Galeotta fu «la suocera»

1952-Franca_Faldini

Il fidanzamento di Totò - "Oltre la bellezza di Franca" dice il principe di Bisanzio, "mi colpì l'aspetto dolcissimo della madre: una vera santa"

Roma, 4 marzo.

Per la prima volta nella storia del costume cinematografico (e araldico) europeo una coppia illustre di futuri sposi ha voluto render noto il proprio fidanzamento, senza bisogno di cerimonieri o d'intermediari, nel corso di una conferenza stampa. Si tratta dei «fidanzati del giorno»: Franca Faldini e Totò. L’indiscrezione era trapelata fin dai ieri; stamane i giornali riportavano la notizia: i cronisti convocati quest'oggi nell'appartamento del principe-attore pensavano di ricevere dalle labbra di Antonio De Curtis quella che in gergo diplomatico al definisce una «secca smentita». Invece, nel salone di Viale Bruno Buozzi c'era a riceverli, al di là della marsina bianca del maggiordomo, l'affascinante sorriso di Franca. Totò, seduto in un angolo, sorrideva compunto.

«Come mi sono innamorato di Franca? Egregi amici, è stato il colpo di fulmine. Un mese fa, giorno più giorno meno, mi capitò sott’occhio la copertina d’una rivista illustrata. Non conoscevo neanche di vista la mia prossima moglie: la fotografia la riproduceva a fianco dei genitori, nella pace domestica. Mi colpi, oltre la bellezza di Franca, l'aspetto dolcissimo della madre: una vera santa. Io, che dopo l'annullamento dello mie prime nozze nel '39, mi consideravo il più feroce nemico del matrimonio, sentii rimescolarmi il sangue. Anelavo ancora alle gioie del focolare domestico. Mi decisi: scrissi a Franca un biglietto d'omaggio, accompagnato da un mazzo di fiori».

«Per quanto mi riguarda», è intervenuta Franca che fumava Xanthia con un bocchino di Giada e vestiva un abito nero di pizzo, straordinariamente scollato, «debbo confessare che il biglietto mi turbò. Risposi con poche frasi, in tono assai sostenuto. Lui replicò con un messaggio ancora più ardente, con fiori ancora più belli: stavolta erano orchidee. Pochi giorni più tardi una comune amica ci presentò: dieci minuti dopo Totò mi aveva già chiesta in sposa. Io credevo che scherzasse. Ora vedete che non era uno scherzo»; e la bella mostrava in giro il favoloso dono di fidanzamento, un paio di orecchini d'oro e diamanti, coronati da due perle grosse (è il caso di dirlo) come nocciole.

Progetti? Le nozze si celebreranno in giugno, col semplice rito civile, non appena Totò avrà terminato di girare L'evaso con Rossellini. Nel frattempo Franca passerà gran parte della giornata a Cinecittà, giacchè «debbo proprio ammetterlo: non vivo quando sono lontana dal mio amore». Parigi, la Costa Azzurra, la Spagna, la Danimarca saranno il teatro della loro luna di miele.

In autunno, con la rentrée romana, non è improbabile che la ventiduenne principessa di Bisanzio assurga formalmente all'olimpo cinematografico, sostenendo la sua prima vera parte di protagonista in film a colori accanto a Totò.

«Naturalmente cambieremo casa», ha soggiunto in tono di confidenza il principe, «questa è troppo piccola, non è adatta». L'attuale abitazione di Totò, infatti, non ha che sei o sette camere, dai letti ricoperti di pellicce d'orso bruno, un enorme corridoio sullo sfondo del quale troneggia lo stemma del sacro romano Imperatore d'Oriente, e un salone-soggiorno popolato di urne, cippi, bibelots vari, sculture ottocentesche, un pianoforte a coda, un palo di robusti, audacissimi «nudi» del Pivitera, sorta di Boldini partenopeo.

In questo scenario opulento, Franca Faldini, idolo di via Veneto, ex-segretaria del bel Erroll Flynn, detentrice del titolo americano di «Miss Cheesecake», riservato alla ragazza più «sexy» degli Stati Unitl, si muoveva con grazia aggressiva; nè si è fatta pregare quando i fotografi le han chiesto di carezzare languidamente sui capelli il suo principe azzurro.

c. l., «La Stampa», 5 marzo 1952


L'Impero
c. l., «La Stampa», 5 marzo 1952