Il passato di Totò
Quando non gira film, non tiene conferenze stampa e non va nei locali alla moda — e da qualche tempo ormai l’imperatore di Bisanzio in quei locali ha preso a comparire solo più raramente — Antonio de Curtis, più celebre come Totò, si ritira nei suoi appartamenti e si immerge nel passato dei suoi antenati, i quali gli si ricordano sotto l’aspetto di miniature, porcellane, codici polverosi e molte altre cose ancora...
In questo periodo, Sua Altezza Imperiale vive in pace quasi assoluta. Dopo anni di guerra contro Marziano Lavarello che, benché giovanissimo, pretendeva non solo il trono di Bisanzio, ma addirittura tutto l'Impero Romano, Totò ha vinto. Totò è raffinato collezionista di porcellane d'arte, oltre ad essere attore cinematografico e compositore di canzonette napoletane. Possiede infatti un celebre pezzo, «il trionfo di Venere» uscito secoli fa dalle famosissime botteghe di Capodimonte.
Oltre alle porcellane, i prediletti studi genealogici occupano molte ore della giornata di Totò, che qui, ad esempio, sta osservando un antico e bellissimo diploma di nobiltà, rilasciato ai suoi antenati dal clementissimo imperatore Carlo VI.
Il re di Prussia scrisse una lettera ad un antenato di Totò. Questi se n’è poi servito per difendere i suoi diritti al trono di Bisanzio, minacciati di usurpazione. C'è infatti, ancora, nel mondo, chi tenta di usurpare il trono di Bisanzio.
«Le Ore», anno II, n.64, 31 luglio 1954
«Le Ore», anno II, n.64, 31 luglio 1954 |
Riferimenti e bibliografie:
- Foto Archivio Famiglia Clemente