LO BALCONE DE RUSENELLA

(1929)

Scheda dell'opera

Titolo originale Lo balcone de Rusenella

  • Testo: Eduardo Scarpetta, commedia in tre atti (tratta da La jolie repasseuse, di Vasseur)
  • Interpreti: Titina De Filippo, Eugenio Maldacea, Lia Thomas, Antonio Schioppa, Antonio Crispo
  • Compagnia Stabile Napoletana Molinari di Enzo Aulicino

Sketch, quadri e notizie

Totò, all’insaputa di Aulicino, si era fatto portare una bacinella colma di panni bagnati e, con la massima naturalezza, cominciò a strizzarli facendoli gocciolare sulla testa del padre inferocito. Il pubblico non ebbe occhi che per Totò, il quale sciorinava camicie e fazzoletti, mettendoli in bell’ordine lungo un filo di ferro, con i gesti e le espressioni tipiche di una solerte massaia. Intanto il capo delle guardie, spiazzato dalla novità a cui nessuno lo aveva preparato, alzò gli occhi al cielo esclamando. “Incomincia a piovere, è meglio che me ne vado”


Alla fine degli anni 20 Totò interpreta le riviste Santarellina, nell’adattamento di Kokasse, Amore e cinema e II processo di Mary De Can, di Carlo Mauro, parodia quest’ultima del dramma di Veiller, Il processo di Mary Dugan, che metteva in scena un noto fatto di cronaca verificatosi negli Stati Uniti chiamando alla fine il pubblico a giudicare. In Italia il dramma aveva riscosso grande successo nella versione che la Za-Bum ne aveva dato nel '29. Inoltre interpreta Èva e Bacco Tabacco e Venere, di Kokasse, di cui i giornali citano il grande successo di una partita di calcio tra attori e pubblico. Oltre al repertorio di commedie musicali Totò recita nel repertorio di Eduardo Scarpetta, Lo balcone de Rusenella, ’E nipote d’u sinneco, Miseria e nobiltà, ’A nanassa.

E' la prima commedia in prosa che Totò recita e rimane, insieme alle altre di questa stagione, un caso isolato nella teatrografia dell’attore. La commedia ha come protagonista don Felice Sciosciammocca, maestro di musica, che è obbligato a sposare Rusenella perché sorpreso nel balcone di lei. In realtà si stava recando da una sua amante, ma essendo questa sposata, non può dire la verità. Rusenella è invece realmente innamorata di Felice e riesce con mille stratagemmi, dopo il matrimonio, a conquistarne l’amore. A questo intreccio principale se ne contrappone un altro, quello di Michelino, innamorato della nipote di Don Peppino, che, credendo che è sua moglie l’amante di Felice, gli promette la nipote solo se sedurrà Rusenella, per pareggiare i conti con Felice. Il clou degli equivoci si raggiunge quando Felice e Michelino si trovano nello stesso momento l’uno sul balcone della partner femminile dell’altro e stanno per essere sorpresi.


Galleria fotografica, rassegna stampa e documenti

L’inaugurazione della stagione al Nuovo

La sera di sabato prossimo 1 settembre con i due consueti spettacoli, il «Nuovo», il nostro grazioso, elegante o civettuolo teatro di prosa dialettale, riaprirà i battenti al suo pubblico fine, fedele ed affezionato, per la stagione Autunno-Inverno 1928-1929 con il debutto della Primaria Compagnia Comica «Molinari».

E quest'anno il programma della stagione, pur mantenendosi ligio alle sane e gloriose tradizioni del teatro dialettale partenopeo, sarà improntato, mercè l'attività infaticabile del cav. Eugenio Aulicino, impresario del Teatro, ai criteri ed ai gusti moderni: e cioè quasi tutti gli spettacoli, che figurano nel «cartellone» come novità, presenteranno speciali elementi di varietà, scenografia ed originalità.

Ed all'uopo la benemerita Impresa, che seguo con tanta cura e così la vicino i gusti e le tendenze del pubblico, si è assicurata per quest'anno la collaborazione di Teodoro Rovito, Carlo Mauro, Mario Mangini (Cocasse) e Giovanni Rescigno, i noti ed acclamati autori, che, mediante i loro lavori a gran successo, già tanto acclamati ed applauditi nelle precedenti stagioni, si sono ormai specializzati in questo genere di spettacoli originali, divertenti e graziosi, e le novità saranno numerose ed interessanti. [...]

