UN SALOTTO A CAPRI
Lo sketch è tratto dalla rivista "C'era una volta il mondo" di Galdieri (1946-1948). Fu ripreso, modificato e ampliato nel film "Totò a colori" (1952).
Antonio Scannagatti è a Capri in cerca di una signorina che afferma, mentendo, di essere in buoni rapporti con l’editore Tiscordi. La trova in una casa alla moda, abitata da esistenzialisti, alternativi, individui bizzarri e, si sospetta, molto superficiali. Introdotto nella casa dal viziatissimo figlio del sindaco (che la prima volta che appare sta giocando a terra come un bambino nonostante i baffi e l’aspetto non più giovanissimo) Antonio deve necessariamente camuffarsi. Si cambia d’abito ma soprattutto deve seguire tre precise istruzioni: camminata internazionale, stanchezza congenita e al posto della “erre” la “evve”. Antonio vi riesce benissimo diventando subito il centro dell’attenzione e inventando quel surreale momento in cui gli inquilini cantano Cab Calloway marciando e dandosi a lamentazioni con tanto di campana, tanto da sembrare una processione funebre. Ma anche in questo caso Antonio non cede al senso comune, invece delle chiccosissime ragazze, cede all’attrazione per la formosa servetta. Ribalta le posizioni, i ruoli, di tutto ciò che c’è svela l’inganno, il falso, il comico. Sembra dirci che senza camuffamento non sarebbe possibile il dialogo, ma chi resta per troppo camuffato invalida il dialogo stesso.
La guerra è ormai dimenticata. I «Gagà» e le «Gagarelle» di Via Veneto si trasferiscono a Capri. Galdieri riporta sulla scena la caricatura di una categoria di persone esaltate e corrotte.
PERSONAGGI DELLA RIVISTA «C'era una volta il mondo»:
Luano: Totò
Padre: Giuseppe De Martino
Edvige: Elena Giusti
Chery: Mario Castellani
D. Lucia: R. Pedrani
PADRE (in short e camicia) ...Lo sai che non mi piace interrompere il pranzo... Perché m’hai fatto chiamare?...
EDVIGE (Elena Giusti) Per dirti subito che non mi va...
PADRE Ma perché?... È giovane... È carino... E ci ha la grana!... Io non so cosa gli manca...
EDVIGE La classe... la nostra classe, papino... Non « fa » Dado...
PADRE Ma che specie di marito ci vorrebbe per te?... Non lo so capire...
EDVIGE Un Foffo... un Chery...
PADRE Chery?... Ma se lo chiamano «la vergine sacra»?!
CHERY (Castellani) (entra in bizzarro costume caprese) Me voilà! M’ha chiamato lei, colonnello?...
PADRE Eh... vi vuole sposare...
CHERY Tu?... oh... O tutta matta!... Permette, colonnello?... Scusi, sartia... vorrei dirle che lei è antiquato a catinella...
PADRE Sarebbe a dire?...
CHERY (tirandogli la camicia fuori dei pantaloni)
PADRE Ma no... (reagisce, ma Chery gli tira la camicia tutta fuori)
CHERY Ma sf... solo cosi... « fa Capri »!
EDVIGE Ecco... Hai visto, papà, che vuol dire essere uno Chery?... un tocco... e tà... Ora fai Dado... Sei un cannone, Chery...
CHERY Grazie. Hai visto che progressi ho fatto fare al tuo futuro fidanzato?... Eh?... Capelli alla Chico... Shorts di raso...
EDVIGE Non basta « iniziarlo » nel vestire... È « dentro » che va « fatto ».
CHERY E lo « farò »... sta’ tranquilla, che « farò » anche lui...
PADRE E quando l’avrà fatto Chery... quel ragazzo sarà, come tu dici, « un sogno »...
EDVIGE « Un sogno »... che si chiama Lomazzo!
CHERY L’ho ribattezzato « Luano »... fa molto Gange.
EDVIGE Speriamo... ma fin che non si sarà « fatto »... io non dirò di sì... è sempre figlio d’un camionettista arricchito (fa per andare)
PADRE La grana ci vuole, cocca mia...
