FRANCA FALDINI: DA JAMES DEAN A TOTÒ
Prima di diventare la compagna del principe De Curtis l'attrice visse un anno a Hollywood. Un'avventura narrata nel libro "Roma-Hollywood-Roma", Baldini & Castoldi, 1997. Le serate con Rock Hudson. La simpatia di Bob Hope, la delusione per divi come Jerry Lewis e Marilyn Monroe.
Franca Faldini e il colpo di fulmine
Quando Franca incontra Antonio de Curtis, è frastornata dalla distanza tra il comico Totò e l’uomo, un signore compassato e taciturno che trova riprovevole mettersi in mostra. “No, non fu un colpo di fulmine”, scriverà successivamente alla morte dell'attore. “A onore del vero e di tutti coloro che alla favolistica preferiscono la realtà. Da principio io gli piacqui in fotografia per la fresca esuberanza dei miei ventun anni. Poi, quando mi conobbe, gli piacqui un po’ di più perché scoprì che, malgrado i ventun anni, ero un essere parlante e ragionante, con un carattere mio, benché questo carattere fosse l’opposto del suo”.
Durante quella prima cena, i due cominciano a discorrere e finiscono per appartarsi. Il dialogo prosegue fino a notte fonda, quando lui l’accompagna fino al portone di casa, e poi il giorno dopo. Scoprono di piacersi, di bastarsi, di adorarsi. Nel giro di pochi giorni la stampa viene a saperlo e Totò organizza una conferenza stampa in casa, con fotografi e operatori di cinegiornale, per presentare pubblicamente la nuova fidanzata. Nessuno dei due, per la verità, immagina che la relazione abbia un futuro, i trentatrè anni di differenza pesano, e sono subito fonte di pettegolezzi sui giornali. “Noi sapevamo che era una storia come un’altra”, scrive la Faldini, “più che altro una trovata pubblicitaria e una sfida ripiccosa con la sua famiglia, con cui all’epoca era in rotta”.
Il fatto è avvenuto come avvengono tutti i fatti di questo genere. La signorina Franca Faldini nella realtà è assai più bella e gentile di quello che appare nelle sue varie fotografie pubblicate. Somiglia perfettamente alla donna che io sognavo. E difatti io, che ero contrario al matrimonio, ma contrario sa?, per averla mi sono ful-mi-ne-a-men-te ricreduto e, preso il coraggio a quattro mani, buttandomi a pesce, l'ho chiesta in sposa.
Cosa ha detto alla signorina Faldini per esprimerle il suo sentimento?
Veramente sono cose un po' riservate. Eh, già... generalmente non si raccontano mai. Però lei mi è molto simpatico e perciò glielo voglio dire. Le dirò che mi sono espresso nella mia lingua madre, il napoletano si capisce, e le ho detto: «Dio mio, signurì, quanto siete bella, me piacete assaie assaie... me vulite spusà?». Nota bene: non c'era né luna né stelle.
E la signorina cosa le ha risposto?
Ha detto di sì. [Ma non si sposeranno mai]
Quale poesia le ha dedicato?
Niente ancora, però, nella mia mente si sta maturando qualche cosa di buono e sarà la più bella poesia che io scriverò. «Ma io voglio una canzone» m'ha detto. «Ma sì, figliola mia. Ti scriverò una canzone, ti scriverò lettere, cartoline, ti scriverò un giornale, ti scriverò un romanzo d'appendicite, etcetera etcetera.»
Antonio de Curtis
Totò, le donne e la gelosia
All'inizio della relazione con Franca, l'ultracinquantenne Antonio de Curtis guardava alla giovane con qualche diffidenza. Il carattere indipendente e l'esuberanza di Franca inquietavano il "vecchio" Totò. Da una parte accettava le sue esigenze, sostenendo che «chi si piega troppo mette il culo in mostra», dall'altra incaricò un investigatore privato di riferire in dettaglio ogni spostamento della Faldini. Questo fu l'ultimo atto della sua follia in relazione all'ossessiva gelosia di cui era posseduto. E' in controtendenza assoluta, rispetto al suo sentimento, quanto dichiarò a Oriana Fallaci nella famosa intervista del 1963: «Io le amo tanto le donne, che riesco persino a non essere geloso. Tanto, a che serve esser geloso? Se una donna ti vuole bene è fedele». Contraddizioni e debolezze di un uomo, un grande uomo.
