Articoli & Ritagli di stampa - Rassegna 1956
Indice degli avvenimenti importanti nel 1956
19 gennaio 1956 Ad Antonio de Curtis il premio Medaglia d'Oro "Una vita per il cinema"
Aprile 1956 Conferenze stampa di presentazione della prossima rivista dal titolo "A prescindere". Il 20 novembre l'esordio-pilota a Perugia e il 23 novembre "prima" ufficiale al Teatro Sistina di Roma.
Nel dicembre del 1955 si celebra il processo ai danni dalla professoressa Gemma Traginelli, segretaria del Canonico del Pantheon, accusata di ricatto ai danni di Antonio de Curtis. Il 3 febbraio 1956 la Traginelli viene condannata dal Tribunale di Roma
Nonostante le sentenze giudiziarie a favore del principe de Curtis circa il riconoscimento di legittimità di appartenenza al trono di Bisanzio ai danni di Marziano Lascaris Lavarello, quest'ultimo il 18 novembre 1956 si fa incoronare imperatore in una sfarzosa, suggestiva e folcloristica cerimonia.
20 dicembre 1956 Al teatro Sistina di Roma ha luogo lo spettacolo, a cui partecipa Totò, organizzato dal settimanale "Sorrisi e Canzoni" a favore della Croce Rossa Italiana per i profughi ungheresi
Indice della rassegna stampa dei film per l'anno 1956
La banda degli onesti (Distribuzione 20 marzo 1956)
Totò, lascia o raddoppia? (Distribuzione 24 aprile 1956)
Totò, Peppino e... la malafemmina (Distribuzione 11 agosto 1956)
Totò, Peppino e i fuorilegge (Distribuzione 18 dicembre 1956)
Altri artisti ed altri temi
Totò
Articoli d'epoca, anno 1956
Mario Di Gilio, l'uomo che faceva ridere Totò
Totò e la nobiltà: la casta è casta e va sì rispettata...
Marziano II Lavarello, Imperatore di Bisanzio?
Gran Galà del cinema: la febbre della medaglia d'oro
«Malafemmina», il film
Una novella di Totò: due mamme e un comico
«A prescindere», ho nostalgia del pubblico «vivo»
Al Sistina di Roma «A prescindere» - Rivista di Nelli e Mangini
«A prescindere», un milione per sera la rivista di Totò
Un grande ritorno dopo sette anni: Totò è sempre Totò
Tre donne veramente in gamba per il trionfale ritorno di Totò
L'asse Totò-Magnani
«A prescindere» da Totò la rivista continua a decadere
La banda degli onesti (1956)
Totò lascia o raddoppia? (1956)
Totò, Peppino e i fuorilegge (1956)
Totò, Peppino e... la malafemmina (1956)
Il Patriarca me l'ha data e guai a Totò se me la tocca
A prescindere (1956-1957)
Bizantina la Totorivista
Medaglie d'oro al cinema italiano
Gina Lollobrigida è stata la distributrice delle medaglie d'oro che il Consorzio della Stampa cinematografica ha fatto cadere con grande abbondanza sul cinema italiano. La consegna più patetica e più acclamata è stata quella che ha portato sul podio Anna Magnani. [...] Altre medaglie sono state date ai produttori Salvatore Misiano e Maleno Malnotti, all'operatore Gallea, a Claudio Landozzi e a Totò.
«Tempo», 26 gennaio 1956
19 gennaio 1956: Premio Medaglia d'oro "Una vita per il cinema" a Totò con la seguente motivazione: «Per aver creato con la sua inconfondibile personalità di attore, un genere di film che ha suscitato un così vasto consenso di pubblico, contribuendo validamente all'affermazione del film comico in Italia» - Qui la rassegna stampa dell'evento
Totò si è iscritto ai Liberi Sindacati
Il popolare attore Totò si è iscritto al Sindacato attori della Federazione unitaria lavoratori dello spettacolo (Fuls) aderente alla Cisl. Nel consegnargli la tessera, il segretario generale della Fuls, Claudio Rocchi, ha espresso al principe de Curtis la simpatia dei lavoratori dello spettacolo. L'attore ha a sua volta dichiarato di considerarsi lieto di essere entrato a militare nelle file di un sindacato libero.