EDVIGE E va bene!... Ma mò bisogna che sgangi... papà mio! (esce, seguita dal PADRE)
LUANO (Totò) (in short, blusa a dragoni, rete a tracolla, sandali d’oro, ecc.) Neh... ma che modi sono questi?... Mi lasciano a tavola solo come un broccolo... almeno m’avessero mandato la cameriera...
CHERY Lascia stare la cameriera... E tieniti su... dàtti tono... dàtti classe... Hai dimenticato tutta la lezione... A chi dovevi baciare per prima la mano, quando siamo arrivati?...
LUANO Alla cameriera...
CHERY Ma no... a donna Licia... E dopo che t’avevo presentato dovevi . dire: Enchanté, madame...
LUANO (ripetendo) Vu scianté, madame?
CHERY Ma no... È la figlia... che canta!... Ah... È un ambiente troppo raffinato, per te...
LUANO E perché mi ci hai portato?...
CHERY Perché tuo padre si vuole imparentare col colonnello, ch’è nobile... E t’ha affidato a me... Io ti devo « fare »... E ti « farò »! Ma tu devi ascoltarmi e non farmi fare le brutte figure... Come oggi che, quando la serva ha portato la vaschetta con l’acqua e i petali di rosa, te la sei bevuta d’un fiato!...
LUANO Ah, già! Mi ci dovevo fare il maniluvio!
CHERY Ma no... ci dovevi... appena appena plonger le doigts... bagnarti le dita...
LUANO Ma io ieri mattina mi sono bagnato sano sano alla Piccola Marina... Quante volte alla settimana uno si dovrebbe sciacquariare?...
CHERY Hai paura dell’acqua?...
LUANO E questi hanno paura del vino... Un dito cosi ne ho bevuto!... Ma mi dici che razza di pranzo è stato quello?... Brodino.... brodino...
CHERY Ma che brodino! Consommé... alle crèpes...
LUANO Stavo crepando io, a vedere quella roba gialla...
CHERY Maionnaise alla sauce verde...
LUANO Appunto... mi sò ricordato di quand’ero in fasce...
CHERY Ma in pranzi come questi non conta quello che si mangia... conta come lo si serve... LUANO Qua l’unica cosa che serve è la serva!
CHERY Ma ti piace proprio tanto, questa serva? Io non ci trovo niente d’eccezionale...
LUANO Tu... per me... è una cannonata!..
CHERY Vedi... quando vuoi... sai anche adoperare il nostro linguaggio... Ma sarebbe stato meglio dire: « mi piace un pozzo! » « mi piace venti sacchi ».
LUANO A me mi piace un putiferio perché ci ha un par de cosce che fanno faville! CHERY Non ci siamo...
LUANO Io trovo che la serva « fa molto Gilda »... e anch’io devo piacere ad ella perché più d’una volta m’ha fatto l’occhiello!...
CHERY Ma è una fissazione con questa serva...
(Entra la serva). LUANO E tu guardala bene... Va là... che spopola! cameriera Le signore saranno qui a momenti... il caffè vogliono servirlo loro...
LUANO Io me lo vengo a prendere con voi, in cucina... cameriera (civettosissima) E perché no?
LUANO (fa per seguirla, ma Chery lo trattiene) Tu resti qui...
EDVIGE (entra col servizio da caffè, seguita dalla madre) Ecco il caffè!
D. LUCIA Tengo molto al vostro giudizio, caro Lomazzo... Chery, Luano...
d. LUCIA Già... caro LUANO... Che ne dite?...
LUANO Sciant vù, madame?...
EDVIGE Sentiamo... com’è?...
LUANO (alludendo alla cameriera) È bbona...
EDVIGE Ma no... il caffè!...
LUANO Una ciufeca!...
CHERY Lei deve compatirlo, donna Lucia... Il nostro Luano... è un po’ materialista... Vede le cose...
LUANO ...come sono! Questo caffè è una ciufeca... tutti (respirano) Ah... Luano È una zoza!
(dopo il soggetto del caffè) EDVIGE Ma è « nicciano » addirittura!
