Una bionda diciannovenne contende l'impero a Totò

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Anche Maria Teresa Ily Dites Lule Argondizza-Tocci vanta la discendenza da Costantino XII imperatore di Bisanzio

Sua Altezza Imperiale Antonio Porfirogenito della Stirpe Costantiniana dei Focas Angelo Flavio Ducas Comneno De Curtis, Principe Imperiale di Bisanzio, Principe di Cilicia, di Macedonia, di Dardiana, di Tessaglia, del Ponto, di Moldavia, di Illiria, del Peloponneso, Duca di Cipro e di Epiro, Conte e Duca di Drivasto e Durazzo (forse più noto alle masse come "Totò”, attore comico del cinema e del varietà), per difendere la sua corona imperiale deve lottare più strenuamente ancora (ma, in verità, con più fortuna) di come lottò il suo valoroso antenato Costantino XII. L’imperatore Costantino XII infatti, nel 1453, combattè da prode contro le orde di Maometto II, ma cadde ucciso, con la spada in pugno, sotto le mura di Bisanzio, e Maometto s’impadronì dell'impero. Al contrario Totò resiste egregiamente agli assalti di tutti coloro che gli contendono la corona, che gli contestano il diritto di portare sul biglietto da visita quella schiera di cognomi e di proclamarsi principe e imperatore di Bisanzio; i suoi campi di battaglia sono le aule dei tribunali; le sue armi sono alcuni chilogrammi di pergamene gialle, di antichissimi documenti, di complicati alberi genealogici, dai quali risulta in modo inconfutabile che Totò è legittimo discendente in linea maschile ed unico erede di Costantino XII; finora ha sbaragliato i suoi avversari in cinque memorabili battaglie, davanti ai tribunali di Napoli e Roma.

La signorina Lule Argondizza è divenuta improvvisamente un personaggio molto importante per il popolare comico Totò. Il padre di Lule, prof. Argondizza, infatti, studiando tra vecchi libri e documenti, è riuscito a collegare l’albero genealogico della corona di Bisanzio con la figlia; quindi, come Totò afferma di essere discendente in linea retta maschile da Costantino XII, imperatore di Bisanzio, Lule afferma di discendere dallo stesso Costantino in linea femminile. Il comico ha dichiarato che non gli importa se altri vantano una discendenza da Costantino purché non siano messi in dubbio i suoi titoli; solo in questo caso s'arrabbia.

Il popolarissimo attore è registrato all’ufficio anagrafe di Avezzano come Antonio Clemente, nato il 15 febbraio 1898, da Anna Clemente. Il nome del padre non figura. Ma venti anni dopo, il padre, principe De Curtis, sposò Anna Clemente, e in seguito riconobbe come figlio il giovanotto, che cominciava a manifestare la sua passione per il teatro comico, e continuò a manifestarla, imperturbabile, anche quando fu diventato il principe Antonio De Curtis. Ma Totò, fra una recita e l’altra, si dedicava anche, con uguale passione, alle ricerche genealogiche; trovò che suo padre discendeva in linea retta maschile da Giovan Tomaso Curzio (o De Curtis), cavaliere di Malta nel 1584; continuando a scendere per i rami giunse a Leone Curzio Focas detto Griffo, fratello di Niceforo II, duca di Cappadocia; e scendendo ancora giunse agli imperatori di Bisanzio.

Nel 1945 Totò, oramai attore famoso, iniziò le pratiche in tribunale perché gli fosse consentito di portare tutti 1 cognomi e gli attributi gentilizi che aveva trovato appesi ai rami del suo albero genealogico. Il tribunale trovò che la richiesta era più che legittima e sufficientemente documentata. Cominciarono le contestazioni, innanzitutto da parte del principe Nicola Nemagna Paleologo di Napoli. I due contendenti presentarono entrambi una gran quantità di pergamene ingiallite, ma il tribunale ritenne che le pergamene di Totò fossero più esaurienti di quelle del principe Nemagna Paleologo, il quale, non rassegnato, fece ricorso in appello. Il presidente della Corte d’appello, per districare quella complicatissima questione, chiamò nel collegio giudicante un magistrato competentissimo in materia araldica, il nobile dottor Rocco Carlo di Torrepadula; nell’aprile del ’46 anche la Corte d’appello di Napoli riconobbe in Totò l’ultimo rampollo della gloriosa stirpe bizantina.

Un altro processo vittorioso ebbe luogo nel marzo del ’50. Si giunse infine all’attacco in grande stile sferrato dal giovane Marziano Lavarello per scacciare Totò dal trono di Bisanzio: nell’aprile ’51 un certo Luigi Colisi Rossi, qualificandosi "ministro della reai casa di Sua Altezza Imperiale Marziano II Lavarello Lascaris, unico custode della corona di Costantinopoli”, presentò al procuratore della repubblica una denuncia contro Totò, accusato di avere usurpato un impero. La denuncia precisava che i precedenti riconoscimenti della magistratura costituivano ”un’enormità storico-giuridica’’, e che tutto lasciava pensare che i magistrati fossero stati "tratti in errore da documenti falsi o apocrifi”. Era una grave insinuazione contro il principe De Curtis.