«La Stampa», 10 gennaio 1956
Destinazione Piovarolo (1955)
Dopo «Siamo uomini o caporali» Totò vorrebbe adeguarsi a nuove misure di comicità. Sulla base del comico ormai noto ed amato dal pubblico, egli intende indossare la veste di buffo e un po’ amaro filosofo, di malinconico moralista. Lo ritroviamo così in «Destinazione Piovarolo», un film che ci riconduce — esaminandolo come tema e fatte le debite proporzioni — al binomio Zampa-Brancati. La vita di un capostazione relegato in una sperduta stazioncina dove è costretto a restare dalla vigilia della «Marcia su Roma» ai giorni nostri, rappresenta uno scorcio di storia e di costume la cui scelta pare rifarsi alle influenze moralistiche dello scomparso scrittore siciliano. Gli sceneggiatori. da parte loro, hanno allineato con gusto ed umoristico rilievo le progressioni cronistoriche costituenti gli avvenimenti più notevoli di un periodo in cui superficialità ed assurdo giocarono ruoli importanti.
Per questo le situazioni di «Destinazione Piovarolo» possiedono ampia dose di credibilità anche sotto il disegno macchiettistico impressovi dal protagonista. E per la stessa ragione si sarebbero prestate a sviluppi maggiormente verosimili, ad un vero assommarsi di grottesco e di umano, di patetico e di comico, tale da richiedere allo stesso Totò una più impegnata partecipazione d’interprete come fu per il Taranto di «Anni facili». Ma l'occasione è andata perduta. Si è concesso tutto alla «scenetta» e non si sono creati attorno a Totò personaggi altrimenti intesi dalla azione di contrasto comico i nomi non mancavano; Stoppa, Carotenuto, Viarisio, Foà, Besozzi, Trieste si sono limitati, volta a volta, a funzionare da «spalla».
Tuttavia i tempi di «Totò Tarzan» paiono ormai scomparsi e, rispetto alle precedenti produzioni, l'odierno Totò si presenta mondo di lepidezze da strapazzo, alieno da scurrilità da avanspettacolo. Perchè insistere ancora su alcune sue consuete mimiche o su noti e caricaturali atteggiamenti» serie? Scordiamo il Totò che si muoveva seguito mossa mossa dal batterista e atteniamoci alle sue intenzioni che sappiamo serie ed orientate verso piani artistici. Sono appunti che muoviamo — anche nel caso dell'attuale film — agli scenaristi che si compiacciono di ridicolizzare la scena della fermata del rapido col capostazione che fa segnalazioni come un ragazzino che giochi «al vigile urbano». Lo stesso deve dirsi per il regista che dovrebbe attenersi al non lieve compito di frenare e guidare un attore tanto esuberante.
Tuttavia le nostre parole, più che severità di critica nei confronti del film, vogliono ancora puntualizzare la necessita di non creare attorno a Totò nessuna facile concessione col pretesto di «tanto il pubblico lo vuole cosi». Diversamente, partiti con buoni propositi, si finisce per guastare l'attore e il soggetto.
«Cinema», anno IX, n.159, 25 gennaio 1956
Leggi l'articolo completo sul ricatto ai danni di Antonio de Curtis
FOLLIE DEL CINEMA
Il film ideale per Totò ce l'ho solo io
Come potranno collaborare Laurence Olivier e Marilyn Monroe. E come il torero Dominguin e Lucia Bosè, marito e moglie. Un matrimonio in pericolo
Il signore blu - Buondì, signore giallo. Che faccia pendente, ha mai oggi. Qualcosa non va?