La Compagnia Molinari, che gode così merita estimazione e simpatia del nostro gran pubblico, si ripresenterà al completo di tutti i valorosi elementi che la compongono e cioè: Gennaro Di Napoli, il nostro illustre attor comico, che con Gennaro Della Rossa e Giuseppina Bianco forma la triade gloriosa del nostro sano, schietto e prodigioso teatro comico dialettale. E poi Titina De Filippo, la bella, graziosa e valentissima attrice, la più fine, la più signorile, la più colta delle attrici dialettali, che in ogni interpretazione porta una nota personale di sottile e squisita sensibilità, l'artista che sa rifuggire da tutte le volgarità farsaiole e che perciò conta tante numerose e merliate simpatie.

E poi Agostino Salvietti, l'attore comicissimo e moderno, che, pur attingendo alle fonti gloriose dei maestri, ha saputo crearsi una moderna sensibilità artistica, del tutto consona e rispondente ai rinnovellati gusti del pubblico. E ancora Alfredo Crispo, Carlo Pretoliani e Ida Bottone valorosissimi e simpatici elementi, il Migliatico, il Carloni, l'Esposito, il Pisacane, il Rossi, lo Scocca, la D'Amico, la Pretolani, la Biricchina, Loletto Doreo e lo sorelle Giannini, queste ultime preziosi e giovanili acquisti della Compagnia,

Ricordiamo al pubblico che l'Impresa anche quest'anno mantiene i preziosi libretti di abbonamento per famiglia a prezzi ridottissimi e aggiungiamo che il teatro in questo breve periodo di riposo è stato rinnovato, raffrescato e munito di nuovi elementi di confort e di comodità.

Spettacolo d’apertura sarà «Piedigrotta», commedia musicale di tipi e costumi napoletani in 3 atti e 4 quadri. Al botteghino già si accettano le prenotazioni.

«Il Mezzogiorno», Napoli, 27 agosto 1928


Tu fai ridere pure 'e nire

1926 Eugenio Aulicino L

«Tu fai ridere pure 'e nire [...] Dicimmo 'a verità, chilli puverelli [...] che teneno a ridere?» - Fu l'impresario e direttore della Compagnia Molinari, con cui lavorò Totò tra il 1929 e il 1930 al Teatro Nuovo di Napoli che affermò: «Fai ridere "persino" i neri, con gli antenati schiavi e ancora oggi maltrattati!». L'occasione è una sua improvvisazione in "'O balcone 'e Rusinella", di Eduardo Scarpetta. Innamorato della figlia d'una guardia, Totò le fa una serenata da un balcone mentre, sotto, il padre non s'accorge di nulla. Una sera, ricorda lo stesso Totò, senza avvertire nessuno, si porta sul balcone un secchio di panni bagnati. Poi, rifacendo i gesti e le espressioni della massaia solerte, si mette a strizzarli e a stenderli in bell'ordine, «facendoli sgocciolare sulla testa del padre inferocito». Tra le risa del pubblico, quello, spiazzato dalla novità a cui nessuno lo aveva preparato, alzò gli occhi al cielo esclamando: «incomincia a piovere, è meglio che me ne vada...».


Il copione integrale dell'opera


Ricostruzione delle rappresentazioni della rivista nelle varie città italiane


TITOLO DELL'OPERATAPPE

Lo balcone de Rusenella

Rivista in tre atti di Eduardo Scarpetta, tratta da La jolie repasseuse, di Vasseur

Compagnia Stabile Napoletana Molinari di Enzo Aulicino

Napoli, Teatro Nuovo, 10 dicembre 1929 (con Titina De Filippo)


Bibliografie e riferimenti:

  • "Siamo uomini o caporali?" (Alessandro Ferraù e Eduardo Passarelli) - Ed. Capriotti, 1952
  • "Tutto Totò" (Ruggero Guarini) - Gremese, 1991
  • "Quisquiglie e Pinzellacchere" (Goffredo Fofi) - Savelli Editori, 1976
  • "Totò partenopeo e parte napoletano", (Associazione Antonio de Curtis), Marsilio Editore 1999
  • «Il Mezzogiorno», Napoli, 27 agosto 1928