Voglio bene a Franca Faldini prima di tutto perché è bella, e poi perché è fedele. Non le ho impedito io di continuare a fare del cinema. Franca soffriva dello «spasimo da macchina da presa». Ogni volta che si trovava sul set, sotto alla luce di un riflettore, tremava, batteva i denti, le si irrigidivano le gambe. In capo a una settimana si ammalava anche di gastrite e colite di origine nervosa. Così, da sola, ha deciso di smettere. Io, naturalmente, ne sono stato felicissimo: mi piace pensare di essere l'unico a provvedere alle necessità e ai capricci di mia moglie.
Io sono cattolico-apostolico-napoletano. Mi sarebbe piaciuto moltissimo sposare Franca in chiesa. Ma se lo Stato mi ha perdonato un errore giovanile, sciogliendo il mio primo matrimonio per quanto riguardava gli effetti civili dello stesso, la Chiesa non ha voluto fare altrettanto.
Franca Faldini: coraggiosa e lottatrice
E’ doveroso ricordare la figura di Franca Faldini, bella e seducente compagna di Totò dal 1952 fino a quando lui il 15 aprile 1967 la lasciò per intraprendere un viaggio senza più ritorno. Essa ha incarnato quanto di più bello possa esservi in una donna: bellezza e intelligenza di un ruolo che rivestì senza manifestare mai alcuna velleità di imporre la propria immagine (avrebbe potuto farlo) anzi con molta modestia affermò che preferiva lasciare il cinema di cui, in fondo, non le importava nulla, preferendo essere una buona spettatrice piuttosto che una debole attrice. Splendidi e penetranti gli occhi verdi che colpirono l’attore quando per la prima volta la vide rimanendo incantato e a cui, da fine poeta quale egli era, volle dedicare magnifici versi.
Franca nasce a Roma nel 1931 da padre ebreo il che aveva significato negli anni bui della guerra un tristissimo destino di fuga che se non fosse stato attuata avrebbe condotto tutta la famiglia ad una fine drammatica. Una volta cresciuta si reca, per dimenticare un amore, ad Hollywood dove viene notata come bellezza alquanto esotica e partecipando ad un concorso per attrice esordienti, Miss Cheesecake, vince finendo sul giornale “Oggi” a venti anni. La sua foto non sfugge al grande attore che se ne innamora e, galante come era, le invia subito dei fiori chiedendo un appuntamento che però non ottiene subito ma solo dopo essere stati presentati da amici comuni. Nel privato l’attore, lasciata la maschera istrionesca, è un superbo e appassionato amatore; da entrambe le parti l’amore è vero però non si traduce in matrimonio immediato perché il precedente di Totò non era stato annullato se non civilmente; si disse che segretamente le nozze fossero avvenute in Svizzera, senza scalpore poiché il Maestro , confessò, si rendeva conto della notevole differenza di età e non sarebbe stato il caso di far ridere la gente fuori dalle scene.
Il Principe De Curtis era una persona seria. E proprio fuori dalle scene Totò non era la finzione che appariva al pubblico anche perché la vita gli aveva riservato una sorte difficile da condurre prima come figlio illegittimo e quindi all’epoca difficilissima da sostenere, poi nel non poter essere padre di un sospirato figlio maschio. Franca, rimasta incinta, partorì un bimbo cui fu imposto il nome di Massenzio il quale visse solo per poche ore mettendo in pericolo la vita della stessa madre. Fu un duro colpo per entrambi: per lei come giovane madre, per lui nel veder finire il proprio nome . Il piccolo fu sepolto nella cappella di famiglia e i due si strinsero nel loro amore per andare avanti. Quando il Maestro la lasciò, Franca iniziò a lavorare come pubblicista , traduttrice e autrice di libri su Totò il quale nella sua vita non reputò necessario che la donna di casa lavorasse. La notevole differenza di età non fu mai baluardo insormontabile nella loro unione anche se, a volte, poteva generare calorose discussioni le quali però avevano una durata piuttosto breve, come in tutte le coppie in cui vi è reciproca stima. Franca Faldini è stata una donna dal grandissimo coraggio ed una lottatrice con la misura come regola di vita poiché il suo animo è stato sempre improntato a tanta educazione e signorilità.