Il signore giallo - Immagini, per cominciare: hanno avvertito che il film «La banda degli onesti», interpretato da Totò, non avrà più la regia di Gianni Franciolini, come in un primo tempo fu detto, bensì quella di Mastrocinque.
Il signore blu - Quale Mastrocinque, prego?
Il signore giallo - Camillo Mastrocinque, Il Camillo Mastrocinque che firma in tutte lettere Camillo Mastrocinque, come per dire: «Checché ne pensiate. c’era qualcuno dietro la macchina da presa... c'ero io».
Il resto non serve a nulla
Il signore blu - Anzitutto mi risparmi i «checché». Abbia pazienza, li ho in uggia, non sono che modi avverbiali di suono ingrato ma sembrano fotogrammi neorealisti di Giuseppe De Santis, pieni di rumore e di pulci. Quanto ai film di Totò, non si preoccupi. Un film di Totò, da chiunque diretto, non può essere altro che un film di Totò. Nei film di Totò accade Totò e si vede Totò; il resto è cellophane, è involucro, non serve a niente. Mi citi un solo personaggio di Totò che, lasciato da lui, si possa affidare a un interprete diverso. Totò è un romanzo visivo, completo di prologo e di epilogo, non modificabile in nessuna pagina e in nessuna riga. Qualunque vicenda, in mano a Totò, finisce come un agnello sospinto nella gabbia di una giovane tigre digiuna. Qualunque regia è fagocitata, distrutta. Perciò se Mastrocinque ingombra o costa meno di Franciolini, il produttore dell’annunziato «La banda degli onesti» (che è poi lo stesso Totò ha fatto bene a preferirlo. Caro signore giallo, il film ideale per Totò ce l'ho io. Gli direi: «Ascoltate, signor principe. infischiamoci di ogni soggetto e di ogni regìa. Un operatore è sufficiente. Usciamo insieme ogni giorno per un mese o due, io, lui, una efficiente macchina da presa, e voi. Ci limitiamo a seguirvi e a ritrarvi zitti zitti, senza raccomandarvi o suggerirvi nulla. Strade, botteghe, comizi, teatri, abitazioni private, uffici, bettole, eccetera: dovunque voi andiate con il vostro intangibile e indissolubile personaggio, e qualunque cosa buffa o tragica decidiate lì per lì di fare, non ha importanza per noi, che vi ’filmiamo’ e basta. Movimenti, vaghi e improbabili fatterelli, dialogo, tutto è improvvisato da voi, libero come una rondine in cielo a mezzogiorno. D’accordo? Voglio essere impiccato se ogni sera, visionando la pellicola girata, non rideremo fino alle lacrime e non piangeremo fino al riso. In ultimo un po’ di montaggio, un po’ di musica, un titolo grazioso, e il migliore film del migliore Totò sarà pronto».
Il signore giallo - E lei come suppone che Totò accoglierebbe la sua proposta?
Il signore blu - Non ne ho la minima idea. Ignoro se Totò sia un grande amico, o almeno un buon conoscente, di Totò. [...]
Il signore giallo. - Forse no. Ma badi: il principe De Curtis, in un telegramma a Lauro, si è qualificato «apolitico». Sono anch’io della stessa parrocchia, e dunque cambiamo argomento. [...]
Giuseppe Marotta, «Corriere dell'Informazione», 22 febbraio 1956
LA BANDA DEGLI ONESTI
Distribuzione: 20 marzo 1956
Qui la rassegna stampa e la scheda completa del film
Il 25 aprile 1956, in occasione di un rinfresco in suo onore dato al «Club Napoli» di Milano, Totò ha ufficializzato il suo ritorno alla rivista con il grande spettacolo che avrà il titolo di «A prescindere», uno dei "motti" cari a Totò.