La stampa romana si occupò ampiamente della vicenda e diede dapprima un certo credito al Lavarello; furono pubblicati articoli piuttosto ironici sul conto dell’imperatore Totò. In un locale notturno, durante l’assegnazione di premi al peggior film, al peggior libro, al peggior attore, eccetera, Totò fu definito ”il peggior imperatore dell'anno”. Ma intanto il procuratore della repubblica aveva aperto l’istruttoria. Marziano Lavarello, nonostante i suoi ministri, i suoi dignitari di corte, i suoi consulenti araldici, non riuscì a dimostrare la fondatezza delle sue accuse; la denuncia contro il principe De Curtis fu archiviata e il magistrato precisò che il comportamento dei denuncianti era ”quanto meno deplorevole”. Intanto Totò, senza attendere l’esito dell’istruttoria, era passato al contrattacco, assistito non da ministri e dignitari, ma semplicemente da un legale, l'avvocato Eugenio De Simone, e aveva denunciato il Lavarello e soci per diffamazione. Diede anche querela a un giornale che più degli altri era stato ironico e mordente. Il giornale fu costretto a pubblicare precisazioni e scuse. Il nuovo processo, con Totò accusatore e Lavarello e soci imputati, avrà luogo prossimamente.

La signorina Lule Argondizza, nuova rivale del comico Totò nella combattuta questione della discendenza dagli imperatori di Bisanzio. Maria Teresa Ily Dites Lule Argondizza-Tocci ha 19 anni, è figlia unica, adorata dai suoi genitori, studia piano e lingue. Per il suo compleanno il prof. Francesco Argondizza le ha fatto uno strano regalo. ”Ti offro una corona da imperatrice", ha detto, esponendo i risultati dei suoi lunghi studi e della consultazione di innumerevoli antichi documenti. Quando ha appreso la notizia Totò ha detto: ”È assurdo che al giorno d'oggi mentre si mandano in pensione i veri re si accendano contese per la conquista di un trono che ha scarsissime possibilità di esser restaurato”. Lule ammira molto Totò per la sua arte e Totò ammira molto la diciannovenne Lule Argondizza per i suoi occhi verdi e i capelli biondi.

Intanto sono sbocciati nuovi pretendenti al trono di Bisanzio, e anch'essi appoggiano la loro rivendicazione a un cumulo di pergamene ingiallite e di documenti scritti in latino. Per essere esatti si tratta, questa volta, di una pretendente: la bella e bionda imperatrice Maria Teresa Ily Dites Lule Argondizza-Tocci. Lule ha 19 anni, è figlia unica, adorata dai suoi genitori; è graziosa e delicata (Lule significata fiore, ed è un nome che le sta bene) ; studia piano e lingue; sogna di diventare un'attrice del cinema, come tutte le ragazze graziose e diciannovenni. Il padre di Lule è professore di lettere, studioso di scienze occulte, appassionato di araldica. Egli ha scoperto che l’imperatore Costantino XII, cadendo per mano dei turchi, il 29 maggio 1453, nelle prime ore del mattino, all’età di 49 anni, tre mesi e cinque giorni, lasciò come unico erede il fratello Tomaso, fuggito a Roma e proclamato da Sisto IV legittimo successore all'impero di Costantinopoli. Da Tomaso, attraverso i suoi figli e la sua unica nipote legittima, salendo via via per gli intricati rami, il professor Argondizza-Tocci è giunto ai Tocco (o Tocci) di San Cosmo Albanese dai quali discende in linea femminile la sua figliola Lule. Il professor Argondizza, come si è detto, adora sua figlia. Quando, dopo avere consultato montagne di antichi documenti, ha avuto la certezza della sua origine imperiale, ha mantenuto per qualche tempo il segreto: ha atteso il compleanno di Lule; quel giorno, frenando a stento la commozione, le ha detto: « Per il tuo compleanno ti faccio un regalo inestimabile: ti offro una corona da imperatrice ».

Successivamente ha pubblicato sul Mondo Araldico un lungo e meticoloso articolo intitolato "Una principessa napoletana ultima imperatrice ed erede del trono di Bisanzio” in cui illustra e dimostra le sue asserzioni. La cosa ha fatto un certo scalpore. Totò, interrogato sulla faccenda, ha detto: «È assurdo che al giorno d'oggi, mentre si mandano in (tensione i veri re, si accendano contese per la conquista di un trono che ha scarsissime probabilità di essere restaurato». Ha aggiunto modestamente che, da parte sua, anche se l'impero di Bisanzio dovesse risorgere, non aspirerebbe al posto di imperatore effettivo. «Amo moltissimo fare l'attore e temo che le due attività sarebbero incompatibili», ha detto. Ha concluso affermando che non gli importa se altri vantano una discendenza da Costantino, purché non siano messi in dubbio i suoi titoli e i suoi numerosi cognomi, che porta con decoro e nobiltà per onorare la memoria di coloro che glieli hanno tramandati. Solo in questo caso Totò si arrabbia e fa causa.

L'attore ha dichiarato infine: «Sono felicissimo che una così graziosa fanciulla come la principessa Lule Argondizza abbia qualcosa in comune con me riguardo all'origine bizantina». Queste dichiarazioni galanti hanno fatto lavorare la fantasia di qualche giornalista. Si è parlato addirittura di un probabile fidanzamento fra Lule e Totò. Ma non se ne farà nulla. Lule ammira molto Totò, per la sua arte, e Totò ammira molto Lule per i suoi occhi verdi e i suoi lunghissimi capelli biondi; però entrambi escludono nel modo più assoluto ogni possibilità di complicazioni sentimentali. L'imperatore Totò, discendente in linea retta maschile da Costantino XII, non sposerà l'imperatrice Lule discendente dallo stesso Costantino in linea femminile.

Luigi Cavicchioli, «Oggi», anno VIII, n.38, 18 settembre 1952


Il Piccolo
Luigi Cavicchioli, «Oggi», anno VIII, n.38, 18 settembre 1952