CHERY Io direi piuttosto esistenzialista... d. lucia Sartre?... (a Luano)
LUANO No... camionista.
EDVIGE Ma no... mamma diceva « Sartre »... Quello di « Porte chiuse ».
CHERY II Sartre delle « Mosche »...
LUANO Pure le mosche adesso fanno toletta?
CHERY Ma no... Il Sartre della « Putain respectueuse ».
LUANO Allora lo so... È Sciugart...
CHERY Chi è questo Sciugart?...
LUANO II sart delle piutèn... lo sanno tutti!
PADRE Sorpresa! Sorpresa! (porta una tela dipinta) Dopo aver empito la pancia...
LUANO All’anema d’ ’a palla...
PADRE ...volevo dire: « dopo aver cibato il pancreas... cibiamo un po’ lo spirito!... ». Guardate il mio capolavoro!
CHERY Oh... (soggetto) Ma è un sogno... Tu che ne dici?...
LUANO È una cannonata!
PADRE Già, è una vera cannonata...
LUANO Dopo che è arrivato, però!
D. LUCIA Sembra quasi un « Sesanne »...
EDVIGE Per me... è « un De Chirico »!
CHERY Per me è... è un Picasso!
PADRE E per voi?
LUANO A me non me passa manco p’ icasso! (soggetto)
EDVIGE È inutile! È proprio refrattario al bello!
CHERY Bisogna educarlo! Istruirlo artisticamente Donna Lucia... declamateci dei versi...
D. LUCIA Beh... giacché insiste tanto...
LUANO Io no... Non ho insistito per niente...
D. LUCIA Proprio per farvi contenti... vi dirò una mia poesia « artigiana »!
CHERY Capisci?... Donna Lucia ci dirà una « poesia artigiana »!?...
PADRE Intendete la « classe » di questo connubio?... Nobiltà, Arte, Proletariato...
EDVIGE ...e fa molto « Luchino » tutto ciò! PADRE (a D. Lucia) E allora... esibisciti... sotto...
LUANO Qua... (soggetto)
D. LUCIA (annunciando) Dove va?... Canta il fabbro artigianello... La canzone del martello corre corre e non rista! Dove va?... La gentile capinera spiega il volo a primavera... Vola vola e non ristà... Dove va?... Grossa e viscida un’anguilla sguscia e sguiscia arzilla arzilla... sguscia e sguiscia e non ristà... Dove va?... Ed il sorcio birichino guizza e salta nel giardino... guizza e salta e non ristà... Dove va?...
EDVIGE Ma non sentite come l’anima s’abbevera di luce, alle sorgenti della poesia?...
D. LUCIA L’arte inebria... eleva...
CHERY Elevati anche tu... fino a noi... Sali... sali... (soggetto) Monta!
LUANO Ma quella serva che ogni tanto se ne va!
EDVIGE LUANO... Ma perché non ci mettete un po’ di buona volontà?... Miglioratevi... classatevi... e quando saremo sposati... nei lenti pomeriggi domenicali... io v’allieterò con il mio canto...
LUANO Mi allieterete?
EDVIGE Come ora... (Canta "Triste domenica”)(Canto a soggetto)
PADRE Ma allora lo facciamo o non lo facciamo questo matrimonio?...
LUANO A un patto... tutti Quale?'...
LUANO Che stiamo sempre qui... tutti. E perché?...
LUANO Perché solo l’aria di Capri mi potrà fare digerire dei parenti terribili come voi!
(Canto e finale a concerto)
Cibaba Cibaba Cibaba Qui la gente perde i lumi...
Cibaba Cibaba Cibaba... d’impazzire ha la gran libertà!
(Si spogliano, fanno mille cose da matti, poi si gettano dalla finestra da cui si rivedono passare su una barchetta a vela, urlanti come ossessi).
Riferimenti e bibliografie:
- "Quisquiglie e Pinzellacchere" (Goffredo Fofi) - Savelli Editori, 1976
- "Siamo uomini o caporali?" (Alessandro Ferraù e Eduardo Passarelli) - Ed. Capriotti, 1952