All'interno del nostro articolo, la rassegna stampa completa della rivista "A prescindere"
«A prescindere», ho nostalgia del pubblico «vivo»
A prescindere ma non da Totò
Totò in clinica colpito da cecità
Lo spirito di Pulcinella rivive nell'arte di Totò
Dolori da principe, gioie da Totò
Totò ha affidato gli occhi a Santa Lucia
Totò: ritorno dal buio alla luce dei riflettori
Gli telegrafarono: "sei imperatore!"
Articoli & Ritagli di stampa - Rassegna 1957
Articoli & Ritagli di stampa - Rassegna 1959
Bizantina la Totorivista
Per «Lascia o raddoppia» Totò si presenta alla TV giovedi
[...]Dunque anche Totò, molto probabilmente lo vedremo come ospite dopodomani a «Lascia o raddoppia»[...]
«Corriere della Sera», 25 aprile 1956
Totò numero d'attrazione extra gara
Milano, 25 aprile - Il personaggio più atteso della trasmissione di domani sera di « Lascia o raddoppia » è senza dubbio l’anziana signora genovese a nome Teresita De Barbieri, che vien considerata dalla RAI-TV come un tipo che può accendere l’interesse del telespettatori.
La TV ha poi avuto l’idea di invitare davanti alle telecamere — insieme agli aspiranti ai cinque milioni — attori famosi come Danny Kay giovedì scorso e Totò per domani sera. [...]
«Il Messaggero», 26 aprile 1956
La comicità di Totò non è riuscita a ravvivare le sorti di «Lascia o raddoppia»
Ieri sera, solo il previsto intervento di Totò è riuscito a ravvivare per qualche attimo una fra le più deludenti edizioni di «Lascia o raddoppia». Ma quello di ieri sera era soprattutto il principe Antonio de Curtis, un personaggio dall'aria ufficiale che solo a tratti ha lasciato il posto a Totò, all'irresistibile Totò dalla battuta pronta e pittoresca. Tuttavia la sua breve apparizione sul palcoscenico del quiz ha avuto il potere di dare un pizzico di brio a una scialba serata [...]
«La Stampa», 27 aprile 1956
TOTO' LASCIA O RADDOPPIA?
Distribuzione: 24 aprile 1956
Qui la rassegna stampa e la scheda completa del film
Bandiera svizzera per la bella italiana. Franca Faldini insieme a Totò s'è concessa quest'anno un periodo di vacanze a bordo del panfilo personale del principe De Curtis. Sul pennone di poppa sventola la bandiera svizzera. Totò ha preferito una lunga crociera sulle coste italiane — giorni or sono era a Portofino — proprio per riuscire a sottrarsi alla curiosità della gente.
A Portofino l'isolamento di Totò è durato addirittura due giorni; per conservare l'incognito scendevano a terra solo i marinai per le provviste mentre Totò e Franca Faldini prendevano il sole sulla tolda tenendosi prudentemente al largo. Totò ha importanti programmi per il prossimo inverno: c’è il ritorno al teatro che ha già messo al lavoro, oltre che gli autori d’un copione — Nelli e Mangini — anche gli scenografi e i coreografi.
La rivista che Totò porterà in teatro sarà del tipo tradizionale «a quadri staccati» con un debolissimo filo conduttore. Accanto a Totò saranno Franca May e la francese Yvonne Menard. Il ritorno di Totò in passerella sarà uno degli avvenimenti più notevoli della «stagione»: il comico si prepara con cura a questo rientro. La sua rivista, a quanto si dice, sarà particolarmente sfarzosa e brillante.
«Corriere della Sera», 30 luglio 1956
TOTO', PEPPINO E... LA MALAFEMMINA
Distribuzione: 11 agosto 1956
RICEVIMENTO. — Marziano Lavarello, che si proclama erede del trono di Bisanzio in antitesi con li principe Antonio De Curtis, «Alias» Totò, ha dato un ricevimento in occasione del secondo anniversario della sua «incoronazione». La madre ha ricevuto gli invitati, fra cui facevano spicco grossi nomi, indossando una sontuosa «dalmatica».
