Le storielle che non racconterò alla TV

1966 Le storielle che non raccontero in tv

Dieci minuti allegri con Totò

Soltanto adesso, dopo anni di resistenza, il popolarissimo Totò ha ceduto all’attrazione del video: in dieci filmetti farà tra l’altro rivivere i suoi più noti personaggi «teatrali». «Ma alla TV non racconterò barzellette», ci dice, «non sono un comico da barzelletta. Amo solo ripetere a modo mio quelle che più mi piacciono tra quante ne sento. Eccovene qualche esempio»

Il principe Antonio de Curtis si è arreso. Lavorerà per la televisione: lo vedremo in dieci filmetti, lo rivedremo via via nei più celebri personaggi ai quali diede vita in teatro. Si è arreso alla centesima offerta dei dirigenti TV, quando si è convinto che un grande comico non ha nulla da perdere a mostrarsi in televisione. Non teme confronti, Totò. Anche a noi, quando gli abbiamo chiesto di raccontarci una serie di storielle, ha detto di no: ma dopo molte insistenze ha accettato, a patto che si scrivesse ben chiaro che lui non è un comico da barzelletta. Ne racconta solo quando, fra quelle che sente, ne trova qualcuna di suo gusto. Come queste.

Tuttototo CC 003

Aerea

Il giovane figlio di un gerarca nazista, nel 1941, riuscì, nonostante la sua tremenda miopia, a farsi arruolare in aviazione. Fu destinato a un reparto con base sulla costa atlantica. Un giorno partì con il suo caccia per una missione, capitò nel vivo di una battaglia aerea, sparò all’impazzata, abbatté un certo numero di aerei inglesi, ne uscì miracolosamente vìvo. Ricevette un messaggio: «Aereo TZ 451: rientrare alla base ». Il pilota, pago della missione compiuta, fu di lì a poco sulla pista di una portaerei. Scese dal suo apparecchio, intravide davanti a sé l’ombra di un ufficiale, si mise sull'attenti, salutò e disse: « Missione compiuta. Soddisfatto, signor comandante? ». E l’altro: « Not so much » (Non molto).

Un buon sistema

« Sono stanco, cara moglietti-na, di accompagnarti ogni sabato nel tuo giro di compere. Farò in modo che questa sia l’ultima volta ».
Escono. Eccoli in un negozio di biancheria. La moglie sceglie una trasparentissima sottoveste che il commesso le raccomanda, e si rivolge al marito: « Tu che ne pensi, caro? Ti piace? ».
« Oh, certo », risponde lui. « A me piace, ma bisognerà vedere che cosa ne pensa tuo marito ».

Psicanalisi

« Dottore, sono molto preoccupato. Sa, mi accade una cosa strana e, per la mia posizione, assai poco dignitosa ». « Si spieghi .meglio ».
« Vede, io sono direttore generale di una grande azienda. Da qualche tempo in qua mi succede di correre dietro alla mia segretaria, una magnifica ragazza bruna. Lei scappa, girando intorno al tavolo, e io dietro, finché non la raggiungo».
« Mi scusi lei che età ha? ».
« Venticinque ».
« Venticinque? Avrei detto almeno sessanta ».
« Ah, io? Io ne ho settantuno ».
« Be’, sa », dice il dottore, «se io a settantun anni mi trovassi nelle sue condizioni ne sarei lieto. Complimenti: una vitalità eccezionale, direi quasi unica ».
« Ma, vede, dottore, non è questo che mi preoccupa. È che quando la segretaria a un certo punto si lascia raggiungere, io non mi ricordo più perché avevo cominciato a rincorrerla ».

Affari

« Un giorno incontrai un mio amico e gli dissi: "Io ho il senso degli affari e l’esperienza, tu hai i soldi: perché non facciamo società?” ».
« E la faceste? ».
« Sì ».
« E ora? ».
« Ora anche lui si è fatto una esperienza ».

Colpevole

« È proprio vero che i brutti sogni spesso possono essere un preavviso ».
« Spiegati ».
« Senti. Ho sognato che mi trovavo in aperta campagna. Passeggiavo con la mia fidanzata quando è apparso un toro che, avendo notato la camicetta rossa di lei, si è avventato a testa bassa. A questo punto da un cespuglio è sbucato fuori il mio capufficio che ha preso in braccio la mia fidanzata ed è scappato. Il toro, distratto da una vettura rossa che passava su una strada vicina, ha smesso l’inseguimento.. Io sono andato dalla mia ragazza che il capufficio teneva sempre fra le braccia e non si decideva a lasciarla. L’ho pregato di metterla giù, ma lui non mi dava retta. Allora gli ho dato quattro schiaffoni. Ebbene, non ci crederai: ma stamattina sono stato licenziato».
« Ma scusa, come facevano i tuoi superiori a sapere del tuo sogno? ».
« Non hai capito nulla. È che il sogno, io, l’ho fatto in ufficio ».