Maddalena Rispoli
Il primo film che ho fatto con Totò è stato "Dov'e la libertà?"; lo avevo appena conosciuto e mi trovai a partecipare al film per caso. Ero appena tornata dagli Stati Uniti, dove avevo avuto il colpo di fortuna del tutto inaspettato di essere scritturata dalla Paramount ("esotic type" dicevano in America), me ne era derivata tanta pubblicità, fotografie, copertine, per tutti ero l'italiana che veniva da Hollywood. "Mi do due anni", mi ero detta. "Se in due anni riesco a sfondare, continuo, altrimenti smetto". Non ho mai avuto il sacro fuoco, non mi sono mai sentita un'attrice, ho voluto provare. Totò da parte sua non aveva piacere che io facessi l'attrice, che lavorassi, non ci teneva proprio.
Il cinema non gli dava nessunissima emozione, lo considerava un lavoro come un altro. Non si preoccupava assolutamente di sapere quale scena sarebbe stata girata a quel punto del film, aveva il grandissimo dono di entrare immediatamente nei panni del personaggio e di orientarsi a naso quasi senza sapere se si era all'inizio o alla fine del film, inventando regolarmente ogni volta. Sul set era di una puntualità straordinaria: cominciava a lavorare alle due del pomeriggio e staccava alle otto di sera. Aveva un orario speciale, ma in quelle ore non si spostava mai dal set, e se c'era una cosa che lo mandava in bestia erano quelli che si allontanavano, andavano a prendere un caffè, erano sempre in giro e quando veniva il momento non c'erano e gli toccava aspettare.
Durante la lavorazione di "Dov'è la libertà?" Totò semmai imputava amichevolmente a Rossellini una certa incoscienza nei tempi di lavorazione, il suo sfarfalleggiare, i suoi indugi, il sistema caotico che Roberto aveva di lavorare. Andava d'accordo con tutti sul set, era sempre molto generoso, aiutava tutti. Le maestranze, gli elettricisti e le comparse gli cantavano regolarmente una canzoncina sull'aria di Vecchia America, che diceva: "Vecchia America dei tempi di Totò con la Faldini che facevano mangiare tanto me che i miei bambini"; lo divertiva sempre moltissimo. Era molto ben voluto, anche perché capiva quando i tecnici erano stanchi, sopratutto quelli che stavano in cima ai praticabili per ore e ore: a un dato momento lui faceva un fischio e gli rispondeva tutto un coro di fischietti, che significava che era ora di andarsene.
Franca Faldini
Video-omaggio realizzato dal nostro sito in occasione della scomparsa di Franca, avvenuta il 22 luglio 2016
Franca Faldini parla di Totò
Prima parte |
Seconda parte |
Riferimenti e bibliografie:
- Paolo Conti, «Corriere della Sera», 19 marzo 1977
- "Totalmente Totò, vita e opere di un comico assoluto" (Alberto Anile), Cineteca di Bologna, 2017
- "Roma-Hollywood-Roma", Franca Faldini - Baldini & Castoldi, 1997
- "L' "Imperatrice di Bisanzio" viene da Fiesole" di Gianna Predassi, "Epoca", 15 marzo 1952
- "Totò, l'uomo e la maschera" (Franca Faldini - Goffredo Fofi) - Feltrinelli, 1977
- Italo Moscati, «Anima Italiana»
- "Totò. Storia di un buffone serissimo" (Franca Faldini - Goffredo Fofi), Mondadori 2004
- www.lunico.eu
- Rievocazioni: il mio Totò, "Panorama", 18 ottobre 1977
- Archivio Storico quotidiano «La Stampa»
- Archivio Storico quotidiano «Corriere della Sera»