«Corriere d'Informazione», 20 novembre 1956
Una fastosa cerimonia in una chiesa metodista. Si attende ora la reazione del principe de Curtis, che la magistratura ha ritenuto il legittimo erede del trono di Bisanzio.
Roma, mercoledì sera.
Marziano Lascaris Lavarello, che per anni nelle aule giudiziarie ha contrastato il trono di Bisanzio al principe Antonio De Curtis, alias Totò, è passato all'offensiva; e incurante delle molte sentenze della magistratura si è fatto Incoronare imperatore nel corso di una fastosa cerimonia svoltasi domenica pomeriggio nella chiesa evangelica metodista di via XX Settembre.
Per l'occasione, Marziano Lascaris Lavarello vestiva un abito regale, in testa aveva una splendida corona, e mentre nella mano destra teneva lo scettro, con la sinistra reggeva una palla raffigurante il mondo. Un pubblico numeroso e sceltissimo assisteva al rito. Il pretendente all'impero sedeva in trono (una grande poltrona dai molti fregi dorati e ricoperta di damasco color vermiglione); accanto a lui sedevano i «fedelissimi» con emblemi e stendardi e l'imperatrice madre che indossava un magnifico ermellino.
Officiava un pastore metodista che aveva gentilmente accondisceso a venire da Parigi. La notizia dell'incoronazione è stata per tre giorni mantenuta scrupolosamente segreta, ma ora che è stata ugualmente conosciuta è logico chiedersi quale sarà la reazione del popolare comico Totò, o. meglio del principe Antonio De Curtis, che la magistratura ha ritenuto essere 11 legittimo erede del trono dell'antica Bisanzio.
«Stampa Sera», 21-22 novembre 1956
Come fu incoronato il rivale di Totò
Roma, giovedì sera
Le prime reazioni all'incoronazione di Marziano Lascaris Lavarello a imperatore di Bisanzio non sono state del principe Antonio De Curtis, in arte Totò, che per anni ha contestato al rivale l'ambito titolo ottenendo infine dalla magistratura un verdetto in base - al quale deve ritenersi il legittimo erede del trono dell'antica Bisanzio, bensì del signor Mario Sbaffi, pastore della chiesa metodista di Roma, nel cui tempio di via XX Settembre si è svolta la cerimonia
Il signor Sbaffi ha infatti dichiarato che il «venerabile» che ha proceduto al rito — non quindi un pastore metodista venuto appositamente da Parigi — ha ottenuto l'uso del tempio con l'inganno, essendosi presentato come vescovo di una chiesa appartenente al movimento ecumenico e chiedendo di poter celebrare, trovandosi di passaggio a Roma, un semplice «culto» per un gruppo di amici residenti nella capitale. « E' evidente — ha aggiunto il pastore della chiesa metodista — che se avesse menomamente accennato al rito che intendeva compiere, la chiesa metodista — per il proprio de coro — si sarebbe rifiutata di prestargli benevolmente il proprio tempio».
«Stampa Sera», 22-23 novembre 1956
Totò vince anche in appello la causa contro l'avv. Battaglia
Napoli, 1 dicembre
Dinanzi alla prima sezione della Corte di appello di Napoli si è svolto il dibattimento nel giudìzio intentato dal Principe Antonio De Curtis — al secolo Totò — contro l'avvocato Battaglia del foro romano. Quest'ultimo fu condannato in primo grado, nel 1954, a quarantamila lire di multa per diffamazione. Fu allora prodotto appello e oggi l’avvocato De Simone, che rappresentava Totò impegnato a Roma, ha ribadito la responsabilità dell’avvocato Battaglia. La Corte, accogliendo la richiesta, ha rigettato l’appello negando all’imputato anche le attenuarti generiche. Sarà ora prodotto ricorso in Cassazione.
«Il Messaggero», 2 dicembre 1956
A chi spetta il titolo di Imperatore di Bisanzio?
