno dei maggiormente significativi, diversi dei quali resteranno nella storia del cinema italiano, film che sono stali presi a modello all'esiero e che indubbiamente i lettori non più giovanissimi ricordano con ammirazione e simpatia.

Nel 1915 Oreste Bilancia è a fianco di Fernanda Negri Pouget — una fatalona di quel tempo — in «Maschiaccio», diretto da Augusto Genina. Del 1916 è «Il fauno» diretto da Febo Mari e interpretato dallo stesso Mari, dalla Nietta Mordeglia e dal Bilancia. Per la Tiber Film nel 1917 il nostro Oreste interpreta «Il trono e la seggiola» con Tullio Carminati e Ivonne De Fleuriel, regìa del Genina, e un anno dopo, per la Itala Film, sempre con la regìa geniniana, «Femmina» con Italia Almirante, Lido Manetti e Alfonso Cassini.

Da lbsen a Bertelli

Pastrone (il famoso realizzatore di «Cabiria») è il regista di «Hedda Gabler», dal dramma di Enrico lbsen, che il Bilancia interpreta nel 1919 accanto all’Italia AImitante ed a V. Rossi Pianelli. Segue nel 1920 «L'inverosimile» con Letizia Quaranta, regìa di Carpo Campogalliani, e successivamente «Il controllore dei vagoni letto» con Leonia La Porte, Alberto Collo e Vittorio Pieri, regìa di Mario Almirante; «La statua di carne» con Italia Almirante, Lido Manetti e Alberto Collo, regìa di M. Almirante; «Amore rosso» con Maria Jacobini e Amleto Novelli, regìa di Gennaro Righelli; «Addio Musetta» con Diomira Jacobini e Lido Manetti, diretto dal Righelli; «La casa di vetro» con Maria Jacobini e Amleto Novelli, regìa di Righelli; «Il fango e le stelle» con Italia Almirante, G. Pasquali e Italia Almirante, regìa di P. A. Mazzolotti; «Le sorprese del divorzio» con Leonia La Porte, Alberto Collo e G. Brignone, regìa del Rrignone; «Largo alle donne» con gli stessi interpreti — più Vittorio Pieri — e lo stesso regista; «Il treno di piacere» con Franz Sala, Alberto Collo e V. Pieri, regìa di Luciano Doria; nel 1924 «L'Arzigogolo», soggetto di Sem Bertelli, con Italia Almirante, Alberto Collo e Annibale Retrone, regìa di Mario Almirante.

Allorquando la cinematografia italiana precipita nel baratro dal quale ora si è finalmente rialzala, Oreste Bilancia è impegnato dai cineasti tedeschi. In Germania vive per cinque anni e lavora al fianco di Conrad Veidt, Henry Porten, Ossi Oswalda, Werner Krauss, ecc.

Con la fine del film muto, il Bilancia trapianta le tende a Parigi e negli stabilimenti della «Paramount» prende parte ai primi film parlati accanto a Maria Jacobini, a Livio Ravanelli e ad alcuni fra i maggiori divi della cinematografia francese.

Oreste Bilancia ha già la pancetta ma è sempre un rubacuori: ed eccolo assorbito dal teatro della rivista, ritornando attore. Il primo amore riaffiora, per quanto tradito per gettarsi nel vortice dell'avventura cinematografica. Le tavole del palcoscenico scottano, ma non se ne può restare lontani lungo tempo.

Quattro passi fra le nuvole

La rivista — croce e delizia degli scavezzacolli — trova nel Bilancia un personaggio ilare, tuttocuore, giulivo e sereno. Dopo un anno di permanenza nel babelico ambiente rivistaiolo francese, il cav. uff. Oreste Bilancia ritorna in Patria ed entra nella formazione Riccioli-Primavera per un lungo giro attraverso l'Italia con una nuova edizione di «Wunder Bar». Successivamente passa con la Compagnia di riviste Spadaro-Milly, poi è ancora con lo Spadaro e quindi con la «A.B.C. n. 1» accanto a Rabagliati, Riento, Tina Pica, Marichetta Stoppa, Marisa Vernati, ecc. Ora fa parte della Compagnia Macario e porta con serafica imponenza la sgargiante livrea del maggiordomo nel fantasioso spettacolo «Il grillo al castello».

I tentacoli pellicolari — fra una pausa e l'altra della rivista — lo riprendono ed eccolo apparire con la sua faccia di gran galantuomo in «Arma bianca» con Leda Gloria, «Una donna fra due mondi» con Isa Miranda, «Fermo con le mani» con Totò, «Taverna rossa» con Alida Valli e «Quattro passi fra le nuvole» con Adriana Bonetti e Gino Cervi.

Se fa quattro passi fra le nuvole e contempla il suo passato di probo lavoratore e di schietto artista, Oreste Bilancia deve essere contento di sè. Egli è stato un celebre divo dello schermo quando si faceva del cinematografo per passione; ragion per cui oggi non ha milioni in banca come tanti divi d'oggi (largo ai giovani!) che non raggiungeranno mai la sua altezza artistica e morale.

A 62 anni (ma non li dimostra) è sulla breccia con l'entusiasmo dei vent'anni. Al fuoco delle luci della ribalta riacquista l'antico spirito. Il maestro Frustaci fa esplodere il ritmo delle sue indiavolate melodie, le donnine di Macario attraversano la passerella ed Oreste Bilancia apre lo spettacolo con la sua calda voce per annunciare che il grillo è arrivato al castello...