Macabra

Una signora, in teatro, prima che si alzi il sipario dà un’occhiata intorno. A un certo momento fa notare a suo marito un signore barbuto, calvo, con gli occhiali. « Guarda, Giovanni. C’è Landrù, in quel palco ».
« Landrù? Ma Landrù è morto da tempo ».
« Spaventoso», dice lei, « si sta muovendo ».

Maternità

Una signora ferma un taxi, vi sale e all’autista, che si volta per chiedere dove debba andare, dice: « Alla maternità per favore ». L’autista ingrana la marcia e parte ad andatura folle.
« Ehi, giovanotto », grida la signora, « può andare adagio. Io, alla maternità, ci lavoro ».

Consulto

Il vecchio riccone è ammalato.
I medici sono a consulto, nella sua stanza. Tutti gli eredi attendono in anticamera. A un certo punto si apre la porta, esce il primario. Uno dei parenti del vecchio lo ferma: • Scusi, dottore, mi dica: c’è ancora qualche speranza? ».
« Oh, giovanotto, se devo essere sincero, no. Non c’è nessuna speranza: è solo una semplice influenza ».

Poverino

« Oh, ciao caro, come va? ».
« Male, male ».
« La salute? ».
« No, quella va bene ».
« Gli affari, allora? Sì? Ma se hai vinto 50 milioni alla lotteria una settimana fa! ».
« D’accordo ».
« E questa mattina non hai incassato 800 milioni vendendo quel caseggiato nuovo? ».
« Non ottocento: novecento milioni ».
« E allora? ».
« Allora, allora. Stamattina... ma nel pomeriggio, nulla ».

Punizione

« Punisco con dieci giorni di rigore il soldato Tal dei Tali perché, in presenza delle mogli del signori ufficiali, fischiettava canzoni oscene ».

Lettere in redazione

« Cara Antonietta, sono una giovane mamma, tua assidua lettrice. Seguo sempre i consigli dei tuoi articoli ed è per questo che ti chiedo un’ulteriore spiegazione. Sul numero scorso, rivolgendoti a tutte le mamme che non allattano, hai scritto: "Quando il bambino ha finito il suo biberon, mettetelo sotto un rubinetto di acqua fresca”. Io ho provato, ma lui piange tanto. Che cosa debbo fare? ».

Cura efficace

« Ho un tremendo mal di testa ».
« Una volta soffrivo anch’io di lancinanti emicranie. Ma ora ho trovato il sistema. Niente pillole, niente supposte, niente liquidi da ingerire ».
« Dimmi il tuo segreto ».
« Vedi, se mi capita di sentire anche il minimo fastidio, corro a casa; mia moglie mi accarezza, mi abbraccia, fa mille moine, mi fa dimenticare completamente tigni dolore ».
« Tu sei proprio un caro amico. È in casa, ora, tua moglie? ».

Manicomio

Il direttore porta un giornalista a visitare l’istituto psichiatri-co. « Questo », dice, « è il reparto in cui si trovano i generali: ci sono i pazzi che si credono Napoleone, Cadorna, De Gaulle; più avanti sono i grandi capitani di industria. Qui ci sono gli alberi: gente che immagina di essere pero, melo, susino, fico. Nella stanza qui accanto ci sono i tranvieri ».
Il giornalista vuol vedere meglio. Apre la porta della stanza dei « tranvieri », guarda, poi osserva: « Ma, direttore, qui non c’è nessuno ».
« Ho capito. Come al solito sono in sciopero ».

Ideuzza

La vasca da bagno è una piscina formato gabinetto.

Guasto telefonico

Una famiglia di dodici persone è a tavola. Il telefono squilla. Nessuno si alza. Squilla ancora, ripetutamente. E nessuno si alza. 11 capofamiglia scuote la testa e osserva : « Quel telefono dev’essere guasto. È mezz’ora che suona e nessuno risponde ».

Traffico

Una strada affollatissima, al centro di Milano. Non c’è un semaforo, nelle vicinanze, e sul marciapiede, da una parte e dall'altra, c’è una folla che attende invano di aprirsi un varco tra le auto per attraversare. Un signore riconosce, fra le persone della sponda opposta, un suo vecchio amico, che non vedeva da tempo. Lo chiama: « Ehi, Luigi, ma come hai fatto tu ad attraversare? ».
« No, no: io sono nato da questa parte ».

Aldo Congiu, «Oggi», anno XXII, n.16, 21 aprile 1966


Oggi
Aldo Congiu, «Oggi», anno XXII, n.16, 21 aprile 1966