L’annosa questione relativa a chi possa, con pieno diritto, fregiarsi del titolo di Imperatore di Bisanzio, che pareva risolta col riconoscimento, da parto del Tribunale, al principe Antonio De Curtis, meglio noto col nome d’arte di Totò, di aggiungere al propri cognomi anche quello che gli permette di proclamarsi l'ultimo discendente degli imperatori di Bisanzio, minaccia di avere altri strascichi. Contro la recente messa in scena, in una chiesa metodista romana, della cerimonia dell'incoronazione di Marziano II a «Imperatore di Bisanzio» da parte del pittore Marziano Lavarello, é insorto non solo il De Curtis, ma anche il principe e conte del Canavese, Vittorio Emanuele di San Martino Valperga Lsscaris Ventimiglia.
Quest'ultimo, nel corso di una conferenza stampa da lui stesso convocata ieri sera, ha detto che la cerimonia romana è stata una mascherata con costumi presi a nolo a Cinecittà. Il principe di San Martino ha rivendicato a sé il diritto di fregiarsi, eventualmente, del titolo di effettivo discendente degli imperatori di Bisanzio, aggiungendo tuttavia di non avere ora intenzione di iniziare nuove polemiche o beghe giudiziarie al proposito. Egli ha tuttavia pubblicamente invitato il principe De Curtis. ora che una sentenza di tribunale gli ha riconosciuto la aggiunta del nuovi cognomi al suo originarlo, di esibire tutti i documenti che confermino storicamente il suo inoppugnabile diritto a proclamarsi Imperatore di Bisanzio.
Quale azione immediata, il principe di San Martino ha intanto indirizzato al Pontefice e al Presidente della Repubblica due lettere in cui, «quale erede legittimo di Casa Lascaris e come cittadino italiano e studioso di storia», protesta vibratamente per l’assurda «incoronazione» del pittore Lavarello, che ha offeso, oltre che la sua famiglia, anche l’Italia e la Chiesa cattolica. Alla riunione sono intervenute anche personalità dell’aristocrazia.
«Corriere della Sera», 5 dicembre 1956
TOTO', PEPPINO E I FUORILEGGE
Distribuzione: 18 dicembre 1956
Qui la rassegna stampa e la scheda completa del film
Totò allo spettacolo pro-profughi al Sistina
Il celebre attore Totò ha gentilmente aderito ad intervenire allo spettacolo di arte varia che avrà luogo al «Sistina» in favore del profughi ungheresi, domani giovedì alle ore 16. Ha aderito anche il noto imitatore Mario Di Giglio. Presenteranno lo spettacolo: Fiorenzo Fiorentini, Rosaiba Oletta ed Enzo Tortora.
«Il Messaggero», 19 dicembre 1956
Altri artisti ed altri temi
Articoli d'epoca, anno 1956
Cocteau rivela il segreto di Mistinguett
Mistinguett non volle recitare la parte della vecchia
Petrolini ogni sera inventava sé stesso
Censura che vai fotogrammi che non trovi
Galleria di copertine e pagine pubblicitarie
</divRiferimenti e bibliografie:
Sintesi delle notizie estrapolate dagli archivi storici dei seguenti quotidiani e periodici:
- La Stampa
- La Nuova Stampa
- Stampa Sera
- Nuova Stampa Sera
- Il Messaggero
- Corriere della Sera
- Corriere d'Informazione
- Il Piccolo di Trieste
- Il Piccolo della Sera
- Il Piccolo delle ore diciotto
- L'Unione Monregalese
- Il Giornale dell'Emilia
- Reggio Democratica
- Film
- Film d'Oggi
- Noi donne
- Settimo Giorno
- La Settimana Incom Illustrata
- La Gazzetta del Popolo
- Il Popolo
- Il Tempo
- Repubblica
- La Nazione
- Settimo Giorno
- L'Avanti
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