Lino Campanini, «Il Piccolo delle ore diciotto», 3 dicembre 1942


Filmografia

Il fauno, regia di Febo Mari (1917)[3]
Lucciola, regia di Augusto Genina (1917)
La casa di vetro, regia di Gennaro Righelli (1920)
L'isola della felicità, regia di Luciano Doria (1921)
Il fango e le stelle, regia di Pier Angelo Mazzolotti (1921)
La statua di carne, regia di Mario Almirante (1921)
La rosa di Fortunio, regia di Luciano Doria (1922)
Sogno d'amore, regia di Gennaro Righelli (1922)
Le sorprese del divorzio, regia di Guido Brignone (1923)
Treno di piacere, regia di Luciano Doria (1924)
Largo alle donne!, regia di Guido Brignone (1924)
Caporal Saetta, regia di Eugenio Perego (1924)
La taverna verde, regia di Luciano Doria (1924)
Voglio tradire mio marito, regia di Mario Camerini (1925)
Briefe, die ihn nicht erreichten, regia di Friedrich Zelnik (1925)
Frauen, die man oft nicht grüßt, regia di Friedrich Zelnik (1925)
Der rosa Diamant, regia di Rochus Gliese (1926)
L'ultimo Lord, regia di Augusto Genina (1926)
Non si scherza con l'amore, regia di Georg Wilhelm Pabst (1926)
Florette e Patapon, regia di Amleto Palermi (1927)
Wenn der junge Wein blüht, regia di Carl Wilhelm (1927)
Gauner im Frack, regia di Manfred Noa (1927)
Vera Mirzewa o l'ultimo convegno (Der Fall des Staatsanwalts M...), regia di Rudolf Meinert e Giulio Antamoro (1928)
Villa Falconieri, regia di Richard Oswald (1928)
La grande tormenta, regia di Carmine Gallone (1928)
La straniera di Amleto Palermi e Gaston Ravel (1930)
Il segreto del dottore, regia di Jack Salvatori (1930)
Perché no?, regia di Amleto Palermi (1930)
La donna di una notte, regia di Amleto Palermi (1931)
La vacanza del diavolo, regia di Jack Salvatori (1931)
Cinque a zero, regia di Mario Bonnard (1932)
Il dono del mattino, regia di Enrico Guazzoni (1932)
Paradiso, regia di Guido Brignone (1932)
Zaganella e il cavaliere, regia di Gustavo Serena (1932)
Quando eravamo muti, regia di Riccardo Cassano (1933)
Sette giorni cento lire, regia di Nunzio Malasomma (1933)
Kiki, regia di Raffaello Matarazzo (1934)
La marcia nuziale, regia di Mario Bonnard (1934)
La mia vita sei tu, regia di Pietro Francisci (1935)
Casta diva, regia di Carmine Gallone (1935)
Arma bianca, regia di Ferdinando Maria Poggioli (1936)
Una donna tra due mondi, regia di Goffredo Alessandrini (1936)
Ballerine, regia di Gustav Machaty (1936)
Il diario di una donna amata, regia di Henry Koster (1936)
L'ambasciatore, regia di Baldassarre Negroni (1936)
Fermo con le mani!, regia di Gero Zambuto (1937)
Jeanne Doré, regia di Mario Bonnard (1938)
Condottieri, regia di Luis Trenker (1937)
Il suo destino, regia di Enrico Guazzoni (1938)
Jeanne Doré, regia di Mario Bonnard (1938)
Mia moglie si diverte, regia di Paul Verhoeven (1938) anche versione tedesca, Unsere kleine Frau
Per uomini soli, regia di Guido Brignone (1938)
Amami Alfredo, regia di Carmine Gallone (1940)
San Giovanni decollato, regia di Amleto Palermi (1940)
Don Pasquale, regia di Camillo Mastrocinque (1940)
Ecco la felicità, regia di Marcel L'Herbier (1940)
Il re del circo, regia di Hans Hinrich (1940)
La granduchessa si diverte, regia di Giacomo Gentilomo (1940)
La reggia sul fiume, regia di Alberto Salvi (1940)
Rosa di sangue, regia di Jean Choux (1940)
Taverna rossa, regia di Max Neufeld (1940)
La donna perduta, regia di Domenico Gambino (1940)
L'amante segreta, regia di Carmine Gallone (1941)
Vertigine, regia di Guido Brignone (1941)
Quattro passi fra le nuvole, regia di Alessandro Blasetti (1942)
Dove andiamo, signora?, regia di Gian Maria Cominetti 1942)
Due cuori fra le belve, regia di Giorgio Simonelli (1943)
Macario contro Zagomar, regia di Giorgio Ferroni (1943)
Rossini, regia di Mario Bonnard (1943)
Il fiore sotto gli occhi, regia di Guido Brignone (1944)


Note

1 Matilde Hochkofler, Enrico Lancia, Roberto Poppi, Anna Magnani pag. 45, Gremese, 2001, ISBN 978-88-8440-086-4.
2 Romana Zacchi, Massimiliano Morini, Manuale di traduzioni dall'inglese pag. 7, Pearson Paravia Bruno Mondad, 2002, ISBN 978-88-424-9775-2.
3 Angela Dalle Vacche, Guy Maddin, Diva: Defiance and Passion in Early Italian Cinema pag. 266, University of Texas Press, 2008, ISBN 978-0-292-71711-4.