Festa per il ritorno in Italia di Liliana da Johannesburg

Liliana de Curtis

Tutti insieme appassionatamente nel ricordo del principe della risata

Snobbato in vita, e poi clamorosamente rivalutato dopo la morte. Totò appartiene oggi di diritto al grande patrimonio artistico italiano.

«La sua è stata una riscoperta graduale ma inarrestabile», dice la figlia, che per vent'anni ha seguito da lontano il fenomeno del crescente interesse per l’attore napoletano. Trasferitasi in Sudafrica, a Johannesburg, dove ha vissuto finora con il marito gestendo un ristorante, Liliana de Curtis è tornata definitivamente nel suo Paese per dedicare tutte te sue energie alla creazione di una «Fondazione Totò», con sede naturalmente a Napoli. La fondazione dovrà conservare tutta la sua opera cinematografica, teatrale e poetica, assegnare borse di studio, istituire un museo con foto, costumi e cimeli dell’attore. Un atto di omaggio, insomma, a un personaggio che è sempre vivo, come dimostra il successo dei suoi film continuamente riproposti al cinema e in Tv (su Raiuno il ciclo «Cinema Italia-Usa: divi a confronto» comprende 3 suoi film) e, addirittura, l'inserimento di una sua macchietta in un recente spot pubblicitario.

Per riprendere contatto con amici ed estimatori di Totò, la signora de Curtis ha riunito in un ristorante di Trastevere, «Da Fabrizio», oltre ottanta persone che, in un allegrissima serata, si sono strette affettuosamente intorno a lei, alla mamma Diana e alle due figlie. C’era mezzo cinema italiano, a cominciare dal regista Sergio Corbucci, che ha diretto Totò in otto film: giovanissimo, gli fu presentato da Liliana, sua amica. «Quando sostituii Mastrocinque sul set di “Totò, Peppino e la dolce vita» — racconta Corbucci — Totò mi disse: 'Sei giovane, te ne intendi di notti a Via Veneto...’: invece passai notti e notti a casa sua, a leggere la sceneggiatura. Lui, abituato a fare le ore piccole, era sveglissimo e inventava una gag dopo l'altra; io, alle cinque del mattino, cascavo dal sonno... Totò fu straordinario nel film “I due marescialli" con De Sica: due gentiluomini...».

Aroldo Tieri, l'eterno «terzo uomo» tra Totò e Peppino De Filippo, lo ricorda per la sua affettuosa umanità. Carlo Delle Piane da ragazzo ha spesso recitato il ruolo di figlio di Totò: «Per questo — dice — mi sento il fratello di Liliana... Totò mi considerava un giovanotto curioso, lo intenerivo... Artisticamente, però, io l'ho capito davvero più tardi».

Altro figlio straordinario è Ninetto Davoli, in quel film di Pasolini « Uccellarci e uccellini» che ha rappresentato una svolta per il principe della risata. «Era vecchio — ricorda Ninetto — e mi trattava proprio da padre, mi raccontava un sacco di storie...».

Alla cena della de Curtis c'erano anche tanti «fan», come Marisa Laurito, De Crescenzo, Arbore. «Vedendo le cassette di "Quelli della notte" — dice Liliana — ho pensato che la comicità di Arbore ha una certa somiglianza con quella di mio padre. Quanto alla Laurito, Totò l'avrebbe apprezzata molto: sia per la simpatia sia per la prorompente bellezza mediterranea...».

Daniela Giannantonio ed Elena Mora, «Sorrisi e Canzoni TV», 1991 - Foto A. Colangeli, A. Bruno, A. Rinelli, Equipe Reporter


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Daniela Giannantonio ed Elena Mora, «Sorrisi e Canzoni TV», 1991 - Foto A. Colangeli, A. Bruno, A. Rinelli, Equipe Reporter