Totò in lotta con un gruppo di nobili
Esposti, cognomi aggiunti e risposte dei magistrati.
L’inedita vicenda giudiziaria che coinvolse Totò nobiltà titoli bizantini, sollevando un esposto nobili contro Totò 1951 per l’uso del cognome Ducas Focas e della presunta discendenza Costantino il Grande. Il Tribunale di Napoli cognomi aggiunti e l’ordinanza del 3 febbraio 1950 vennero citati come prove, mentre la cronistoria processo nobiliare Totò mise in luce la tensione con Marziano Lascaris Lavarello Totò e la controversa contesa trono di Bisanzio Totò. Tra archiviazione esposti Totò 1951 e conferme dei magistrati settembre 1951, l’eco di questa disputa segnò l’immagine del Principe Antonio de Curtis titoli, testimoniata da La Stampa 28 aprile 1951 Totò e altre rassegne storiche d’epoca. Il noto comico avrebbe usurpato cognomi e titoli che non gli spettano - Non esclusa un'azione penale
È
stato presentato alla Procura della Repubblica, da parte di un noto legale, un esposto per conto di un gruppo di nobili italiani che hanno visto lesi i loro diritti dall'ordinanza del tribunale di Napoli in data 3 febbraio 1950 e secondo la quale il marchese Antonio de Curtis, in arte meglio conosciuto col nome di Totò, otteneva di aggiungere ai suoi precedenti cognomi quello di Flavio Angelo Ducas Comneno di Bisanzio ecc. Diventava così erede diretto di Costantino il Grande, cosa questa che però non avrebbe dato alcuna nota alle suddette famiglie nobili le quali accusano per ora Totò solo di aver usurpato cognomi che loro spettano.Secondo quanto sarebbe scritto nell'esposto, la discendenza da Costantino sarebbe quanto mai fantasiosa, dato che il Focas al quale, secondo un documento presentato al Tribunale di Napoli, spetterebbero i titoli costantiniani, non avrebbe mai avuto diritto a tale eredità. In realtà il predecessore dei Focas non sarebbe che un signorotto ribelle di una provincia Bizantina che, dopo pochi mesi di ribellione, avrebbe fatto atto di sottomissione al vero imperatore; cosa dimostrabile - secondo il ricorrente - con qualsiasi testo storico completo. Tra l'altro sarà difficile anche provare come Totò sia riuscito a riunire in una sola persona, egli stesso, i cognomi di due famiglie, i Focas e i Ducas, che, secondo gli storici e l'araldica, non furono mai parenti fra loro.
Un penalista ha dichiarato che un esposto del genere, che tra l'altro sembra corredato di inoppugnabili documenti, potrebbe avere come conseguenza una denuncia penale nei riguardi di Antonio de Curtis per l'attribuzione di cognomi a lui non spettanti e fattisi aggiungere mentre sarebbero ancora viventi gli eredi effettivi delle famiglie cui spetterebbero cognomi.
«La Stampa», 28 aprile 1951
Note
La discendenza imperiale di Totò venne contestata nell'aprile del 1951 da un gruppo di nobili, incluso Marziano Lascaris di Lavarello, altro pretendente al trono di Bisanzio, con un esposto-denuncia presentato al Tribunale di Roma. Nel settembre 1951 la magistratura conferma il titolo nobiliare di Totò già sancito dalle sentenze del 18 luglio 1945 e 7 agosto 1946 del Tribunale di Napoli. Viene tenuta una conferenza stampa a casa di Totò, assistito dall'avvocato De Simone, per spiegare la sentenza del Tribunale di Roma.
La settimana Incom 00650 del 28 settembre 1951
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«La Stampa», 28 aprile 1951 |
Riferimenti e bibliografie:
- Canale YouTube Istituto Luce
👑 Conclusioni
La disputa del narrata da «La Stampa» rappresenta uno snodo cruciale nel dibattito sulla nobiltà di Totò. L’esposto nobili contro Totò 1951 per i cognomi Ducas Focas, l’ipotesi di azione penale contro Totò 1951 e le verifiche del Tribunale di Napoli cognomi aggiunti furono al centro di un confronto acceso che mise in discussione la discendenza Costantino il Grande. Le cronache d’epoca, tra cui La Stampa 28 aprile 1951 Totò, documentano la cronistoria processo nobiliare Totò, la tensione con Marziano Lascaris Lavarello Totò e la controversa contesa trono di Bisanzio Totò. In seguito, l’archiviazione esposti Totò 1951 e le conferme magistrati settembre 1951 sancirono la legittimità del Principe Antonio de Curtis titoli, lasciando un segno indelebile nella storia della sua carriera e nell’immaginario collettivo. Questa vicenda mostra come tradizione, identità e diritto possano intrecciarsi in un percorso unico e complesso.